Marco Cecchinato: è stato un 2017 complicato
Marco Cecchinato ha vissuto un anno tennistico particolare, un misto di emozioni fatto di una voglia matta di rivincita, di smentire i detrattori e scacciare i fantasmi di una squalifica quanto mai contorta. È stato un 2017 con tante vittorie e una buona continuità di risultati che l’hanno portato in top100 ma la sensazione è che si possa fare meglio, magari recuperando quella tranquillità mentale che per vari motivi, comprensibilmente, è mancata.
Il Ceck inizia l’anno fallendo le qualificazioni prima a Chennai e poi Melbourne, dove manca il main draw del primo Slam della stagione: è la terra battuta il suo habitat naturale e appena si può…Cecchinato vede rosso. Il passaggio su terra rossa però non gli porta fortuna, almeno all’inizio: non supera le quali né a Quito né a Buenos Aires dovendo aspettare il Brasile con i suoi tornei di San Paolo e Rio de Janeiro per vedere i primi tabelloni principali dell’anno, perdendo però in entrambe le occasioni al primo turno. Dopo l’infelice passaggio al challenger di Santiago (2T), il tennista italiano mette in mostra una dote rara nel tennis di oggi, quell’umiltà che lo fa scendere di categoria.
Si passa quindi al circuito future, con una vittoria che arriva immediatamente: a fine marzo arriva il primo successo della stagione, superando in una finale giocata di fronte al pubblico di casa il rivale tricolore Andrea Basso. E l’iniezione di fiducia è evidente: al challenger francese di Sophia Antipolis supera giocatori di livello (Almagro, De Greef), prima di cedere in semi a Bedene, giocatore dal livello top50. Da questo punto seguono ottimi risultati: quarti di finale a Barletta (L ancora contro Bedene), semifinale a Francavilla (L contro Pedro Sousa), finale al challenger ceco di Ostrava cedendo in un derby a Steto Travaglia prima di vincere il tradizionale appuntamento ch di Roma che precede gli Internazionali d’Italia.
Purtroppo dopo i quarti tedeschi di Heilbronn, perde il treno delle qualificazioni al Roland Garros lasciando il via al turno decisivo a Simone Bolelli: la delusione è tanta ma la crescita evidente e sotto gli occhi di tutti continua con i quarti al challenger di Caltanissetta, la finale a Todi e la semi a Milano, dove perde in entrambe le occasioni contro l’argentino Delbonis.
Arriva il tabellone principale di Wimbledon, dove raccoglie appena 4 giochi all’esordio contro il giapponese Nishikori: se si allontana dalla terra rossa il rendimento del Ceck crolla…di brutto. Delle 85 partite giocate in stagione solo 4 non si sono disputate su terra battuta: tutto ciò è tremendamente limitante.
Arrivano altri buoni risultati nella seconda parte della stagione ma dopo New York la condizione va scemando e le vittorie diminuiscono: 2T all’ATP di Umago, quarti di finale al challenger di Biella, un’altra finale a Como sconfitto ancora dal portoghese Pedro Sousa prima della sconfitta al primo turno di quali dell’ultimo Slam della stagione, e successivamente primi turni ai challenger di Genova, Szczecin, Roma, 2T in Romania a Sibiu, prima di volare in Sudamerica per tornei dal livello più accessibile dove fare punti “facili”. In Perù arriva una boccata d’ossigeno con la semifinale del challenger di Lima ma poi la stagione si chiude con due sconfitte all’esordio a Guayaquil e Montevideo.
Finisce così un 2017 dai molteplici volti: l’anno nuovo difficilmente il colore del palcoscenico sarà differente e per tornare in top100 in pianta stabile (attualmente è al numero 110 del ranking) si dovrà mantenere un livello alto fatto di risultati importanti in ogni momento della stagione. La forza mentale a Cecchinato non manca di certo e il 2018 ci dirà fin dove potrà arrivare: i primi 100 giocatori del mondo sono davvero a un passo. È lecito però aspettarsi qualcosa di più?
Alessandro Orecchio
TAG: Italiani, Marco Cecchinato, Stagione 2017
Se si arriva a definire contorta la squalifica di un giocatore colto in chat imbarazzanti quando non fraudolente e graziato da un vizio di forma che più provvidenziale non si potrebbe, allora si è persa completamente la bussola. Col metro di giudizio di Orecchio, Ceck potrebbe pomparsi di anabolizzanti e steroidi e venire ugualmente difeso o additato come perseguitato.
Io conservo la memoria del match RG contro Kyrgios come l’ultima sua grande partita e una delle ultime in cui l’ho tifato.
Solo con terra può stare benissimo nei 80 90
Direi di si……hai giocato sempre praticamente e non riesci a stare dentro i 100 seppur di poco…..vorra’ dire qualcosa ???? Qualche limite forse ???
Deve migliorare sulle altre superfici…l’erba gli sarà sempre indigesta,ma sul cemento può migliorare secondo me. Non può costruirsi una solida carriera giocando solo su terra.
L’inizio dell’articolo parla di una “squalifica quanto mai contorta”.
Chiedo se possibile una gentilezza all’autore a titolo di chiarimento, ovvero come definisce il termine contorta.
Grazie mille.
Può sfruttare febbraio per fare dei punti in sudamerica dove praticamente non difende niente e poi entrare nei tornei su terra in Europa. Uno come lui può giocare su terra febbraio poi da aprile a settembre.sulle altre superfici farà sempre fatica. Diciamo che gli può bastare entrare negli slam e in qualche appuntamento importante solo per far cassa e migliorare situazioni che poi saranno utili sulla terra
Ottima osservazione!
Mi complimento con Orecchio che ha scritto i pezzi non per classifica ma per interesse decrescente…
Concordo con Orecchio, Cecchinato può fare ancora meglio di quanto fatto fino ad oggi, considerando che i fantasmi del passato ormai dovrebbero essere del tutto scomparsi penso che nel 2018 lo vedremo stabilmente nei 100.
Lasciamo stare i problemi extra agonistici di cui si è già parlato a sufficienza, ad oggi è chiaro che il ragazzo ottiene risultati di buon livello solo su terra battuta, se riesce a crescere anche sulle altre Superfici può stare tranquillamente nei 100, altrimenti la sua classifica sarà più o meno sempre questa.
@ Tennisaddicted (#1996744)
Guarda che gli articoli precedenti erano su Travaglia e Berretini chee in classifica stanno dietro a Cecchinato…
Errore clamoroso per un populista come Orecchio, scrivere articoli in ordine di classifica invece che in ordine inverso… Il problema ora è capire quando finiscono, spero per lui e per tutti che non si arrivi fino a Carli.