Australian Open: Marta Kostyuk, classe 2002, con Rogowska la prova del nove
Marta Kostyuk è una giovane tennista classe 2002. Mentre le sue coetanee si dividono fra banchi scuola, allenamenti e tornei Under 18, lei è a Melbourne Park a giocare nel tabellone principale degli Australian Open.
Gli Australian Open Juniores? Macché, il torneo dei grandi, che l’ucraina si è guadagnata passando attraverso le qualificazioni, superate brillantemente dopo aver messo in riga Arina Rodionova, Seguel e Krejcikova.
Come se non bastasse, l’attuale numero 521 del mondo ha vinto anche il suo match di primo turno contro la 27esima giocatrice WTA, Shuai Peng. Le quasi cinquecento posizioni di divario in classifica tra le due non si sono viste sul campo, Un 6-2 6-2 senza storia, al quale però bisogna allegare anche le condizioni fisiche precarie della cinese, ancora alle prese con un fastidio al ginocchio.
A quindici anni, quindi, Marta Kostyuk ha raggiunto il secondo turno in un torneo dello Slam ed ha fatto il suo ingresso in Top-300. E ora, come se quattro vittorie a Melbourne all’età di 15 anni non bastassero, c’è una grossa possibilità che la tennista ucraina possa conquistare anche il quinto successo sul veloce australiano: nella notte, infatti, incontrerà Olivia Rogowska, wild card locale n.180 del ranking, in quello che da appassionati ed addetti ai lavori è definito come la “prova del nove”, il match da non sbagliare per una predestinata come lei.
Passata di recente per l’Italia, dove ha svolto gran parte della preparazione invernale, Marta è seguita da Ivan Ljubicic, presente nel suo box durante gli incontri di qualificazione, e proprio a riguardo ha commentato: “Non potete immaginare come mi sento quando Ivan segue le mie partite da vicino. Ora penserò al prossimo match, non mi concentrerò sul fatto di essere stata la più giovane ad aver vinto un match in uno Slam”.
Con i suoi 15 anni, l’ucraina è infatti diventata la giocatrice più giovane ad aver vinto in incontro in uno Slam dagli US Open 2014, torneo nel quale ci fu la definitiva consacrazione di Cici Bellis, che riuscì a sconfiggere Dominika Cibulkova.
Battuto, inoltre, anche il record di “precocità” per quanto riguarda gli Australian Open: il record era detenuto da Martina Hingis, che si spinse fino ai quarti di finale nel 1996.
Se son rose, fioriranno… Ma a giudicare da tutti questi record, questa ragazza è tutto tranne che una semplice tennista.
Lorenzo Carini
TAG: Australian Open, Australian Open 2018, Marta Kostyuk
In questo decennio non c’è assolutamente un problema di ricambio, che è persino eccessivo. Sì, ok, Serena ha fatto il bello e il cattivo tempo, ma nulla di paragonabile con lo stallo dittatoriale maschile.
Gente come la Kostyuk, sale velocemente come scende velocemente, non possiamo saperlo.Il mio ricordo della Oudin è sempre presente.
Mi sembra che finalmente ci sia del ricambio tra le ragazze, ce ne sono parecchie che danno l’impressione di essere in rampa di lancio!
Grandissimo radar, mi hai fatto quasi commuovere anch’io ho seguito le imprese della Capriati. Grazie!
Jennifer Capriati: me la ricordo come fosse ieri, eppure sono passati quasi 30 anni.
Parlo della prima Capriati, la bambina prodigio, la seconda, quella che vincerà i 3 Slam e diverrà nr.1 del mondo, passa in second’ordine ora.
Talento mostruoso, qualcosa di inimmaginabile: a 14 anni giocava alla pari con Evert, Navratilova, Graf, Sabatini, Seles, Sukova…
Mai nessuna come lei…ebbe un impatto terrificante all’esordio nel circuito: primo torneo subito finale, secondo torneo altra finale e ingresso nel ranking direttamente al n.24.
Quando arrivò a Roma (era il maggio del 1990..), nel regno di Gabriela Sabatini, per poco non tolse la scena alla Regina del Foro, la meravigliosa Gaby…
Sul campo volavano le sue risposte fulminanti, i suoi anticipi e i suoi colpi potenti che stridevano col suo fisico da teenager.
Ah Jennifer, tennis sublime era il tuo, prima che i demoni si impadronissero di te e del tuo smisurato talento, avvelenandoti l’adolescenza….tornerai, poi, a prenderti, solo in parte, ciò che avrebbe potuto essere interamente tuo, ma fu così bello rivederti in campo, che i “pochi” titoli conquistati, rapportati alle tue immense potenzialità, passarono in secondo piano.
Ti devo molto di quegli anni, siamo praticamente coetanei e ho seguito interamente la tua parabola, la parabola del più grande talento e prodigio tennistico che mai si conobbe…
@ Cips (#2012660)
WC in virtù della vittoria Jr dello scorso anno.
Che bello vedere che è così giovane.
Dissento su un altro punto…che le coetanee di discreto/buon livello (diciamo entro le 200 ITF JR e anche qualcosa meno) passino del tempo sui banchi di scuola……cosa per il 90 e passa % di loro non vera assolutamente. In realtà sono tutte professioniste che studiano online o con formule particolari che sperano di emulare quanto prima la fortissima Marta che è un fenomeno al pari della 2004 Cori Gauff.
Ma da 521 wta come ha fatto a fare le qualificazioni?se vincesse domani sarebbe top 250 e dentro alle quali slam per almeno quest’anno
@ Saby (#2012582)
perchè a qualcuno sfugge la nozione di “record” 🙂
Dissento solo su un punto: Rogowska NON è una “prova del nove”, espressione che comunque sarebbe da abolire.
L’incontro con l’australiana non significa assolutamente niente nella carriera dell’ucraina, che perda o vinca (cosa più probabile), solo un episodio che assume importanza giusto per la cornice, se si incontrassero in un ITF ben pochi ne parlerebbero.
Kostyuk basta guardarla giocare per cinque minuti per capire che siamo al cospetto di un vero fenomeno, quantomeno di precocità, non sarà certo l’incontro con Olivia a modificarne la cifra.
La Wta introdusse la “regola Capriati” (dal nome dell’ultima baby prodigio: Jenny era veramente un fenomeno di precocità..) proprio per limitare l’accesso al professionismo sotto a una certa soglia di età, perché non succedesse più quello che successe alla Capriati, capace a 14 e 15 anni di giungere in semifinale a Parigi e a Wimbledon, ma poi travolta da tanta notorietà e che dovette affrontare, anche a causa di ciò (“Newsweek” arrivò a definire Jennifer “l’ottava meraviglia” in quel periodo di fine anni ’80 e primi anni ’90, dopo i suoi strepitosi risultati sui campi da tennis) un’adolescenza complicata.
“Norma Capriati”: sotto i 14 anni, è vietato giocare tornei validi per il circuito ITF o WTA. Dai 14 ai 17 si può partecipare a un numero limitato di eventi: 8, 10, 12 e 16. In realtà, c’è una scappatoia: se i risultati sono davvero positivi, si possono aggiungere fino a quattro tornei.
Marta giocatrice che mi piace molto anche per il suo gioco,come ha gia scritto Radar sarebbe bello vederlo contro la sua connazionale maggiore e chissà…sognare è lecito
Beh comunque ha superato le quali, brava anche solo per quello!
Pensando poi che nessuna delle nostre, molto più “esperte”, è riuscita a fare altrettanto
Sta ragazza sembra abbia numeri davvero importanti, spero di vederla al più presto per farmi un’idea! 😀
Scusate, forse è subentrata qualche regola che mi sono perso. Ma la Capriati arrivò in semifinale nel 1990 al RG e aveva 14 anni. La Sabatini nel 1985 in Sf sempre a Parigi ne aveva 15 e la Seles a 16 nel 1990, sempre a Parigi vinse il torneo. Qualcuno mi può spiegare perché si parla per Kostyuk e Bellis di record?
Peng è scesa in campo solo per l’assegno, ma ciò non toglie alcunché a Marta.
Si è meritata il 2T e ora ha un’avversaria non impossibile.
Vederla al 3T contro Svitolina non sarebbe male…
Per amor di verità, Martina Hingis era più giovane di 3 mesi nel torneo del 1996 rispetto alla Kostyuk di quest’anno.