L’ultima Coppa Davis: un funerale annunciato
Nel momento in cui la Croazia ha conquistato il punto del 3-1 vincendo la sua seconda Coppa Davis contro la Francia padrona di casa è partita inmediatamente una marcia funebre triste, tristissima, una cantilena che senza troppo rispetto ha accompagnato gli ultimi momenti di una manifestazione storica.
Paradossi del mondo del tennis: prendi un evento centenario, un torneo a squadre avvincente che nel corso della sua storia ha regalato partite-maratone in campo che sembravano non avere fine, la prendi e invece di aggiustarne gli ingranaggi rotti e attualizzarla come se fosse un cellulare di ultima generazione, senza alcun tentennamento la sacrifichi sull’altare del dio denaro, regalandola a un gruppo di investitori che sicuramente avranno il portafogli pieni ma a quanto pare poca cultura tennistica. Ecco, questi investitori la smantellano da cima a fondo, praticamente la annientano per poi tentare una ricostruzione. Solo che tale ricostruzione non sembra piacere a molti… è come quando un grupo di ricchi e potenti comprano un edificio storico del centro città e lo distruggono per costruirvi sulle macerie un più redditizio parking.
Nel giorno in cui trapelano i nomi di quelle federazioni che hanno appoggiato questo cambio scellerato, risuonano ancora più forti le proteste e le grida di dissenso che hanno accompgnato gli ultimi difficili mesi della Davis: “Rip Davis Cup” è stato un cartello che ha campeggiato sugli spalti di uno stadio francese che assisteva attonito e poco in festa all’ultima premiazione. E mai frase fu più azzeccata, perchè sembrava di essere davvero a un funerale.
Non apprezzo la strafottenza di chi forte del suo conto in banca non capisce che i cambi, soprattutto quelli grandi, avrebbero bisogno di essere introdotti poco a poco: invece Piquè e i suoi Kosmos hanno fatto di tutto per stravolgere la Davis, incuranti del malcontento generale. Bisognerà vedere chi andrà a riempire gli spalti di un torneo che sarà inappropriatamente simile a una coppa del mondo di calcio…
Indómito Piquè va avanti per la sua strada, professando mediaticamente che fra lui e i top player non c’è alcun problema, nessuna guerra di ego in atto e che la nuova Davis potrà contare su tanti tennisti di richiamo internazionale: tutto stupendo, sulla carta però…perchè i vari Federer, Djokovic e A. Zverev hanno già risposto picche, semplicemente perchè a loro questa Davis e la maniera in cui la si sta gestendo proprio non piace.
Ci sarà tempo per una marcia indietro? Qualora la nuova Davis fosse un colossale flop ci sarebbe ancora tempo per tornare sulle proprie decisioni rivoluzionarie? In questa guerra fra ITF, ATP, giocatori e novelli ricchi appassionati di tennis la sensazione è che il sacrificio più grande sia stato proprio la Coppa Davis, merce di scambio facilmente venduta e i cui effetti non ci hanno ancora colpito pienamente. La Davis lascia un grande vuoto: certo, ci saranno i ricordi e i filmati d’antologia ma non si potrà più assistere al suo spettacolo in campo. Peccato.
Alessandro Orecchio
6 commenti
Questi grandi riformatori non hanno capito che una competizione per essere di successo più che distribuire tanti soldi deve essere amata dal pubblico e aggiungerei anche dai giocatori. Aver distrutto una competizione storica è stato un brutto colpo per chi, come me, segue il tennis da anni e ha provato tante emozioni nel vederla. E’ vero che in tante occasioni i big non hanno giocato ma tutti i grandi l’hanno giocata, almeno qualche volta. La coppa Davis rappresentava un evento atipico sotto molti aspetti e in particolare era l’unico evento dove il fattore campo era davvero importante. La coppa è stata teatro di partite epiche e sono quelle che restano nel cuore dei tifosi e per quelle sono necessari 3 set su 5. Come i supplementari nel calcio e Italia Germania 4-3. Con il golden goal non ci sarebbe stata.
smettetela di prendervela con Pique i commercianti vendono prodotti SONO STATE LE FEDERAZIONI NAZIONALI A VOTARE PER IL CAMBIAMENTO
IL PRIMO E’ STATO BINAGHI
Fossi in Noah mi dimetterei immediatamente per dare seguito nella pratica alla sue parole.
E nn è detto che nn lo faccia.
Ma vogliamo considerare il tifo appassionato dei tifosi che caricano a mille i beniamini di casa? Giocare in campo neutro due su tre ridurrà il tutto alla stregua di un qualsiasi torneo paragonabile, al massimo, ad un 500
Mai persona fu più cieca di colui che non vuole vedere…
Pique e Haggerty hanno già capito di avere commesso un errore madornale, un buco nell’acqua di dimensioni colossali, ma ormai la frittata è fatta, indietro non si torna. Pique perderà un sacco di soldi e l’Itf resterà senza la sua storica competizione prestigiosa e centenaria. Chi ci rimetterà più di tutti però siamo noi appassionati; speriamo che qualcuno in futuro possa salvaguardare lo sport che tanto amiamo.