Analisi del ranking Juniores e Pro: i talenti affermati e le promesse mancate (classe 1992)
Quante volte abbiamo sentito parlare di promesse mancate o ancora più drasticamente di flop riferendoci a giocatori forti a livello juniores ma non altrettanto bravi nel successivo salto fra i professionisti? Tale tema, spesso tirato in ballo senza i dovuti approfondimenti del caso, è così ampio e complesso che non basterebbe una vita per spiegare ogni sua dinamica. I ragazzi che non riescono ad emergere nel circuito maggiore dopo aver sfondato fra i juniores sono tanti, anzi, tantissimi. È un fenomeno di natura globale seppur maggiormente esteso e radicato in Sudamerica ed in Asia per ragioni facilmente comprensibili. Premesse le difficoltà dell’argomento in questione, in questa nuova rubrica settimanale verrano messi a confronto, attraverso un’accurata raccolta dati, le carriere juniores e quelle nei pro dei giocatori che hanno raggiunto una classifica giovanile compresa dalla posizione n°1 sino alla 20. Il lavoro sarà suddiviso rigorosamente in fasce d’età dai giocatori nati nell’anno 1986 sino ai 1993. Al termine dello studio di ogni classe d’età, i risultati verranno aggregati, confrontati e analizzati nel minimo dettaglio al fine di trarre più indicazioni possibili.
Perché la prima fascia d’età di riferimento sono i 1986? Per comodità di dati ma non solo. Dal 1 gennaio del 2004, l’ITF introdusse il “combined junior ranking” accorpando le due specialità di singolare e doppio. Questo sistema è stato adottato per invogliare i ragazzi a prender parte ai tornei di doppio in età giovanile e successivamente a livello professionale. In questo senso, la classifica di un giocatore è calcolata prendendo in esame i sei migliori risultati raggiunti nei tornei di singolare più un quarto (25%) dei sei migliori risultati ottenuti in doppio.
Perché il limite è stato fissato ai 1993? Ritengo sia ingiusto fare una prima valutazione sulla carriera di un giocatore ad un’età inferiore ai 25 anni.
Dopo aver analizzato settimana scorsa i giocatori del 1993, qui sotto vi presentiamo i migliori giocatori del 1992 che hanno raggiunto un ranking juniores compreso fra la prima e la 20esima posizione dall’anno 2008 sino al 2010 in ordine rigorosamente decrescente.
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— Cinque numeri uno juniores classe 1992 di cui tre non entrati in top 100:
Daniel Berta (SWE) N°637 (30/01/2012)
Gianni Mina (FRA) N°219 (25/05/2015)
Juan Sebastian Gomez (COL) N°469 (05/10/2015)
Yuki Bhambri e Marton Fucsovics, gli altri due ex numeri uno juniores, hanno fatto il loro ingresso nei top 100 rispettivamente nell’ottobre 2015 e nel luglio 2017. Entrambi però, per ragioni differenti, solamente negli ultimi mesi stanno riuscendo a stabilizzarsi fra i primi 100 del mondo dopo una marea di difficoltà incontrate.
Daniel Berta vinse il Roland Garros junior nel 2009 senza essere accreditato dello status di testa di serie. Batté nella sua marcia sino al trionfo Facundo Arguello, Pablo Carreno Busta, Federico Gaio, Richard Becker, Henri Laaksonen e Gianni Mina all’atto conclusivo. Nonostante le tante speranze riposte dagli svedesi su di lui, non riuscì ad imporsi nel circuito professionistico e si ritirò a fine 2013. Di lui si sono oggi perse un po’ le tracce. È sposato con Anna Brazhnikova (anche lei ex promessa del tennis) e ha due figli.
Gianni Mina, nato in Guadalupa, è un assiduo frequentatore di tornei di fascia minore. Da tempo galleggia tra le posizioni meno nobili del circuito e sono due anni che non vince un torneo neanche a livello Futures. Ha riportato un solo successo negli ATP grazie al ritiro di Tomic a Nizza tre anni fa, mentre nei Challenger non è riuscito mai a giocarsi una finale malgrado le tre semifinali disputate. Nelle ultime 10 partite giocate nel circuito Challenger ha strappato una sola vittoria.
Juan Sebastian Gomez ha vinto un solo Future in carriera tra le mura amiche di Pereira in Colombia. A livello juniores ha trionfato nei Giochi Olimpici del 2010 in Singapore superando Yuki Bhambri all’atto conclusivo e al Banana Bowl in Brasile regolando Renzo Olivo in finale. Non ha mai preso a parte ad un evento ATP mentre nel circuito Challenger vanta uno score di 7 successi in 30 partite totali.
— Giocatori attualmente senza ranking:
Daniel Berta, Liang-Chi Chang, Mate Zsiga, Dominik Schulz, Mikhail Biryukov, Bowen Ouyang, Alessandro Colella e Giacomo Miccini.
- 8 su 38 = 21,05 %
Uno su cinque ha già rinunciato, chi prima e chi dopo, all’attività professionistica. Il dato conferma seppur in maniera leggermente più positiva, la statistica rilevati fra i giocatori classe 1993 pari al 25,8%. Fra questi atleti attualmente unranked figurano giocatori provenienti da ogni angolo del globo terrestre.
— Giocatori entrati almeno una volta in top 100:
- 10 su 38 = 26,3 %
Bernard Tomic, Yuki Bhambri, Marton Fucsovics, Damir Dzumhur, Denis Kudla, Filip Krajinovic, Ryan Harrison, James Duckworth, Renzo Olivo ed Henri Laaksonen.
Poco più di un giocatore su 4 con classifica compresa dalla n°1 alla 20 del ranking juniores è entrato almeno una volta nei 100. Questo dato è decisamente più incoraggiante e di buon auspicio rispetto quanto analizzato settimana scorsa con i tennisti del 1993. Ciò dimostra che l’annata 1993 non è stata una fucina di talenti o che i giocatori nati nel 1992 sono stati di un’altra categoria? La risposta esatta è sicuramente la seconda ma non possiamo sbilanciarci molto di più al momento. Vedremo nelle prossime settimane, mettendo a confronto i primi due studi con le successive analisi, quale sarà il trend medio su questa statistica e se ci saremo trovati a nostra insaputa dinanzi ad un outlier. Necessitiamo di un campione più ampio per esprimere valutazioni più complete a riguardo. Doveroso inoltre precisare come tennisti dal calibro di Jozef Kovalik, Arthur De Greef e Facundo Arguello siano stati ad un soffio dalla top 100.
— Quanti ad oggi sono in top 100:
- 5 su 38 = 13,15 %
Marton Fucsovics, Damir Dzumhur, Yuki Bhambri, Filip Krajinovic e Ryan Harrison.
La percentuale sembra essere discreta tenendo conto del fatto che tra i 25 e i 26 anni solitamente si inizia a raggiungere il primo stadio di maturità. Premesso questo, è abbastanza singolare che sia stato dimezzato il numero della statistica precedente: dei 10 giocatori entrati in top 100, attualmente solamente 5 ricoprono ancora questa fascia di ranking. Un conto è arrivare nei 100, un altro è avere continuità ed essere bravi a stabilizzarsi.
— Top 10
Nessuno.
Il più vicino a tale traguardo è stato Bernard Tomic (N°17 nel gennaio del 2016). Se andassimo ad analizzare invece la top 50, scopriremmo che oltre all’australiano solamente Damir Dzumhur, Filip Krajinovic e Ryan Harrison sono riusciti a fare capolino almeno una volta in carriera fra i primi 50 giocatori del mondo. Più che alla qualità ci verrebbe da pensare alla quantità di buoni giocatori sfornati in questo anno.
— Quanti di loro non sono stati mai neanche 500 al mondo:
- 9 su 38 = 23,7%
Daniel Berta (N°637 nel 2012), Mitchell Frank (N°503 nel 2014), Mate Zsiga (N°1406 nel 2014), Dominik Schulz (N°747 nel 2013), Francis Casey Alcantara (N°758 nel 2017), Bowen Ouyang (N°611 nel 2016), Alessandro Colella (N°798 nel 2011), Junior Alexander Ore (N°850 nel 2018) e Giacomo Miccini (N°1023 nel 2015).
Questa statistica è quella che più fra tutte si avvicina al 25,8% di settimana scorsa sui 1993. Le considerazioni di allora valgono anche oggi. Dispiace che fra questi ci siano due prodotti del nostro tennis ma, come appare chiaramente dalla tabella, potrebbero lamentare lo stesso “problema” anche paesi come Svezia, Germania, Russia, Francia e tante altre nazioni asiatiche o sudamericane.
P.S. Faccio presente che tale constatazione fa riferimento all’annata analizzata.
— CLASSIFICA NAZIONI CON PIU’ 1992 PRODOTTI TRA I PRIMI 20 DEL RANKING JUNIORES
5: Usa
4: Argentina
3: Germania, Italia
2: Ungheria, Australia, Russia
1: Svezia, India, Francia, Colombia, Venezuela, Belgio, Bosnia, Perù, Serbia, Ecuador, Brasile, Giappone, Cina, Slovacchia, Filippine, Cina Taipei e Svizzera.
TOP 100 ATP classe 1992 mai stati tra i primi 20 nel ranking juniores
JACK SOCK (USA)
Classifica juniores N°22 (18/10/2010)
Ranking attuale N°16
Best ranking N°8 (20/11/2017)
DIEGO SCHWARTZMAN (ARG)
Classifica juniores N°217 (06/04/2009)
Ranking attuale N°17
Best ranking N°15 (02/04/2018)
NIKOLOZ BASILASHVILI (GEO)
Classifica juniores N°59 (05/01/2009)
Ranking attuale N°79
Best ranking N°51 (19/06/2017)
MARCO CECCHINATO (ITA)
Classifica juniores N°100 (04/01/2010)
Ranking attuale N°92
Best ranking N°82 (05/10/2015)
NICOLAS KICKER (ARG)
Classifica Juniores N.D.
Ranking attuale N°93
Best ranking N°78 (12/06/2017)
Cinque di loro sono oggi in top 100 senza essere mai stati tra i primi 20 giocatori a livello juniores. Una statisticamente che va a sconfessare quanto sembrava emergesse dai numeri settimana scorsa sulla classe 1993. Sarà così indispensabile avere alle spalle un passato juniores sfavillante per imporsi un domani nel circuito professionistico? Da questi numeri sembrerebbe non sia così ma avremo modo di disquisirne nelle prossime settimane con maggiori informazioni a nostra disposizione.
Infine riteniamo sia interessante porre l’accento su questo dato: Jack Sock, pur non avendo strabiliato da giovanissimo nel circuito juniores, è riuscito a sfondare il muro dei 10 al mondo. Nessun altro dei suoi pari età ci è riuscito. Diego Schwartzman, dati alla mano pessimo nell’attività junior, ha raggiunto una classifica migliore di chi dal 2008 al 2010 lo prendeva a pallate. Basti pensare al connazionale Agustin Velotti o al venezuelano David Souto che ora guardano col binocolo chi anni addietro battevano con disarmante facilità.
Alla prossima settimana,
TAG: Circuito Junior, Davis/FedCup
Il problema di Luca Fiorino è che il suo interessantissimo lavoro raccoglie commenti tanto quanto un post sui risultati degli itf maschili di giornata quando giocano Bortolotti, Leonardi e Bega…
Spero che alla fine delle puntate faccia un riassunto sui vari anni così da avere una media finale.
La rubrica di Fiorino è interessantissima e analizza in modo scientifico il rapporto tra mondo junior e quello senior, evidenziando quel che tanti pensavamo, e cioè che una buona carriera juniores serve a poco nel tennis degli adulti. E che i ragazzi che intendono lanciarsi nel tennis devono iniziare quanto prima a misurarsi nei future piuttosto che sbattersi negli ITF. E che soprattutto prepararsi a vincere da giovani li porta spesso a non curare gli aspetti del tennis che servono invece a vincere da adulti.
Devo dire che sarebbe ancor più utile l’analisi al contrario, cioè verificare la carriera defli attuali top 300 da giovani ed il loro esordio tra i professionisti.
Leggere di Sock e Swartzmann è un caso di scuola, ma credo ci siano molti casi simili al loro.
Complimenti per il lavoro
Biryukov me lo ricordo, tirava fortissimo sembrava un fenomeno….invece niente
@ Luca Fiorino (#2087943)
Metodo sbagliato e quindi lavoro inutile, ma ora non ho tempo di spiegartelo ho da fare…;) 😉 scherzo! Complimenti!
Bisogna considerare che il ranking ATP finale è un ranking che si forma con il cumulo delle varie generazioni! A limite ci può essere una generazione particolarmente talentuosa che ti piazza per dieci anni 20 elementi che non si schiodano dai 100 Seppianamente mentre una generazione sfortunata ti piazza solo 3 top 100 stabilizzati! Non è che da ogni generazione ti puoi aspettare tot numero di top 100 perchè il vero talento è distribuito random e non corrisponde a quote fisse scandite dai vari anni. Il protrarsi della carriera di numerosi marpioni di mestiere ha sicuramente inciso sulla mancata entrata tra i top di diversi tennisti di generazioni più giovani che alla fine si sono scoraggiati da mancati introiti di una certa rilevanza! Forse restringere alcuni tornei futures/challenger 42k solo agli under 23 potrebbe consegnarci un flusso di nuovi talenti più regolare.
@ Sottile (#2088269)
E Miccini?
Alcantara è quello che poi è andato a giocare nel Bayern Munchen? 😀
E che fine ha fatto il nostro Colella ❓
Vanni è un miracolo di Gorietti…è riuscito a trasformare un 2.4 con un servizio da top20 in un giocatore da atp.
se giochi futures (che confrontano a vecchi marpioni e giocatori fisicamente fatti e finiti) :
a) in 2 anni sali a quel livello, fai i punti necessari e passi al livello superiore
b) in 3 anni non raggiungi quel livello… ergo meglio che fai altro perchè una carriera PRO è evidentemente offlimits per proprie capacità fisiche, tecniche, mentali.
uno che, nel migliore dei casi, riesce a sbarcare il lunario in top100 per qualche periodo ma che non diventerà mai un top50 stabile.
Vanni va elogiato perchè dopo una carriera nei bassifondi e con problemi fisici in serie è riuscito ad avere 2-3 stagioni eccelse ed a raggiungere il proprio massimo livello spingendosi fino al n° 100. Ce la fanno tutti?
Cosa intendi per comprimario?
Non sono d’accordo, le cose vanno studiate bene nelle proporzioni, perchè giocare solo futures toglie la prospettiva di una carriera internazionale in posti da carriera internazionale e giocare solo u18 toglie la prospettiva sul lavoro da fare per essere competitivi tra i grandi.
Non puoi a 17 anni trovarti a fare solo futures nei circoli di provincia tra dei 2.3 da circolo con la birra in mano, 3 ex top 150 di 4 anni prima, qualche 22enne al n.350 che è ancora lì a provarci e le wc locali.
Devi anche partecipare a dei GS u18 dove giochi di fianco o con dei top players, frequenti quegli stadi che saranno casa tua negli anni a venire, respiri l’aria del circuito pro.
Pensate a Vanni, che in quasi 20 anni di carriera è stato n.100 una sola settimana… Eppure su questo sito è osannato. Bravo quindi lui ad aver ottenuto un cicalecciante seguito pur con risultati modesti.
Ricordo che molti (me compreso) ai tempi consideravamo la classe 1992 come un’annata di fenomeni specie di precocità. Ebbene, a 26 anni, nessun top10. Incredibile.
ottimo articolo…
Però è Miccini ad aver vinto il premio più ambito 🙂
l’argentino è l’esempio di come si diventa giocatori veri. Altro che trasferte vacanza (junior) A sharm o ai caraibi… ma sputare sangue nei futures indigeni o affini….
il circuito juniores è utile solo ai quindicenni (non sempre per le ragazze), dopo è solo uno specchietto per allocchi. a 20 anni o sei fatto e finito per il circuito PRO (ovvero hai anni di esperienza alle spalle in tale circuito) o sei destinato a una carriera da comprimario nel migliore dei casi.
Complimenti davvero per lo splendido lavoro.
@ Luca Fiorino (#2087943)
@ cataflic (#2087931)
Grazie. Infatti sospettavo questo quadro.
@ FanFun (#2087913)
Completo i maschietti, tiro giù il lavoro finale coi confronti e analisi top 100-150 e poi mi dedicherò anche alle donne.
Ciao ragazzi,
Innanzitutto grazie per la considerazione e gli attestati di fiducia.
Ci tenevo a precisare – cosa che non ho fatto – quanto un conto sia raggiungere il best ranking al primo anno di attività junior per poi dedicarsi immediatamente al circuito pro e un altro sia raggiungerlo nell’ultimo anno. Non c’è paragone evidentemente. Per dire, un Harrison sarebbe molto probabilmente stato N°1 senza discussioni.
Sul discorso Schwartzman: nell’ultimo anno in cui avrebbe potuto giocare ancora nel circuito juniores (giocò solo una partita nel 2010 agli Us Open perdendo da un tale Maxx Lipman due anni più piccolo di lui) si dedicò ai Futures con risultati scarni.
Sebbene l’argentino fra i juniores non abbia giocato moltissimo – seppur più di altri – contro i suoi coetanei spesso prendeva randellate. Oggi quella stessa gente si è persa o naviga in altri lidi.
Grazie a tutti
Effettivamente bisognerebbe vedere a che età i tennisti hanno lasciato il circuito Itf giovani e si sono dedicati ai future.
Parecchi lasciano un anno prima, a soli 17 anni e non riescono ad arrivare ai primi posti delle classifiche Itf under 18.Ciò non vuol dire che siano stati degli Junior scadenti. Bisognerebbe andare a cercare anche i loro risultati nelle classifiche under 14 e under 16, per avere una panoramica più precisa
Più interessante sarebbe un’analisi generale sui risultati pro di chi da junior ha raggiunto la top-20 junior a 16 anni, come Miccini, Harrison e Tomic ad esempio.
Comunque complimenti per il lavoro statistico
Il punto principale è come viene calcolato il ranking junior.
Troppi tornei con molti punti in località “esotiche” rispetto agli slam junior e se non sbaglio vengono/venivano conteggiati pure i risultati in doppio.
A parte l’analisi sugli ex top-1 o max top-5, le altre posizioni sono troppo “drogate”
Schwartzman si è fatto una barcata di quali nei futures durante il 2009(sarebbe stato il suo anno di maggior rendimento u18) giocando decine di match, passandole un sacco di volte e venendo sempre “rimbalzato indietro” al primo turno…poi l’anno dopo ha ingranato.
Una roba degna di un tenacissimo combattente tirigno quanto è lui.
Chiunque altro avrebbe appeso la racchetta al chiodo!
…alla prossima settimana… sissì molti dati e congetture interessanti, ma non so se fra una settimana avrò già letto tutto, rimarrò indietro!!! 😆
grazie a Luca per questo articolo interessante, ottima idea e buon lavoro
Splendido lavoro
Sarebbe possibile fare una serie di articoli del genere anche per l’ambito WTA? Bellissima e interessante rubrica comunque.
Davvero complimenti , un Articolo eccezzionale !
Mi permetto. Essere come Schwartzi 217 ITF jr al penultimo anno di categoria perdipiù essendo argentino, location non comodissima per giocare worldwide itf jr spendendo anche molto, non è PESSIMO, ma indice comunque di una buona attitudine.
Essere 217 ITF jr non è per niente male al penultimo anno di categoria, dipende quanto impegno uno ci mette a perseguire quel ranking.
Può darsi non abbia coltivato troppo il circuito JR abbandonandolo in fretta (come indica il BR al penultimo anno di categoria) ed ha avuto anche ragione.
Vedi Kicker che la classifica JR manco ce l’aveva e adesso randella.
Quindi ad ogni annata abbiamo, se va bene, tra i migliori juniores (quindi senza contare i tanti altri, la maggioranza, come Cecchinato che invece non erano nemmeno in questa classifica di primi 20 al mondo juniores), che forse 1 su 4 entra nei 100, ma la metà forse nemmeno ci rimane.
Tipo ad esempio Blaz Rola, classe 90, che è stato anche numero 78, ma ormai da anni è fuori dai 100.
Eppur ci dicono che ce la fanno tutti! 😡
@ Davide (#2087894)
Per me quello è il minore dei problemi.
Il punto è che su questi 38 della classe 92, solo 10 (!!!) sono entrati almeno una volta tra i primi 100 al mondo!!! E solo 5 ci sono attualmente!!
Di più.
Fiorino dice la cosa più importante del tennista professionista.
Dice: “…..un conto è arrivare nei 100, un altro è avere continuità e essere bravi a stabilizzarsi.”
Ergo: se sei entrato una volta nei 100, sei un “pro” tra virgolette perché economicamente ci sei andato quasi a bagno.
Ma anche da un punto di vista sportivo se fai un anno nei 100 e gli altri 12 o 13 fuori dai 100, significa che quella classifica di top 100 non la valevi, altrimenti ci saresti rimasto o ritornato.
Ottimo lavoro!!! Sono particolarmente felice di trovare dei top 100 che hanno faticato nei juniores ma che hanno realizzato ottimi risultati dopo. Parteggio sempre per gli underdogs
Comunque queste analisi che state facendo redazione sono molto interessanti, e soprattutto fanno capire che non per forza chi è stato numero 1 o 2 juniores sarà top 10/15 da pro
Ottimo articolo
Fiorino fenomenale!
Gran rubrica, una delle migliori di sempre.
Berta ebbe problemi fisici,di Gomez si diceva un gran bene,ma poi di una promessa svizzera del 1981 si è saputo più niente?
bellissimo lavoro, complimenti
Schwartzman un po’ me lo aspettavo, da juniores non aveva sicuramente il fisico per imporsi