Serena Williams, una sconfitta anche per la maternità
Il parere della Psicoanalista
Dopo quanto è avvenuto durante la finale dell’US Open, le immagini di una Serena tenera e materna con la piccola Olympia, ostentate dai media di tutto il mondo, sono offuscate da quelle di una donna che ha perso il controllo delle sue emozioni, che spacca con violenza inaudita la racchetta in seguito a una decisione arbitrale che non condivide ma che lei, prima tennista al mondo, dovrebbe essere in grado di accettare…
Al bell’articolo di M. Mazzoni sul “caso” Serena, definito “una sconfitta per tutti”, si potrebbe aggiungere che rappresenta una sconfitta anche per la maternità, di cui Serena si fa paladina, e che da qualche mese sbandiera come se fosse l’unica donna ad avere partorito e a provarne le gioie. Ma è difficile riconoscere nella furia scatenata per un penalty point una mamma “serena”, appagata dalla relazione con la sua bambina che ha appena festeggiato il primo compleanno!
L’esagerata reazione per una decisione arbitrale, giusta o sbagliata che fosse, evidenzia l’intensità della carica di aggressività che la Williams porta dentro di sé. Proprio questa carica le ha permesso di diventare la più grande giocatrice di tutti i tempi. Tuttavia perderne il controllo può portare a situazioni difficili che possono addirittura mettere a repentaglio la sua stessa vita (come è già successo quando ha rischiato di morire di parto, o in seguito all’incidente al piede).
Per fortuna allora che ci sia un campo da tennis su cui scaricare questa aggressività, un arbitro, una raccattapalle (v. finale con Clijsters all’US Open 2009), un’avversaria come la Osaka che per età potrebbe quasi essere sua figlia (!), altrimenti dove e su chi andrebbe a finire? Ecco perché una campionessa che ha vinto tutto e che ha 37 anni, si ostina a continuare a giocare anche dopo la maternità!
Se Serena è l’esempio più eclatante, molte sono le tenniste che per lo stesso bisogno di scaricare le proprie pulsioni aggressive, hanno ripreso l’attività dopo la nascita di un bambino. La maternità infatti riattiva la pulsionalità della donna, per cui la scelta di riprendere l’agonismo diventa per alcune una necessità a cui non si possono sottrarre.Anche se questa loro attività spesso mal si concilia con la crescita di un neonato che necessita di continuità e di regolarità (e non di continui spostamenti) per affrontare le diverse tappe del suo sviluppo, non ne possono fare a meno, malgrado tutte le spiegazioni razionali addotte. Certo la scelta di Flavia Pennetta, che ha saputo dire basta a uno sport che avrebbe potuto ancora darle molto, appare molto più saggia e rispettosa del figlio! Ma anche in questo caso, più che dalla razionalità dipende dalla parte più profonda, che per ognuno presenta necessità diverse.
Tuttavia se come dice la ex nazionale di sci, Maria Rosa Quario “Un’atleta che diventa mamma dovrebbe soprattutto pensare a trasmettere la sua grande passione ai figli, facendo vivere loro, più che il ruolo di tifosi di una mamma campionessa, quello di protagonisti, seguiti con amore da una mamma competente” per “i bambini del circuito” è certamente meglio una mamma che sfoga la sua aggressività in un match di tennis piuttosto che in altre situazioni in cui potrebbero essere implicati anche loro!
Marcella Marcone
Marcella Marcone, Psicoanalista e Psicoterapeuta, collabora da anni nel mondo dello sport e del tennis in particolare. Ha pubblicato vari libri sulla gravidanza e sul tennis, focalizzandosi sugli aspetti mentali degli atleti. Dirige il progetto maternita360.it
TAG: caso Serena Williams, Marcella Marcone, psicologia tennis, Serena Williams, tennis e maternita, Us Open 2018
Articolo orribile sia per il titolo che per il contenuto .si Serena eilliams ha esagerato ..ma da qui a dire che una donna che diventa mamma debba smettere di giocare ce ne passa ..
Ammetto di non aver letto l’articolo…ne ho già letti troppi sull’argomento…ma non capisco dove stia la necessità di estendere colpe o ragioni a categorie. Prima il sessimo, poi il razzismo…ora che c’entrano le mamme? Mamma o no, donna o uomo, sposata o single, gay o etero, ciò che conta è che Serena è una campionessa matura, e come dice Toni Nadal, ci si aspetta che una veterana come lei sappia gestire i nervi anche se sta perdendo una finale importantissima. Ciò che è accaduto E’ UNA SCONFITTA SOLO PER SERENA WILLIAMS!!!
Che articolo orribile. Quanti giudizi lapidari basati sul nulla. Più che un giudizio è una sentenza. Pessimo.
@ robibini (#2198245)
No non possiamo darci un taglio altrimenti poi diranno che ci dimenticheremo di tutto quando Serena riprenderà a vincere !?!? (forse)
d’accordo con serenity . forse è ora di tributare il giusto alla Osaka che ha vinto molto più’ meritatamente di quanto dica il punteggio senza subire isterie e tifo contrario.
serena sarebbe ora che facesse mamma e a smettesse con questi teatrini da elementari….
tanto più che nessuno avrà cliccato il link alla fine dell’articolo, quindi nessuno può conoscere l’operato di questa psicologa e l’equipe con cui lavora, i progetti ecc….provate a vedere, per curiosità….poi magari ne scrivete dopo aver letto….è solo un suggerimento, per carità…ognuno dice quel che vuole…
Dico solo 2 cose: non entro nel merito dell’articolo della psicologa, fino a prova contraria è un sito su cui si parla di tennis o mi sbaglio? Cerchiamo di voltare pagina e cambiare argomento, anche basta!!
Quante storie…….qua l’unica sconfitta e’ proprio lei ! Anche come educazione lascia a desiderare. Potra’ vincere altri slam ma, da imparare dalla vita ne ha ancora tanto !
@ pallettaro (#2198032)
Sono molto d’accordo con te
Si può essere d’accordo o meno su questo articolo (e diversi qui non lo sono), ma non si può non riconoscere la competenza della persona che l’ha scritto. Oltre tutto “coraggiosa” perchè a scrivere qualcosa “contro” una donna (che in questo caso ha chiaramente sbagliato) è stata un’altra donna, in questi casi oggi si rischia di passare per “sessisti” (cosa effettivamente accaduta al Giudice di sedia in questione per quanto successo). L’autorevolezza su quanto scritto nasce proprio dall’attività svolta dalla scrittrice, esattamente quelle tre righe alla fine, che ci dicono qual’è il suo lavoro e di cosa si occupa (scusate se è poco), valore aggiunto su quanto scritto: l’essere una donna, competente di psicologia (quindi di comportamenti) ad affermarlo.
Scusate sono d’ accordo con tutto ma direi di dargli un taglio. Capisco che questa settimana ci sia poco da scrivere.
@ magilla (#2198084)
Beh certo.
Hai capito al volo.
Siamo tutti uguali.
Serena Williams è come la cassiera del supermercato che lavora 3 ore al giorno.
E l’apporto dei padri deve essere identico all’apporto delle madri.
E dobbiamo fare finta che la mamma non serve nei primi anni di vita.
Sto ben vedendo gli ottimi risultati che questo nuovo modo di vivere comporta ai nostri figli.
E nemmeno per simmetria si può metterlo in dubbio.
No, tetragoni andiamo avanti anche di fronte a numerosissimi studi fatti da professionisti (anche donne) che ci dicono che questo modo di educare è profondamente sbagliato.
Tra qualche anno noi uomini dovremmo indossare una bella parrucca e una minigonna.
Il pensiero dominante ci fa dire che siamo tutti uguali.
Non è vero. La maternità è un qualcosa di bellissimo che differenzia l’uomo dalla donna.
E ci sono donne che lavorano part time e invece ci sono donne che fanno le tenniste.
Vi pare tutto uguale?
E le donne che lavorano part time o che addirittura non lavorano sono delle deficienti?
O sono delle oscurantiste?
Ma ci siete o ci fate?
@ Smartlob (#2198089)
Infatti pullula di madri tenniste che girano il mondo con figli al seguito.
Questa vicenda ha fatto togliere la maschera a molte persone.
Serena è sempre stata molto discussa, vuoi per il suo aspetto, il suo gioco, la sua personalità…vuoi perché vinceva tutto e la gente rosicava.
Dopo la gravidanza, lo slam vinto incinta, rirorno ad alti livelli ecc, c’era poco da criticare, e i più hanno fatto finta di niente.
Sabato finalmente un passo falso, finalmente un’occasione per riversare tutto quel rancore e odio, nell’illusione di dimenticare tutto il resto fatto prima.
E così un coaching in finale è una cosa normalissima, un penality game è dato con come caramelle, e Serena è diventata la rovina del tennis.
Posso capirlo nei commenti, ma vedere questo da una redazione, purtroppo non solo in questo sito, è mortificante.
Tirare fuori un articolo di una psicologa che parla di una persona con cui non ha neanche mai parlato, mettere in discussione la sua qualità di madre.
Vergognatevi
A me qui l’unica sconfitta sembra la Osaka visto che dal giorno della finale non si fa altro che parlare di Serena e nessuno sembra voler dare risalto all’impresa di questa ragazza,che ha massacrato Serena in tutti i sensi,sia dal punto di vista del gioco che da quello comportamentale….
Quoto in pieno, il loro comportamento è 100 volte peggio di quello di Serena.
Non c’è attenuante di tensione e adrenalina, questo è vendere la propria credibilità per fare due soldi in più.
Senza guardare in faccia nemmeno una bambina di appena un anno
@ tinapica (#2198141)
🙁 e vabbè dai, romperò una racchetta per punirmi 🙂
Tutto giustissimo e vero! Nonche’ spunto di varie riflessioni.
Credo la migliore delle tante (troppe) analisi su Serena Williams e l’ increscioso accaduto.
Complimenti, Marcella
Io alzerei di piu il tiro. Una sconfitta per l’UMANITA’
@ Insalatiera76 (#2198090)
In teoria avresti ragione, ma qui non stiamo parlando di un articolo pubblicato su una rivista scientifica – che sia nel lessico che nella complessità delle tematiche affrontate avrebbe richiesto ben altro sforzo sia all’autrice che al lettore – ma di un articolo scritto da una professionista per un portale che si occupa di tennis. Da cui deriva uno stile e dei contenuti scremati dai tecnicismi per venire incontro a un pubblico più ampio, cui non è richiesto di conoscere altro se non le vicende della Williams.
Ed è proprio su queste, però, che la psiconanalista e psicoterapeuta ha scritto le uniche inesattezze di un articolo che poi può essere condivisibile o meno mantenendo il rispetto dei ruoli.
Per cui non venire a dire che siccome a parlare è un professionista allora tutti sull’attenti: perché l’articolo non è impostato per rivolgersi ad altri specialisti ma proprio a chi può condividerlo come criticarlo senza che abbia quelle competenze. Non prendiamoci in giro né prendiamoci sul serio, ché qui non si sta parlando di vaccini ma di una che ha sbroccato per l’ennesima volta sul campo da tennis. Lontana da me, da te, e dall’intervento professionale della psicoanalista in questione.
@ Insalatiera76 (#2198090)
Riguardo alla pregiatissima professionista che ha dato adito all’articolo, non ho alcun dubbio sulle sue immense capacità professionali (su cui e sui suoi argomenti non mi sono permesso di esternare nulla), sono anche dispostissimo a firmarmi dr. Tal dei Tali con 8 lauree (1 realtà ne ho una 1 in statistica economica) e 3 master (in realtà ne ho 1 in ricerche di mercato), ma ciò non toglie che se quanto afferma sono 3 fregnacce, chi non è d’accordo con lei non lo possa dire
@ Insalatiera76 (#2198090)
Ciò che dici è verissimo e secondo me è una delle cause principali della degenerazione dei rapporti umani all’epoca dei social networks. In questo caso però ci sono molti MA…
1) La dottoressa non ha scritto un trattato internazionale e lo ha pubblicato su una rivista di settore, ma lo ha pubblicato un articolo su un blog di tennis. Se fosse stata richiesta l’assenza di contraddittorio, evidentemente ha sbagliato sede.
2) Oggi sono tutti tuttologi, questo è vero ed è sbagliatissimo. Se crolla un ponte, è bene star zitti perchè a meno che non si conoscano i dettagli dell’accaduto o non si sia esperti di ingegneria meccanica, tutte le opinioni o i giudizi si basano sul nulla. Idem per quanto riguarda qualsiasi altra materia specialistica. Ma la signora in questione fino a prova contraria non è la terapeuta di Serena, dunque la conosce come me o qualsiasi altra persona. E, per conto mio, si lascia andare a giudizi carichi di qualunquismo e molto discutibili. Massimo rispetto per psicologi e professionisti, ma non è che si deve per forza prendere tutto per oro colato!
Ma cosa c’entrerebbe la perdita del controllo dell’aggressività con i problemi del parto che hanno messo a rischio la sua vita? Come si può vedere un legame tra queste situazioni così diverse, proprio non capisco. Avrebbe avuto quei grandi problemi appena dopo partorito in quanto donna aggressiva? E menomale che l’articolo è firmato da una psicoterapeuta…
Premetto che l’articolo della dott.ssa Marcone mi ha lasciato molte perplessità, sono rimasto un po’ deluso dalla difesa di ufficoo di Marco Mazzoni, di cui ammiro a tutto tondo la competenza specifica sul tennis e apprezzo la sensibilità umana mostrata in moltissimi pezzi.
Dico questo perché, forse non tutti lo sanno, che anni addietro la Marcone e Mazzoni scrissero un libro a quattro mani chiamato Tennis sul Divano. Quando lo lessi, apprezzai moltissimo il profilo “tennistico” dei vari campioni descritti (fino a inizio anni duemila) ma molto meno il profilo “psicologico” degli stessi. Notai nel libro una differenza di forma, stile e contenuti davvero notevole, a favore dei contributi di Mazzoni, perfetti ed emozionanti. Quelli della Marcone mi sembrarono molto più superficiali e, soprattutto, scritti molto meno bene.
Per questo, Tennis sul Divano è una lettura che non ho il coraggio di consigliare perché troppo debole in una delle due parti mentre la trovo azzeccatissima nell’altra.
Ora, credo che Mazzoni si sia sentito in dovere di difendere d’ufficio la sua collega di penna, ma a me pare che la superficialità dell’analisi della Marcone sia la stessa che avevo riscontrato nel libro.
Purtroppo in un lavoro a quattro mani è inevitabile che ci aiano dei disequilibri, ma così evidenti e importanti come nel libro citato non va bene.
Auguro a Mazzoni ogni bene per il suo lavoro, perché se lo merita tanto, ma non ho apprezzato né apprezzo gli argomenti (e la forma, mamma mia quei punti esclamativi per esempio) esposti dalla Marcone.
Un saluto a tutti gli appassionati di tennis e del buon leggere.
non condivido nemmeno le virgole dell’intervento di Marcella Marcone. L’idea che traspare della maternità e della famiglia è un’idea tutta contemporanea, figlia della società capitalista che vede nella femmina un mezzo di riproduzione, e nella donna una madre. Quindi, quando una donna fa un figlio dovrebbe smettere di essere quello che è stata precedentemente e dare massima priorità alla prole, dimenticando o, meglio, reprimendo le sue passioni e volontà. Una mamma dovrebbe insomma solo insegnare ai propri figli in questo caso la passione per lo sport, abdicando alla possibilità di ritornare a praticarlo a livello agonistico. Per me sono sciocchezze! Nel passato, soprattutto nelle società pre-capitaliste (ma anche nelle classi agiate), la donna che diventava mamma consegnava il figlio alla o alle balie, in ogni caso passava con il figlio il tempo necessario al suo sviluppo, senza dimenticare altre incombenze. Il risultato dell’essere mamma divulgato da certa scienza di oggigiorno è quello di avere mamme iperprotettive che proiettano tutte le loro aspettative sui figli, rendendoli dipendenti essi stessi da una figura materna, che si erge quasi a divinità nelle loro vite. Insomma, la maternità non è una come vorrebbe la Marcone, ma molte, come molti possono essere i modi di essere madre.
Ma siete seri? Ma come mai non ho letto che Fognini è un pessimo esempio per suo figlio quando ha dato della pom…. alla giudice di sedia? E pure lui di racchette ne ha spaccate a mucchi!
Oppure Djokovic che ha chiesto al pubblico di Madrid di fargli un servizietto? E anche lui quanto a racchette rotte…. Poveri Stefan e Tara che brutti esempi… Chissà come cresceranno… E per fortuna che Shapovalov non ha ancora procreato, perchè anche lui scagliando palline in faccia all’ arbitro (gli ha rotto un zigomo) si è precluso la possibilità di fare figli!
E poi vogliamo parlare del mio commercialista? Dice cose inaudite quando va allo stadio, perde proprio la pazienza e sbriata come un ossesso, povere creaturine, segnate anche loro. E pure io che sono alta come un puffo, una volta durante una partitina al circolo mi sono infuriata e ho rotto una racchetta. Senza inaudita violenza, perchè in realtà basta sbatterla a terra che si rompe subito. Poveri figli miei.
Certo che per un clic in più fareste veramente di tutto. Spiace perchè vi succede molto raramente, però siete veramente caduti in basso.
Ma che palle
Non mi sembra né carino né corretto indicare da un componente della redazione come non sensati e motivati eventuali commenti non consoni a quanto pubblicato dalla redazione stessa.
Piuttosto fate come ad inizio anni ’80 (ai tempi di Craxi per intenderci) quando il tg2 dava le indicazioni di voto e dichiarava: “il 13% degli italiani ha espresso preferenza per il PSI, l’87% ha sbagliato risposta”
@ Insalatiera76 (#2198090)
Mio caro, la persona in questione può avere la qualsivoglia laurea, ma se scrive frasi come “Ma è difficile riconoscere nella furia scatenata per un penalty point una mamma “serena”, appagata dalla relazione con la sua bambina che ha appena festeggiato il primo compleanno!” sta facendo ella del qualunquismo da bar, visto che non credo viva in casa della Williams né che le faccia terapia.
Però lei è il primo a rompere quest’idillio…. 😉
No, redazione, Mazzoni, Insalatiera (lei, che come me non si firma): qui si può, nei limiti dell’educazione, affermare e commentare quasi tutto riguardo a ciò che accade su un campo da tennis e a questo ci si deve limitare.
Le vite private di Serena Williams, di Flavia Pennetta, di Fabio Fognini, etc., non sono affari nostri e non abbiamo disponibilità/diritto a commentarle, tranne quando siano loro a portarle sui campi da tennis.
Io detesto umanamente Serena Williams per quanto in più occasioni ha fatto vedere sui campi da tennis e so di averlo scritto più volte ma mai mi sognerei di avere l’arroganza di affermare (se anche lo pensassi lo terrei per me) che sia una cattiva madre per come si comporta in campo.
Non credo proprio che Serena Williams legga o si faccia tradurre Livetennis ma se così fosse avrebbe tutto il diritto di comportarsi in seguito nei vostri confronti come Fabio Fognini fà nei confronti di Scanagatta, reo di aver una volta chiesto in un suo articolo a Flavia Pennetta -sostanzialmente- di insegnare al marito a comportarsi bene. Ripeto e chiudo: ci sono limiti di rispetto che non si devono oltrepassare anche quando il personaggio in questione è -dato di fatto- pubblico e -opinione personale- detestabile.
Mi sembra evidente che sia la maternità come in questo caso, sia la paternità come nel caso di fognini (quando fu squalificato allo us open era già padre) non cambiano le persone. Quindi una che diventa madre o uno che diventa padre non si trasforma in un santo. Maleducato eri, maleducato sarai. Speriamo nella prole…
Massimo rispetto per gli psicologi. Ma ora attendo con ansia l’articolo di un sociologo, quello di un etologo, quello di un antropologo,.. di un tuttologo…. di un nullologo…..basta!!!!
@ Massimo (#2198128)
inevitabilmente
la storia sta diventando riluttante…
Comunque, una specie di merito tutta questa vicenda l’ha avuto.
😀
Una sfilza di articoli con centinaia di commenti…e non ho mai visto tirato in ballo il nome di Giorgi o Quinzi, che di solito vengono messi inevitabile in mezzo qualunque sia l’argomento.
Anche questa è da psicologia, no!?
E’ quello che ho pensato anch’io. Stra-quoto! 🙂
si mette in discussione un dio qualsiasi…..si mettono in discussione fior di scienziati e medici…..non si può mettere in discussione uno psicologo……suvvia!
😆 😆 😆
@ Insalatiera76 (#2198090)
Grazie del commento, sensato e motivato. Purtroppo uno dei pochi.
E’ una occasione persa per ampliare orizzonti.
buon tennis
@ Massimo (#2198106)
…lo vede con occhi diversi da quelli di una persona “comune”, quindi tenderei a non giudicare in modo troppo affrettato i concetti/giudizi esposti.
p.s. – mi scuso, non mi ero accorto che il commento era venuto tagliato
Gentile Insalatiera. Le persone non vanno giudicate dai titoli ma dai pensieri che esprimono. Laurea e specializzazione non rendono una persona in possesso del Verbo e non la rendono immune dall’esprimere banalità o concetti erronei. Una regola fondamentale della Medicina e della Psicologia sta nel non costruire diagnosi a distanza senza conoscere il paziente, la sua storia, il suo stile di vita, ossia quella che si chiama anamnesi. In questo articolo ciò viene fatto: la Williams viene accusata di pensare di essere l’unica donna al mondo ad aver partorito (sindrome narcistica o del Sé grandioso), di non essere in grado di controllare le proprie pulsioni (qui si va dalla Maniacalità alle Sindromi Borderline) di essere una cattiva madre (giudizio morale da cui un terapeuta divrebbe sempre astenersi). Non si tratta quindi di chiacchere da bar ma di critiche legittime che io ed altri utenti abbiamo espresso. Il riferimento al Medioevo era simbolico e non storico. Tuttavia il buon vecchio Socrate, vissuto ben prima del Medioevo, può essere definito il padre della Psicologia con il suo monito “conosci te stesso”.
Quattro risate con una vignetta satirica australiana:
https://postimg.cc/image/d9tpygnox/
@ Insalatiera76 (#2198090)
Tutti possono non essere d’accordo con le affermazioni di chiunque, ma una cosa è sicura. Questo non è il pensiero di Mazzoni od Orecchio, che magari, in qualità di “semplici” giornalisti-opinionisti, è stato scritto sulla base di sensazioni simili alle nostre.
Questo è il parere di una persona che è addestrata a creare il profilo di una persona per lavoro.
Quindi quel che vede lei o altri come lei, lo vede con o
Adesso mi spiego gli errori grammaticali
Immagino che qualcuno scriverà che sto ampliando troppo il discorso, ma devo dire che il grande male di questo paese è l’ampliamento della “chiacchiera da bar” che mediante il web travalica le mura dell’esercizio commerciale. Lo scemo del villaggio che si improvvisa tuttologo, e pretende che la sua opinione sia presa sul serio (ebbene si, sto citando il noto intervento di Umberto Eco all’università di Torino).
In calce all’articolo ci sono 3 righe che introducono l’autrice, che è psicoanalista e psicoterapeuta. Ciò significa che (a meno che non vi sia un abuso di titolo) la signora in questione ha preso una laurea in psicologia oppure in medicina, e successivamente ha frequentato un corso di specializzazione universitaria almeno quadriennale (così prevede la legge 18 febbraio 1989 n. 56 che disciplina l’esercizio delle professioni di psicologo e psicoterapeuta). Inoltre la signora in questione avrebbe un’esperienza specifica in ambito sportivo, essendosi occupata di atleti (anche tennisti).
Direi quindi che la sua opinione va presa sul serio, e trattata con rispetto.
Poi invece arrivano gli scemi del villaggio a dire: medioevo! Vergogna! Come può giudicare?!?
Per favore, tornate dentro il bar.
Nel medioevo non c’era la psicologia. E comunque, se ha gli elementi per dare i giudizi che ha dato, lo sa lei meglio di voi.
E infine, lei si firma. Si prende la responsabilità delle sue affermazioni. Lei.
Mi suguro che le donne che leggono livetennis, e ce ne sono, vogliano replicare a questa sequela di frasi oscurantiste e davvero medioevali, offensive verso tutte quelle madri che sanno coniugare il loro essere genitore con la giusta realizzazione che ciascun induviduo ha il diritto di ricercare nello sport e nel lavoro. È davvero sconfortante leggere nel 2018 ancora di questo dualismo maternità carriera che ovviamente esiste solo per le donne. Perchè mai un padre che lavora non farebbe meglio a dedicarsi ai figli? Perché ha dovuto lasciare il tennis la Pennetta e non Fognini? Peraltro colpisce che questo articolo davvero pessimo lo abbia scritto una donna che per giunta lavora. Avrà mai spaccato la scrivania in modalità Serena?
Perché non sei genitore.
La tua vita, quando metti al mondo una persona, cambia.
Deve cambiare.
Se non cambi qualcosa sbagli e di grosso.
Il ruolo di padre, nel caso di bambini molto piccoli, è troppo importante nelle fasi iniziale della crescita.
Inutile fingere.
Inutile cercare di fare i fenomeni. Se vuoi fare il papa’ fai il papa’ e non rompere le balle. Il punto invece è che si ostenta di essere padre proprio per l’assenza nel quotidiano.
Ed è dannoso per i figli.
Inoltre tutta questa aggressività, tutta questa violenza verbale e gestuale fa bene ai figli?
Credo di no.
La vita di un tennista pro con la paternita’ è compatibile?
La risposta è NO!
Certamente NO.
E’ perfino incompatibile con gli uomini in carriera che incontro tutti i giorni e che liquidano i figli con una telefonatina o con un regalino non richiesto.
I figli crescono viziati, aggressivi e maleducati perché non sono seguiti o sono mal seguiti, rimbalzati tra tate, nonni, zii e gente che te li tiene, ma che non te li educa.
Siamo seri e cerchiamo di capire che non tutto il progresso è benefico e che forse un giorno si capirà che è molto più importante una paternità di una carriera.
Serena Williams tutta la vita…..la psicologa cosa ne sa cosa passa per la testa ad una persona in una situazione del genere? Teoria tanta teoria e tanti tanti ciacaroni
@ MADE (#2198070)
Ma infatti. I figli si fanno oppure no.
Una volta fatti non puoi fare finta di niente.
Poi ci sono i lati positivi e quelli negativi di un genitore che influenzano certamente i figli.
Fognini? Hai ragione, ma vale ancor di più per una madre.
Ma Pennetta secondo me ha fatto una scelta concreta, una bella scelta. Voleva avere figli quindi con il tennis si chiude.
Mi sembra molto saggio, molto bello, e sono certo che suo figlio ne avrà giovamento.
Quello che voglio dire e che in parte condivido con l’articolo è che volenti o nolenti noi genitori influenziamo i nostri figli con i nostri comportamenti.
Questa è una cosa certa. Inevitabile. Provata.
Quando torno incazzato dal lavoro i miei figli sono più tristi.
Quando torno rilassato i miei figli sono rilassati ed allegri.
Lo vivo tutti i giorni.
E vedere Serena in questa scenate che sicuramente sua figlia un giorno vedrà mi fa riflettere.
E dobbiamo farlo.
Poi certo io non faccio parte del partito che tanto meglio tanto peggio.
Se le cose non vanno si devono cambiare.
Ben detto!
un conto è avere opinioni diverse su come si possa educare un figlio, un conto è esprimere giudizi su come venga svolto il ruolo di madre/padre da altre persone. Io non mi posso permettere di dire che Serena è una cattiva madre perchè apre un profilo instagram a nome della figlia. io non lo farei, ma non posso giudicare il suo ruolo di madre.
Sulle discussioni in campo, poi, possiamo aprire dei dibattiti. Vuoi quindi dirmi che Fognini potrebbe non essere un buon padre per il suo comportamento in campo? Mourinho non è un buon padre perchè contesta sempre gli arbitri? Tutti noi possiamo avere comportamenti disdicevoli davanti ai figli: litigando in auto con altri automobilisti o mandando a quel paese qualcuno per futili motivi. Un conto è dire che sarebbero cose da non fare. Un conto è emettere verdetti sulla base di tali comportamenti
L’articolo di questa psicologa che invita tutti alla calma e all’equilibrio, è piaciuto molto anche a me. Unico neo (sia pure molto relativo) quando ha scritto “L’esagerata reazione per una decisione arbitrale, giusta o sbagliata che fosse”. A mio parere è stata una reazione assolutamente inaccettabile per la sua gravità, ma forse se avesse usato tale terminologia il suo articolo non avrebbe dato lo stesso stimolo alla calma. Forse una giusta via di mezzo sarebbe stata se avesse scritto “Una reazione assolutamente sbagliata per una decisione arbitrale, giusta o errata che fosse”.
Comunque questo non toglie valore all’articolo. Assolutamente!
…………no comment…………..
Un articolo abbastanza disgustoso, cosa c’entra la maternità con una sfuriata sul campo, purchè esagerata? Colpisce che l’abbia scritto una donna e che il sito l’abbia pubblicato, davvero uno degli articoli più brutti e irritanti mai apparsi qui dentro.
OSAKA, OSAKA, OSAKA!!!!!!!!!
Quindi se Serena non sfogasse la sua rabbia nel tennis potrebbe scaricarla anche sulla figlia. Questo c’è scritto nelle ultime righe. Fosse così è una mamma pericolosa, fosse così bisogna allontanare la figlia dalla madre. Forse però bisogna prima allontanare questa signora dalla penna, perché una affermazione del genere, che è molto grave, la si può dire solo di un paziente che si ha in cura e che si conosce personalmente. Se si tiene valida questa ipotesi la figlia è in pericolo. L’affermazione della psicanalista è grave, da qualunque punto di vista la si vuole leggere, e non può passare inosservata. Spero che qualcuno, compreso chi ha pubblicato o fatto pubblicare, mi dia una risposta.
😳 😳
@ Smartlob (#2197986)
Il medioevo?
Non esageriamo.
Ma un passo indietro bisogna farlo.
Madre degenere? Se fai scenate del genere i tuoi figli che fanno secondo te?
Pensi che Serena sbrocchi solo per una pallina da tennis?
Pensi che sia sano fare un profilo instagram con nome e foto della figlia?
Pensi che sia educativo per sua figlia vedere un giorno la madre che si comporta come una isterica maleducata?
Pensi che sia educativo rivolgersi ad un arbitro in quella maniera e con argomenti simili?
Pensi che non sia meglio invece calmarsi un attimo e vedere le priorità e fare davvero quello che DEVI fare e cioè la madre?
@ MADE (#2197997)
Perché non sei genitore.
La tua vita, quando metti al mondo una persona, cambia.
Deve cambiare.
Se non cambi qualcosa sbagli e di grosso.
La scelta di Falvia Pennetta è stata saggia, ponderata, lungimirante, sensata. Il ruolo di mamma, nel caso di bambini molto piccoli, è troppo importante nelle fasi iniziale della crescita.
Inutile fingere.
Inutile cercare di fare i fenomeni. Se vuoi fare la mamma fai la mamma e non rompere le balle. Il punto invece è che si ostenta di essere mamma proprio per l’assenza nel quotidiano.
Ed è dannoso per i figli.
Inoltre tutta questa aggressività, tutta questa violenza verbale e gestuale fa bene ai figli?
Credo di no.
La vita di una tennista pro con la maternità è compatibile?
La risposta è NO!
Certamente NO.
E’ perfino incompatibile con le donne in carriera che incontro tutti i giorni e che liquidano i figli con una telefonatina o con un regalino non richiesto.
I figli crescono viziati, aggressivi e maleducati perché non sono seguiti o sono mal seguiti, rimbalzati tra tate, nonni, zii e gente che te li tiene, ma che non te li educa.
E che madre può essere una come Serena Williams?
Siamo seri e cerchiamo di capire che non tutto il progresso è benefico e che forse un giorno si capirà che è molto più importante una maternità di una carriera.
@ Smartlob (#2197986)
Infatti ….livetennis tocca uno dei livelli più bassi di sempre con questo articolo
Ho meditato a lungo prima di scrivere, sia perché i post lunghi generalmente sono saltati e quindi inutili, sia perché non è chiaro il messaggio, sin dal titolo.
Perché sconfitta della maternità? Non c’entra assolutamente nulla, una persona ha i suoi obiettivi, le sue pulsioni, i suoi atteggiamenti a prescindere dai figli, o volete dire che a me dà fastidio il traffico a causa di mia figlia?
Il resto, tutto molto bello, tutto molto inutile, mon ho più la testa per continuare a dire quanto volevo
Semplice. Tutto esagerato.
1) Esagerata la ostentazione di Serena/mamma che, essendo io stesso genitore, non riesco più a sopportare. Già non sopporto quelle mamme pesanti che ostentano, fotografano e ammorbano la vita dei loro figli con le loro stupide manie.
2) Esagerata è sempre stata Serena che finge sportività quando se lo può permettere ed invece si cimenta in scenate da ricovero coatto quando capisce che la sua avversaria non teme (o non sente) la sua pesante, ingombrante e maleducata presenza.
3) Esagerata è sempre la diagnosi di ogni cosa. Quando una star va all’ospedale rischia sempre di morire.
4) Esagerata è stata l’attenzione verso una finale Us Open ridicola, priva di valore tennistico e piena solo della megalomania USA. Casino, musica, gente, palle di lardo e tutto il solito ambaradan di roba che nulla c’entra con il tennis. Il tutto condito dalla loro ineleganza, cancellata in pochi minuti dalla disarmante semplicità della Osaka che in una oretta ha umiliato una nazione intera.
5) Esagerata è sempre la voglia di trovare il caso sessista. Non ancora saturi della penosa vicenda di Asia Argento bisogna subito ricominciare con l’isteria femminile. Donne che sono forti, ma che quando conviene fingono di essere deboli.
Non se ne può più.
“[…]una raccattapalle (v. finale con Clijsters all’US Open 2009)”
Non era una raccattapalle ma una giudice di linea, e non si trattava della finale ma di una semifinale.
Giusto per non essere tacciato di mansplaining, non entro nel merito di temi quali la pulsionalità né del parere nel suo complesso. Tuttavia, la frase che ho menzionato, così come la parte riguardante la “perdita di controllo” che avrebbe portato la Williams a rischiare la vita, come se quei guai se li fosse cagionati, fanno pensare che sulla faccenda ci si è informati sommariamente senza badare troppo alla sostanza.
Un po’ deludente per chi, come leggo, tratta anche di tennis.
@ luchador (#2198023)
Senza contare che Serena è stata un corpo estraneo al tennis FEMMINILE.
I suoi colpi, compreso il pur ottimo servizio, e principalmente il diritto, hanno efficacia non certo per la tecnica del colpo (piuttosto approssimativa e sempre in ritardo) quanto per la potenza mascolina della spalla, con la racchetta usata a mo’ di clava.
Certo. Questo è abbastanza sensato. Credo che abbia tra i suoi sogni quello di alzare un trofeo dello Slam con la figlia in braccio. Ne ha vinti tanti, perché non provare, finché può, a vincerne uno da madre?
Lo fanno tantissime persone. Addirittura coi cani..
Comunque giusto per ricordare. Serena non é affatto la migliore di sempre. Prima di lei Steffi Graf ( capace di vincere in un anno i 4 slam e la medaglia òlimpica ) Martina Navratilova ( colei che ha incarnato di piu lo spirito e l’essenza di questo sport ) e secondo me pure Chris Evert
A me è invece l’articolo è molto piaciuto: scritto da una persona competente, donna e molto equilibrato.
Se poi a qualche utente manca l’articolo sulla Osaka , ben venga,ma quello che è accaduto a causa della Williams al momento è una ferita aperta che fa fatica a rimarginarsi.
E’ giusto parlarne e sviscerare il problema, se i vuole che il tennis non ne esca troppo ridimensionato ( già ora non è più come prima, forse qualcuno non se n’è ancora accorto )
Certo che Serena fa proprio discutere… Questo della signora è un punto di vista originale, che si può condividere o meno ma fa vedere la questione da una prospettiva totalmente diversa. Non riesco a farmi una opinione al riguardo
Disamina inappuntabile. Grazie del contributo.
L’aggressività rabbiosa di SW ha una sola spiegazione: vuole a tutti i costi il 24esimo slam.
Il fatto di essere madre è secondario, anzi è forse una motivazione ancora maggiore nella sua ottica.
Il problema per lei è il trascorrere del tempo, che farà aumentare in lei la smania di vincere ad ogni costo.
vorrei ridere per non piangere!
e’ uno deigli articolo piu insulsi (per non dire di peggio) e oserei dire offensivi per le donne che io abbia mai letto!
Anch’io non ho capito quella parte.
non mi permetto mai di commentare gli articoli che leggo, ma qui siamo all’assurdo. Ma che articolo è? Ma come si permette questa persona di giudicare una madre sulla base di un comportamento seppur errato durante un incontro tennistico? “sconfitta per la maternità” – “la scelta della Pennetta appare molto più saggia e rispettosa del figlio”. Io sono allibito. C’è di che vergognarsi. Se invece l’articolo è volutamente provocatorio per raccattare lettori, beh, è ancora peggio.
Bastaaaaa
Praticamente Serena è una madre degenere e se non avesse spaccato la racchetta forse avrebbe spezzato un braccio alla figlia. In più sarebbe meglio che una madre non tornasse allo sport o al lavoro e si dedicasse a tempo pieno alla maternità. Chi non lo fa è aggressiva. Mi piacerebbe sapere qual è la teoria di riferimento…e soprattutto l’anno medioevale.
Tutta fuffa
che barba!……secondo me anche come casalinga ci rimette…..come può’ gestire una frittata bruciata!
Bastaaaaaaaaaa !!!!!!!
Non ho capito solo una cosa: Serena avrebbe rischiato di morire di parto e dopo l’incidente al piede per la sua ‘perdita di controllo’? Il prossimo articolo affermerà che la calma e la serenità curano i tumori?
Ancora? Ahahahahah
Ha creato un profilo instagram con nome e foto della figlia.
Neanche Chiara Ferragni.
Ho detto tutto.
Oh, redazione ma un articolo su Naomi Osaka no???