Open Court: Circuito Masters 1000, idee per cambiare (di Marco Mazzoni)
Sotto il sole del deserto californiano è appena scattata l’edizione 2018 di Indian Wells, primo Masters 1000 stagionale. Federer ampiamente favorito, forte di una condizione al limite del “Nirvana” sportivo e pure delle molte assenze tra i big. Resterà n.1 a fine torneo solo se arriverà almeno in semifinale. Curiosità per il ritorno di Djokovic (forse affrettato?) e per i molti giovani in crescita, da Tiafoe a Shapovalov. Edmund e Chung potrebbero strappare punti pesanti per avvicinarsi alla top20, e Fognini cavalcare l’ottimo momento di forma. Qua Fabio non ha mai superato il terzo turno, il suo tabellone è discreto. Negli ottavi potrebbe incontrare Federer, sarebbe una super partita.
Indian Wells ci fornisce l’assist per parlare in generale del circuito Masters 1000. Fortemente voluto dall’ATP per avvicinarsi al blasone e valore degli Slam, il tour dei 9 grandi tornei è ormai una realtà consolidata. Ricchi montepremi, location importanti, match spettacolari, pubblico in crescita più o meno ovunque. Tutto perfetto? Sì e no. Il circuito Masters 1000 “paga” i difetti del calendario annuale, da tempo anchilosato con alcune storture mal digerite dagli stessi giocatori (e solo grazie a fiumi di dollari…). Rivedere l’intera annata tennistica gioverebbe anche alla salute e valore dei Masters 1000. Spostamenti più “logici”, redistribuire il “peso” delle superfici, organizzare un grandissimo evento in aree oggi scoperte e affamate di tennis di massimo livello. Aspetti che abbiamo analizzato più volte, ma sui quali l’ATP pare non disposta a breve nemmeno a ragionare. Il calendario attuale è un complesso gioco di equilibri sportivi – politici – economici, con contratti firmati a tanti zeri e per molti anni. Non facile metterci le mani senza fare danni e senza scontentare qualcuno. Eppure i giocatori sembrano stanchi, vogliosi di vere novità, tanto che sotto sotto si vocifera di future nuove associazioni e sconvolgimenti. Vedremo.
Ogni torneo Masters 1000 ha una sua storia e ragione per essere in questa elite stagionale. Indian Wells dopo la crisi di metà anni 2000 è oggi il sesto torneo dell’anno, dopo Slam e ATP Finals. Hanno investito moltissimo e bene, le strutture sono al top, i giocatori super coccolati, il pubblico trova mille altri motivi per frequentarlo oltre a tennis super. Miami era uno dei più deboli, a rischio soprattutto per i limiti dell’area di Key Biscayne. Dall’anno prossimo ci sarà un clamoroso spostamento nella arena dei Miami Dolphins di football, in attesa di un nuovissimo impianto adiacente dall’Hard Rock Stadium. Un rilancio importante per salvare un torneo storico, per anni molto vicino agli Slam quando si chiamava “Lipton” ed offriva un tabellone da 128. Monte Carlo è… Monte Carlo. Casa di molti campioni, circolo unico al mondo e sede del jet set internazionale, nonostante limiti strutturali invalicabili resta una perla in calendario, difficile farne a meno. Quindi la doppietta Madrid-Roma. Il torneo iberico vive di una struttura nuova e delle idee vulcaniche (e dollari) di Ion Tiriac, sia in positivo che in negativo; quello italico di una storia importantissima e della bellezza del Foro Italico, contesto impareggiabile e su cui la FIT ha lavorato molto e bene. Si passa poi oltre oceano per il 1000 canadese, un paese che potrebbe diventare dominante grazie a Shapovalov e Auger-Aliassime; e Cincinnati, che nonostante il caldo torrido dell’agosto dell’Ohio è un torneo amatissimo dai giocatori e perfetta preparazione a US Open. In ottobre tutti in Cina, a Shanghai, torneo spesso deserto come pubblico fino alle fasi finali, ma su cui ATP e sponsor hanno investito l’impossibile per aprire finalmente lo sterminato mercato cinese. Ultima tappa Bercy, torneo indoor di grande tradizione ma che ha perso qualche colpo, troppo vicino alle Finals. Questo lo status quo.
Una sorpresa è venuta qualche settimana fa, quando l’ATP ha lanciato il calendario 2019. Si parlava da tempo di probabili novità in primavera, per Roma o Madrid, o entrambi, con l’idea concreta di trasformare uno dei 1000 (o entrambi) in tornei da 10 giorni come IW e Miami. Tutto rimandato, forse al 2020. Sono trapelate voci, tra loro contrastanti, che non vale la pena di diffondere. Di sicuro la posizione di questi due tornei, uno attaccato all’altro e molto vicini a Roland Garros, è uno dei nodi che l’ATP dovrebbe sciogliere a breve. Ma è l’unico problema? No. In generale, una considerazione che si potrebbe fare è la seguente: ha senso un circuito di tornei tra di loro molto diversi? Forse no. Visto che l’ATP punta moltissimo su questo tour, allora perché non crescere il loro numero, organizzandone qualcuno in paesi con grande tradizione o capacità organizzativa? Magari variando anche maggiormente le superfici? Ecco qualche idea in proposito, alcune senza stravolgere completamente l’annata tennistica maschile, altre più futuristiche.
Ritengo che l’Australia meriterebbe un Masters 1000. Vista la probabile rivoluzione del formato della Davis, collocata a fine anno (sic), allora si potrebbe spostare in avanti gli Australian Open di una settimana, ed organizzare un 1000 a Sydney la seconda settimana dell’anno. Sarebbe un grande lancio al primo Slam e giusto riconoscimento alla passione del paese. Altra area che meriterebbe un torneo di massimo livello sarebbe l’America Latina, magari Brasile o Argentina. Un torneo che sarebbe ideale su terra battuta, ad inizio marzo, ma … c’è Indian Wells sul duro, torneo che è quasi impossibile spostare. Ecco il vero, atavico, problema: i due 1000 USA di primavera sono in una posizione che blocca altri possibili scenari. Vero che giocare d’estate a Indian sarebbe follia, ma allora perché non giocarci a fine settembre, due settimane dopo US Open? Potrebbe essere un’idea, ma l’impatto sulla stagione complessiva sarebbe notevole.
Altra idea che sta salendo e che potrebbe invece realizzarsi senza scossoni importanti sarebbe organizzare un Masters 1000 su erba. Potrebbe essere sfruttata la settimana in più inserita prima di Wimbledon (magari un upgrade di Halle?) o poco dopo. Amburgo vanta una lunga tradizione su terra, ma il torneo è crollato come interesse dopo il declassamento; trasformarlo in un torneo nuovo di zecca su erba potrebbe essere una idea interessante e funzionare. C’è fame di erba, il tennis è “tornato a casa” perché il gioco è vario e divertente. Allora perché non sfruttare l’onda e provarci? Passando all’autunno, difficile cancellare il torneo di Shanghai, visto quanto è considerato strategico il tennis in Asia. Però l’impianto (pure coperto) potrebbe consentire anche una data diversa in calendario. Vista la crescita lenta che sta avendo sugli appassionati cinesi, una idea potrebbe essere quella spostare quel 1000 altrove, magari indoor in Europa, oppure come detto in precedenza diventare la data di Indian Wells in USA (fine settembre/inizio ottobre); e se tennis in Cina deve essere, allora riportare le Finals ATP.
Affronto per ultimo il nodo dei due 1000 su terra, Roma e Madrid. Non sappiamo cosa accadrà relativamente al progetto dei 10 giorni, se mai sarà realizzato, se “vincerà” Madrid o Roma. Madrid ha dalla sua il peso politico/finanziario di Tiriac ed un impianto col tetto (fattore forse decisivo se mai sarà scelta questa opzione); Roma ha la storia, la passione di un paese che è importante da sempre nel mondo del tennis e molto amato dai giocatori. Di sicuro gli Internazionali sono troppo vicini a Parigi, fattore questo che negli anni è costato più di un forfait o prestazioni “sospette” per non rischiare niente in vista dello Slam. Allora perché non rivedere il tutto veramente, visto che i tornei nell’intorno non sono propriamente tra i più importanti (Estoril, Monaco, Istanbul…)? Soprattutto: se si vuol puntare davvero sui Masters 1000, perché non trasformarli entrambi in combined da due settimane? O addirittura: trasformare tutti i 1000 in eventi da due settimane? Sarebbero ancor più centrali, ed i giorni “off” prima dell’inizio consentirebbero ai giocatori di arrivare con calma, ambientarsi e giocarli al meglio. Questa modifica sarebbe però assai impattante sull’intera annata, perché andrebbe creato lo spazio, a discapito di altri tornei minori, e quindi servirebbe una riorganizzazione totale. Utopia.
Personalmente mi piacerebbe testare per qualche anno di un calendario totalmente nuovo: 12 tornei Masters 1000 con tabelloni da 128 giocatori (giocando 2 su 3), in modo da avere una stagione top fatta da 12 eventi oltre ai 4 Slam più le Finals. Il tutto tra terra (almeno 4), cemento, erba (almeno 1) e tappeti indoor. 17 grandi eventi per i migliori. Giocare un po’ di meno, ma giocare sempre al top. La qualità vince sempre sulla quantità, ma a livello economico non è sempre così. Purtroppo. Ed il nostro amato tennis è anche (o soprattutto) un enorme business…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: ATP, Calendario ATP, Marco Mazzoni, Masters 1000, Masters 1000 Indian Wells 2018, novità calendario, nuovi tornei Masters 1000, Open Court, tornei Masters 1000
@ vince (#2051045)
Prima di wimbledon quando ? Subito dopo Parigi no, come già scritto la seconda delle tre settimane su erba porterebbe alla scomparsa del tradizionale Queen’s che non puoi mettere la settimana prima di Wimbledon e ne quella successiva a Parigi altrimenti i giocatori farebbero Parigi Londra Germania Londra in quattro settimane di fila,mentre a ridosso di Wimbledon avrebbe scarso richiamo.Miami e Indian Wells sono due doppioni,opterei per la terra verde in Florida fra Montecarlo e Roma al posto di Madrid che potrebbe tornare indoor in autunno.Da rivalutare l’oriente e l’australia invece in chiave erba come 1000 in mesi morti come febbraio e settembre
Soprattutto con il tramonto di Nadal e degli Spagnoli di livello fenomenale Madrid perderà molta della sua rilevanza in quella periferia anonima! Ha più senso con l’abbandono di Na Li un 1000 asiatico in Giappone o Korea!
In questo gioco a pubblicare i propri desideri, noncuranti della loro impossibilità, dico la mia:
prima di ogni Torneo Maggiore ci dovrebbe essere un 1.000 preparatorio (Sidney prima di Melbourne, Roma prima del Roland Garros, Queen’s prima di Wimbledon e Cincinnati prima di Flushing Meadows);
Shanghai e Madrid, tornei privi di ogni prestigio e tradizione andrebbero immediatamente declassati (per me potrebbero anche cancellarli…) e non sostituiti da altri che il calendario è già troppo fitto;
tutti i 1.000 dovrebbero essere obbligatori o (per me sarebbe più giusto) nessuno lo dovrebbe essere in modo che sia solo il prestigio di avere un certo trofeo in bacheca il motore che spinge chi gioca a parteciparvi;
tra I.W. e Key Biscaine bisognerebbe vedere quale dei due possa, per ragioni meteorologiche, essere differito nel calendario a sostituire quello Cinese che due 1.000 a marzo così messi sono troppi;
Parigi Bercy va mantenuto e rilanciato perché un 1.000 al coperto ci vuole e perché la Francia per tradizione ed importanza non vale certo meno dell’Australia, del Regno Unito e degli Stati Uniti (…Montecarlo non è in Francia…).
Riguardo il Torneo dei Maestri già ebbi modo di esprimere il mio pensiero: è solo una esibizione di alto livello e per me ha poca importanza. Comunque, dato che c’è, concordo con chi pensa che andrebbe alternato sulle 4 superfici dei Tornei Maggiori, girando ogni 4 anni sintetico rapido, terra rossa, erba (data la stagione probabilmente in Australia) e sintetico lento. Poi il problema che non sia un torneo serio si potrebbe risolvere allargando a 16 i partecipanti e stabilendo, come in ogni Torneo di tennis degno di questo nome, l’eliminazione diretta e senza appello.
Infine in tutti questi tornei reintrodurrei le finali al meglio delle cinque partite.
Come già scritto da altri, rileggendo le mie proposte mi rendo conto della loro assurdità in quanto riferite ad un sistema dove gli intrallazzi di Tiriac e i soldoni cinesi e televisivi contano più del prestigio che la tradizione attribuisce ad ogni torneo e che peraltro risulta confermato dagli spalti vuoti in Spagna ed in Cina. Se proprio proprio -per assurdo- dovesse esistere forzatamente un 1.000 spagnolo, questo dovrebbe essere Barcellona!
Ma fà niente: si scrive solo per gioco, che le decisioni si prendono seguendo altri criteri e di questo ne siamo consapevoli, vero Mazzoni esimio?
@ luigi (#2051138)
*queen’s.Diamo per scontato che dopo Parigi non puoi far scendere in campo in un 1000 il mercoledì un finalista reduce da Parigi
Un mille sue erba fra Parigi e Wimbledon potrebbe essere la seconda delle tre settimane,e che fine farebbe il quuen’s ? Oppure i giocatori dopo Parigi dovrebbero fare avanti indietro fra gran Bretagna ed
europa
16 eventi top sono troppi. Già degli attuali 14 per lo meno 4-5 sono di qualità inferiore (bercy Montecarlo i due 1000 estivi… )
@ Roberto (#2051090)
Sono d’accordo con te,more grass than cement
Allungare la stagione su erba è la mia ricetta. Ad inizio anno 2 settimane tra Australia, India e Sudafrica.. ma soprattutto l’upgrade di Halle o di Amburgo.
Le infrastrutture nn mancano e l’organizzazione tedesca unita al nome di richiamo di zverev sono una garanzia.
Declasserei invece Montecarlo, l’entry list ogni anno è sempre peggio
In alternativa si potrebbero togliere 68 lettere 😉
Peró così c’è il serio rischio, come diceva qualcun altro, di vedere i top Player fare scelte diverse sui tornei, diminuendo le occasioni di scontri al vertice.
Io aggiungerei che il tuo italiano ha grossi problemi
IW, Montecarlo, Roma, Canada e Cincinnati sono sempre sold-out o quasi per cui non dovrebbero essere toccati, a meno di portare Roma a due settimane.
Madrid e’ triste e desolantemente vuoto, se non fosse per Tiriac sarebbe già sparito. Da sostituire con un 1000 su erba – magari in Germania – prima di W.
Miami e’ calato ma ci stanno lavorando, vediamo come va.
Shanghai rimane un mistero. Ai cinesi il tennis non interessa e puoi farci poco. Il mercato potenziale e’ enorme ma e’ solo teorico. Secondo me fatica e 1000 sprecati.
Bercy paga la vicinanza con le Finals e il fatto che hanno gia’ RG.
Le finals andrebbero fatte girare ogni tot anni.
@ alexalex (#2050956)
Sono d’accordo con te sui punti principali. Portare a 12 i 1000 sarebbe un ulteriore incentivo a giocare di più, sia per i punti che per i soldini. Diamo almeno un segnale e portiamoli a 8. Ad esempio, il Queen’s diventa 1000 e due dei quattro 1000 nordamericani diventano “grassi” 500.
Poi è ora di dare un 1000 al sudamerica, questo è certo. Io toglierei quindi Bercy e le Finals, che fra l’altro danno ulteriori punti a chi non ne ha bisogno.
Rileggendo il tutto mi sembra follia pura. 😆
Alcuni 1000 sono abbastanza incomprensibili, se non per ragioni commerciali, sponsor, peso politico di alcune federazioni, etc. IW lo trovo un torneo orribile, così come Madrid e Bercy. Mi piacerebbe un 1000 su erba, magari Halle, in Australia basta e avanza lo slam di inizio stagione…
Secondo me tutti i tornei andrebbero razionalizzati e fissate regole uguali per tutti.
Non ci possono essere tornei di pari categoria ma molto diversi tra loro.
Io dico con le attuali suddivisioni (250-500-1000 e SLAM dovrebbero essere cosi:
250 Tabellone da 32
500 Tabellone da 64
1000 Tabellone da 128 (con 3 set)
SLAM Tabellone da 128 (con 5 set)
Poi sono da ABOLIRE i BYE
Infine la testa di serie numero 1 del torneo deve essere il vincitore dell’edizione precedente indipendentemente dalla sua classifica (io darei anche la n.2 all’altro finalista ma mi basterebbe anche solo la testa di serie n.1)
Saluti a tutti
@ alexalex (#2051007)
proprio da questa considerazione, la idea di proporre 16 eventi top, ben distanziati e con un ingresso più “soft”, per dar modo ai migliori di giocare abbastanza ma non troppo. se poi ingolfano il loro anno con troppi altri eventi… mal per loro.
Borg, per esempio, non è mai andato in Australia (escluso credo il 73) perché non vincendo lo slam newyorchese preferiva evitare una così lunga trasferta. Fosse stato, quello australiano, lo slam d’inizio stagione sicuramente avrebbe un numero maggiore di vittorie (sono 11 slam).Wilander ma anche Edberg e tutta la squadra svedese post Borg invece pensò bene, negli anni 80, di andare a passare il Natale “dall’altra parte del mondo” e oggi nel loro curriculum tennistico si ritrovano vittorie molto prestigiose. A quei tempi non era solo Borg a non andare ma lo facevano anche molti altri giocatori di livello.L’erba di Wimbledon (comunque differente da quella australiana) non ha portato a Wilander così tanta fortuna.Credo che non sia mai andato oltre il quarto di finale.Ricordo una sconfitta con Gattone Mecir, giocatore atipico e straordinario.
@ marco mazzoni (#2050992)
Grazie. Non sapevo. Gentilissimo. Non so se fosse questo il motivo, ma l’impressione è che i tornei di fine stagione non funzionino al massimo, forse proprio perché il resto dell’anno è già molto impegnativo…
tutto perfetto cosi com’è…..io rimetterei le finali al meglio dei 5 set…alcune partite sono rimaste leggendarie
@ alexalex (#2050956)
ciao, per esperienza posso dirti che AO a fine stagione non funzionava. Era così e non andava. Il torneo prese nuova vita quando nel 1987 tornò ad inizio anno. Saluti
L’Idea, anche solo per un momento,di togliere Roma non merita, secondo me, di essere presa in considerazione. Bisognerebbe provare ad allungarlo e a farlo diventare un torneo ancora più importante e centrale di oggi. Chi ha memoria lunga ricorderà che il torneo, negli anni 80 era in gravissima crisi e molti giocatori preferivano saltarlo per concentrare le proprie energie solo su Parigi. Sarebbe una gravissima sconfitta per il sistema tennis italiano che avrebbe ricadute ed effetti disastrosi non solo sugli appassionati ma anche sui circoli e soprattutto sul movimento giovanile.Sarebbe bello, come proposto dall’articolo fare dei 1000 lunghi due settimane ma mi sembra una proposta che difficilmente sarà presa in considerazione.Nessuno parla dell’Africa ma ricordiamoci che questo è un continente che nel corso dei prossimi decenni sarà sempre più importante dal punto di vista geopolitico. Non credo che i grandissimi, quelli che hanno reali possibilità di vincere Slam (diciamo i primi 10) prenderanno mai in considerazione un allungamento dei mille in due settimane. A loro interessano solo i quattro Slam perché solo con questi entrano veramente nella storia e nella memoria collettiva, e qualsiasi altro torneo, dispiace dirlo, è solo una tappa di avvicinamento a quelli che per loro sono i soli obiettivi veri della stagione.
Sempre interessanti gli articoli di Mazzoni, io li aggiungerei e toglierei quelli di Orecchio, sarebbe una piccola ma interessante rivoluzione.
Sui tornei ATP, aggiungerei un paio di 1000 ampliandone la durata e toglierei i 500. Così come aggiungerei qualche 250 e toglierei qualche challenger.
Già adesso i tennisti top basano la stagione su 6-10 tornei.
La struttura della stagione attuale fa sì che negli slam ed in quasi tutti i 1000 avvenga un confronto fra i principali tennisti.
Se vengono aumentati i 1000 si ottiene l’effetto di permettere ai tennisti dei percorsi “paralleli”. Ossia di far sì che i top10 ottengano risultati vincendo tornei senza superare gli altri top10.
Io preferirei una struttura vicina al circuito femminile.
A. Slam
B. ATP1000 superiori (4-5 tornei con tabellone a 128) Equivalenti ai mandatory
C. ATP1000 ed ATP500 equivalenti ai Premier
D. ATP250
Io sono d’accordo per confermare che i tornei A e B sono OBBLIGATORI per chi vi entra e devono essere queli su cui si basa la classifica dei tennisti top.
Gli altri completano la classifica e permettono ai tennisti fuori dai top20 di salire in classifica.
Se ci sono dei cambiamenti da fare, per me sono i seguenti:
1- inserire 2 1000 su erba, al posto di 2 1000 su cemento.
2- anticipare il Roland Garros e mettere l’Australia a fine Ottobre, come finale di stagione, e al termine del tour asiatico.
3- giocare in Nord America solo 2 1000 prima dello Us Open.
4- eliminare le ATP Finals, o sostituirle con un 1000 indoor
5- diminuire i 1000 a 8.
@ marchetto (#2050901)
Io sono stato a Roma diversi anni ed è stato bellissimo. Se volessero dare al Giappone togliessero uno dei 3 1000 Usa!
Il Queen’s 1000,per me sarebbe giusto,senza obbligo di giocare,un po’ come Monte Carlo
Io invece aggiungerei una g ed una h.
Ottimo articolo del signor Mazzoni.Aggiungerei che forse c’è una ripartizione dei tornei in base alle superfici errata(se non erro si gioca 61% Cemento)che puo comportare anche infortuni ai giocatori nel lungo periodo.Personalmente vorrei vedere piu tornei su Erba!
Se siete italiani e dite di cancellare il 1000 a Roma è davvero incomprensibile. Roma non avrà certamente le strutture migliori ma ha un fascino e tradizione difficilmente ripetibili in altri tornei. E poi Roma è l’ultimo legame che l’italia ha col tennis. Qua in Italia non abbiamo neanche un 250 tipo a Milano o Napoli o Torino e voi volete togliere pure Roma? Meritate di rimanere solo con la pagliacciata novembrina milanese… io piuttosto toglierei bercy: la Francia ha tanti tornei sul suo suolo e già uno a Parigi. Quel 1000 è sempre trascurato e snobbato da molti big ogni anno! Togliendo bercy si potrebbe rivedere un attimo il calendario e magari aggiungere un 1000 su erba che sinceramente dovrebbe esserci…
io tolierei roma e aggiungerei tokio,il pubblico giapponese a bisogno di tennis
Il vero problema della distribuzione dei 1000 come dice l’articolo dell’ottimo Mazzoni sono i 4 1000 americani. Soluzione ideale è farne due di questi pre us open anticipare stagione sul rosso con un 1000 in più su terra da giocare in sudamerica e inserire un 1000 su erba. In teoria andrebbero eliminati quindi Miami e Cincinnati ma gli stati uniti hanno troppo potere per permettere una cosa del genere. Indian wells si può spostare ma impossibile da cancellare come l’open del Canada che nei prossimi anni dominerà il tennis con shapovalov e Auger alliassime
Mah..piu’ che idee, mi paiono esternazioni personali o mere congetture.
Secondo me i 1000 piu ‘mediocri sono Bercy e Roma..Per motivi diversi…Bercy e’l ultimo 1000 di fine stagione,snobbato e inutile visto che Parigi ha gia uno slam..Roma mi sembra un luna park..Pubblico chiassoso e incompetente…Strutture datate…e fatiscenti..