Australian Open: “Anno nuovo, Thiem vecchio” (di Marco Mazzoni)
“Anno nuovo, Thiem vecchio”. Questa la sensazione netta ricavata dal match d’esordio dell’austriaco nel primo Slam stagionale. Una grande, splendida battaglia vs. Benoit Paire, portata a casa sì, ma con tanta, troppa fatica, sia per lo score che per la condotta in campo. Questo match era probabilmente il primo turno più interessante dell’intero tabellone, insieme a Wawrinka vs. Gulbis, che purtroppo è durato pochissimo per il KO fisico di Ernests (sic). La partita tra il francese e l’austriaco non ha deluso, per fortuna. Grande intensità, totale contrasto di stile, è iniziata tardino ed è finita tardissimo, cinque tirati set. Alla fine l’ha spuntata Dominic, ma di pochissimo. E, come potrebbe pensare chi non l’ha vista, non per maggior forza fisica e freschezza dell’allievo di Bresnik, al contrario visibilmente provato dalla lunga battaglia.
Personalmente amo il tennis di Benoit, uno dei pochi che vale sempre il prezzo del biglietto. Sotto di due set, e dopo lunghi monologhi di frustrazione, nessuno avrebbe scommesso in una rimonta, in un quinto set addirittura equilibrato. Invece è accaduto, per merito di Paire ma anche demerito di Thiem. Il tostissimo austriaco, forte di due set e fortissimo della sua straripante potenza fisica, invece di salire in cattedra s’è “ammosciato”… Ha calato vistosamente l’intensità, la gittata dei suoi drive, l’efficacia generale del suo tennis. La prima è crollata, non tanto come percentuali ma come resa e precisione; i suoi errori sono cresciuti, i vincenti diventati sporadici. Ha perso campo, ha perso il controllo dello scambio, finendo sballottato da una parte all’altra dalle magie del francese, uno che ha la borsa dei trucchi bella grande e ben fornita… Alla fine un game tiratissimo nella stretta finale è costato il break decisivo al francese, ma Thiem l’ha vinta di pochissimo, senza dare affatto una sensazione di superiorità, come si poteva ipotizzare sulla lunga distanza contro un tennista tutt’altro che solido. Ma attenzione: i numeri spesso non mentono… e quelli di “Domi” al quinto sono negativi. Parrebbe bizzarro, vista la condizione atletica dominante e la sua capacità di spinta. Oppure no… Questo è il punto centrale della breve analisi, iniziata con la battuta“Thiem vecchio”.
Dominic stenta ad evolvere. Le stagioni ormai passano, lui è da tempo a ridosso dei big3, pronto a dare zampate soprattutto sul rosso… ma il suo tennis pare fermo. Senza grandi evoluzioni. Da quando si è stabilito tra i migliori (e per arrivarci) è certamente cresciuto. Ma l’ha fatto piùrafforzando i suoi punti di forza, crescendo nella intensità e nella durata della sua prestazione che apportando qualcosa di nuovo e funzionale, un’evoluzione tecnica e tattica. Siamo ad inizio stagione, possibile che in inverno abbia lavorato in modo brutale sul suo fisico con il severissimo coach Bresnik. Magari adesso non è davvero in forma, dovrà esserlo a maggio, per dare la “spallata” a Rafa a Parigi, dopo il primo assalto fallito lo scorso anno. Tutto giusto, forse. Ma non sarebbe più logico cercare di ottenere qualcosa di più con un’evoluzione nel suo tennis? Provando a vincere gli scambi ed i match con più velocità, e soprattutto facendo meno fatica? Se il suo rendimento storico al quinto è negativo, nonostante la sua forza e intensità, significa che Thiem fa troppa fatica a vincere. Si spende troppo, ha un tennis eccessivamente dispendioso, focalizzato interamente sulla spinta “bruta” sempre e comunque, invece di puntare a vincere punti più facili con accelerazioni definitive, tagliare gli angoli, anticipare maggiormente avvicinandosi alla riga di fondo. Un’evoluzione questa oggettivamente non facile(di cui parlo da almeno 3 anni…) per uno con movimenti così ampi e più potenza che “manina”. Però non si vedono reali svolte, aggiustamenti. Migliorie sostanziali. Alla risposta difficilmente entra a rubare tempo e spazio, resta solido, pronto a martellare dal centro del campo senza cadere in posizioni scomode; nonostante quel gancio di dritto stretto, che può fare malissimo a chiunque, tende a cercare lo scontro frontale, a sfondare ed allontanare il rivale dalla riga di fondo “mazzata dopo mazzata”, con un martellamento micidiale ma che gli costa tantissimo sul piano fisico. Con una condotta del genere, senza “piano B”, e contro avversari tosti e di talento, quando la tattica non porta risultati rischia di faticare così tanto da scemare nella intensità e nella spinta, e quindi nella efficacia sulla lunga durata. Proprio come oggi vs. Paire.
Non ho mai considerato Thiem tra i favoriti per questo Australian Open, ma ero molto curioso nel vederlo all’opera, per trovare qualche novità, miglioria ed aggiustamento al suo tennis, sperando di trovarlo più offensivo e rapido nel chiudere il punto. Tutt’altro. Abbiamo trovato un Dominic forte, tosto, che non demorde e che lotta, ma con i soliti colpi, la solita posizione in campo, la solita tattica e, purtroppo, i soliti difetti.
Un solo match è poco per valutare un giocatore in prospettiva torneo. Già dopo il secondo turno le idee saranno più chiare. Nella lunga storia degli Slam è capitato molte volte che uno dei favoriti (o dei potenziali favoriti) sia partito male ma abbia trovato la forma cammin facendo, fino a sorprendere o addirittura vincere il torneo. Auguro a Dominic di crescere di condizione, ma di certo dei big che sono riuscito a vedere nei primi due giorni di Australian Open 2019, Thiem è quello che mi ha convinto di meno. Rafa ruggisce (e per ora, pare sano…), Djokovic controlla, Roger veleggia. Forse non “scapperemo” nemmeno stavolta dai big3? Attendiamo altre conferme, soprattutto da Zverev.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: analisi tecnica, Australian Open 2019, Benoit Paire, Dominic Thiem, Marco Mazzoni
Paire, Gulbis, Medvedev, Fognini, ancora per poco Monfils…e ovviamente Ruggero, fuori capitolo: meno male che ci sono loro che rallegrano questo tennis con il talento e la spettacolarità dei loro colpi…perché altrimenti giocano tutti uguali… Sandra Mondaini direbbe guardando il tennis in TV: che noia che barba che noia…
Mah…e se fosse colpa della Kiki???
Io la butto li ma prima pareva piu cattivo
Visto per la prima volta perdere giocando molto bene contro Murray nel 2014 e ho pensato: “ecco finalmente qualcuno di nuovo per i piani alti del tennis”.
Da allora moltissime delusioni (per il livello che pensavo raggiungesse), è salito come ranking ed esperienza ma, come giustamente detto da Mazzoni, il suo tennis non si è voluto anzi si è cristallizzato su un gesto strappato, bruto, oltre che non efficace,almeno sul veloce, hai livelli più alti e che personalmente mi deprime. Si vedeva fin da subito che non era un giocatore di fioretto ma quelle mancanze tecniche e tattiche che erano presenti a 21 anni potevano sembrare frutto di inesperienza e formazione dissennata (chi insegna più ai ragazzini a fare demivolè e dropshot?) ma il suo team ha puntato tutto sull’arrotata massima, la sbracciata violenta e di Nadal c’è n’è uno solo (e anche lui si è evoluto).
In verità un paio di anni fa ha fatto qualche tentativo di verticalizzare il gioco, capitalizzare la grande spinta da fondo con facili chiusure al volo. Purtroppo tanto facili, almeno per lui, quelle chiusure non erano anzi si traducevano in veri e propri scempi che gridavano vendetta davanti alle divinità del tennis e invece di insistere come ha fatto Djokovic con risultati, alla lunga, apprezzabili, si sono rifugiati nell’usato sicuro, nel massimizzare quello che già sapeva fare.
Purtroppo non credo che questo suo dispendiosissimo gioco lo porterà molto lontano, magari vincerà anche un RG ma allo stato attuale la vecchia guardia gli è superiore e i ragazzi più giovani aldilà, forse, della terra sono più attrezzati tecnicamente, hanno un tennis più universale e penetrante.
Paire lo si ammira nn lo si tifa..o almeno lo si tifa per prolungare la partita il più possibile..aldilà del risultato..poveri tifosi francesi
@MarcoMazz
eccellente analisi di Thiem, ritrovo molto degli spunti che ho avuto guardandolo e riguardandolo giocare. E’ stato un paio di anni fa un oggetto misterioso del tennis, non esattamente un bombardier, non esattamente un giocatore da veloce o da terra, e soprattutto sembrava uno spilongone con i capelli biondi.
L’ho visto variare poco la tecnica e molto nel fisico. Il suo anno migliore è stato quello della vittoria a Rio, un fisico costruito, scolpito, un colpo che quasi intimoriva tale era la potenza di fuoco e poi… niente. altra modifica del fisico, dimagrimento della massa muscolare ( vedi Kiki, Petra, Elina, Garbine) e, secondo me, conseguente compromissione del suo gioco. I colpi diventano tentativi, sono incerti, precari, lasciano ampia iniziativa all’avversario.
La partita di oggi di Paire non è stata molto dissimile da quella contro Johnson, rischiando parimenti di perderla per poi “salvarsi” alla fine.
E’ l’unico giocatore che mi costringe a sbottare “ma come fa..?!?” ma come può essere??” perché io ho visto il suo valore assoluto e non corrisponde a questo “nazionalismo” di ritorno, verso un fisico più austriaco nel senso di maggiore resistenza e meno potenza. Tutto il contrario del suo gioco.
Paire non si può non amarlo. Tra gli “antipatici” (per carattere) è quello che ti strappa un applauso, l’inneggiamento. Come si fa a non ammirarne i colp pungenti, il dropshot morbido e la nonchalance con cui li batte, o la sua “fogniniana” serie di servizi successivi, senza attendere il silenzio del pubblico. “uno di quelli con la borsa dei trucci bella grande e fornita…” come non essere d’accordo con questa bella descrizione.
Estendendo il discorso Thiem è molto simile a Pouille, come prestazione di partita. Del primo ci si chiede perché non usa i “suoi” colpi per vincere, del secondo perché non ha colpi per vincere. Per guardare le loro partite bisogna possedere soglie di frustrazione altissima.
D’accordissimo! Secondo me il tabellone è buono, però anche lo scorso anno lo era ad un certo punto.. ma fu sconfitto da un Sandgren che si è rivisto poco nel corso della stagione.
Spero vivamente vada avanti, oggi dal terzo set sembrava stranamente senza energie. Le condizioni climatiche in Australia probabilmente non le regge benissimo 🙁
Uno dei titoli più esatti che ho mai letto…
A ridosso dei big3 peró é una forzatura. É un buon giocstore che vale la classifica attuale. Ma non andrá mai al di sopra di certi standard. Si fará comunque la sua bella carriers in top ten ma senza acuti
Dopo lo Us Open credevo che Thiem sarebbe stato protagonista in Australia. L’ho persino annoverato fra i possibili vincitori se mai avessero fallito i maggiori favoriti. però sprecare energie nei primi turni non è una buona idea…
Per quanto riguarda Paire… Si vale il prezzo del biglietto…ma fino a un certo punto! Gran giocoliere! Ma come si fa a tifare uno che gioca in maniera così incosciente? Bisogna avere la calma di monaci tibetani per sopportare il modo in cui perde le partite…
Da tifoso di Thiem, purtroppo devo dare ragione a Mazzoni. Dopo aver vinto agevolmente i primi due set, infatti, Dominic ha pensato bene di scendere di livello ed intensità, come spesso gli capita, e giocarsi il match al quinto set.
Ha un tabellone invidiabile che lo vedrebbe proiettato ai quarti contro Zverev, ma deve rimanere più concentrato sul pezzo.
Bel pezzo, a me Thiem piace, ma l’ultimo step è evidentemente quello più difficile. Comunque un picchiatore godibile, aspettiamo ancora un po’