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Anna Turati: quando il tennis è…”gemellato” con il college. La ventunenne tennista brianzola, racconta la sua esperienza negli USA, con la sorella Bianca, ed il suo presente e futuro tennistico

16/07/2018 15:59 11 commenti
Anna Turati classe 1997 e n.875 WTA
Anna Turati classe 1997 e n.875 WTA

E’ il 25 luglio del 1980, quasi trent’anni fa. A Mosca ci sono 36 gradi, si sta correndo la 20Km di marcia: siamo alle battute finali e nello stadio Olimpico moscovita, gremito di 80.000 spettatori, dalla porta di maratona si affaccia un marciatore italiano, dall’andatura ancora composta, nonostante i visibili segni della fatica. Sarà quello un indimenticabile oro olimpico così raccontato, con la sua tipica prosa aulica, da un grande giornalista sportivo italiano, Gianni Brera: “Maurizio Damilano: per suo merito viene all’Italia il primo titolo in palio all’Olimpiade, di cui è casta regina l’atletica leggera. Per suo merito il piccolo villaggio di Scarnafigi, dall’etimo in verità misterioso, diventerà famosissimo al mondo (…) La folla del Lenin ha fatto meschina figura nel palesarsi delusa o indifferente. Non si aspettava primo al traguardo un italiano? Colpa sua: perché altro non faceva l’Olimpiade che riportare di botto in primo piano l’ultimo rampollo di una gente che da tempo onora la marcia gloriosissimamente. I nomi che precedono Damilano sono quelli di campioni che bastavano al nostro orgoglio: Fernando Altimani, Ugo Frigerio, Giuseppe Dordoni, Abdon Pamich…La sua chiara e onesta faccia si è scomposta per un solo istante quando lo ha abbracciato il fratello gemello che ha avuto per lui il gesto del trionfatore: un pugno alto e teso a celebrare una vittoria sicuramente meritata e sofferta, però ottenuta con l’agio del grande campione”. Per la cronaca Giorgio Damilano, fratello gemello di Maurizio, si piazzò undicesimo al traguardo di quella straordinaria olimpiade. I fratelli Damilano non sono il caso più famoso di gemelli nello sport; nella storia sportiva recente ricordiamo i fratelli americani Phil e Steve Mahre, grandi protagonisti dello sci alpino: famoso l’inghippo dello slalom di Parpan in Svizzera, nel 1984, quando Steve scende al posto di Phil, vincendo la gara per poi essere sualificato a vantaggio di Marc Girardelli. Chissà se Anna Turati, la tennista che incontriamo oggi, è mai scesa in campo al posto della sorella gemella Bianca…

Anna, presentati ai lettori di livetennis:

Ciao a tutti, sono Anna Turati e vi racconto la mia storia. Io e mia sorella gemella Bianca ci siamo avvicinate al tennis all’età di 6 anni, quando mamma ci ha fatto provare tentando di allontanarci dal calcio, dato che in Italia è uno sport meno praticato. Ci siamo subito innamorate di questo sport e ogni giorno volevamo migliorare sempre di più spingendoci e spronandoci a vicenda a raggiungere i nostri limiti. Il nostro primo maestro è stato Maurizio Usuelli e giocavamo con lui alla Polisportiva Besanese. L’amore per il tennis ce l’ha senz’altro fatto venire lui. Ogni lezione aveva le sue sorprese: a volte ci faceva mettere i pattini a rotelle, a volte giocavamo all’americana, altre volte ci faceva fare atletica giocando a hockey. Insomma, ogni giorno andare al tennis era qualcosa di esaltante. Il divertimento era sempre assicurato. Non smetteremo mai di ringraziare Maurizio per tutto ciò che ha fatto per noi, perché il tennis sarà sempre parte della nostra vita e lui ce lo ha fatto scoprire. Successivamente ci siamo spostate al Tennis Club Seregno con il maestro Alessandro Moroni, che ci segue tuttora quando torniamo dall’America per la pausa invernale ed estiva. Alessandro ci ha avvicinate al professionismo aprendoci gli occhi sul sacrificio e i duri allenamenti che ogni giocatore di tennis deve fare per raggiungere successo. Alessandro sarà sempre il nostro punto di riferimento, per qualsiasi cosa sappiamo di poter contare su di lui. Grazie Ale! Il mio tennista preferito è stato Roddick e, ovviamente, Roger Federer. Onestamente, mi sono accorta di poter raggiungere qualche risultato quando mia sorella Bianca ha cominciato a farsi notare a livello nazionale. Ho pensato: ci siamo sempre allenate insieme, se lei riesce a combinare qualcosa di buono magari ho qualche chance anche io. Naturalmente siamo molto diverse e i risultati non erano garantiti… Lei è solidissima mentalmente e anche come tipo di gioco. Non molla mai un punto, mentre io sono un po’ più pazza, mi arrabbio e ho più alti e bassi durante le partite. Una cosa che sicuramente abbiamo in comune è la grinta. Lottare dall’inizio alla fine è senza dubbio la qualità migliore di entrambe.



Dall’estate 2016 tu e tua sorella Anna siete negli States ad Austin nel Texas. Come è nata questa decisione?

L’idea di lasciare completamente gli studi ha sempre spaventato i nostri genitori. Un infortunio può sempre compromettere una carriera professionistica e gli studi sono troppo importanti. Sono felicissima che mamma e papà mi abbiano fatto realizzare che andare negli States fosse la decisione migliore. Alla fine anche io ero convinta al 100% di andare là e tornassi indietro farei la stessa scelta, senza alcun dubbio. Una volta finiti i 4 anni in Texas tornerò a casa e proverò a buttarmi nel professionismo e vedrò come va. Nel caso vada bene e cominciassi a ottenere buoni risultati…ok, altrimenti ho un backup e continuerò a studiare o lavorare.



Inizialmente, almeno da quello che si era letto sulla stampa, sembrava dovesse essere solo una borsa di studio di 9 mesi da terminare nel 2017. Invece sta andando avanti: sono cambiati i programmi in corsa?

La promessa che noi e i nostri genitori ci eravamo fatti era di andare là e provare. Nel caso in cui ci fossimo trovate male, saremmo potute tornare indietro senza nessun problema. Il fatto è che ci siamo trovate benissimo. The University of Texas at Austin ci ha fatte sentire subito a casa. Coach Howard Joffe ha dimostrato di tenere tanto alla nostra crescita sia sul campo da tennis che come tipo di persona che saremmo diventate. Dobbiamo moltissimo a lui. Il prossimo semestre saremo Juniors, quindi ci mancano ancora due anni per completare il college, e ovviamente finire gli studi, continuare ad allenarci e competere per l’universita, ma anche giocare qualche torneo professionistico quando riusciamo è il nostro obiettivo al momento.



In questi 2 anni tu e Bianca avete avuto qualche volta dei ripensamenti o la scelta presa non è stata mai messa in discussione?

No, non ho mai avuto ripensamenti. Rifarei la stessa scelta un milione di volte anche se potessi tornare indietro.



E’ stata presa in considerazione l’ipotesi che soltanto una di voi due potesse compiere questa esperienza americana oppure dividervi non è mai stata un’opzione?

All’inizio io ero convinta al 100% della scelta, mentre Bianca ci ha dovuto pensare di più vista la situazione di classifica WTA che avevamo. Io che ero 800/900 non avevo tanti dubbi, ma lei era intorno alla 400esima posizione quindi l’idea di buttarsi nel professionismo subito dopo la maturità ci stava. Alla fine ha deciso anche lei di venire negli USA, fortunatamente per me, perché senza lei al mio fianco è tutto più difficile. Spero che la cosa sia reciproca.



A differenza di quello che possono pensare alcuni, la scelta del college non implica necessariamente ridimensionare la pratica agonistica del tennis. Voi avete un’attività costante da questo punto di vista. Ci spieghi come sono organizzati i tornei universitari?

Durante la Fall che va da settembre a dicembre non si gioca per l’università perché la season si gioca durante la Spring, che va da Gennaio a Giugno. Quindi, durante la Fall abbiamo la possibilità di giocare tornei professionistici, accompagnate da allenatori. Certo, giocare un torneo ogni settimana non si può fare, ci sono dei limiti. Pero ci si allena tanto, si studia altrettanto, e se si vuole, 4 tornei professionistici li riusciamo a giocare. Durante la Spring, invece, si gioca praticamente ogni weekend per la squadra. Il che non e’ affatto una cosa negativa. I match che si giocano sono di alto livello e giocare 1 o 2 match di singolo e di doppio ogni weekend è buono. L’unica cosa è che la classifica WTA si fa fatica a tenerla d’occhio perché non abbiamo opportunità di fare punti nei tornei. Ma alla fine quello che conta è il livello che si ha, quindi giocando partite e allenandosi tanto come facciamo si è sulla strada giusta, perché sento di crescere e migliorarmi ogni giorno.



Gli appassionati di tennis hanno conosciuto di recente un talento americano, Danielle Collins, che dopo la laurea in Comunicazione e due titoli NCAA sta ora scalando il ranking professionistico ed è entrata nelle top 50. In generale qual è il livello delle giocatrici e che differenze avete notato rispetto al circuito PRO sul piano degli allenamenti, della tecnica, ecc.?

Non ci sono differenze particolari che ho notato. In college, come anche nei tornei professionistici, tutte lottano fino alla fine. Forse in college si bada meno alla tecnica, ma ogni match è sempre difficile da portare a casa perché tutte cercano ogni modo di portare il punto per la propria squadra. Non mi ha sorpresa affatto il successo che sta avendo la Collins nel circuito WTA. Ci saranno molte altre giocatrici che usciranno dal college e faranno molta strada. Comunque mia sorella è stata per quasi tutta la stagione la prima nella classifica singolare in college ed io sono stata 24, ora sono 30. La nostra squadra è sesta nella classifica nazionale NCAA della prima divisione.



Il vostro coach Joffe Haward su che cosa ti ha fatto lavorare e in che cosa pensi di essere migliorata in questi 2 anni?

Ho lavorato tanto in tutto. La tecnica del rovescio soprattutto, ma anche la gestione delle mie emozioni in campo. Mi sento migliorata molto anche col servizio e insieme stiamo cercando di rendere il mio gioco un po’ più aggressivo, soprattutto col dritto e il servizio.



Tu stai studiando Fisioterapia. Come mai questa scelta, molto diversa da quella di tua sorella che invece studia Sports management?

Beh meno male almeno studiamo qualcosa di diverso… Non possiamo fare tutto uguale… Ci sta che abbiamo interessi e curiosità diverse!



Giulia Pairone, che abbiamo intervistato di recente, ci ha raccontato di essere arrivata alla scelta di entrare in un college dopo aver subito sulla propria pelle le troppe pressioni dell’ambiente, nel passaggio da junior a pro. Il college americano è stato per lei una fuga ritemprante, tuttora in corso. Come è stato il vostro passaggio da junior a pro ed in qualche modo vi è successo qualcosa di simile?

Le pressioni che mi mettevo io forse erano un po’ diverse. Quando abbiamo deciso di fare il quarto anno di scuola online, invece di continuare a frequentare normalmente, ho cominciato a mettermi tante pressioni quando non riuscivo a vincere. Mettevo in dubbio la scelta fatta. Il fatto di giocare, ma allo stesso tempo studiare, anche mi fa da backup e mi toglie pressioni di dosso perché in questi anni di vita ci si gioca il futuro. Gli studi sono troppo importanti. A mio parere non vanno trascurati perché certo, il tennis farà sempre parte della mia vita, ma c’è un mondo intero là fuori tutto da scoprire. Devo dire che anche il fatto di giocare per una squadra e non solo per me stessa mi ha tolto tante pressioni. Amo lottare per il mio team e la mia università perché siamo una grande famiglia.



Tu sei di Barzanò, un comune della provincia di Lecco di cinquemila abitanti. Quanto è stato difficile l’inserimento in una realtà come Austin che conta quasi un milione di abitanti?

Ci abbiamo messo un po ad ambientarci nel Campus. Io e Bianca non abbiamo un buon senso di orientamento, e all’inizio ci perdevamo un po’ cambiando classi da una parte del Campus all’ altra ma poi ci abbiamo fatto l’abitudine. Non è stato un cambio cosi drastico.



Raccontaci una tua giornata tipo al college:

Al mattino 2 giorni a settimana abbiamo sedute di atletica alle 6. Appena finito corriamo a casa a fare una doccia, poi si va in classe. Di norma le lezioni vanno dalle 9 alle 14 ma dipende dai giorni. Subito dopo le lezioni si pranza veloce e si va ad allenarsi. Di norma facciamo 2 ore o 2 ore e mezza di tennis. Due volte a settimana facciamo pesi in palestra e se non facciamo pesi facciamo conditioning e scatti. Verso le 18 circa abbiamo finito con allenamenti, andiamo a casa e ci docciamo. Ceniamo verso le 20 di solito. Ogni minuto libero che si ha lo si usa per studiare, perché tra esami e compiti non possiamo permetterci di rimanere indietro. E’ difficilissimo trovare le forze di mettersi sui libri appena finiti gli allenamenti. Ogni giornata è molto stressante. O si studia o ci si sta allenando. Quando si è sotto esame è proprio un incubo. Nottate memorabili sui libri con lo stress a mille… Mamma mia… C’è da dire che il fatto che siamo un gruppo di ragazze che fa la stessa vita aiuta. Ci facciamo da stimolo a vicenda.



Avete stretto rapporto con dei giovani italiani che studiano in America o vi siete calati interamente nel contesto nazionale?

Nella nostra università abbiamo altri due student-athletes italiani. Claudia nel rowing team e Matteo nel baseball team. Siamo amici, ma di tempo libero da passare insieme non è che ce ne sia molto. Siamo tutti molti impegnati tra trasferte e studi. Per quanto riguarda altre tenniste italiane negli States qualche volta ci si trova, ma come ho detto prima non riusciamo a passare tanto tempo insieme per ovvi motivi. Ci troviamo da avversarie e poi ognuna deve tornare alla propria sede.



Che differenze hai notato sul piano dei valori, degli stili e degli obiettivi di vita, tra un 18enne italiano ed uno statunitense?

In America sono tutti un po più “scialli”. Ci si fanno meno problemi e si vive più liberamente. In Italia tutto diventa un problema mentre qui invece si pensa solo a risolverlo, senza pensarci su troppo. Sono più concreti, si lamentano meno e vivono di più in generale. Ci si saluta e sorride sempre. Si vive proprio in un altro modo.



Quanto è importante per te il tennis ora?

In questo momento il tennis è la cosa che conta di più nella mia vita. Anche quando sono in classe, penso agli allenamenti del pomeriggio e non vedo l’ora di partire per giocare tornei. Sia che siano professionistici o che sia una trasferta per giocare un college match.



Molte domande che ti sto facendo sono inevitabilmente coniugate al plurale, comprendendo te e tua sorella. Mi sto facendo condizionare dal fatto che siete gemelle. Quanto c’è di vero sul fatto che il rapporto tra due gemelli sia speciale, che molte cose si “sentono” prima ancora di dirle?

Anche io sono abituata a parlare sempre al plurale. Siamo letteralmente sempre insieme ultimamente. Ci facciamo da coach a vicenda per i tornei, giochiamo insieme in doppio, ci alleniamo sempre insieme e viviamo insieme ad Austin (grazie al cielo siamo in appartamento con altre due ragazze…). Comunque sì, il rapporto che c’è tra gemelli, soprattutto quello che abbiamo io e lei è forte, anche perché stiamo vivendo la stessa vita. Nonostante ciò devo ammettere che purtroppo no, non ci “leggiamo nella mente” o cose simili.



Riuscite a seguire la realtà italiana da Austin? Vi informate su quello che sta succedendo nel nostro paese sul piano politico, sociale, sportivo?

A dire il vero no… Quando sentiamo i nostri genitori ci aggiornano un po’ della situazione che c’è in Italia. Di politica non ce ne intendiamo. La cosa che ci da più fastidio in assoluto è il fatto che non riusciamo a seguire le partite dell’Inter… la nostra squadra del cuore!



Qual è stato il maggior problema che hai dovuto affrontare: lontananza da casa, cibo, abitudini?

Mi sono abituata a tutto abbastanza bene. Grazie al cielo c’è una mensa per tutti gli atleti che ci mette a disposizione di tutto perché al di fuori di quello è difficile mantenere un’ alimentazione sana.



Nelle ultime settimane hai giocato due tornei 15.000K in Romania. Come ti sei vista e quali sono le indicazioni che ne hai tratto?

Ho superato un turno al primo torneo e ho perso al primo turno nel secondo… Speravo andassero meglio, ma era da un po’ che non giocavo partite, per lo più su terra rossa, quindi ci vuole pazienza. Almeno qualche soddisfazione in doppio ce la siamo data… Finale la prima settimana e semifinale nella seconda. Speriamo di fare meglio in singolo questa settimana (cosa poi avvenuta avendo raggiunto la finale nda).



Ci sono in programma altri tornei europei nelle prossime settimane?

Dopo queste 3 settimane di tornei sicuro mi fermo una settimana e mi alleno. Poi vedrò cosa fare perché vorrei fare anche un po’ di vacanza prima di tornare allo stress scolastico in America. Non è cosi facile come tutti credono… Soprattutto alla University of Texas at Austin che è una tra le migliori università negli States.



Tu sei arrivata da junior ad essere n. 24 del ranking mondiale. Che ricordo hai della tua attività da junior?

Ti sei confuso con Bianca, ho fatto pochi risultati a livello Junior. Ho sempre invidiato Bianca che ha potuto giocare tutti gli slam a livello Junior. Era uno dei miei obiettivi che purtroppo non sono riuscita a raggiungere.



Accidenti, hai ragione, scusami! Tra i tuoi obiettivi c’è ancora quello di diventare una tennista di successo e che limiti ti poni?

Certo, il mio obiettivo è ancora lo stesso, diventare professionista. L’unica differenza sta nel fatto che non ho voluto lasciare da parte lo studio. Appena finisco il college proverò a vedere come va col professionismo. Non mi pongo nessun limite, ci metterò tutto quello che ho, vediamo quel che viene.



Che cosa non ti piace dell’organizzazione dei tornei italiani ed europei, cosa cambieresti dell’ambiente?

Sinceramente non vedo perché introdurranno il Transitional Tour dal 2019, ma avranno avuto i loro motivi.



Il distacco dall’Italia ha significato anche la separazione da molte amicizie. Con chi sei rimasta più in contatto nel tennis femminile?

Con nessuna in particolare, ci conosciamo tutte tra italiane e rivedersi ai tornei quando torniamo è sempre bello.



Quali sono il tuo libro ed il tuo film preferiti?

Non amo leggere e il mio film preferito è “Quasi Amici”.



C’è una massima una citazione che ti rappresenta?

No, ma ammiro quella che si è tatuato Wawrinka di Samuel Beckett: “Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better.”



Chi è oggi Anna Turati rispetto a due anni fa?

Un’Anna che è orgogliosa della vita che sta facendo, un’Anna molto più responsabile e un’Anna molto più consapevole delle sue potenzialità.



Quali sono 3 desideri da realizzare nella tua vita?

Entrare nelle 200 WTA dopo il college, diventare fisioterapista o osteopata, e costruire una famiglia. Posso farcela.


Certo che puoi farcela Anna. E come buon auspicio per il tuo futuro, registriamo una bella finale raggiunta a Bucarest domenica 15 luglio, proprio nella settimana successiva all’intervista. Contenti di averti portato fortuna!


Antonio De Filippo


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11 commenti. Lasciane uno!

cataflic (Guest) 17-07-2018 12:06

Penso che qualche risultato lo avranno una volta uscite, non so a che livello, ma almeno con gli itf dovrebbero farcela.
Mi sorprende Federico Bonacia, che negli States non vedo mai in squadra…gli altri mi sembrano ad occhio inferiori, ma non so se cerco male io…

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Shuzo (Guest) 17-07-2018 11:37

Guardando le sorelle Turati in foto, direi che sono decisamente dimagrite rispetto a qualche anno fa’. Evidentemente in America si allenano meglio!

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Peppo81 (Guest) 17-07-2018 09:23

Beh che dire, una vita di sacrifici, tanti auguri alle ragazze per il presente e per il futuro, auguri ad Anna di togliersi qualche soddisfazione nel tennis, di divertirsi, di non stressarsi troppo e riposare, di stare bene ogni giorno, e poi per la carriera da fisioterapista che è importante e vedo che le piace. Take care!

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Pabluno (Guest) 17-07-2018 08:59

Beh sicuramente hanno già 21 anni (e in Italia, anche se contestate, ci sono delle giocatrici più giovani, ma anche più forti) e quando avranno finito il college secondo me saranno già abbastanza grandi per buttarsi in una carriera professionistica (certo non è mai troppo tardi ma un anno fa le Turati erano considerate eredi del tennis italiano…) Ora Anna è al numero 766 della classifica WTA, mentre Bianca è ferma soltanto al numero 873…

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frafra (Guest) 16-07-2018 22:31

@ luchador (#2158114)

Lo sai quanto costa un college negli states? Al netto di borse di studio

7
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Aconitina (Guest) 16-07-2018 20:01

Congrats Anna, vi seguo sempre e so che tu e Bianca state facendo davvero bene. All the best for your personal and professional future!

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luchador (Guest) 16-07-2018 19:02

Capito comunque perche’ in alcuni Paesi e’ piu’ facile sfornare giocatori piuttosto che in altri?

Lo praticano come un vero sport, a livello competitivo/agonistico sin dal college

in italia invece e’ uno sport per pochi eletti, ricchi, che possono permettersi di pagare ( a peso d’oro ) un allenatore, per non parlare poi delle trasferte quando si comincia a giocare sul serio

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Giampuffo (Guest) 16-07-2018 18:15

Le vedrei bene in doppio!

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Gil64 (Guest) 16-07-2018 18:05

Bella intervista ad una “Ragazza” favolosa, alla quale fare i nostri migliori auguri per il proseguo.
Auguri a tutte e due le Turati, per la scuola e per il tennis….

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Ken_Rosewall 16-07-2018 17:44

durante la Fall? Perché la season si gioca durante la Spring? 🙄 🙄 🙄 OMG! 😎

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claudio (Guest) 16-07-2018 16:23

bravissima mitiche gemelle Turati

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