Open Court: sarà “Slam Rosso” per Rafa? (di Marco Mazzoni)
Parlare di dominio non è sufficiente a descrivere lo status di Rafael Nadal sulla terra battuta. Il n.1 del mondo ha polverizzato ogni record su questa superficie, riscrivendo la storia del gioco e ridicolizzando la concorrenza. Numeri iperbolici, che anno dopo anno accrescono la sua leggenda. Inutile sciorinare uno dopo l’altro questi record, prendiamo soltanto quello appena raggiunto a Monte Carlo: undicesimo successo nello stesso torneo, cosa mai accaduta a questi livelli. E scorrendo questa particolare categoria, segue ancora lui, con i 10 titoli a Roland Garros e Barcellona. L’unico ad avvicinarsi Federer, con i 9 titoli ad Halle, ma in un torneo decisamente più modesto.
Si può discutere all’infinito sul Nadal tennista. Può piacere o meno il suo tennis, il suo duro agonismo, la sua estrema fisicità, che cela (in parte) una tecnica di gioco molto più raffinata di quel che fior di commentatori gli attribuiscono. Nadal è un gene diverso da quello che viene generalmente ritenuto “talento”. È un concentrato unico di talento. Un atleta fuori dal comune, che ha saputo lavorare come nessun altro per costruire ed affinare ogni aspetto tecnico e tattico alla ricerca della massima efficacia, arrivando molto vicino alla perfezione del genere. L’idealtipo di quello che il tennis su terra battuta è diventato nella sua evoluzione recente, tra materiali, condizioni di gioco e sviluppo fisico dei giocatori. Un tennista così forte, completo, continuo e indomabile da diventare praticamente imbattibile sul rosso quando è sostenuto dalla salute atletica. I numeri stanno a dimostrarlo, ma c’è di più del freddo rilievo statistico. Ci sono le sensazioni dal campo. Un Rafa sano “non sai come batterlo”. Questa è l’evidenza più drammatica per gli avversari. Non puoi fare gara di corsa, di lotta, perché lui è più potente, più veloce, più continuo. Non puoi pensare di sfiancarlo e di portarlo all’errore, perché nessuno come lui riesce a tenere dei ritmi così forsennati tirando drive percentualmente positivi, con pochi errori e che invece forzano il rivale a sbagliare. C’è riuscito solo quel Djokovic irreale del recente passato, una macchina se possibile ancor più infernale perché abbinava a doti “nadaliane” un maggior anticipo ed aggressività; una condotta tanto estrema che ha finito per consumare Novak così tanto da “rottamarlo”. Non puoi sperare di batterlo portandolo sull’uno-due, su schemi totalmente offensivi, perché le sue difese sono così efficaci che questo tipo di condotta a tutto rischio può farti vincere qualche game, magari un set (vedi alcune fiammate di Federer in passato, o pochissimi altri), ma alla lunga nessuno riesce a tenere con una tattica del genere. Vai fuori ritmo, commetti troppi errori, non riesci a tenere abbastanza da superarlo. Tornando indietro di qualche anno, sarei stato mooooooolto curioso di vedere una sfida tra questo immenso Nadal ed il miglior Kuerten, con le condizioni (palle/campi) con cui si giocava ai tempi del brasiliano. Guga aveva le armi ideali per reggere vs. Rafa: ricavava anche 20 Ace a match sul rosso, roba seria; con il suo modo di impattare non soffriva così tanto le palle molto cariche di spin; il drittone poderoso di Nadal si sarebbe scontrato nel cross sul meraviglioso rovescio del brasiliano, che riusciva in modo totalmente misterioso a tirar giù anche le pallate più velenose con anticipo, potenza e precisione devastante, flirtando con le righe senza ritegno. Forse Rafa sarebbe stato più tosto, e vincente; ma idealmente mi piace pensare che in 10 loro sfide, un bilancio “onesto” sarebbe stato 6 a 4 a favore dell’iberico, non oltre. Confronti generazionali impossibili, anche se i due si sono di fatto “sfiorati” ma senza potersi affrontare al proprio meglio. Guga non c’è più (sic, era uno dei tennisti più divertenti del recente passato!) e la concorrenza attuale non pare affatto adeguata a sconfiggere il n.1 su terra battuta. Ne ho parlato recentemente presentando la stagione sul rosso. Il primo grande torneo non ha fatto altro che confermare, o se possibile amplificare, le sensazioni ed ipotesi. Non si intravede all’orizzonte alcun reale competitor credibile. Aspetto Del Potro, ma dubito che possa davvero essere da corsa a Parigi, semmai un Master 1000; magari Madrid, dove le condizioni sono generalmente più rapide. Wawrinka è messo ancor peggio. Djokovic ha dato qualche segnale di risveglio, e magari di fronte all’eterno rivale potrebbe riaccendere improvvisamente quel fuoco interiore che pare sopito da tempo. Ma ipotizzare addirittura una vittoria di Novak in uno scontro diretto oggi sembra utopia. Thiem ha enormemente deluso. Deve crescere di condizione, ha poco tennis nelle gambe e nel braccio dopo lo stop per infortunio, ma il gap con Rafa, che l’anno scorso riuscì a colmare a Roma, oggi sembra un baratro invalicabile.
Quindi, che accadrà da qua a Parigi? Assisteremo ad una cavalcata solitaria di Nadal a Barcellona, Madrid, Roma e quindi Roland Garros? Probabilmente sì. Lo Slam Rosso 2018, impresa epocale, sembra alla portata di questo Nadal vista la sua superiorità e condizione, e la miseria della concorrenza, mai così bassa dal 2005, l’inizio del suo dominio. Una situazione fantastica per il maiorchino ed i suoi milioni di tifosi; ma che dovrebbe invece far riflettere il mondo del tennis (e chi lo governa…), perché una parte di stagione – generalmente tra le più belle – senza pathos, con risultati scontati e match poveri di contenuti e spettacolo non è un bene per nessuno. Nadal incluso.
Non si può addebitare niente al buon Rafa, sia inteso. Però come è possibile che non ci sia in giro uno spauracchio, un rivale credibile? Ne è passato di tennis dall’avvento di Nadal, e di rivali decenti ne ha avuti in passato. Rivali che ha sconfitto la maggior parte delle volte, ma che riuscivano a metterlo in difficoltà o almeno far partita. Alcuni, in ordine sparso: Davydenko, Nalbandian, Soderling, Djokovic, Murray, lo stesso Federer. Dove sono le nuove proposte? Non pervenute. L’unica loro speranza è che Nadal sia entrato in forma troppo presto, e che torneo dopo torneo qualcosa nel suo tennis (o nel suo fisico, delicato dopo tanta usura…) possa incepparsi. Scenario che ovviamente non auguriamo al n.1 Ma non sarebbe forse il caso di ripensare qualcosa sulle condizioni della terra battuta, magari velocizzando palle e campi, in modo da consentire anche a tennisti più offensivi di essere maggiormente competitivi e pericolosi? Probabilmente Nadal vincerebbe lo stesso, ma ne guadagnerebbe lo spettacolo. Non sarebbe poco.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Marco Mazzoni, Nadal, Open Court, Rafael Nadal, Roland Garros, Slam Rosso, terra battuta, tornei europei su terra battuta
@ marco mazzoni (#2087281)
Giusto!
@ alexalex (#2087241)
La conclusione era generica, non certo rivolta a te.
Personalmente preferisco la varietà, i contrasti. Le partite di sole battute senza scambi sono “mortali”… ma anche l’eccesso di scambi e di solo fisico… i contrasti generano a mio avviso i migliori spettacoli.
Non capisco le critiche a Mazzoni, solo perchè afferma che mancano degli avversari all’altezza di Nadal su terra (?)
@ marco mazzoni (#2087220)
Leggo quasi sempre i tuoi articoli (magari non per intero) e, scusami se sbaglio, vi intuisco una certa predilezione per Federer e per il gioco d’attacco. E in qualche occasione, scusami sempre se sbaglio, hai definito delle partite del Roland Garros fra Nadal e Djokovic poco spettacolari perché caratterizzate da molti scambi a sfinimento e pochi vincenti. Se permetti, il tuo è un punto di vista come un altro. A me la terra battuta piace così, per questo non ero d’accordo con la tua richiesta di velocizzarla. Però, come detto, il tuo è un punto di vista, accettabile quanto il mio.
Però, permettimi ancora, il “basta” allo stucchevole teatrino dei sospetti non devi dirlo a me!
@ alexalex (#2086917)
Premettendo che non tifo per nessuno se non per il bel gioco, scrivo da anni che vorrei PIU’ terra battuta. La stagione sul rosso è troppo corta, e su terra spesso c’è molto più spettacolo che sul duro. Quando abbiamo trovato tornei con terra battuta abbastanza veloce, da non penalizzare oltremodo i “creativi” in campo, abbiamo visto il miglior tennis possibile.
E basta con questo stucchevole teatrino di sospetti sul n.1.
saluti
@ Top 100 (#2087177)
Complimenti per la fantasia, ma Rogiah è un essere umano, e come gli altri, per stare in campo 5 ore, ha bisogno di zuccheri e ossigeno, non funziona a spirito santo.
Io non sono così ciuccellone da dire che Nadal si dopasse senza alcuna prova. Ho semplicemente constatato che lui dopo 4/5 ore andava più forte di gente dopata certificata (gente che aveva un gioco simile al suo, a quei tempi fatto solo di corsa e rimandi); che si comportava sul campo in modo OLTREMODO aggressivo (parlo di comportamento, di bodylanguage, non di tennis). E che aveva una massa muscolare che non avevo/ho mai visto su un campo da tennis né prima di lui, né dopo di lui in molti anni di tennis vissuto. Questo vuol dire tutto e vuol dire niente: sono semplici constatazioni. Quanto a Rogiah, credo sia arcinoto ai più che il suo tennis, essendo un meccanismo meraviglioso – idealmente una macchina senza attrito, un meccanismo a moto perpetuo alla T.S. Spivet – è molto più efficiente di tutti gli altri meccanismi, e pertanto richiede molta meno energia per funzionare. Così non solo poteva cercare di far partita pari con dei mostri fisici dopo 4 o 5 ore, ma adesso, che procede verso i 38, è ancora lì che rischia di essere sulla vetta del mondo. Era naturale che andassero così le cose per Rogiah. È naturale che Giokovic l’incredibile ginnasta scoppiasse sulla 30ina; e Nadal lo seguirà presto se le cose seguiranno il loro corso naturale. È questa la straordinarietà di Rogiah, the GOAT: una perfetta macchina da tennis che ha sconfitto il passare del tempo. Senza BarBatrucchi.
Fumi roba buonissima tu!
@ Top 100 (#2086573)
Il fine carriera arriva per tutti, anche per i campioni più straordinari. E quando arriva dopo 13 anni di vittorie ai massimi livelli è un successo ulteriore!
Ps: hai modo di provare che fosse pieno di testosterone? Dimostralo e otterrai ciò che vuoi! Ma lascia perdere le divinità! Il divino stava in campo 5 ore insieme all’ipertrofico nemico, e senza avere la lingua penzoloni! Eppure è sempre stato anche lui un marcantonio di 80 e passa chili, non un fuscello. Non ci sono nè diavoli nè santi!
Lo Slam rosso è pura utopia! Nemmeno l’anno scorso ce l’ha fatta.
Questo articolo somiglia molto a quello di 10 mesi fa uscito a fine della prima settimana di Wimbledon “Nadal vince il suo terzo Wimbledon! Vi spiego perché”.
E poi non capisco il finale. Forse la terra non sarà spettacolare per un federeriano come Mazzoni, ma c’è chi trova i tornei su terra spettacolari già adesso, più degli Wimbledon da serve&volley!
Mazzoni perché non chiedi al CONIGLIO per cui fai il tifo di partecipare ai tornei su terra?
Vorrei ricordare a tutti che i processi in natura sono molto spesso repentini; siamo noi a non accorgercene, generalmente per mancanza di conoscenza. Superata una certa soglia, non si torna più indietro. Tradotto in gergo tennistico: il tracollo di Nadal può avvenire da un giorno all’altro. E ce ne accorgeremo solo a bocce ferme. Il che non vuol per forza dire che inizierà a perdere dal primo Taro che capita a tiro… Ma magari, anziché vincere, come tutti danno per scontato, farà finale, semifinale, inciampera’ al primo o secondo turno, i 62 63 diventeranno 75 76, e si dirà che è stanco per il viaggio, gli fa male il ginocchio, il pantaloncino era troppo stretto, la bottiglietta non allineata bene… Ma l’inizio della fine sarà già avvenuto, noi non ce ne accorgeremo, e la vittoria diventerà un miraggio – tipo l’irresistibile gjokovic tanto per intenderci 🙂 Io temo addirittura che per il GOAT, quell’inizio sia già avvenuto perché troppo brutto quello che è successo i mesi scorsi (e tutti a darlo favorito per Wimbledon ?!?). Dunque, superata una certa età – o soglia fisico/biologica variabile da tennista a tennista – il tifoso del tennista ‘anzianotto’ deve pregare Iddio che tutto sia uguale al giorno precedente, perché invece può accadere che dal giorno successivo tutto sarà diverso. Pertanto sarebbe opportuno non dare nulla per scontato. Poi, nella fattispecie-Nadal, col gioco fisico che ha, ci vuole poco a iniziare a tirare mozzarelle soporifere, anziché uncinate assassine. Superata quella soglia, sarà un viaggio senza ritorno… Io ho sempre la speranza, come successo a giokovic, che quel viaggio possa iniziare domani, o perché no? Anche oggi 😉 Perché questa speranza? Perché Nadal deve pagare il fio di alcune stagioni buie, a inizio carriera, passate a rincorrere palline a destra e a manca per ore, ore e ore, con un fisico ipertrofico e un’aggressività comportamentale spropositata sul campo (da non confondere con l’aggressività tennistica di adesso che lo ha reso finalmente un tennista migliore) lasciando al divino Rogiah – e agli argentini (dopati certificati) suoi principali competitors di allora su terra rossa – solo le briciole.
Noiosissima stagione sul rosso… Forse Nadal potrà avere qualche piccolo intoppo a Madrid, per via dell’altura, e potrà non essere centratissimo a Roma, troppo vicina al Roland Garros. Ma come a Montecarlo, sia a Barcellona sia a Parigi non avrà alcun problema, difficile che perda un solo set.
Kuerten l’ho visto ma non credo avrebbe avuto chance con Nadal. Comunque uno tra Madrid e Roma per me lo “molla”
Originalita’portame via
Ecco questi sono esatramente gli articoli portasfiga mi sto grattando ampiamente
Sono d’accordo su tutto tranne che sulla conclusione. Insomma, diciamo sempre che negli ultimi anni le superfici sono diventate troppo simili e ora vogliamo velocizzare la terra? Tra l’altro per una ragione “ad personam”?
No. Già si vedono i risultati della attuale omologazione tra superfici: appunto, sempre gli stessi nomi alla ribalta. Piuttosto tornare alla terra lenta degli anni ‘80 potrebbe dare una rimescolata al Mazzo.
Beh ma Roma Madrid ed anche Parigi sono già campi in terra veloce che cosa dobbiamo velocizzare ancora? ?.trasformarli in campi in cemento?solo Montecarlo e Barcellona sono la vera terra
Lenta tipo Sudamerica d infatti e la che rafa ha vinto più volte
Obiettivamente signor Mazzoni Guga era un grande sulla terra e di gran lunga il più forte che ho visto su questa superficie dopo Rafa,ma pensare che su 10 confronti con Nadal ne avrebbe vinti 4 beh direi alquanto esagerato,qui si parla di un Campione Kuerten contro un autentico Fuoriclasse fuori categoria nella Storia di questo sport su Terra battuta,una fuoriserie rispetto ad utilitarie.
Per esempio sono convinto che Federer avrebbe battuto Kuerten su Terra anche non solo una volta (e parlo di Parigi non di Amburgo con tutto il rispetto).
Detto questo sul resto sono praticamente d’accordo con lei su tutto,anche forse sul fatto di cambiare qualcosa perché anche se sono un tifoso di Rafa capisco che questo divario enorme renda forse quasi noioso agli appassionati vedere un torneo così importante sapendo già che non ci sarà storia.
Certo cambiamenti che potrebbero svantaggiare nadal ma rendere l’esito meno scontato.
Prima o poi il pompatone si rompe di nuovo….
Secondo me Rafael non riuscirà a fare lo slam su rosso, credo che non vincerà il rosso di Madrid, ma conquisterà il rosso di Parigi e l’erbetta di Londra.
Sono anni ormai che le superfici sono quasi livellate. Per dire, a wimbledon nadal ha vinto DUE volte. A parte questo, Rafa stravince sul rosso e si propone di velocizzare i campi, Roger stravince sul rapido e si propone di rallentare i campi…non se ne può più di questi discorsi.
Questi articoli portano sempre sfiga. Come quando é uscito uno su Rafa su possibile vincitote a Wimbledon!
BASTA PER FAVORE.