Baldi e Fabbiano: vittorie, morale e spinta per il futuro
Baldi a Ismaning, Fabbiano a Ningbo: è stata una domenica azzurra con due successi challenger che hanno esaltato un movimento tennistico in salute e che mette un altro tassello importante per il futuro. I successi dei due italiani portano in dote punti, rinforzano certezze e fanno sorridere la classifica: se per tanti aspetti sono simili, per altri sono però notevolmente differenti.
Fabbiano conferma il feeling che vive con le superfici rapide del circuito challenger asiatico: il suo per molti è stato un anno insufficiente, senza quel salto di qualità (eccezion fatta per il terzo turno di Wimbledon) che lo ha visto retrocedere in classifica e uscire dalla top100. Per me invece l’anno di Fabbiano è stato ampiamente positivo: Thomas quando si è cimentato nel circuito minore ha sempre raccolto ottimi piazzamenti ma soprattutto ha giocato il suo primo vero anno da grande, misurandosi con i migliori nelle prove Slam e nei Masters1000. Non sempre sono arrivate vittorie ma l’esperienza e i guadagni sembrano essere la dote più importante messa in cascina: un anno di transizione a mio avviso che ha perfettamente centrato l’obiettivo. Per il 2019 c’è un main draw Slam australiano da conquistare in questo finale di stagione, un risultato ampiamente alla portata, e con la maturità dei suoi 29 c’è soprattutto la consapevolezza di poter giocare nel nuovo anno ancora una volta i tornei più prestigiosi. Per lui uno score in stagione da 31 vittorie e 25 sconfitte che deve rappresentare una buona spinta per l’anno che verrà.
Ugualmente importante il primo challenger in carriera conquistato da Filippo Baldi: a Ismaning il classe ’96 ha messo in riga giocatori on fire come il francese Humbert in semifinale, mostrando un tennis più solido che mai e confermando tutti i progressi compiuti in un 2018 assolutamente positivo. Ottimo su terra battuta e in crescita costante sulle superfici rapide, Filippo Baldi ha scalato negli ultimi mesi in maniera impressionante la classifica, guadagnando rispetto all’inizio dell’anno centinaia di posizioni. Con un best ranking al numero 176 oggi Baldi può zittire tutti quei detrattori che vedevano in lui un gran potenziale inespresso: Filo con Aldi e Cinà sembra aver trovato la quadratura del cerchio, esaltando quel talento che per molti è il più puro in circolazione fra i NextGen tricolori.
C’è una stagione per entrambi da chiudere in bellezza, battendo il ferro finché caldo: poi staccare, ricaricare le pile e ricominciare a tutta dal cemento australiano. Fabbiano può rappresentare, insieme a Fognini e Cecchinato, un trio perfetto per guidare la crescita dei giovani italiani, un plotone ben nutrito in cui Baldi è destinato a ricoprire un ruolo fondamentale.
Alessandro Orecchio
TAG: Filippo Baldi, Thomas Fabbiano
Dipende che cosa si intende sognare,dato che,per esempio,Baldi,Quinzi, e il resto della banda come dici,ad oggi,sono ampiamente oltre la centesima posizione della classifica ATP.
Credo per la prima volta nella storia contemporanea, per l’Italtennis sognare non è impossibile con Fognini, Cecchinato, Berrettini, Baldi, Quinzi e il resto della banda.
Io penso che un giocatore come Fabbiano, come tutti d’altronde, guardi molto al portafoglio per la sua programmazione e fa benissimo.
Thomas ha 29 anni ed in questi anni deve monetizzare al massimo il suo status di tennista professionista ed in questo lui in questo momento sta facendo molto bene.
Se andate a controllare in soli premi nel 2018 ha guadagnato quasi mezzo milione di euro e sono sicuro che continuerà su questa strada per assicurarsi un dopo tennis tranquillo…nei 100 ci starà diversi anni tranquillamente, nei 50 la vedo dura
Può darsi, ma il Fabbiano che ha quasi battuto Dzumhur, avrebbe comunque perso al turno successivo da Berdych.
Sicuramente si deve preparare al top per gli slam, dove se ha gamba 3 su 5 può passare turni con una certa continuità. Poi non so se sia meglio giocare solo atp (come ha fatto nei primi sei mesi) o puntare su i ch più ricchi.
La scelta non è semplice.
Baldi ha fatto il salto quando ha iniziato ad avere la preparazione fisica per competere a livelli più alti. La tecnica la aveva già, la testa sta migliorando sempre di più.
Quest’anno però, a parte la grandissima prestazione di Roma, è cresciuto solo da settembre in poi.
Curioso di vedere come gestirà la preparazione ora che la classifica gli inizia a permettere una adeguata programmazione.
L’impressione è che possa salire qualche altro gradino.
Io su Fabbiano ho il rammarico di inizio anno quando ha affrontato tornei dove in un paio di partite, tipo con Dzumhur, ha buttato via vittorie già sicure. Fosse andata diversamente in quel periodo, oggi staremmo parlando di un anno positivo di Thomas.
Ma il tennis è anche questo.
Fiducia nel prossimo anno.
magari dico una scemata, quindi mi scuso in anticipo, ma Fabbiano e Baldi sono due esempi di tennis “positivo”. Corretti, professionali e anche simpatici (mi riferisco a Baldi in particolare che seguo su Instagram). Sonego e Vavassori (ma anche Seppi, Vanni e il grandissimo Moroni) sono altri tennisti che seguo e trovo altrettanto positivi.
Dall’altra parte della medaglia vedo tennisti come Cecchinato e Fognini, con cui devo abbassare il volume della TV altrimenti i miei figli mi chiedono “cosa ha urlato quello li’? cosa vuol dire C*****OOOO?” Da genitore e tennista amatoriale ovviamente faccio il tifo per i tennisti positivi e solari, sperando che i miei figli non imparino a sfondare le racchette per “sfogare la tensione”
Su Fabbiano sono pienamente d’accordo. Se arrivi ad avere la classifica per giocare i tornei superiori, lo devi fare. Inutile una strategia conservativa per rimanere numero 80 fisso. L’esperienza di questa annata gli servirà. Speriamo che il prossimo anno con Piatti arrivi, come merita, nei 50.
Bravi!