Da Roland Garros: l’attendismo di Tsitsipas (di Marco Mazzoni)
Il campo 7 è una delle novità di Roland Garros 2018. Sito in parallelo al Chatrier, è sempre stato uno dei campi più interessanti e che mi hanno regalato più emozioni sportive. Dalla sua tribunetta, leggermente rialzata rispetto al court, ho assistito a molti match divertenti, spesso tiratissimi, e raccolto tanti aneddoti. La claque dei tifosi di Stephan Robert, le risse verbali di Almagro con il suo team, gli appunti assai dettagliati di Vajda seguendo un esordiente Kokkinakis… Quest’anno il 7 è stato totalmente rinnovato, ammodernato ed ampliato, alle spalle del “Village”, struttura piuttosto impressionante per modernità e facilities, tanto da troneggiare tutta l’area adiacente al centrale. Quasi “schiacciato” dall’imponente costruzione d’acciaio, il 7 ha perso un filo di quel fascino retrò che qua a Roland pervade ancora molti angoli dell’impianto, e che spero la FFT non cancelli totalmente a furia di ampliamenti e rinnovamenti… Il campo oggi è certamente più fruibile per il pubblico. Dopo la comoda vittoria di Camila Giorgi sul 5, mi sono diretto proprio su quel lembo di mattone tritato per assistere a buona parte del match di Stefanos Tsitsipas.
Il talento greco ha vinto in quattro set contro l’iberico Taberner. Normale amministrazione, si potrebbe dire, visto il netto gap di qualità tecnica tra i due. Non proprio.Stefanos ha vinto, ma ha sofferto. Fin troppo… Lo spagnolo è il classico prototipo del giocatore consistente, che ti regala poco, spinge con zero fantasia e pedala molto. Un ottimo professionista. Tsitsipas ha altre qualità, altra mano, altre prospettive. Eppure qualcosa ancora manca. Vederlo oggi in campo mi ha suscitato le stesse identiche sensazioni che avevo tratto due settimane fa sul Pietrangeli vs. Del Potro. A Roma c’era un avversario tostissimo, un pubblico “diverso”, un’atmosfera completamente differente. DelPo ti toglie la racchetta di mano a furia di botte assassine, tanto che devi più “remare” che stare a manovrare, devi cercare di muoverlo e non lasciarlo tirare; Taberner non ti toglie mai l’iniziativa, scambia ed attende. Le condizioni di gioco erano molto diverse: campo più pesante a Roma, campo secco e molto veloce a Parigi. Tutti dicono che qua le palle tendono a scappare via, agli IBI mai. Tutto era diverso, eccetto l’attitudine e la condotta tattica di Tsitsipas, praticamente identica nelle due partite. Oggi Stefanos era chiamato a fare la partita, a prendere in mano l’iniziativa e chiudere il punto, sfruttando la assoluta superiorità tecnica rispetto al rivale. Invece, come a Roma vs. il campione albiceleste, ha stentato terribilmente nel prendersi il match, nel prendersi gli scambi, nell’imporre il proprio gioco e far valere l’enorme differenza tecnica. Anche oggi Tsistipas è restato ancorato ad un gioco tanto bello sul piano meramente estetico quanto poco efficace, troppo attendista. Guardando i suoi colpi così eleganti, “rotondi”, percepisci qualcosa di bello. Senti una classe innata, la facilità nell’impattare la palla e nel trovare ogni angolo, ogni rotazione. Si resta incantati dal gesto, perdendo un po’ di vista la resa di quella meraviglia. Il tennis di Tsitsipas è oggi molto più bello che efficace, tanto che anche un avversario “medio”, come l’iberico di oggi, è riuscito a far partita alla grande, rimontare e mettere spesso alle corde il greco.
Il problema non è tecnico, perché sulle esecuzioni nel team ellenico hanno lavorato in modo eccezionale. Stefanos può approcciare la palla a far partire colpi stupendi da ogni posizione di campo. In avanzamento a volte sembra un po’ indeciso se entrare a tutta per chiudere o toccare con un approccio più classico, ma sono fasi che si affinano a forza di giocare partite importanti. L’unica fase tecnica del suo gioco che non mi convince a pieno è la lunghezza del dritto cross nello scambio. Quando manovra (e lo fa “troppo” spesso…) col dritto incrociato, tende ad entrare poco nella palla, cercando un discreto topspin di controllo che gli fa alzare la palla e conferisce sicurezza, ma gli fa perdere velocità, penetrazione e lunghezza. Per il resto, è davvero impossibile trovargli un difetto importante. Il problema è la condotta tattica del suo tennis. Sembra che non abbia ancora una direzione precisa, e non dipende dal tipo di avversario, ma dal suo modo di stare in campo.Ha assolutamente il potenziale per essere un tennista a tutto campo, uno che lavora il punto un paio di colpi ed entra al primo momento di vantaggio, aggredendo la prima palla più corta o difensiva. Ha tutte le qualità tecniche per farcela, per diventare un creatore di tennis e divertire il pubblico. Ad oggi, questo resta più una ipotesi di crescita che un dato di fatto.
Tsitsipas scambia troppo. Si adagia su colpi interlocutori, spesso troppo centrali e prevedibili, esponendosi così alla potenza dei tanti “picchiatori” del tour. Infatti va in difficoltà con rivali dai piedi veloci, capaci di entrare nelle sue traiettorie e punirlo. Inoltre non ruba mai il tempo di gioco al rivale, difficile che entri deciso in campo in anticipo. Situazione questa che non comprendo, essendo un tennista tanto completo sul piano tecnico.Ad aggravare questa situazione, il fatto che Stefanos resta assai più forte quando manovra e riesce a chiudere il punto rispetto alla fase difensiva. Quando è messo sotto – e succede spesso – tende ad affidarsi ad un colpo “ad effetto”, e pure arretra troppo, perdendo campo e compromettendo così irrimediabilmente la situazione.
Osservandolo mi ha dato l’impressione di una certa indecisione, come se necessitasse del tempo per scegliere cosa fare, per eseguire la giocata. Difficile entrare nell’Olimpo dei big senza velocità di pensiero e di esecuzione, in un tennis che corre a mille all’ora e la competizione è feroce. Con le qualità tecniche che possiede, credo sia indispensabile che lavori per costruirsi un piano di gioco molto più offensivo, più diretto e spregiudicato. Fin dalla risposta, dove è estremamente conservativo. Deve spogliarsi di queste fasi di scambio che non lo portano da nessuna parte.Non ha l’intensità di un Ferrer, per citare un giocatore che dovrebbe prendere ad esempio come condotta tattica; uno che non chiude in due colpi ed ha bisogno di scambiare, ma che è pronto e lucidissimo nel tirare l’affondo appena si trova in una condizione di vantaggio nello scambio. Deve crescere nella intensità, trovare una direzione più offensiva al suo tennis.E’ molto giovane, ha tutto il tempo e possibilità di farlo. Ma deve farlo in fretta, prima di assimilare un tipo di gioco non efficace e quindi con più difficoltà nello spogliarsi di abitudini perdenti.
Da Roland Garros,
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: analisi tecnica, campo 7 Roland garros, Parigi, Roland Garros 2018, Stefanos Tsitsipas
7 commenti
Gran bella analisi!!!
Complimenti
i due articoli nell arco di pochi giorni confermano quanto anche mazzoni sia stato affascinato dalla raffinata tecnica del giovane greco che in certi colpi ricorda qualcuno …
concordo con kick infatti soprattutto ,nelle vittorie con i vari thiem,anderson,vinolas ,shapovalov , carreno busta , swartzman e altri esibì un tennis oltre che splendido anche aggressivo e dinamico
@ I LOVE BOBO (#2117357)
Attulamente è 39.. Non sono d’accordo con nessuno. Tsitzipas è un talento purissimo, è un 98 e se togliamo Shapo non vedo nessun altro ai suoi livelli.
Il braccio viaggia eccome, può fare vincenti con tutti i fondamentali e ha anche un buon gioco di volo, parliamo sempre del Berretto(per cui tifo), ma secondo me faranno 2 carriere ben diverse.
mah…io vidi giocare tsitsipas a 16 e dissi che era un buon tennista ma che secondo me nn avrebbe fatto una carriera da top 50 (entrarci x una stagione e poi sparire nn vorrebbe dire aver fatto una carriera da top 50) xò sulla carta potrei essermi sbagliato…mentre quando all’ età di 16 anni vidi shapovalov lo battezzai come futuro top 3
Condivido la puntuale analisi di Mazzoni, sono tuttavia perplesso avendo visto giocare il greco a Barcellona ( match con Nadal escluso) ed Estoril con un approccio completamente diverso…..nei due tornei, pur dovendo affrontare dei Signor Terraioli ( Ramos Carreno Thiem tanto per fare dei nomi…) il suo atteggiamento era molto più aggressivo e i risultati si sono visti…..sembrerebbe essere “rientrato nei ranghi” dopo i due exploit……
Non ho visto il match, ma è la stessa sensazione che mi da da tanto tempo. Secondo me è un po’ prigioniero del suo “far tutto perbenino”, non ha un carattere aggressivo nel gioco, nasce come una specie di Carreno Busta…solido, consistente, ma non si viene a prendere il punto se non lo dice il manuale del tennis al punto 3.21
Credo che nella sua testa il gioco aggressivo venga solo dopo che ha giudicato sufficiente il suo livello di solidità…non so, dai 22 anni e 4 mesi in poi…
Ha dalla sua una capacità tecnica che gli renderebbe possibile un tennis più decisivo e da lì passerà la sua consacrazione o il galleggiamento tra i buoni&belli come l’amico Grigor(che comunque è più aggressivo).
Tsipas non è uno a mio parere con una gran velocità di braccio. Si ha Buon tocco di o palla ma non fara mai tantissimi vincenti a mio parere