Open Court: Alex Zverev, stallo o piccola crisi? (di Marco Mazzoni)
Parlare di crisi per Alex “Sasha” Zverev potrebbe sembrare un azzardo giornalistico, una piccola follia. Il tedesco è n.5 del ranking ATP, compirà 21 anni tra un mese e vanta già 6 titoli in carriera, inclusi due Masters 1000 (Roma e Open del Canada nel 2017). Numeri importantissimi, da predestinato al trono con vari successi Slam. Questo resta lo scenario più plausibile per la sua carriera, e glielo auguriamo. Tuttavia i numeri di Sasha dalla vittoria in finale su Federer in Canada (agosto 2017) sono in netto, chiaro, ribasso. Subito out a Cincy e 2° turno a Flushing (ennesimo “tonfo” Slam); 2° turno a Shenzen e quindi semifinale a Pechino, risultato buono anche se perse netto da un Kyrgios assai ispirato. Segue un 2° turno a Shanghai (sconfitto da DelPo), poi quarti a Vienna senza brillare. A Bercy subito out, per mano di Haase; male pure alle Finals, dove vinse il primo match vs. Cilic, per poi essere sconfitto da Federer e dalla sorpresa del torneo Sock. La pausa invernale non l’ha rigenerato affatto: “scherzato” da Roger alla Hopman Cup, quindi out al terzo turno degli Australian Open in una battaglia vs. Chung. Si è ripreso in Davis con due buone vittorie vs. i “canguri”. Toccata e fuga a Rotterdam, dove è naufragato al 2° turno vs il “ciclone” Seppi. Quindi volo sull’Atlantico, per tornare sul cemento in America, condizioni che ama particolarmente. Risveglio? Insomma… Buona la semifinale ad Acapulco (ancora battuto da Del Potro) ma in un torneo discretamente comodo. Molto male ad Indian Wells, immediata sconfitta contro Joao Sousa. Se tiriamo un bilancio da agosto 2017 i numeri sono tutt’altro che da top5 del ranking… tanto che nella Race 2018 Zverev è al 32esimo posto, e nemmeno ha patito particolari infortuni come molti altri big.
Che succede Alex?
I risultati recenti sono negativi, inutile girarci intorno. Ma oltre ai numeri, nel tennis attuale di Zverev trovo due aspetti tecnici che fanno riflettere e potenzialmente ancor più “paura” dei risultati stessi, visto che quest’ultimi possono dipendere da vari fattori, spesso contingenti.
1) Nell’ultimo periodo non ha mai dato l’impressione di una reazione fisica e mentale alla sconfitta, un impeto, un ribellarsi al match negativo. Ha lottato sì, ma senza quel vigore e quella rabbia assolutamente necessaria ad invertire una tendenza al ribasso. Come se il suo fisico, la sua testa e la sua racchetta oggi non potessero dare di più. Una sensazione brutta per un potenziale campione, che invece dovrebbe riuscire a trovare, anche nei momenti più negativi, la forza per ribaltare partite storte cambiando qualcosa, aggrappandosi a qualche soluzione tecnica o tattica; ancor più quando al di là della rete c’è un rivale sulla carta inferiore.
2) Ad aggravare la situazione, l’evidenza che da qualche tempo il tennis di Alex sia un po’ “fermo”. Su livelli di eccellenza, perché in campo non ha grandi lacune; però da un ragazzo di 20 anni con margini di miglioramento in tutte le fasi di gioco, la normalità è trovare progressi e novità. Anche in quelle piccole cose che diventano ingranaggi fondamentali per innestare un salto di qualità, per elevare il picco di prestazione e tenerlo il più alto possibile. In pratica, Zverev pare vivere un momento di stasi, di non progresso fisico e tecnico.
Questi momenti possono capitare. Li hanno vissuti anche i più grandi perché un percorso di crescita non è quasi mai una linea retta, si procede a scalini. Si introducono novità; si vive una fase di assestamento necessaria ad affinare in partita le novità, ottenendo alti e bassi, fino a quando le novità diventano proprie ed automatiche, e funzionano. Qua ci si assesta su un nuovo livello, trovando una sorta di zona di conforto e risultati. Si accumulano esperienze con le nuove certezze, trovando così la nuova base su cui costruire futuri scalini di crescita. Zverev potrebbe attraversare un momento del genere, è fisiologico. Però questo periodo di stasi inizia ad essere piuttosto lungo, e soprattutto non è confortato da buoni risultati. Quando le novità vanno a regime e si raggiunge un nuovo livello (come è evidentemente capitato ad Alex nella primavera-estate 2017) è quando si raccolgono i migliori risultati. Poi si inizia a lavorare su altri aspetti, si “mette mano” al gioco, ed ecco che arrivano gli “up and down”. In Zverev invece si sta assistendo ad una fase discretamente lunga di “up and down” (soprattutto down…) senza intravedere novità, quindi situazione non propriamente positiva…
La chiave? Capacità fisica ed agonismo
L’aspetto che a mio avviso merita di essere sottolineato più di ogni altro è quello relativo alla sua capacità atletica e agonistica, dove il tedesco è più carente ed indietro rispetto all’eccellenza assoluta. Il fatto che ancora non abbia mai raggiunto la seconda settimana in un torneo dello Slam è una sentenza di condanna. Riuscirà ad infrangere questa barriera a breve, ma finora non c’è riuscito soprattutto per lacune fisiche ed agonistiche. Troppe pause, nell’intensità e nella tenuta mentale sulla lunga distanza. Momenti di stanca, in cui spinge poco e viene messo in difesa anche dal classico buon giocatore. Momenti in cui tira il fiato, e stenta a riprendere con vigore possesso del match. E’ un circolo: se cala l’attenzione perché avverte la fatica, o perché stacca la spina, tutto il suo tennis va in blocco. Ed il riavvio non è così automatico ed immediato. Questo anche perché il suo è un tennis completo ma un tennis di costruzione. Zverev ha bisogno di imbastire, di scambiare, ancora non ha un colpo secco con cui fare la differenza, e nemmeno è straordinario nei colpi di inizio gioco. All’aspetto meramente tecnico, va aggiunto un fisico ancora nel del tutto costruito a puntino. Per restare al vertice deve assolutamente incrementare la sua potenza e la resistenza. E’ evidente come paghi la fatica, come contro i picchiatori (DelPo) vada sotto, o anche contro chi lo mette in difesa sistematicamente rubandogli il tempo (Federer) o il campo (Nadal).
Sottolineo che parliamo di un tennista fortissimo, molto vicino all’eccellenza; ma per restare a questo livello facendo risultati top nei più grandi tornei (1000 e Slam) è necessario un cambio di marcia. E’ necessario saper reggere e vincere le battaglie, con maggior forza atletica a sostenere lucidità e resistenza. E’ necessaria anche un’attitudine diversa, la “voglia di sporcarsi le mani”, cosa che forse ancora non appartiene al suo bagaglio, vedi le dichiarazioni al veleno del suo ex coach JC Ferrero. L’ex n.1 iberico ha accusato il giovane tedesco di una gestione disordinata del suo essere Pro, e la scarsa voglia di mettersi in gioco totalmente. Parole forti, intrise anche dal rancore per un rapporto finito male… ma vedendo Zverev in campo nell’ultimo periodo non sembrano affatto campate per aria.
Zverev non deve assolutamente adagiarsi sugli ottimi risultati raggiunti. A mio avviso oltre al lavoro importante sul piano squisitamente atletico e della resistenza nella lotta, deve anche migliorare nei colpi di inizio gioco. Il suo servizio è ottimo, ma non ricava poi così tanti punti; ed alla risposta tende ancora a giocare un colpo molto solido per iniziare uno scambio, invece di imporre da subito i suoi schemi. Non essendo un “duro” alla Thiem dovrebbe cercare di vincere i punti più rapidamente, con una posizione di campo più avanzata e lasciando correre il braccio, capace di trovare un vincente quasi da ogni posizione.
Questo un piccolo bilancio del tennis di Sasha Zverev in un momento per lui grigio. Tra pochi giorni a Miami avrà la prima occasione per un riscatto, e poi via sulla terra, dove il suo gioco tattico e ricco di cambi di ritmo rende molto bene. E’ un momento strano per il tennis di vertice. Eccetto un Federer irreale, un ottimo Cilic, un DelPo in recupero e diversi giovani in crescita, regna incertezza ed un vuoto diffuso. Un vuoto che a breve potrebbe essere riempito da coetanei di Zverev pronti a dare battaglia. Occhio alle spalle, Sasha…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Alexander Zverev, crisi, Marco Mazzoni, Open Court, Zverev
con i miei amici “aficionados” si discute spesso del reale valore di Zverev. Il suo atteggiamento in campo mi ricorda molto quello di Kafelnikov, detto “il principino”, per quest’aria supponente di chi gli spettava di diritto il punto. La differenza é che il russo poteva permetterselo avendo un tennis capace di prendere a pallate chiunque(diritto e rovescio bimane devastanti), mentre Zverev ha un tennis parassitario e tatticamente “irritante”. É un muro di cemento con un ottimo servizio. Piú gli tiri forte e piú lui gode. Ma dalla metá campo in sú é veramente una frana, in sottomisura spesso sbaglia anche i diritti a chiudere di rimbalzo. Seppi a Rotterdam lo ha riempito di back lungolinea facendolo colpire palle basse in avanzamento. Il suo colpo special secondo me é il rovescio incrociato stretto. Trova angoli incredibili con questo colpo
@ Mozz 22 (#2054392)
Per me la chiusura del rapporto con Ferrero nasce dal fatto che forse, nella sua testa, lo faceva lavorare troppo.
Ma se si pensa in grande si deve mettere tanto fieno in cascina per raccogliere i migliori frutti.
Agassi e compagnia non c’entrano nulla. Hai ragione. Tra l’altro proprio Agassi ha iniziato a vincere slam grazie alla cura di Gil Reyes allenando un ragazzo che aveva una scarsa preparazione fisica, una quasi nulla conoscenza delle tecniche di allenamento e una totale assenza di una minima dieta pre match. (Cosa facessero all’accademia di Bollettieri ancora non l’ho capito, ma questa è una mia opinione).
Aggiungo che sul piano tecnico Zverev ha ancora tanto da migliorare.
E’ fortissimo, ma fa sempre gli stessi errori di 2 anni fa.
Troppo distante dalla linea di fondo.
Troppo frontale nel momento dell’impatto del diritto, colpo migliorabile, ma ad oggi falloso.
Troppo poche discese a rete che con una apertura alare del genere è poco comprensibile.
Troppo poco utilizzo del back di rovescio per riposizionarsi, è inutile remare e tirare 3 o 4 top in mezzo al campo.
Avercene di Zverev. Nel suo culmine di gioco è devastante, ma lo è dopo aver scambiato qualche colpo rivelandosi giocatore di ritmo, ma gli servono più risposte vincenti, più punti vinti su uno due colpi, scambia sempre troppo e alla fine paga dazio.
Per te la maggior parte di quei 6 (quindi almeno 4 forse anche 5…) sono giocatori finiti, sarei curioso di sapere quali…. così, tanto per rinfacciartelo alla loro prima vittoria importante…
Con quelle gambine come spaghetti portandosi dietro 2 metri di lunghezza è dura avere la continuità giusta durante tutto l’anno.
Ed è anche per questo che 3 set su 5 ha sempre raccolto poco finora.
Come dimostra il caso Ferrero (caso che non vorrei comunque sopravvalutare visto che subito Juan Carlos aveva detto che si allenava bene per 4 ore al giorno) sembra che il ragazzo si sia un attimo montato la testa.
Da qui ad allenarsi con poca continuità il passo è breve.
Poco impegno inteso per grandi traguardi.
Senza le adeguate migliorie fisiche non riuscirai mai ad avere quelle capacità di recupero necessarie per ambire agli slam.
Che è poi il tanto vituperato piano B che molti non hanno ancora capito cosa sia.
Basta vedere la connazionale. Angelique ha il piano B. Corre, attacca, vince, perde, ma alla fine, se ne ha voglia lotta e porta a casa la partita.
La capacità di soffrire nel momento in cui non stai giocando bene.
Questa è la base per vincere.
Ma cosa c’entrano Agassi Sampras e Borg??? Stiamo parlando di giocatori in attività che forse sono in fase calante ma non sono certo finiti. E Zverev dovrebbe prendere esempio da loro sia come giocatore che come atteggiamento in campo. Invece di inveire, rompere racchette e chiudere con un coach come Ferrero perché non pensa a vincere qualche partita negli Slam dove è solito fermarsi al terzo turno!!!
Quello che non capisco tanto io è come nei giocatori giovani ci sia questa attitudine a stare lontani dalla riga di fondo, a non anticipare quasi mai le risposte, a sbracciare senza entrare in campo. Eppure Federer è un esempio straordinario di come si possa fare qualcosa di diverso. Penso a Thiem, che ha un braccio fatato e se ne sta tre metri dopo la linea di fondo, penso a Zverev che gioca correndo in orizzontale e allungando gli scambi. Chi ha talento deve uscire da questi schemi. Capisco un Coric, che non mi pare abbia colpi stratosferici, ma loro devono usare il loro bagaglio tennistico, anche a costo di sbagliare e perdere inizialmente qualche partita in più. Quanto contano i coach in questo?
Personalmente Zverevone non mi e’ mai piaciuto come tennis, pero’ ha personalita’ e convinzione.
Il suo modo di giocare raramente mi ha entusiasmato.
Pero’ anche Novak Djokovic quando lo vidi a Montecarlo piu o meno 10 aa fa, non mi piacque affatto. Poi ne sono diventato un sostenitore (a dire il vero ammirato piu’ dalla sua intelligenza fuori dal comune e dalla sua meticolosita’ che dal resto)
Assolutamente no. Altrimenti perché non includerci anche agassi sampras borg etc etc. La stragrande maggioranza dei giocatori che citi anteponendoli a zverev, sono giocatori finiti. Zverev ha un momento di flessione, ha bisogno di un ottimo risultato su torneo slam per acquisire fiducia in se stesso. L’anno scorso ha ottenuto ottimi risultati nei master 1000, ma i flop negli slam lo hanno abbattuto.
Stallo
Secondo me oltre al rispetto a Zverev manca anche un po’ di umiltà che servirebbe per migliorare le sue lacune. Inoltre per ora tre set su cinque non li digerisce tanto.
Anche per me ha raggiunto la top 5 troppo in fretta.In una situazione normale,lui e Dimitrov non avrebbero raggiunto quel ranking,anche perche`mentalmente non hanno ancora fatto il salto di qualita` che permette di restare in quelle posizioni
Oltre che antipatico questo zverev e’anche noioso nel gioco…Solo servizio…
@ adriano (#2054153)
confermo di averne tessuto le lodi, diverso tempo fa. A Roma 2017 ad esempio a tratti aveva impressionato. Però, come scritto oggi, da allora si è arenato. Necessita di una evoluzione nel gioco (come scritto), in tante cose.
Il grande rispetto e la stima che nutro nei confronti di Marco Mazzoni mi fanno riflettere sul tema crescita di Zverev che, se fosse stato proposto da un altro articolista, avrei bollato come inconsistente. Do quindi credito a Mazzoni e aspetto di vedere Zverev nei prossimi tornei.
Sbagliata ? E perché ? Non pensi che i 10 nominati ( fab 4 più altri 6) siano superiori a Zverev?
Analisi totalmente sballata e sbagliata. Non si può sentir dire che Zverev non vale la top5 e soprattutto nemmeno la top10!!! Se fosse così, non avrebbe approfittato di tutti gli infortuni e non si sarebbe portato a Best ranking 3!
Dopo Cilic hai messo anche etc…, potresti dirmi altri superiori a Zverev?
Sul sito della FIT, su questo sito Mazzoni compreso , si sono tessuti elogi esagerati per questo ragazzo . E’ sicuramente un ottimo giocatore e diventerà anche il numero uno del mondo ma solo quando gli altri smetteranno. Tennisticamente gioca da troppo lontano e pur avendo una garnde mano non ha un grande cambio di velocità . Da quella distanza in risposta deve giocare tutti i punti e con il suo fisico si paga dazio
Deve evolvere il suo gioco ma per il momento mi sembra che non lo stia facendo
… ma insomma, questo è uno che ha già vinto tanto, intendo di
più dei suoi coetanei.
E vincere non è facile, nessuno gli ha regalato le vittorie.
Vuol dire che le valeva.
Deve rimettersi in pista, trovare qualcuno capace di
metterlo in riga e cercare di migliorare perché non gli sarà
regalato niente.
Quanto può valere domani?
Difficile dirlo ma qualcosa dipende anche da lui, da quanta fame ha
e da quanto è fortunato a trovare chi lo può aiutare.
Dico la verità: mi piacerebbe vederlo dopo una “cura”
tipo Lendl con Murray.
Però mi ricordo le parole di zio Tony quando gli chiesero se avrebbe
preso un altro giovane dopo Rafa:
“no perché questi non hanno rispetto …”
Quali infortuni hanno avuto dimitrov, del potro e cilic ultimamente ?
Ne uscirà, non ne facciamo un dramma
@ Mozz 22 (#2054127)
Si può anche concordare con alcune valutazioni, di certo prendere lo spagnolo come riferimento non è corretto, visto che è un campione di altro livello (considera, solo per citare un caso, che Stanislao ha vinto il suo primo Slam a soli 29 years, usando il tuo metro di giudizio lo si dovrebbe considerare un giocatore non di livello)
Non vale la TOP 5 e forse neanche la TOP 10. In condizioni normali ( ossia senza infortuni) sarebbe dietro nel ranking non solo ai fab four ma anche agli stessi Wawrinka Del Potro Raonic Nishikori Dimitrov Cilic etc. Del resto parliamo di un tennista che negli Slam ha sempre fatto ridere. Lasciamo stare la giovane età perché Rafa nel 2007 ( stessa età di Zverev ora) aveva vinto 3 Parigi e aveva fatto 2 finali a Wimbledon.
Può darsi che stia proprio lavorando sull’aspetto fisico e che stia facendo una preparazione mirata ad essere al top in determinati momenti della stagione. Parigi? La stagione sulla terra? Wimbledon? Ci sta che miri ad avere migliori risultati nei tornei dove si gioca su cinque set. Per questo si dovrebbe attendere ancora qualche mese per fare un bilancio più definitivo.
Sì, non so se questo tipo di tennis che gioca adesso dipende dal tipo di allenatore che ha avuto, cioè Ferrero, che è stato un grande giocatore come continuità ma non certo un creativo
E’ un 97, non dimentichiamolo, e per motivi vari è arrivato in alto con un paio di anni in anticipo sui suoi colleghi.Adesso è in un periodo di stasi, di crisi di risultati piuttosto netta. Dopo la vittoria in Canada, dalle sue dichiarazioni, ho avuto come l’impressione che si sentisse come un predestinato in grado di arrivare al numero 1 in pochissimi mesi, in grado già di poter vincere a F.M. Dopo la sconfitta con Delpo l’ho visto molto amareggiato, come se si dovesse quasi giustificare per una sconfitta che non aveva preventivato. Da allora i risultati sono completamente mancati e sicuramente il gap con i giocatori della sua generazione è diminuito, ma anche loro stentano ad affermarsi in modo continuativo. L’unico risultato di altissimo livello di un giovanissimo è stata la semifinale d di Chung a F.M.
@ Agatone (#2054091)
Tra l’altro si è spesso disimpegnato nella sua involuzione di gioco con l’impiego di un fondamentale quale è il servizio, cosa che va benissimo nella disciplina odierna, solo che non può essere l’unico punto di forza di un giocatore che ambisce ai top5 ed al raggiungimento di traguardi importanti quale uno Slam
C’è un suo atteggiamento che mi ha sempre lasciato perplesso e che mi ha sempre fatto diffidare sulle profezie che lo riguardavano come certo futuro numero uno: quando l’avversario fa un gran punto e’ come se lo attribuisse ad un caso di fortuna o come ad un atto improvvido che gli usurpa il diritto a primeggiare: cosa assurda perché nello sport conta solo il merito e non esiste alcun diritto. Per la cronaca è anche un atteggiamento in veterano del calciatore Balotelli.
Mi pare un po’ in mezzo al guado. Gioca cercando di fare le cose giuste ma non basta, si è troppo normalizzato, secondo me. A inizio carriera era discontinuo ma capace di grandi momenti di tennis, adesso sembra un passista che percorre le tappe a velocità costante. Ma per essere quel tipo di giocatore non ha il fisico giusto, troppo alto per muoversi bene (anche se si muove molto bene per la sua altezza), gli manca la rapidità e gli manca la continuità. Dovrebbe impostare lo scambio verticalizzando un po’ di più, cercando di impostare lo scambio per provare dei vincenti. L’unico dubbio rispetto a questo è la sua manualità, che al momento non mi pare fantastica, ma forse anche perché non sembra mai convinto quando gioca nei pressi della rete
Arrivato troppo presto nella top5. Forse una crescita graduale, step by step, lo avrebbe aiutato a crescere soprattutto caratterialmente. A me sembra involuto (nel senso che continua a giocare allo stesso modo, monocorde, e gli avversari ora lo conoscono bene), non ha migliorato alcun colpo e soprattutto non è ancora maturo per stare con i primi. Sicuramente ha talento, fisico e tecnica ma deve ancora migliorare tanto se vuole restarci a lungo.
E’ semplicemente arrivato troppo in fretta al vertice, complici gli infortuni a catena dei big, e a quell’età solo i fenomeni sanno gestire senza contraccolpi un ingresso così improvviso nei top 5.
Imparerà a gestire le pressioni che sicuramente ha sentito una volta iniziato a vincere nei 1000….