Nuova lega giocatori: i pareri dei tennisti
Fondare un sindacato autonomo, distinto dall’ATP, per garantire ed estendere gli interessi anche ai tennisti non privilegiati. Questa idea, presentata da Novak Djokovic durante il consueto meeting tra giocatori tenutosi in occasione degli Australian Open, nasce a seguito dei guadagni degli atleti ritenuti insufficienti se messi a confronto con i considerevoli incassi dei tornei Major. Ai protagonisti sul campo, infatti, viene riconosciuto sotto forma di prize money solamente il 7% degli introiti totali di uno Slam. Una differenza notevole con la Lega professionistica NBA, ad esempio, in cui i cestisti percepiscono all’incirca il 50% degli incassi complessivi. Di norma, nelle manifestazione del circuito maggiore, i giocatori mettono in tasca propria una percentuale compresa tra il 15 e il 28%. Se da una parte sono incrementati in maniera evidente i premi (+113% negli ultimi 10 anni) anche nei tornei di fascia minore, dall’altra, secondo Djokovic, sarebbe necessario un intervento per ridurre la forbice tra “ricchi” e “poveri”. Una disuguaglianza non indifferente se si pensa che sono stati 42 i tennisti ad aver guadagnato oltre 1 milione di dollari in singolare nella passata stagione e che solamente in 188, disciplina del doppio esclusa, hanno oltrepassato la soglia dei 100.000 $ di guadagni lordi. La questione sollevata dal campione serbo non si limita al solo montepremi ma si interroga anche sul livello qualitativo dei tornei e sulla fitta programmazione in calendario. Una discussione trita e ritrita, in cui ATP (che rappresenta giocatori e tornei nella medesima misura) e tennisti hanno necessità e bisogni talvolta in antitesi. Doveroso sottolineare come l’istituzione di un sindacato implicherebbe decisioni duri e discutibili. Qual è la soluzione migliore?
OPINIONI TENNISTI
RAFAEL NADAL
“Ciò che conta davvero è fare in modo che ci siano più giocatori in grado di vivere grazie al tennis. Per fare questo i tennisti devono parlare tra loro, è secondario parlare di ‘unione’ o non ‘unione’. Il mercato è il mercato, non si può combattere – ha dichiarato il maiorchino in risposta alla domanda tra guadagni nel calcio e nel tennis -. Ogni sport va per la sua strada e i tennisti e tutto il movimento devono pensare a come rendere migliore lo spettacolo offerto – aggiunge Rafa – altrimenti non si otterrà nessun miglioramento”.
ROGER FEDERER
“La cosa buona è che tutti i tennisti stanno parlando fra loro. Quando non si parla, non si fa nulla. Non è una cosa che facciamo tutti i giorni. Non riusciamo ad essere tutti nella stessa stanza sempre. Possiamo stare insieme negli spogliatoi, fare qualche piccola riunione. Ma organizzarci per essere tutti insieme è molto difficile perché abbiamo tutti differenti impegni. Dobbiamo fare uno sforzo per essere insieme e parlare. Credo che qualunque sia l’argomento è positivo poter parlare e sembra che lo stiamo facendo”.
KEVIN ANDERSON
“Oggi le cose vanno meglio fino a 5 anni fa. Se sei top-100 ATP, hai un buon tenore di vita. Vogliamo giungere a 150, 200 e oltre – afferma il sudafricano – capisco che i giocatori vogliano di più, però capisco anche la visione opposta: il tour è composto al 50% da giocatori e al 50% dai tornei. Questo porta a contrasti e malumori, ma continueremo a cercare una buona soluzione. Prize money uguale tra donne e uomini? Sono temi di cui si dibatte costantemente – sostiene Kevin Anderson – ma per adesso non c’è molta sostanza”.
RYAN HARRISON
“Sono favorevole alla nascita di un sindacato dei giocatori: in un certo senso, le uniche persone che ci rappresentano lo fanno anche per conto dei tornei. Mi piacerebbe che ci fosse una forma di rappresentazione senza condizionamenti esterni. Non vogliamo andare contro i tornei, ma su certi argomenti potrebbe avere senso la presenza di una voce tutta per noi. Quando pensi a un giocatore dell’NBA o dell’NFL pensi a un conto in banca a sette cifre, cosa neanche immaginabile per la maggioranza dei giocatori iscritti ai main draw degli Slam”.
VIKTOR TROICKI
“È ridicola la percentuale di entrare degli Slam che poi percepiamo noi tennisti anche se loro dicono che stanno aumentato i premi in continuazione. È vero, ma stanno anche guadagnando molto di più rispetto al passato. Quindi c’è un problema”.
Luca Fiorino
Molto bene che i giocatori inizino a parlarne: è importante che anche chi gioca costantemente i futures possa sentirsi pienamente professionista con adeguato corrispettivo. Nei futures si formano i nuovi campioni e non è detto che tutti lo diventino in uno o due anni: troppi giocatori smettono dopo uno/due anni solo per ragioni economiche.
I numeri mi sembrano corretti… cosi’ come mi sembra giusto che al terzo anno i cui si naviga tra il 150 ed il 200 devi decidere cosa fare da grande… insomma il 150 al mondo di quasi tutti gli altri gli sport (tolti Calcio e qualche sport US) non puo’ permettersi di vivere di sport.
La funzione propulsiva di questo sport dovrebbero essere le federazioni e le accademie (circoli sportivi) che avrebbero mezzi e possibilita’ di ridurre i costi per i giocatori e di aumentarne i ricavi.
La questione è molto complessa. Innanzi tutto, si parla di percentuali sugli incassi. Poco pertinente… bisogna riferirsi agli utili, non agli incassi.
Se è vero che gli slam hanno elevata redditività, allora si potrebbe pensare ad un prelievo di una certa percentuale di utili, con cui poter poi alzare un po’ i montepremi di ch e future.
Certo che per non far giocare i giovani in pesante perdita, i future dovrebbero avere un minimo di 25.000 $ più ospitalità.
Un capitolo di spesa assai oneroso è rappresentato dai viaggi. Non so se i giocatori godano di qualche convenzione o altre agevolazioni. Potrebbe essere un altro punto su cui lavorare.
Bisogna distinguere tra fatturato e profitto. Ho i miei dubbi che uno slam faccia utili per oltre 600 mln di dollari l’anno (perche’ il prize money e appox 50 mln). Secondariamente i giocatori NBA, cosi’ come quelli di calcio sono dei dipendenti di societa’ sportive (alcune delle quali sono del SPA) e sono le societa’ a pagare i giocatori non la FIFA o la UEFA.
Una stagione di Un giocatore italiano costa mediamente 70.000euro, se poi ha una classifica tra i 150 e 250 ATP guadagna mediamente 100.000 euro. su questa cifra deve pagare le tasse se e’ residente in italia (circa il 30-40%). alla fine della stagione va giusto in pareggio se non in perdita. se prova a scaricare i costi arriva LErario e si accanisce .
contestando praticamente tutto
grazie mille per la risposta
questo sicuramente fuga ogni dubbio sul fatto che un giocatore che partecipa, con buona continuita’, a tornei del circuito maggiore puo’ dormire sonni tranquilli
discorso diverso per i futures quindi (anche forse per i challanger)
No ,il discorso è un altro ,un esempio il torneo di wmbledon incassa cifra a caso 300 milioni ,di questi il 10% va come montepremi , i tennisti vorrebbero una percentuale maggiore
A me l’idea che gente che guadagna milionate l’anno grazie a questo sistema faccia qualcosa suona strana…
Soprattutto un tennista che ha una mentalità personalistica e verticistica…mi sembra più un tentativo di presa di potere da sperdere pro domo propria, magari regalando qualche bricioletta ai desaparecidos e magari aumentando il montepremi del vincitore di un altra milionata, oppure semplicemente per iniziare una nuova carriera post tennis giocato…
@ Andreas (#2025639)
Nono, vuol dire che l somma è giusta ma il Prize Money che è scritto sotto ogni torneo è solamente una piccola parte degli introiti del torneo, qua si parla di aumentare il Prize Money totale
scusate per la mia ignoranza
quindi quando vado sul sito ATP e leggo, per esempio, secondo turno 15000 euro significa che il giocatore ha intascato solo 1.500 euro ?
è per fare un esempio…. io credevo che andasse l’intera somma al giocatore che poi avrebbe pagato coach vitto alloggio ecc…..
chiedo scusa per questa domanda
E secondo te se mettono un montepremi minimo di 25000 dollari più ospitalità i future da 10000 o 15000 che fine fanno?
Diciamo che un 5%/10% magari adegueranno il montepremi, il 90% spariranno… non credo sia un vantaggio per i tennisti.
Il sindacato dei giocatori di tennis professionisti esiste dal 1972 e si chiama ATP.
Il corrispettivo femminile è la WTA.
Il sindacato dei tennisti mi sembra una cosa assolutamente logica e sensata, a patto di non farne un cattivo uso.
Se deve avere lo scopo di garantire guadagni sufficienti per vivere a una quantità di giocatori maggiore rispetto a quella attuale, direi che è sacrosanto quanto stanno facendo. Sul fatto che ai giocatori debba essere riservata una percentuale più alta degli incassi, qui si entra in un campo delicato e non si possono dare giudizi superficiali. Bisogna prima conoscere bene il contesto.
Ben venga il sindacato dei giocatori . Priorità : tutti i tornei compresi i futures devono dare ospitalità a tennista e coach . Montepremi minimo dei Futures 25000 dollari . Istituire fondo pensione. Istituire corsi di formazione per ex giocatori .