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Michelle Zmau: “Ogni match è un esame, ma voglio il massimo possibile”. La tennista di Iasi racconta la sua storia: dall’arrivo in Italia al domani che verrà

12/10/2017 12:28 9 commenti
Michele Zmau classe 1996 e n.825 WTA
Michele Zmau classe 1996 e n.825 WTA

“La gente si aggrappa all’abitudine come ad uno scoglio, quando invece dovrebbe staccarsi e tuffarsi in mare. E vivere!”

Questa splendida citazione di Charles Bukowksi, descrive molto bene, a nostro avviso, la tennista che oggi andiamo ad incontrare: Michelle Alexandra Zmau. Nelle parole del poeta statunitense ritroviamo la solidità della famiglia d’origine di questa ragazza, unita e forte come una scogliera ma, nello stesso tempo, percepiamo anche il distacco che Michelle ha vissuto, consapevolmente, per inseguire un sogno partendo dal suo paese, la Romania. Nostalgia e coraggio, legame con il passato e proiezione nel futuro: in questo snodo di emozioni forti si inserisce una ragazza solare, intelligente, determinata e, qualità che non guasta mai, dotata di una cortesia d’altri tempi.

Ce l’ha presentata Martina Colmegna dopo il successo in doppio a Bucha (Ukr), raggiunto appunto in coppia con Michelle. “E’ una ragazza fantastica – ci ha detto – dovresti intervistarla”. Detto fatto!

Cominciamo a fare conoscenza con te Michelle:

Ho cominciato a giocare all’età di 7 anni grazie a mia madre che, leggendo un volantino pubblicitario all’entrata della scuola, mi ha proposto di provare. Ero portata sin dall’inizio: infatti, dopo poco tempo, sono stata convocata nella nazionale rumena. Qualche anno dopo la mia vita è cambiata, sono arrivata a Torino all’età di 14 anni perché i miei genitori lavoravano già qui da tempo. Il capo di mio padre aveva conoscenze al Tennis Club Monviso quindi ho subito deciso di andare lì sotto la guida di Luigi Bertino, che è stato il mio primo maestro in Italia ed ancora adesso è il mio punto di riferimento, anche se con il tempo alcune cose sono cambiate. Attualmente mi alleno con Gianluca Luddi presso il Circolo della Stampa Sporting dove gioco anche il campionato a squadre serie A1.



Descrivici il tuo gioco: che tipo di giocatrice sei e quali sono i colpi migliori e da migliorare?

Mi definisco contro attaccante e, per fare un altro salto di qualità, devo diventare anche un attaccante da fondo campo. Il mio colpo migliore è il rovescio ma è con il diritto che faccio più punti! Il servizio è il colpo da migliorare ma più a livello mentale che tecnico. Sicuramente il mio grosso punto debole è il profilo fisico, non per quanto riguarda la resistenza ma più a livello di potenza. In compenso, faccio leva su una buona visione di gioco e una certa tenacia.



Parliamo della Romania. Tu sei rumena di Iasi giusto? Che ricordi hai del tuo paese? Ci vai spesso e come hai vissuto il distacco?

Sono nata e cresciuta a Iasi fino all’età di 14 anni. Non è stato facile prendere e cambiare vita perché ho lasciato molto lì, i miei parenti, i miei amici, ma soprattutto una persona molto importante a cui devo molto e per cui darei il mondo cioè mia nonna. Mi piace tornare a casa, mi piace ricordare certi momenti vissuti lì, mi piace visitare la mia città, andare in giro, fare foto e godermi la mia famiglia.



Quanto ti è stata e ti è vicina la tua famiglia?

La famiglia mi è stata vicina sin dall’inizio e continua a farlo, sotto tutti gli aspetti. Ringrazio molto i miei genitori, che mi sostengono in ogni momento della giornata, per aver creduto in me e per avermi dato la forza, nei momenti di crisi, di continuare a lottare per il mio sogno. Non posso però non ricordare mia zia, che è anche la mia migliore amica e la mia confidente: con la sua pazzia e la sua voglia di vivere riesce a strapparmi sempre un sorriso e a darmi la carica giusta per affrontare qualsiasi cosa.



Segui i risultati delle tenniste rumene?

Seguo abbastanza i risultati delle tenniste rumene, sicuramente guardo molto Simona Halep, Sorana Cirstea e Irina Begu.



Come hai vissuto il processo di integrazione e di acquisizione della cultura italiana?

All’inizio non è stato stato facile. I primi mesi ho avuto difficoltà soprattutto a scuola perché non riuscivo a farmi capire. Mandavo i messaggi ai miei genitori e mia zia perché non sapevo certe parole in italiano: loro mi facevano la traduzione dopodiché la facevo leggere all’insegnante per riuscire a comunicare un pochino. Mi hanno aiutata molto anche i miei compagni di scuola ma, più di tutti, mi sono stati vicino i compagni di allenamento e i maestri. Ho avuto la fortuna di trovare sempre persone pronte a darmi una mano e ad esserci in ogni momento.



Cosa ne pensi della discussione che c’è in Italia intorno allo ius soli?

Io darei la cittadinanza italiana a un bambino nato in Italia i cui genitori (o almeno uno dei due) risiedano in Italia da almeno 5 anni e lavorino regolarmente; se invece un’immigrata arriva in Italia e partorisce dopo 2 giorni non darei subito la cittadinanza, perché potrebbe essere una residenza transitoria.



La scuola rumena produce sempre giocatrici di livello: 11 giocatrici tra le prime 200 tra cui Simona Halep nuovamente numero 1. Che caratteristiche ha la scuola rumena a partire dal settore junior?

Secondo me la scuola rumena punta molto sull’aspetto fisico e mentale. “Mente e corpo pronti a combattere” penso sia il suo motto. Lavorano duramente sul piano atletico sia per quanto riguarda la resistenza e la forza ma anche sulla prevenzione degli infortuni. L’aspetto mentale è molto importante perché prepara il giocatore a dare il meglio di se stesso e ad essere pronto a situazioni che si verificano sia fuori che dentro al campo. Ultimamente curano molto anche l’aspetto tecnico.



Sei in una buona condizione di forma: a settembre in Ucraina hai vinto il torneo di doppio insieme a Martina Colmegna. Com’è stata questa vittoria?

Ci siamo sentite prima di partire e ci siamo messe d’accordo per giocarlo insieme. Vi dico un suo commento prima che iniziasse il torneo: “lo vinciamo!” Così è stato! C’era sintonia, eravamo sempre cariche ma, soprattutto, non abbiamo regalato niente, ogni punto l’abbiamo giocato alla morte. Questo ci ha portato alla vittoria.



La stessa Colmegna ti aveva fermato in singolare alle semifinali. Amiche ma….avversarie! E’ possibile l’amicizia nel vostro circuito secondo te?

Io e Martina abbiamo instaurato un bellissimo rapporto di amicizia, ci sentiamo sempre, ridiamo e scherziamo anche per la minima cosa, però in campo non esistono le amiche esistono solo le avversarie. Nel circuito ho poche amiche ma buone 😂



Cercando sul web ho ritrovato un aneddoto che ti riguarda. Siamo alle pre-qualifiche del 2016 al Foro Italico. Giochi e vinci contro Bianca Turati che, ad un certo punto, ha i crampi e tu l’aiuti a riprendersi. Un bell’esempio di sportività:

La partita contro Bianca Turati la ricorderò per sempre perché era capitata in un periodo difficile della mia vita. Avevo smesso di fare la professionista già da mesi e facevo la maestra ai bambini della Sat. Ero andata al Foro con l’obiettivo di divertirmi e togliermi qualche soddisfazione. Avevo giocato un buon tennis, senza pressioni e tensioni. Anche se in campo esistono solo avversarie, come dicevo prima, credo che chiunque si fosse trovato nella mia situazione avrebbe fatto la stessa cosa, è davvero difficile guardare oltre e non farci caso.



La sportività però non sempre è presente sui campi da tennis: c’è chi esulta sugli errori dell’avversaria, chi mostra pugnetti. Cosa pensi di questi atteggiamenti e come reagisci quando ti capitano di fronte giocatrici così?

Non importa cosa fa la mia avversaria, conta quello che faccio io. Solitamente questi atteggiamenti mi danno ancora più carica.



Nel mondo WTA il tema del doping è affrontato maggiormente anche perché ci sono stati alcuni casi eclatanti riguardanti giocatrici famose. Guardando al circuito ITF, ti vengono dei dubbi, ci sono controlli sufficienti?

Recentemente abbiamo assistito al caso Sharapova, quindi qualche dubbio si ha sempre, ovviamente non ne sono sicura. Credo però che ci siano ancora pochi controlli a livello ITF.



Quanto è curata l’alimentazione e la preparazione fisica a questo livello? Nel tuo caso a chi ti affidi?

L’alimentazione e la preparazione atletica sono due fattori fondamentali per un tennista. Ti aiutano a tenere un ritmo alto per tutta la durata della partita. La prima ti dà la giusta carica e le risorse di energia di cui si necessita, per la seconda servono tanto allenamento e sudore. Da quasi due mesi mi affido ad Alessandro Contadin per quanto riguarda l’aspetto fisico.



Qualche settimana fa Claudia Franzè ha riportato una interessante analisi economica del mondo ITF da cui risulta che gran parte delle giocatrici sono in perdita per i costi che devono sostenere in voli, alberghi, campi di allenamento, coach ecc. Qual è la tua esperienza e cosa pensi in proposito?

Con l’aumento dei montepremi nei vari tornei ITF c’è stato anche l’aumento dei costi soprattutto per quanto riguarda l’albergo e il cibo, quindi praticamente l’iniziativa presa dalla federazione internazionale è stata quasi inutile. Per riuscire ad andare pari con le spese in un torneo 15k devi fare almeno semifinale in singolo e vittoria o finale in doppio. Ciò non è sempre possibile, ovviamente, quindi la maggior parte delle volte si torna a casa in perdita. Questo discorso viene fatto se viaggi da solo. Per esempio, io non posso mai permettermi di portare il coach ai tornei anche se a volte ne avrei bisogno fosse soltanto per uno sguardo o una parola, un sostegno dalla tribuna; ma soprattutto servirebbe per il lavoro che bisogna fare dopo, per cercare di capire quali sono stati gli errori commessi durante la partita. Per quanto ne possa capire un maestro, non è sempre facile analizzare un match guardando solo ed esclusivamente le statistiche oppure ascoltando al telefono il mio commento dopo la partita.



Cosa spinge una tennista ad andare avanti nonostante le difficoltà: la passione? Il sogno di diventare una top player?

Ogni giocatrice che intraprende la vita degli ITF sognerà di calcare un giorno i grandi campi del panorama mondiale, la passione è solo una delle tante motivazioni che spingono una ragazza a crederci. La voglia di vincere, di essere sempre la migliore, di dimostrare a te stessa che vuoi sempre di più, che tutto ciò non basta, che sei lì per lottare e per diventare una campionessa non solo in campo ma anche nella vita, sono gli ingredienti per andare avanti.



In Italia viviamo una fase di transizione dopo la generazione delle Pennetta, Schiavone, Vinci. C’è un gruppo di ragazze Paolini, Trevisan, Pieri, Brescia, Rosatello. Su chi punteresti tu per un ingresso in top 100?

Conosco molto bene Camilla Rosatello perché, oltre ad essere una mia amica, giochiamo anche insieme l’incontro a squadre per il Circolo della Stampa Sporting di Torino. Sono tutte bravissime giocatrici, dotate di grande tecnica e grande cuore, spero davvero che riescano a realizzare i loro sogni.



Tu hai un best ranking di 792 ottenuto a gennaio di quest’anno. Dove vuoi arrivare nella restante parte della stagione?

Non avendo la possibilità di giocare molti tornei, il mio ranking è basso; insieme al mio coach abbiamo fatto una programmazione e spero di seguirla al 100%, spero di ritoccare il mio best ranking entro la fine dell’anno e, perché no, mettere il cinque davanti alla mia classifica prima che finisca la stagione.



Tecnica, talento, testa, condizione fisica: quali sono le tue percentuali riferite ad una giocatrice ideale e poi a te?

Talento 25%, tecnica 5%, testa 35%, condizione fisiche 35% per la giocatrice ideale. Per quanto riguarda me: talento 35%, tecnica 25%, testa 25%, condizioni fisiche 15%. Purtroppo non mi ha supportato al meglio il fisico negli ultimi anni.



Com’è il tuo rapporto con i punti importanti di una partita? Palle break, match point a favore o contro: gestisci bene la tensione?

Ogni palla break, match point contro o match point a favore, sono una sfida mentale con te stessa. Ti racconto un episodio che mi è successo quest’anno in un 15000$ in Romania, QF contro Talaba, giocatrice rumena: ero sopra 6-5 30/40 al terzo serviva lei, match point, seconda palla di servizio, lei rompe le corde, io me ne accorgo e incomincio a sudare freddo, dovevo stare là senza sbagliare, mi giocavo una semifinale: ad un certo punto lei gioca uno slice di rovescio ad uscire, una folata di vento trascina la palla in corridoio…avevo vinto, non ci credevo, tremavo per la tensione di quel punto!



Come ti prepari ad un match e cosa fai nelle interruzioni di gara?

Il pre-match lo affronto scaldandomi bene fisicamente ma soprattutto mi serve molto palleggiare mezz’ora per ritrovare sensazioni positive che mi diano la giusta carica per affrontare la partita. Ovviamente, non si può entrare in campo senza ascoltare la musica. 😂



L’Università della tua città Iasi, è la più antica della Romania. Se ti metti a confronto con una ragazza della tua età che la frequenta ti senti più privilegiata, tu che viaggi, fai sport agonistico ecc. o credi che loro vivano in modo più spensierato la loro età?

Da tutte e due le parti credo ci siano pressioni, diverse, però ci sono. Siamo sottoposte ad “esami” entrambe, io in campo e loro all’università. Io mi ritengo fortunata perché faccio una cosa che mi piace, ho la possibilità di conoscere sempre nuove persone, la possibilità di viaggiare e di vedere posti fantastici, questo sport mi ha dato molto soprattutto la forza per affrontare qualsiasi difficoltà. Tornassi indietro farei sempre la stessa scelta.



Se non avessi fatto la tennista cosa ti sarebbe piaciuto fare?

Se non avessi giocato a tennis mi sarebbe piaciuto entrare nel mondo della televisione.



A parte le ’99, abbiamo 2 italiane junior tra le prime 100: Cocciaretto e Peoni. Tu sei ancora molto giovane, ma cosa ti senti di consigliare a queste ragazze? Cosa occorre per passare in modo indolore ma crescendo dal mondo junior al professionismo?

Penso che la cosa più importante sia giocare tante tante partite: così facendo non sentiranno la differenza nel passaggio critico, acquisiranno sicuramente ancora più esperienza di quello che credo abbiano già. Per il resto bisogna crederci sempre fino in fondo perché così facendo si dà vita ai proprio sogni.



Qual è stato il paese che hai visitato che ti ha più emozionata e perché?

L’Australia! Sono andata nella terra dei canguri 4 anni fa a giocare i Campionati studenteschi di tennis a Melbourne. Natura incontaminata e paesaggi meravigliosi, una qualità della vita altissima, ottime opportunità lavorative.



Sei impegnata in attività di volontariato? Sostieni qualche attività benefica?

No per il momento no, però mi piacerebbe molto.



Quali sono il tuo film ed il tuo libro preferiti?

Non ho un libro preferito, però mi piace leggere: proprio oggi ho comprato un romanzo che si intitola “La ragazza senza ricordi “. Il film preferito è “Home Alone”.



Sei una bella ragazza: credi che l’aspetto fisico ti avvantaggi o sia uno svantaggio nel tennis?

Grazie mille per il complimento. Non credo che la bellezza influisca nel mondo del tennis, semplicemente né ti penalizza e né ti aiuta.



Emile Cioran è un filosofo rumeno il cui pensiero è impregnato di un forte pessimismo. Ecco una sua citazione: “Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo” Cosa pensi di queste parole?

Penso che chi si sente solo al mondo vive un dramma, si sente sospeso su un filo, incapace ad adattarsi, sicuramente anche con la convinzione di non essere mai abbastanza. Avvertire la solitudine del mondo è un fattore esterno, come se il mondo avesse perso il suo fascino per raffigurare uno stato di monotonia, uno stato di negatività. Purtroppo ci lasciamo trascinare dalle cose che succedono, prendiamo esempi poco costruttivi, sono in tanti a sentirsi torturati dalla visione del mondo che ci circonda, dalle immagini di dolore.



Qual è il tuo desiderio più grande da raggiungere nella carriera tennistica?

Il più grande desiderio è diventare numero 1 al mondo, senza ombra di dubbio.



Ed i 3 desideri da realizzare nella tua vita?

La salute penso sia la cosa più importante di tutte: voglio stare bene e auguro lo stesso a tutti quanti, desidero una famiglia unita dove l’amore sia al centro di tutto e poi il massimo possibile nel tennis.


Ora va ad allenarsi Michelle, la prossima settimana sarà ad Hammamet per ottenere, appunto il “massimo possibile”. E lì, in Tunisia, in una pausa di allenamento, forse andrà in spiaggia ad osservare il mare e ne rimarrà incantata. E penserà a tante cose: il prossimo match, ma anche la Romania, i nonni, gli amici, ciò che ha lasciato di bello e ciò che di affascinante aspetta, percorrendo il lungomare della vita. Ed allora scriverà un pensiero come quello che abbiamo trovato sulla sua pagina Facebook, a commento di uno splendido tramonto… “Perché non c’è niente di più bello del mare che cerca di baciare la spiaggia, non importa quante volte viene mandato via”.


Antonio De Filippo


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9 commenti. Lasciane uno!

ste.nirvana 12-10-2017 21:35

Adesso ho un motivo in più per tifare Michelle Zmau…anche mia moglie è di Iasi!E confermo, è davvero una bellissima città.Forza Michelle!!!

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Magictennis (Guest) 12-10-2017 21:00

Scritto da perugino doc
cos’ha di italiano questa bella fanciulla?

È cittadina italiana

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Lorenzo_P 12-10-2017 15:32

E io scopro ora che c’è una giocatrice bella e soprattutto talentuosa giusto sotto casa mia

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-1: MarcoP
Lupen (Guest) 12-10-2017 15:26

Se gli dovesse dire male col tennis potrebbe tentare col cinema !!!!!

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-1: MarcoP
Tennisaddicted (Guest) 12-10-2017 13:31

Bravo De Filippo a mostrare queste ragazze del tennis minore (senza offesa, naturalmente), che altrimenti ci limiteremmo a conoscere dal livescore. Sono convinto che anche la n.825 del mondo (dalla prossima settimana n.1022) abbia il diritto di sognare di essere la n.1. Nella vita è giusto fare dei sogni e auguro a questa ragazza di realizzare i suoi. Sarebbe bello anche per noi tifosi che uno di questi sogni si realizzasse, magari proprio quello di Michelle. 😉

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pallettaro (Guest) 12-10-2017 13:20

Devo dire che voi di livetennis siete dei buoni intenditori!

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Peppo81 (Guest) 12-10-2017 12:57

Grazie per l’intervista e per la citazione di Bukowski. Brava Michelle per il titolo con Martina e molto bella la loro amicizia. Una brava e intelligente ragazza, poi io sono stato a Iasi ed è davvero una bella cittadina. Brava.

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ealesia (Guest) 12-10-2017 12:55

Ragazza interessante….

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perugino doc (Guest) 12-10-2017 12:41

cos’ha di italiano questa bella fanciulla?

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-1: ffedee