Open Court: Djokovic – Stepanek, la “strana coppia” (di Marco Mazzoni)
Dopo settimane di voci e speculazioni, l’ufficialità è arrivata dai diretti interessati con un “siparietto” sui social. Regia perfetta per far girare la notizia in un batter d’occhio. Radek Stepanek arriva a casa Djokovic, entrando nel suo team per il 2018, ormai alle porte. Ecco il messaggio ufficiale del serbo, postato con foto di rito su Instagram: “Not long ago, @radek_stepanek and I were on the opposite sides of the net. Now we are teaming up to chase new goals together and share the love for the game. What exciting times we have ahead of us! #NoleFam please welcome Radek to our family!”.
Novak è fermo da mesi. Mesi duri. Infortunio, crisi tecnica. Crisi mentale. Quel suo tennis agonisticamente “feroce”, quasi robotico per freddo calcolo e perfezione, grazie a cui ha dominato il tour per alcune stagioni sembra un ricordo lontanissimo. Dal crack a Wimbledon 2016 il vero Nole non si è più visto. Solo sprazzi del tiranno che fu. La semifinale di Roma 2017, per esempio, a casa nostra, ci aveva illuso sul ritorno del “Djoker”. Quella notte distrusse un fortissimo Thiem con un tennis spietato. Ma più dell’efficacia tecnica, mi aveva colpito il suo sguardo, tornato improvvisamente fiero, intenso. I suoi piedi graffivano la terra e scaricavano tutta la potenza necessaria a generare colpi precisi e potenti. Fu un attimo, uno dei (pochi) momenti in cui ci ha fatto gridare “rieccolo, pronto per Parigi e Wimbledon”. I due Slam ci raccontarono una storia diversa. Piccole fiammate in un oceano di mediocrità, rapportata alla sua enorme classe, s’intende. Tanto che ai Champioships disse stop. Fisico ko, mente in tilt, necessaria una pausa per provare a tornare. Tornare quello vero.
Nei mesi off-tennis, l’abbiamo visto in varie foto nella sua Monte Carlo in momenti di intimità familiare, o in qualche intrusione ad eventi sportivi di vario genere, calcio basket ed altri. Volto disteso, parole pacate. Quelle di un uomo che ha cercato di curare più la testa del fisico.
Il 2018 è vicino, ed è prossimo anche il suo ritorno in campo. Dopo la brevissima parentesi con Agassi al fianco, non era chiaro a chi si sarebbe affidato per un difficile tentativo di rientro. Becker per tutto l’anno ha sparato a zero, dicendo a chiare lettere che il suo ultimo periodo insieme fu un disastro: pochissima voglia di “sputare sangue” e restare focalizzato solamente sul tennis, proprio le chiavi del successo. Fotografia cruda, ma probabilmente realistica della causa principale del tracollo sportivo di Novek. Crollo di motivazione, incapacità di continuare a spremere ogni goccia di energia fisica e mentale rincorrendo ogni pallina come se fosse l’ultima.
Cosa aspettarsi adesso dal nuovo rapporto con Radek Stepanek? Il ceko è personaggio strano, a suo modo unico. In campo è sempre stato un giocatore intrigante. Tennis vario, a tutto campo, capace di regalare buon spettacolo più per l’approccio che per quella tecnica assai personale ma piuttosto efficace, anche lui figlio di quella scuola boema che è l’Harvard della disciplina. In Davis ha spesso guidato le insicurezze di Berdych, sia in doppio che come uomo squadra. E’ nota la sua fama di “sciupafemmine”, o comunque uno che “acchiappa” pur non essendo, onestamente, il classico Marcantonio… Facili quindi le battute sui social, “beh, Novak ha scelto un compagno di baldoria…”. Personalmente penso l’opposto.
Credo che uno Stepanek sia una persona particolare, complessa, tutt’altro che banale. Basta andarsi a rileggere una delle sue interviste per capirlo. Non ha mai parlato molto, ma quando l’ha fatto non l’ha mai fatto a caso. E’ uno che in campo ha sempre saputo leggere alla grande le partite, massimizzando mezzi tecnici e fisici discreti (elasticità) ma non eccezionali. Un attaccante che ha saputo attraversare un tennis che è cambiato, diventato sempre più fisico e omologato sulla spinta dal fondo, senza esserne travolto. In tantissime occasioni è riuscito a trovare la chiave per stare in partita, sovvertire pronostici, e divertire il pubblico con giocate sorprendenti. Antiche si potrebbe dire. Quindi uno che per dirla all’angolosassone si può definire “Smart”, ossia intelligente, sveglio.
Cosa può dare Stepanek a Djokovic? Bella domanda… di difficilissima risposta. L’unica certezza è quello di cui Novak ha bisogno: motivazione. Ha bisogno di ritrovare “fame” di successo, quel fuoco che per oltre 10 anni gli ha permesso di allenarsi come una furia e diventare un tennista quasi perfetto sul piano tecnico ed agonistico. Non la classe insuperabile di Roger, non la potenza energetica di Rafa; ma in decine di tornei (dominati) Novak ha manifestato una sensazione di totale controllo in campo addirittura superiore a quella delle due leggende del nostro sport. Nel 2011 e per gran parte del 2014-2015, Djokovic in campo è stato una macchina. Riusciva a giocare al gatto col topo, controllando ogni aspetto degli scambi, stritolando i rivali palla dopo palla. Un dominio tecnico e mentale clamoroso. E’ stato il picco della sua carriera, sicuramente impossibile tornare a quel livello, quasi disumano. Oggi paga il prezzo di cotanta fatica, il costo esagerato nel tenere quel ritmo, fisico e mentale. L’ha consumato totalmente, quasi spento. Sarà in grado Stepanek di riaccenderlo?
Non sarà facile. Novak ha superato i 30, con oltre 12 anni di tennis Pro al massimo livello, e portando in campo un gioco molto dispendioso. Ammettendo che nella pausa abbia ritrovato la salute, superando i problemi fisici, cosa riuscirà a fare sul piano mentale? Come Stepanek potrà aiutarlo? Forse dando nuovi obiettivi e soprattutto cercando di proporre una diversa prospettiva al suo gioco. Djokovic è un tipo intelligente, ma anche molto orgoglioso. Forse Radek potrà solleticarlo, proponendogli una nuova sfida, un tennis magari più aggressivo e giocato su pochi colpi, più adrenalinico e meno basato sulla consistenza, quella con cui ha raccolto i suoi enormi successi ma che ora diventa assai complicato riproporre a quel livello. Novak ha grande mano, può sicuramente provare ad evolvere il suo gioco cercando di scambiare di meno, spostare più avanti il baricentro e cercare di chiudere col vincente senza sfiancare il rivale. Non è facile, per niente, ma è una via per sganciare il suo gioco dalla massima efficienza atletica da un lato, e stimolarne attenzione e voglia di vincere (e stupire) dall’altra. Un campione che inizia a perdere “brucia dentro”, non accetta volentieri di esser in caduta, di non esser più “lui”. Un modo per cercare un riscatto è proprio quello di inserire novità nel proprio tennis, avere obiettivi tecnici ed agonistici. Puntare di nuovo a vincere un grande torneo. Puntare ad iniziare una seconda carriera, non vincente come la prima ma ancora ricca di soddisfazioni. In questo Stepanek potrebbe accompagnarlo, provando schemi molto offensivi, lavorando sul servizio, lavorando sull’uno-due, lavorando sul piacere di fare una grande giocata. E farlo sentire di nuovo Djokovic. Stepanek può provarci, ma molto (per non dire tutto) dipenderà alla fine da Novak. Dalla sua voglia di provarci, di tornare, di rimettesi il gioco. Ormai manca poco a gennaio. Rientrerà, insieme a diversi altri big quest’anno “rotti”. Vedremo già a Melbourne, in quello che più di ogni altro è davvero il suo torneo, se ritroveremo un ottimo Djokovic, ed un Djokovic diverso.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Cambio di Coach, Djokovic, Marco Mazzoni, Novak Djokovic, Open Court, Radek Stepanek
Ovviamente nemmeno io,sicuramente non su Djokovic o altri che non siano Federer. Il conflitto di interessi non fa per me! Posso dire in netto anticipo che non farei la follia su Roger vincente agli AO 2018
hmmm…vedremo…sicuramente sarà un bell’inizio anno con tante novità!
Io non mi giocherei nemmeno un centone! Al massimo 1 euro simbolico!
Due giocatori dallo stile completamente diverso. Sarà curioso vedere cosa potrà insegnare un giocatore dal tennis così fantasioso e vario ad uno che ha fondato le sue certezze sul pressing da fondo campo con pochissime variazioni.
Lendl, che aveva una mano di pietra aveva imparato a giocare a rete meglio del 90% dei top100 attuali….
@ mimmo0179 (#1996831)
Per arrotondare il mensile non li butterei…
Radek gli darà sicuramente nuove motivazioni per tornare ad alti livelli e credo anch’io che cercherà di rendere il suo gioco più aggressivo,più proiettato a rete. Il Djokovic cannibale non ritornerà,ma può ancora vincere 2-3 Slam.
Vedremo scene di esaltazione patetiche condite da magliette ai limiti del guardabile. Finalmente Joker ha trovato il suo alter ego.
Può riuscire Nole a diventare più offensivo per ridurre gl numero di scambi ? Ce l’ha fatta Roger e questo non vuol dire che ce la faccia anche Nole. Lì a rete è un altro sport, ci vuole un altro tempo, vero Lendl!
Il lavoro grosso va fatto secondo me sulla testa, dando credito alle dichiarazioni di Becker. Non do ovviamente minimamente credito a chi dice che djoko ha trovato un compagno di baldorie, sicuramente entrambi hanno molto da dare l’uno all’altro, dopotutto stepanek è alla sua prima esperienza da coach e il serbo deve rilanciarsi. Questo connubio è da seguire con interesse,senza dare per scontato che i rientri debbano andare per forza nello stesso modo in cui è andata per roger e Rafa, ma non immagino neanche lontanamente di assistere al djoko 2018 identico alla versione 2017
Ok va bene! Tutti a giocarci il centone! Se ne vincono 500,alé!
Sempre interessanti le considerazioni di Mazzoni. Sono d’accordo con lui sul problema motivazionale di Djokovic e credo che Stapanek farà un bel lavoro con il serbo, che è un’atleta che sembra aver bisogno di divertirsi, specie nella peeparazione duori dal campo.
Io credo in un grande ritorno di Nole.
io non sono del tutto d’accordo con l’articolo. dal punto di vista tecnico gli può dire qualcosa in più agassi, stepanek lo aiuterà dal punto di vista mentale e a preparare le partite analizzando i punti deboli degli avversari dal momento che radek in campo era piuttosto furbo. il gioco di nole è quello può scendere a rete qualche volta in più ma per tornare quello di prima deve riprendere il controllo da fondo. ricordo che nole in carriera ,sopratutto negli ultimi anni,ha vinto tanti punti con il servizio o aprendosi il campo. da questo articolo sembra che lui non venga mai aiutato dalla battuta. l’accoppiata andre-radek mi sembra buona e secondo me se sta bene fisicamente tornerà già dall’australia a giocarsi il titolo. fa bene a usare qualche variazione in più ma il suo gioco non si dovrà incentrare su questo,nell’ultimo anno e mezzo ad esempio si è interstadito con la smorzata di rovescio e spesso perdeva punti. obbiettivamente se lui torna al meglio zverev,dimitrov,goffin e sock li maciulla e sul cemento l’unico che gli potrà tenere testa sarà roger o un grande rafa ( ma solo 3 su 5 ) .
Di sicuro il serbo dovrebbe aggiungere qualcosa di differente al suo gioco, bisogna vedere quanto sarà possibile farlo e far adattare il giocatore ad una visione della partita non più in linea con quanto visto di recente
Keep calm e mettete Nole vincitore AO!un tipo due anni fa si gioco’ la casa sulla sua vittoria,tendenzialmente io non me la giocherei la casa quest’anno ma sono confidente che risalira’sul trono!
accidenti! anche io ho una coppia di racchette come quelle della foto … ma sono fermo e non posso giocare … che pena 😥
secondo me l’articolo e’ molto interessante per la questione che pone: e’ il caso che giocatore di 30 anni stravolga il gioco che ha sempre fatto (che solo per comodita’ definiamo “difensivo” o “principalmente da fondo campo”) per provare l’emozione di andare a giocare al volo sotto rete, che e’ cio’ che ragionevolmente Stepanek potrebbe “dare” al Serbo?
E’ questo il modo di cercare nuovi stimoli per tornare competitivo?
Attenzione, non ai livelli che furono, serve qualcosa in piu’ in quanto
perfino Federer ha dovuto aggiungere qualcosa al suo gioco
(i famosi vincenti di rovescio).
L’asticella oggi e’ piu’ alta.
Quindi provo a rispondere:
secondo me e’ necessario che anche il Serbo aggiunga qualcosa al suo gioco perche’ quanto era gia’ in grado di fare (e non e’ detto che riesca a riproporre allo stesso livello di prima) oggi non basta piu’