Il 2017 di Stefano Travaglia: “È stata una stagione molto positiva, adesso manca solo la top 100.”
Stefano Travaglia è indubbiamente la sorpresa più bella del tennis italiano nel 2017. Il marchigiano, di cui quasi tutti ormai conosciamo la storia e la sfortuna che lo ha perseguitato negli anni scorsi, ha iniziato l’anno oltre la trecentesima posizione e lo ha concluso dopo aver giocato, da protagonista, Wimbledon e Us Open. “È stata una stagione molto positiva” – dichiara soddisfatto il 26enne nato ad Ascoli Piceno – “sono riuscito a giocare per tutto l’anno fin dai primi giorni di gennaio, quando ho iniziato il 2017 in Spagna con gli Itf. Penso che il fatto di non aver avuto nessun intoppo fisico sia stato il motivo che mi ha fatto ritrovare la serenità in campo e permesso di centrare risultati importanti”.
Ciao Stefano. Due slam vissuti al massimo. Qual è il rammarico più grande e la soddisfazione maggiore nelle due esperienze slam?
Quest’anno, sia a Wimbledon che agli Us Open sono riuscito a centrare la qualificazione al tabellone principale e per me è stata un’impresa, perché nelle partecipazioni precedenti, ovvero qualificazioni slam degli Us Open 2014 e degli Australian Open 2015 non ero riuscito a vincere nessun match. Non ho alcun rammarico, mentre la soddisfazione più grande è stata indubbiamente vincere un turno nel main draw dello slam americano.
Dall’ultima intervista che abbiamo fatto quattordici mesi fa, hai raggiunto quasi tutti gli obiettivi prefissati. Manca solo la top 100…
Esattamente. Come hai giustamente detto manca solo la top 100. Io penso che, se continuo a lavorare così con il mio team alla Tennis Training di Foligno, entrare nei cento non sia tanto lontano perché già in questa stagione ho fatto un salto di qualità importante sia dal punto di vista atletico che tennistico, ma soprattutto mentale.
Hai dimostrato di poter ottenere risultati positivi su tutte le superfici. Pensi che la duttilità e la capacità di adattamento a qualsiasi condizione di gioco sia il tuo punto di forza?
Ho giocato spesso su terra perché è una superficie che mi piace ma soprattutto perché ero reduce da infortuni e il consiglio dei medici era quello di giocare su una superficie non tanto dura, mentre da quest’anno ho ripreso a giocare su tutte le superfici ed ho ottenuto ottimi risultati su superfici diverse e penso che questo sia un mio punto di forza perché ho la possibilità di programmare i tornei con maggiore varietà senza essere vincolato ad una singola superficie.
Il finale di stagione è l’unico neo di un’ottima annata. Pensi abbia influito la stanchezza o ci sono altri motivi che ti hanno impedito di rendere come puoi?
Nel finale di stagione ho patito la stanchezza dovuta principalmente alle molte energie usate a inizio anno nel giocare 5 partite a settimana nei Futures in Spagna e Tunisia. Sapevo di non poter reggere a quei ritmi per tutto l’anno.
Il 2018 è ormai alle porte. Cosa chiedi al nuovo anno? Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?
Il 2018 sta per iniziare e come tutti gli anni mi pongo nuovi obiettivi. Il mio per il prossimo anno è di raggiungnere la top 100 e successivamente migliorarla e mantenerla. Devo affrontare i tornei come ho fatto quest’anno, con molta tranquillità interiore e cercando, match dopo match, di aumentare il mio livello di gioco.
Qual è stato il ruolo della famiglia nella tua rinascita sportiva?
Tutto ciò che sono riuscito a raggiungere è solo grazie alla mia famiglia, a mamma Simonetta e babbo Enzo, che da sempre mi hanno indirizzato verso questa meravigliosa strada, senza pressioni di alcun genere.
Sei stato intervistato da Ben Rothenberg sul New York Times. Roba non da tutti, ma meritata dopo la vittoria su Fognini e gli ottimi risultati agli US Open. La tua storia è un bene per il tennis e per lo sport in generale. Sei orgoglioso di ciò che sei diventato?
È stata una bellissima intervista di un’ora post match contro Fognini. Come ho detto nella domanda precedente, sono riuscito ad arrivare a questi livelli grazie alla mia famiglia e ne sono molto orgoglioso, ma allo stesso tempo sono consapevole che questo deve essere un punto di partenza, una solida base per puntare ancora più in alto. Un grazie speciale va alla mia ragazza Maria Paola che mi é sempre vicina in ogni momento della mia vita, che mi ha aiutato a superare i momenti difficili che ho avuto e che ha sempre creduto in me anche quando le cose non andavano come desideravo.
Antonio Galizia
TAG: Italiani, Stefano Travaglia
Vogliamo la top 100, ci crediamo
Grande Steto . Hai l’incondizionato tifo di Vivie e Carlo.
Sempre cosi. Avanti e forza!!!!! Sei bravissimo e ti meriti grandi risultati
Steto è un idolo. Ciò che ha realizzato è degno di Superman. Il solo fatto che ci sia gente che oggi possa permettersi di affermare che se non entrerà nei primi 100 sará una delusione, rende l’idea della grandezza dell’impresa che ha realizzato: 14 mesi fa pochi lo avrebbero definito un professionista della racchetta. Davvero massimo rispetto per questo ragazzo, lo tiferó sempre, nelle sconfitte e nelle vittorie.
Bella intervista, complimenti a intervistato e intervistatore.
Gran 2017 Stefano , lo mejor está por llegar #top50 #vamospormas #gladiador
Grandissimo Steto! Una stagione da incorniciare per lui con tante partite vinte…ora nel 2018 l’obiettivo deve essere la top100 che è alla portata per il tuo livello di gioco. Forza Steto 😉
Grande Stefanone avanti tutta cosìììì!!!!
Sicuramente la sorpresa positiva del tennis maschile italiano degli ultimi 12 mesi, insieme a Berrettini.
Però deve evitare di sbroccare così spesso, altrimenti si trasformerà in un Fognini dei poveri
grande steto ! un ragazzo che ha lottato e vinto contro la sfortuna ! ora un grande 2018
in bocca al lupo !
Programma? Andrà in sudamerica a febbraio e poi nei mille americani a marzo?
Grande Stetone , avanti tutta per un 2018 pieno di soddisfazioni …..
Super Steto Travaglia, protagonista di una stagione magnifica. Il 2018 lo voglio n°2 d’Italia alle spalle di Fognini