Open Court: 2018, attenti a “quei tre” (di Marco Mazzoni)
Dicembre è il mese del riposo, dei bilanci e… dei pronostici. Dopo un’annata così particolare è un azzardo buttarsi in previsioni per la stagione prossima. Nessuno poteva immaginarsi un 2017 dominato in modo dispotico dai due più grandi campioni dell’era Open, come le crisi fisiche o tecniche di molti big. Questo ha generato una stagione strana, che però ci ha regalato anche molte emozioni e sorprese. Dimitrov chiude al n.3 dopo aver vinto Masters ed un 1000; la crescita spettacolare di Zverev e di molti altri giovani, come Rublev e Shapovalov solo per citarne due. La top 100 si è discretamente ringiovanita rispetto a fine 2016, e tutto lascia pensare che nel corso del 2018 molti dei NextGen saliranno parecchio. Chi? Non mi piace azzardare pronostici, però è indubbio che Denis e Andrey potrebbero essere grandissimi protagonisti, come anche Khachanov, Tiafoe e Tsitsipas, per fermarsi ai più “caldi”. Sarebbe il compimento di quel ricambio generazionale da molti invocato, e tutto sommato auspicabile perché la novità – quando accompagnata da qualità – è sempre interessante.
Impossibile fare scommesse. Sarà il campo a raccontarci infinite pagine di tennis, speriamo ricche di spunti. Preferisco segnalare 3 nomi di 3 ragazzi un filo più indietro, ma che credo possano vivere un 2018 importante, di crescita, se non una vera esplosione.
Inizio da quello che tecnicamente mi intriga di più: Corentin Moutet. Figlio della splendida scuola francese, ha incantato tutti a Brest, lo scorso ottobre. Per chi se lo fosse perso, andatevi a gustare gli highlights della partita vs. Tsitsipas… Ha letteralmente fatto impazzire il talento greco a furia di accelerazioni improvvise, colpi precisi in anticipo e palle corte così ben mascherate ed eseguite che Stefanos la maggior parte delle volte nemmeno ci provava. Il suo limite potrebbe essere il fisico: è un “piccolino”, alla Goffin, per altezza e peso, ma che talento, sulla carta non inferiore a quello del belga. Dal suo braccio mancino può uscire di tutto, e grazie ad aperture cortissime “indovinare” le sue traiettorie diventa molto complicato. Velocità di esecuzione, tecnica completa, grande posizione in campo e velocità anche di pensiero. Non disdegna di correre a rete a prendersi un punto di volo sfruttando in contro tempo gli angoli acuti che riesce a generare. In qualcosa mi ricorda Marcelo Rios, e non solo per il “salto” nel rovescio bimane, ma per come dal nulla riesce a cambiare ritmo e trovare angoli difficili, senza apparente sforzo anche su palle senza peso. Il suo potenziale è importante, potrebbe essere un giocatorino di quelli doc, capace di regalarci ore ed ore di tennis delizioso. Forse non vincente al massimo livello, ma chissà… Il 2018 non sarà facile, con una classifica che gli consentirà di giocare i Challenger importanti ed anche qualche ATP, ma seguitelo. Non ve ne pentirete.
La seconda “racchetta” che vorrei segnalare è completamente diversa dalla prima: il norvegese Casper Ruud. Già più noto al grande pubblico rispetto al francese, dopo una primavera 2017 in buona ascesa, Ruud da metà anno si è un po’ eclissato. Capita quando si è molto giovani e l’impatto col tour può essere duro, sia fisicamente che mentalmente. Ed il tennis di Casper ha come capisaldi proprio la spinta, la costanza di rendimento e sostanza più che la fantasia. Tecnicamente è un buon tennista, con discreti margini di crescita in tutti i settori di gioco, per migliorare precisione e costanza di rendimento. Nordico trapiantato in Spagna, ha nei canoni classici del tennis iberico 2.0 i punti di forza del suo gioco. Non è un creativo, magari dalle sue corde non escono quei vincenti che fanno sobbalzare, ma si intravedono qualità importanti, soprattutto per eccellere sulla terra battuta, superficie che paradossalmente è quella più in “crisi di vocazione”, con tanti giovani più attrezzati per campi veloci e gioco offensivo. Di lui mi piace molto l’aderenza dei piedi al terreno, qualità fondamentale sul rosso; e come col rovescio difensivo riesca a trovare facilmente drive lunghi e molto carichi, che da colpi di difesa girano lo scambio facendogli guadagnare campo. Dove invece deve migliorare molto è nel servizio e nella gestione della risposta: al salire del livello, non basta più rispondere lungo e centrale, diventa decisivo saper prendere il rischio già dal primo colpo. Da lui mi aspetto una annata di crescita con buoni risultati anche negli ATP sul rosso. Un ingresso nella top50 (o molto vicino) non è impossibile.
Il terzo nome sarebbe un ritorno molto gradito, dopo continue peripezie: Thanasi Kokkinakis. Il talento aussie si è appena riaffacciato sul tour dopo tanti di quei problemi fisici da far apparire l’Odissea uno scherzo… Battute a parte, “Kokki” è stato terribilmente sfortunato, evidenziando una fragilità fisica direttamente proporzionale al suo talento e potenziale. E’ un giocatore molto noto, quindi non è necessario presentarlo. Ha colpi, potenza e completezza tecnica per essere un top10 ed ambire a vittorie di massimo prestigio, parere condiviso da chi il tour lo bazzica da protagonista. Ricordo solo un pomeriggio a Parigi, anno 2015. Thanasi era in campo sul 18 vs. Basilashvili. Una battaglia feroce di pallate, e grande spettacolo. Uscito dal campo per una piccola “sosta tecnica”, nel rientrare da un angolo dello sperduto campo parigino trovai Vajda, coach di Djokovic, che scrutava con attenzione i colpi dell’aussie insieme al preparatore austriaco di Novak. I due guardavano con attenzione e prendevano appunti, visto che Kokkinakis era un possibile avversario di terzo turno del loro assistito (ed infatti i due si scontrarono). Dopo un dritto clamoroso dell’aussie, i due si guardarono con faccia allibita, e Marian disse “Questo qua è uno vero…”. Già. Potrebbe essere uno di quelli “veri”, a patto che il suo fisico (ginocchia, anche, schiena e chi più ne ha più ne metta…) lo lasci finalmente in pace, supportando il suo tennis potente e spettacolare. Negli ultimi giorni sta postando sui social diverse foto in cui lavora alacremente, da solo o con l’amicone Kyrgios. Sembra “sano”, e voglioso di iniziare a casa sua un 2018 da protagonista. Sarebbe un grande ritorno per il tennis che conta. In bocca al lupo…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: 2018, Casper Ruud, Corentin Moutet, giovani, Marco Mazzoni, NextGenATP, Open Court, Thanasi Kokkinakis
@ sognodisole (#1998761)
Prontissimo a sentenziare 😆 … 🙄 Si vede che Moutet non lo conosci per niente. Averne di questi “onesti” tennisti classe ’99. Quinto Mondiale U20 e 156 ATP. 💡 ➡
@ cataflic (#1998746)
Moutet è alto quanto Ferrer, lo conosco un po’, il suo limite è nella testa, (è anche un po’ antipatico) se la mette a posto, ne vedremo delle belle.
Io voto Quinzi e Baldi per il futuro italiano
@ ilsempreverde (#1998872)
E’ di buonumore, meglio per lui
@ sognodisole (#1998861)
Ridi per così poco? Beato te… 🙂
ahhahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaaaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaha
Moutet ha perso non piu’ di 2 mesi fa, in piena ascesa, da Pellegrino. Magari arrivasse qualche exploit clamoroso da qualcuno dei nostri, una volta tanto per la legge dei grandi numeri. Uno fra Baldi, pellegrino, sonego, quinzi, Napolitano ed ovviamente Berrettini. Sceglietelo voi
Sperando sempre che anche Quinzi possa dare fastidio a più di qualcuno. Non è un caso portare al terzo, su terra, Lorenzi né giocare alla pari con Shapovalov, Rublev e Chung.
kokki purtroppo la vedo dura fisicamente..troppa sfortuna.
gli altri due onesti giocatori ma niente di piu’…
niente a che vedere coi rublev,shapo e alexander…
Ha un altro quid rispetto ad Arnaboldi, un altro passo. Però resta leggerino e certi giocatori sono troppo pesanti per farsi irretire dalle sue invenzioni. Per me un futuro top 50 ma non molto di più. Gli va dato il merito di fare un tennis ad oggi sconosciuto.
@ New Balls Please! (#1998747)
adoro Denis, a breve ne parlo 🙂 Buon tennis
@ New Balls Please! (#1998747)
Tra tutti i nomi indicati non sarebbe male emergesse ogni tanto un Ns giocatore 😎
Ho visto la partita in questione. Moutet mi sembra un giocatorino alla Arnaboldi, bravo a far tutto ma con poco (pochissimo) peso sulla palla. Con tutto il rispetto per Arnaboldi e per Mazzoni
Grande Mazzoni, 3 giovani assolutamente da seguire!
Moutet è uno di quei giocatori sempre più rari da trovare, un prestigiatore prestato al tennis. Insieme a Bublik forse il Next Gen più divertente e spettacolare. Come risultati forse non farà grandissimi exploit ma non si sa mai…
Ruud potrebbe diventare un ottimo specialista della terra rossa (altra categoria quasi in estinzione) che potrebbe togliersi grandi soddisfazioni in futuro. Quest’anno deve fare il salto di qualità, entrare in top 100 e giocare con continuità i tornei maggiori.
Kokkinakis è stato quasi 2 anni fermo, veramente sfortunatissimo il ragazzo. Spero veramente che possa restare lontano dagli infortuni e che riesca ad entrare nei top 50 perchè se lo merita assolutamente. Quest’anno in uno dei pochissimi tornei a cui ha partecipato (Los Cabos) ha battuto Tiafoe, Fritz e Berdych prima di perdere solamente da un Sam Querrey indiavolato!
Quest’anno sono molto curioso anche di vedere all’opera il baby fenomeno Auger-Aliassime che adesso si sta allenando con Federer a Dubai. Spero che anche il talentuoso Kozlov possa fare passi avanti, perchè sono quasi due anni che è fermo come gioco e classifica.
Ultima cosa volevo chiedere a Mazzoni cosa pensa di Shapovalov, di cui non ho ancora sentito il parere in merito 🙂 Per me è il miglior prospetto in assoluto tra tutti i giovani usciti negli ultimi anni (al livello di Zverev se non di più).
Kokkinakis è di cristallo, onestamente non so se riuscirà mai ad avere continuità, ma è vero che facesse due stagioni complete ce lo troveremmo vicino ai top.
Goffin è 1,80 mentre Moutet 1,75…un po’ piccolo…Rios mi sembra il paragone migliore. Penso che oggi con i top sia troppo leggero, però forse abbiamo trovato il Santoro2