Björn Borg: il campione che disse addio troppo presto
Ultimamente c’è un tema nel mondo del tennis che risuona prepotentemente in ogni discussione fra appassionati, virtuale o face to face che sia: il momento giusto per il ritiro di un campione dall’attività agonistica.
L’argomento è tremendamente tornato attuale con Roger Federer, un giocatore che in carriera ha vinto tutto e di più e che solo un paio di anni fa sembrava destinato a un prossimo ritiro, non riuscendo più a vincere nelle prove Slam, vero banco di prova per un top player come lui: appariva il tutto come una questione di tempo ma lo svizzero avrebbe appeso la racchetta al chiodo. Quello che invece ha fatto nell’ultimo anno e mezzo è sotto gli occhi di tutti: non solo 3 vittorie negli ultimi 5 Slam disputati ma anche nuovamente il primato nel ranking ATP riacciuffato a 36 anni e mezzo. Le domande sul ritiro continuano a restare in piedi ma lo svizzero sembra adesso vivere una seconda giovinezza e il ritiro decisamente è lontano nel tempo.
C’è un giocatore però che fra i grandi ha fatto storia, compiendo un percorso esattamente al contrario rispetto a quello dello svizzero: Björn Borg mollò infatti il tennis giocato da pro a soli 26 anni, all’apice di una carriera che sembrava non potergli regalare niente più, nessun traguardo da raggiungere e aggiungere a quelli già in cascina. O almeno di questo era convinto lo stesso Borg, più che altro individuando il perché di tale decisione nell’assenza di motivazioni, perché in campo avrebbe potuto continuare a vincere…senza se e senza ma. Lui aveva semplicemente detto stop a quel tipo di vita, non trovandola più stimolante e appagante e se a un giocatore mancano le forze mentali per entrare in campo…la vittoria diventa una chimera.
Una percentuale di Slam vinti incredibilmente alta rispetto a quelli giocati, il primo tennista dell’era Open a superare il milione di dollari guadagnati in prize money, la prima vera stella di un qualcosa che non era più soltanto uno sport ma faceva rumore anche per la vita off court. Borg visse rivalità tremendamente forti (stile Nadal vs. Federer per intenderci), per un campione spietato in campo quanto fragile nella sua vita privata. Visse a tutta velocità l’intera carriera e complice un’ascesa cominciata quando era ancora adolescente arrivò ai 26 anni con un logorio psico fisico insopportabile, motivo per cui disse addio al campo sconvolgendo il mondo del tennis e lasciando i suoi competitors senza la lepre da inseguire.
Altri tempi si dirà, un’altra epoca tennistica…ma la sua decisione fu ugualmente forte.
Lasciare quando si è all’apice del successo sportivo, quando si ha raggiunto tutto e si è integri fisicamente per conquistare ancora trofei, quando ancora la gente può applaudirti per le tue gesta, ammirarti e tu dimostri che non hai bisogno di tutto questo: tutto ciò che viene cercato assiduamente da ogni tipo di sportivo e che a te, semplicemente, non interessa più.
Un campione che oggi apparirebbe agli occhi del mondo controtendenza ma che io semplicemente ricordo come un uomo tanto forte da saper dire addio nel momento in cui volava più in alto.
Alessandro Orecchio
TAG: Bjorn Borg
Come si fa a chiamare uno come Borg pallettaro! Basta vedere la fotografia qui sopra o un video, per capire che Borg trascendeva ogni categoria un po ‘ come Federer e Nadal, altri due marziani. Pallettari potevano essere Dibbs Solomon, ma gia’ Vilas non lo era.
@ Top100 (#2049178)
Ridicolo!
Hai bevuto?
Sbaglierò ma la mia sensazione sul ritiro prematuro di Borg fu non tanto la mancanza di stimoli, quanto il non saper accettare di non essere più il numero uno. In McEnroe aveva trovato un avversario più forte di lui anche quando giocava il suo miglior tennis e non lo tollerava. Come non tollerava che avendo raggiunto i 25-26 anni, il suo fisico non poteva più reggere i ritmi di qualche anno prima. Non dimentichiamo che lo svedese divenne il più forte tennista del mondo non perché avesse un grande talento tennistico o avesse dei grandi colpi, semmai la sua grande forza era una straordinaria agilità, una grande resistenza, una fenomenale forza mentale e un’ottima intelligenza tattica. Forse anche mentalmente cominciava ad essere saturo e se avesse continuato la carriera, sarebbe diventato un giocatore come tanti, come avvenne a Panatta o a Juan Carlos Ferrero o anche a Lleyton Hewitt. Non sapeva tollerare una carriera nella normalità. Forse quando ritornò 10 anni dopo, fu anche perché la vita gli impose di imparare ad accettare quello che non seppe accettare prima.
Basta vedere questo capolavoro di rovescio, il piu’ bello, a due mani, che mai ho visto!
Pallettaro? Ma vergognati!
Edberg fu l’antitesi di Borg grazie a un Maestro illuminato che lo prese sotto la sua ala a 15 anni e gli cambiò impostazione. Fino a 15anni Edberg era un pallettaro in stile Borg, rovescio bimane incluso, tipico della scuola svedese di allora. Pallettando vinse numerosi titoli tra gli juniores e arrivò in finale all’Avvenire. Poi la trasformazione in pochi mesi. Incredibile ma vero: vinse l’anno successivo l’Avvenire facendo serve&volley, per non dover remare da fondo col nuovo rovescio – su cui non si sentiva sicuro – e due anni dopo primo successo, sempre a Milano, tra i professionisti.
Comunque, su Victor Pecci – un mito – devi esserti confuso: era tutto tranne che un pallettaro: gran servizio, giocatore spettacolare, ottimo gioco di volo… Non per niente il Paraguay giocava gli incontri di Davis in casa su un velocissimo parquet/pista da bowling e non sulla sabbia rossa.
@ pallettaro (#2048884)
Vedi, io sono in parte d’accordo con quello che dici. Ogni epoca ha i suoi atleti, avversari, metodi di allenamento, mezzi tecnici, storie e rivalità. In base a questo non dovrebbero essere fatti confronti fra campioni di epoche diverse, e quindi stabilire migliori di ogni epoca non è del tutto sensato. A volte persino i numeri non dicono tutto.
@ cataflic (#2048871)
C’erano già. Non è che Vilas fosse tanto più divertente o meno pallettaro. Ma Barazzutti? Pecci, Josè Luis Clerc e Harold Solomon sbagliavano una palla a partita.
Certo, vero, Borg per emulazione, produsse tanti svedesi pallettari, ma non tutti seguirono le sue orme.
Wilander ad inzio carriera aveva un rovescio perfettamente identico a quello di Borg, poi lo variò e fu il primo tennista della storia ad avere due rovesci (bimane e tagliato ad una mano). Ma Edberg fu l’antitesi di Borg.
@ alexalex (#2048790)
C’è da dire una cosa.
Parliamo di Nadal oggi perché lo abbiamo sotto gli occhi.
Borg non lo abbiamo avuto sotto gli occhi, ma chi ce l’ha avuto dice che era quasi imbattibile.
I pochi anni che ha giocato ha vinto tutto quello che poteva vincere.
Aus Open all’epoca era un torneo minore. Non ci andavano tutti, infatti Borg credo ci sia andato 2 volte.
Nel 1981 ha giocato il suo ultimo slam, battuto in finale, in un anno in cui aveva vinto comunque il Roland Garros.
Negli Slam ha giocato 157 partite e ne ha perse solo 16, vincendo 11 titoli in 9 anni di professionismo (contiamo anche quando era un bambino, praticamnete).
Nadal ha vinto 16 titoli slam in 16 anni di professionismo.
Certo, ed anche ovvio, Nadal ha vinto di più di Borg, ma Borg ha vinto di più sull’erba e ha vinto di più in un rapporto temporale più ristretto. Ritirandosi quando stava già declinando? Vero, ma vincendo comunque Roland Garros poco prima e disputando una finale slam all’UsOpen.
Guardando solo i dati credo che si capisca poco il dominio di Borg, ma era piuttosto netto.
E non è nemmeno vero che non ebbe avversari degni.
Nastase all’inizio, Connors per lungo tempo, McEnroe, Vilas, Panatta, Tanner e compagnia. Ma bastonò duramente anche i giovani che stavano venendo fuori, in epoche dove il giovane non faticava ad imporsi come oggi, come ad esempio Lendl, ma anche i vari Noah, Gomez.
Nadal negli slam ha perso anche da giocatori molto inferiori a lui. Borg perse qualche volta da Connors, diverse volte da Mac (head to head pari, credo), 2 volte da Panatta, una volta da Tanner. E bon.
Rafa ha perso da gente anche molto inferiore a lui tipo Muller, Darcis, Rosol, Youzny, Ferrer, Tsonga, Soderling, Verdasco.
Quindi alla fine è inutile fare paragoni.
Anche dire che il grande Roger è stato il più grande di tutti i tempi ha poco senso.
Se Laver e Rosewall non fossero passati ai pro avrebbero vinto una trentina di slam a testa.
Ognuno è stato quello che è stato.
Borg è stato il primo tennista rockstar. Prima di Borg le masse erano fuori dal tennis. Con Borg iniziò una vera e propria borgmania, con ragazzine impazzite ed incassi da record.
Borg ebbe tutto quello che un uomo possa desiderare.
Fama, ricchezza, prestigio, soldi, donne, ma questo ti porta anche il brutto del conto in banca: alcol, droga, manie, fissazioni e alla fine follia.
Onestamente in diretta non ho visto un match(pensavo più a Calimero e Goldrake) ma la sua grande colpa è di aver originato una flotta di pallettatori insopportabili che hanno minato i cogxxxxxni di tutti i tifosi negli anni ’80…me compreso! 😉
@ alexalex (#2048790)
ma certo, ti avevo già dato atto… quello che ti volevo trasmettere è una mia “sensazione”… li ho visti giocare entrambi decine di volte, e Rafa è semplicemente inarrivabile sul rosso, con buona pace di chi gli dà del pallettaro. Quello che sconvolgeva di Borg era la disarmante facilità ed ovvietà con cui molto spesso gli incontri si dipanavano… Anche il miglior Nadal qualche set qua e là lo perde, sbuffa, rientra, suda e vince… quando Borg era al 100% l’andamento e l’esito erano sempre i medesimi: avversario disintegrato, poco altro da dire.
…riguardo al tentativo di rientro del 1991-92-93, fu certamente poco meno che disastroso, ma credo che se Borg fosse stato sostenuto da un team come si deve, alcuni risultati di rilievo li avrebbe potuti ottenere. I primi due o tre match era veramente l’ombra di sé stesso, ma negli ultimi incontri mostrò innegabili progressi, e arrivò a giocarsi il match all’ultima palla con Volkov, n.17 ATP a quel tempo. Perse al tie break del terzo (e non ricordavo che avesse anche avuto match point). Poi avendo ormai 37 anni e mezzo, decise di mollare.
@ kas (#2048783)
Numeri, importanza dei tornei vinti e valore degli avversari credo che bastino a favore di Nadal. Questo non toglie nulla al valore di Borg e dei suoi successi anche al di fuori della terra battuta! Dopodiché si può sindacare quanto si vuole su epoca, campi, racchette, palline, ma bisogna accettare il verdetto del campo ad ogni tempo, e in tempi moderni 10 Roland Garros nel corso di 13 anni, di cui 4 vinti contro Federer (il più grande di ogni tempo) e 3 (includendo il 2013) contro un altro grandissimo come Djokovic, li ha vinti Nadal. Proprio come il numero di successi totali ed il valore degli stessi è superiore al precedente record man sul rosso Vilas.
Raul, Borg contende a Nadal il titolo di best player sul rosso come Nadal contende a Federer quello di GOAT… Sei un simpatico provocatore 😉
I numeri ti danno certamente ragione. Altre considerazioni ragionevoli lasciano il posto a qualche dubbio, dovrai ammetterlo. Nelle sue migliori stagioni Borg era uno schiacciasassi ALMENO quanto lo è stato Rafa nelle sue migliori stagioni.
Più in generale, invece, Borg è certamente l’unico della storia ad aver dominato a lungo e a quel modo, sia sulla terra, sia sull’erba. L’unica pecca della sua carriera è quella di aver sempre mancato, per una ragione o per l’altra, gli US Open (anche grazie a qualche “spintarella” decisiva arbitrale…). Gli AO invece non contano, non ci è mai andato, salvo forse una volta da giovanissimo.
Infine, come ricordato da alcuni, Borg era fisicamente alla frutta a 26 anni, e fece bene a ritirarsi, altro che troppo presto. Usava la schiena e tutto il tronco come una molla per imprimere potenza addizionale. Alcuni giocatori hanno strutture fisiche in grado di reggere continue sollecitazioni di quel tipo, Borg non l’aveva.
Lo svedese resta tutt’oggi fra i pochi grandissimi del tennis, anche se i crudi numeri ti danno certamente ragione riguardo al “King of Clay”.
@ Mauver (#2048553)
Hai ragione, grazie a loro ho scoperto il tennis, e ancora mi diverto …..
Poi se penso che all’epoca ogni giocatore aveva il suo stile (o quasi….) e oggi sembrano tutti uguali…
Beh dai… non esageriamo… e lasciamo da parte questioni extratennistiche e quel tentativo di ritorno andato male…
No, non contende più, il titolo è ampiamente di Nadal da diverso tempo. 10 Roland Garros, 10 Montecarlo, record di vittorie consecutive sul rosso, record di tornei vinti sul rosso! E non in un’epoca qualunque, ma nell’epoca del Re e di Djokovic! Nadal è il migliore sul rosso della storia! anche se è dura digerirlo e ammetterlo per qualcuno… durissima, lo so…
Beh… non un motivo per invidiarlo, da parte mia… 🙂
Che epoca la sua, con connors e mcnroe e poi lendl campioni immensi di un epoca bellissima del tennis. ..
Quando ne hai giocati di meno, è facile avere una percentuale di vittorie più alta. Quindi se io vinco la mia prima partita da professionista, ho una percentuale del 100%, dovrei fare invidia a Federer?? 😀
Esempio assoluto di concentrazione e forza mentale su un campo…credo di non averlo mai visto far trasparire alcun tipo di stato d’animo durante un match…era emozionante senza essere emotivo.lo svedesse dagli occhi di ghiaccio.personaggio immenso
@ magilla (
Caravaggio ha fatto più di Borg, Connors, McEnroe, Sampras Federer e Nadal messi insieme. Tutte vite sprecate? … un modo ci sarebbe per risponderti …
l’idolo della mia gioventù, quando si ritirò non volevo crederci; infatti staccai un pò dal tennis.
e non dimentichiamo che bjorn ha una migliore percentuale di vittorie a parigi rispetto a nadal 🙂
Con le percentuali siamo quasi in perfetto accordo: io ‘democraticamente’ direi 33.3periodico, 33.3periodico e 33.3periodico 🙂
Possiamo dire tutto di tutto in positivo o negativo.
Ma come diceva una vecchia pubblicità… Basta la parola.
E il nome BORG ha reso il tennis uno sport seguito e giocato da una buona massa.
Come Panatta in Italia Borg nell’universo.
Aoh Borg è Borg. Anche se il mio idolo fu Mc Enroe.
forse hai ragione…..anche se Caravaggio credo abbia fatto cose più’ importanti di Borg….
@ Bjorn borg (#2048497)
In realtà molti dimenticano che quella con Arrese non fu l’unica partita del comeback. Ne disputò 10, l’ultima nel 1993 contro Volkov. Perse nonostante un match point a favore
Si,si, il mio commento era appena dopo quello del confronto con Nadal come re del rosso.
l’affermazione che era all’apice è un falso storico
era in realtà in fase declinante
battuto negli ultimi slam da mcenroe con lendl in forte ascesa
questo nulla toglie ad un grandissimo campione che rivoluzionando gli schemi tattici del tempo si affermò con l’efficacia del suo tennis da fondo
Ma come si fa a dire una cosa del genere. Anche caravaggio non era uno stinco di santo. Non ne parliamo come pittore ?
A 35 anni e con la racchetta in legno. Non fa testo
Hai ragione. Quanta nostalgia
..vi ricordate che ha sposato la nostra Loredana Bertè…!!!
@ Top100 (#2048374)
Ricordo un’esibizione contro Panatta (mi sembra al Palaverde) con mia figlia di dieci anni che dopo pochi scambi mi chiese (indicando Panatta): “è lui vero Borg?”.
Panatta infinitamente più talentuoso, ma nel tennis il talento conto sì e no un 30%. Un altro 30% il fisico ed il 40% la testa, intesa come determinazione, concentrazione, tattica di gioco, riflessi, continuità e carattere vincente.
Il rientro, poi, fu veramente penoso. Ricordo bene quella partita contro Arrese a Monte Carlo. Le dita fasciate per le vesciche che stringevano la racchettina in legno; un piazzamento sul campo un metro dietro la linea di fondo, già allora improponibile; un rovescio al rallentatore; il servizio, una rimessa in gioco. In quegli anni di assenza, il tennis era spaventosamente cambiato.
Aveva incredibili capacità di concentrazione e di dedizione al lavoro, unite ad una particolare tecnica, molto dispendiosa soprattutto per quanto riguarda la schiena. Le incredibili torsioni lombari, senza le quali non avrebbe potuto ottenere quella palla così difficile da gestire per gli avversari, ne avevano minato il fisico. In diversi avevano pronosticato una breve durata della carriera, proprio per l’incredibile quantità di energie che spendeva ad ogni incontro. Vicissitudini personali e una certa propensione per gli eccessi avevano completato il quadro.
Non esageriamo: McEnroe/Borg a Wimbledon era tutto tranne che noioso. Borg faceva s&v sistematico sull’erba. Sul mattone tritato siamo d’accordo.
@ Viktor (#2048279)
Ma aveva 35 anni
Borg è a mio parere l’esempio più lampante di precocità tennistica. Dopo aver vinto il torneo dell’Avvenire sui campi dell’Ambrosiano a Milano lasciando pochissimi game ai suoi avversari tra i quali mi piace ricordare Vattuone, riusci a vincere entro il 1976 Parigi ( due volte) e Wimbledon davanti ad un esterrefatto Nastase. Non solo, a 19 anni appena compiuti batté praticamente da solo la Cecoslovacchia del più esperto Kodes. Dopo la vittoria del 1981 di Parigi non riuscì più a ripetersi, complici alcuni problemi fisici legati alla colonna vertebrale e alla spalla ma anche l’introduzione di racchette nuove in materiali e modelli alle quali lui forse non riuscì ad adattarsi, come invece fecero altri giocatori.
A dir la verità tentò di tornare sulla scena grazie all’aiuto che gli offrì Adriano Panatta, ma il suo rientro non fu all’altezza (vedi Montecarlo).Mi piace ricordare che Adriano fu l’unico che riuscì a sconfiggerlo per ben due volte a Parigi. La prima volta quando era ancora ragazzino nel 1973 ma anche nel 1976, interrompendo almeno momentaneamente un dominio incontrastato che nemmeno il miglior Vilas riuscì mai a scalfire. L’argentino che sulla terra era una specie di l’ira di dio, si dovette accontentare di vincere a Parigi una sola volta,nel 1977, quando lo svedese non si presentò ai nastri di partenza. Ero ragazzino, ma i ricordi di quel tennis tra il bianco e nero e a colori rimangono per me unici e irripetibili.
guardando la foto, ha gambe molto simili a quelle di Nadal (leggermente più lunghe, ma la coordinazione è simile)
Comunque articolo bellissimo,complimenti ad Orecchio!
Io ricordo bene un gioco monotono, mi addormentavo sempre, forse si annoiava lui stesso ,si è stufato e ha smesso.
Non penso che lo stesso si possa dire anche di Nadal.
Probabilmente sarebbe stato il più grande di sempre se non avesse lasciato così presto!
…e che contende a Nadal il titolo di best player all times…SUL ROSSO.
Borg grande. Però ha provato a rientrare con pessimi risultati.
Bjorn borg è un esempio di vita umana sprecata…..forse il tennis come sport non ci guadagna a parlare di lui come esempio di campione tennistico
Borg immenso!