Il meteo avverso e il calendario: quando un torneo diventa infinito
Il meteo condiziona le nostre giornate, il nostro lavoro, perfino il nostro umore: come non potrebbe condizionare quindi lo sport che pratichiamo o che seguiamo? Ci sono casi però che vanno al di là dell’accettabile…
Colpa di un calendario e di una programmazione dei vari tornei che non tiene conto delle variabili climatiche: difficile capire pertanto il giocare un torneo outdoor a Lugano all’inizio di Aprile, perché si deve essere poco lungimiranti nel pensare che la pioggia non finisca per falsare il regolare sviluppo di un torneo come quello svizzero. Non è giusto infatti che un giocatore o una giocatrice si trovi a disputare incontri ravvicinati (anche nello stesso giorno) mentre altri più fortunati riposano fra un incontro e l’altro. Penso anche alla Goerges a Charleston chiamata recentemente a un vero e proprio tour de force e arrivata completamente scarica alla finale, lasciando il via libera alla gioia dell’olandese Kiki Bertens.
Chiaramente stilare un calendario non è un’impresa facile anche perché per dirla in soldoni “vogliono esserci tutti (i tornei) e vogliono tutti un posto in prima fila” ma ci sono situazioni che oramai si verificano ciclicamente durante un anno tennistico e che stancano, soprattutto gli appassionati, presenti sugli spalti o comodi sul divano.
Il caldo degli appuntamenti asiatici (ricordate tutti Wuhan e i suoi ripetuti ritiri a torneo in corso?), o quello australiano, la pioggia della primavera europea: il tennista resta negli spogliatoi, entra in campo, gioca un paio di games, rientra negli spogliatoi, mentre sugli spalti gli ombrelli si aprono e si chiudono e l’umore dei presenti scende sotto i tacchi, desiderando l’arrivo della fine di una giornata che doveva essere gioiosa e che finisce per trasformarsi in tormento.
Ma soluzioni ce ne sono davvero? Difficile, perché spesso gli interessi in gioco sono troppo grandi, come i contratti pubblicitari con gli sponsor, e cambiare la disposizione dei tornei diventa praticamente impossibile. Non resta quindi che accettare le bizze di Giove Pluvio? Probabilmente si, perché nessuno ma proprio nessuno nel mondo tennistico attuale pare disposto a rinunciare a una qualsivoglia fonte di guadagno.
Alessandro Orecchio
TAG: Notizie dal mondo
Si potrebbe trasferire Lugano a MIlano al coperto, ma questo non può impedire che qualche torneo (soprattutto in Inghilterra)) subisca l’umore e l avariabilità del tempo, che per definizione è imprevedibile
…e, in scala minore, hanno anche realizzato.
Tranquillo Santopadre… ci hanno già pensato negli anni ’60!
Non ne azzecca uno!
nello specifico di Lugano, sabato e’ stata una giornata bellissima sia di tempo che di tennis, a me sembra un torneo valido e in un periodo dove a Lugano si possono tranquillamente avere sole e 25 gradi…nulla esclude che piova per3-4 giorni di fila a Montecarlo, Wimbledon, Roma etc… fermo restando che il tennis e’ uno sport outdoor. Che poi il tennis sia una fonte di business e ci siano troppi tornei, a mio parere si tratta di discorsi separati, ma quello dei calendari troppo fitti e’ comune a tutti gli sport.
Occhio Orecchio… Un articolo scritto con i piedi, piuttosto che con cervello o cuore…
Sì vabbè! Come se, per cambiare sport, qualcuno dicesse di mettere giù dei cannoni a sparare sulle piste neve creata raffreddando acqua, per poter sciare anche se il meteo si mette di traverso!
Scusate ma il torneo più prestigioso di questo sport non si gioca forse (per ben 2 settimane…) nella periferia londinese, non nota certo per clima mite e soleggiato…
perché mai poi gente che lavora debba rinunciare a fonti di guadagno è qualcosa che veramente non riesco a capire…
Un titolo migliore sarebbe stato: “Piove, governo ladro!” 😀
Loro sono sempre avanti, anche se è un po’ più estrema come soluzione
Bello, mi pare che l’abbiano già realizzato a Springfield, The Dome!
https://zippy.gfycat.com/IcyTinyItalianbrownbear.webm
Approvo la proposta Del Santo Padre…soprattutto sottolineando il low cost che avrebbe un simile intervento!
Io metterei delle coperture trasparenti giganti sopra le città, naturalmente temperate, apribili solo per far passare treni e aerei. Non capisco perché ancora non ci hanno pensato.
Tutte le città devono diventare una palla di Natale
Corretto!
Purtroppo troppa gente parla a sproposito senza conoscere i fatti.
E tra i fatti ci sono anche le chiarissime linee guida delle WTA, che pur prevedendo che le giocatrici possano fare più incontri al giorno, chiedono che le possibili avversarie siano messe sempre in condizioni equilibrate, cioè se una dovesse disputare in un giorno un secondo incontro, non è ammissibile che invece l’avversaria sia riposata.
Sono linee guida che potrebbero anche essere derogate, ma solo dopo approvazione WTA.
Questo spiega anche come certi programmi di gioco inizialmente emessi dagli organizzatori vengano poi modificati per ordine WTA non rispettando i criteri anzidetti.
Bogotà e Lugano si concludono oggi, entro i termini previsti, nessun torneo “infinito”.
Le giocatrici iscrivendosi alla WTA si impegnano ad accettare senza riserve di giocare fino a tre incontri in un giorno (tra singolo e doppio), con adeguati intervalli.
Solo nel caso estremi di più di tre partite è richiesto il loro assenso.
Tutti tornei devono prevedere un giorno extra per concludere le partite, e così avevano fatto quantomeno a Lugano, penso anche a Bogotà. Terminare il torneo il lunedì sarebbe perfettamente regolare, anche se ovviamente poco gradito.
In tanti anni credo che solo un torneo WTA non sia giunto alla conclusione, quindi non mi sembra un vero problema. A livello organizzativo ce ne sono ben altri, come quello di garantire sempre un livello minimo qualitativo delle partecipanti, ed evitare che ci siano international con partecipazione inferiore a 125K WTA o ITF 100K.
Scusate l’ ignoranza… ma Bertens e Goerges mi pare furono svantaggiate entrambe. Anzi forse la semifinale di Bertens duro’ molto piu’ che quella di Goerges.
Basterebbe in sta settimana organizzare un torneo nel sud Italia o Spagna e poi tra un mese a lugano
“Basterebbe” (con tutte le “” del mondo) dotarsi di coperture da utilizzare in caso di maltempo. Oppure, nel caso specifico di Lugano, forse sarebbe stato meglio organizzare direttamente il torneo al coperto.
Sempre facile parlare quando il portafoglio è quello di qualcun’altro. Voi rinuncereste alla vostra di fonte di guadagno? Purtroppo questo è moralismo troppo comodo per chi scrive. L’uomo, nella sua presunta elevatezza, che si permette di prendersi carico del destino di questo pianeta, non ha saputo trovare di meglio che il soldo come forma di scambio… e i risultati sono questi… pertanto, teniamoci qualche ombrello aperto e non lamentiamoci. Parentesi… parla un mezzo poveraccio che dei soldi frega proprio poco.
Cio` che e accaduto alla Goerges a Charleston e` stato un vero e proprio caso limite (SF e F dopo meno di due ore); c’e` stato comunque qualche intenditore che ha avuto la faccia di parlare di ridimensionamento della tedesca per la sconfitta con la Bertens; salvo poi tacere sulla stesa rimediata da una sua pupilla contro una bielorussa neanche ventenne, difficilmente imputabile al meteo …. 😈