Gunter Bresnik parla del talento: “Dominic Thiem sbaglia i primi 50 dropshot di rovescio che gli dico di provare in allenamento ma, se comincia a metterne in campo due o tre di seguito, quel colpo poi non esce più dalle corde”
Gunter Bresnik, che in passato si era trovato nello stesso periodo allenatore di Dominic Thiem ed Ernests Gulbis, ha utilizzato un paragone tra i due tennsiti in questione per esprimersi in merito al tema del talento. Paragone che, vista la differenza di stile che esiste tra i due colleghi (ed amici), non sarebbe potuto essere più appropriato.
“Si può dire che un giocatore talentuoso sia colui che faccia tutto con facilità e rapidità, ma se questo stesso non sapesse mantenere la continuità? Per esempio, Dominic Thiem sbaglia i primi 50 dropshot di rovescio che gli dico di provare in allenamento ma, se comincia a metterne in campo due o tre di seguito, quel colpo poi non esce più dalle corde”, ha esordito Bresnik.
Il quale, subito dopo, ha descritto Gulbis come l’esatto opposto: “Chiedo a Gublis di fare una cosa e gli riesce al primo tentativo, però se gli chiedo di ripeterla dopo due o tre giorni non ci riesce più. Secondo me, anche la solidità e la continuità sono grandi simboli di talento”, ha proseguito.
Edoardo Gamacchio
TAG: Dominic Thiem, Ernests Gulbis, Gunter Bresnik
Se a McEnroe o a Federer si chiede di fare una smorzata in allenamento la fanno al primo colpo e la ripetono 50 volte senza sbagliarla… e anche nei giorni successivi… questo è talento… 😉
Si, Gunter, cosa vuoi farci alleni due testoni e lenti di comprendonio …. ma vaff…
Bel confronto tra l’austriaco ed il lettone
@ amatorediquarta (#1893713)
Comunque in pratica tu hai confermato esattamente quello che io tentavo di far capire all’utente in questione… “E questo proprio perché la abnegazione e la continuità sono anche frutto del talento mentale. non diciamo che forse il mitico Roger è uno dei pochi tennisti della storia del tennis ad incarnare estro continuità di risultati e forza mentale?”. Dunque non posso non darti ragione su questo
Quoto in toto!
@ Luca Martin (#1893632)
Ma poi secondo me oltre a questo discorso, c’è anche un altro fatto da non trascurare: se X ha talento e deve fare una determinata cosa, ci riesce subito o quasi con estrema facilità e quindi (tralasciando la solidità) le volte successive non ci deve nemmeno ragionare. Y non ha talento e per fare la stessa cosa ci mette più tempo con molta più difficoltà e deve pensarci tutte le volte che lo fa. Partendo da un livello più basso secondo me Y può alzare addirittura l’asticella dell’esecuzione più di X perchèil corpo si abitua a eseguire correttamente quello che la mente dice di fare e in seguito si troverà una maggiore coordinazione motoria di uno che parte da una base più alta. È una sorta di coordinazione acquisita che seco do me nello sport è più efficace di quella naturale. Chiaramente salvo eccezioni, se sei negato rimani negato!
@ amatorediquarta (#1893713)
Tacciare qualcuno di ignoranza non significa giudicarlo persona di scarso valore e dunque non è offensivo a mio avviso. Tutti siamo ignoranti in qualcosa, sempre nel senso di “ignorare”, “non sapere”. Io, ad esempio, sono ignorante di golf, ma se me lo fanno notare, rispondo con un sorriso e con un cenno del capo, annuendo…
@ Luigi44 (#1893641)
discorso complicato e pericoloso ove molto facilmente si cade nel rischio di diventare parecchio scontati e soprattutto offensivi nei confronti di qualcuno. Cosa è davvero il talento e cosa lo contraddistingue? Credo che su questo tema – mi permetto umilmente – non bisogna essere necessariamente addetti ai lavori, giocatori o allentori. Certo, la conoscenza tennistica è chiaramente importante per valutare comprendere e aggiungo apprezzare colpi, fisicità e aspetto mentale del giuoco con la racchetta. Ma la domanda che ci poniamo ha più un aspetto di natura filosofica che non propriamente tecnica: ecco quindi che tacciare di ignoranza qualcuno solo perché si permette, forse con toni inappropriati e certamente ineleganti di sottrarre talento a chicchessia lo trovo pericoloso. Possiamo non definire Murray un giocatore talentuoso? è il numero uno al mondo, il numero uno di milioni di persone che giocano a tennis, è sufficiente questo per definire un giocatore talentuoso?Credo, mi permetto senza voler offendere nessuno, che bisogna fare un distinguo. Il talento, non può non appartenere a chiunque giochi a tennis ad altissimi livelli, fermo restando che le componenti atletiche fisiche e mentali contribuiscono a formare definitivamente il giocatore. Del resto, l’aspetto mentale non è forse anche quello talento, una forma diversa, ma pur sempre talento?. Diverso, forse, è il concetto di estro, di giocatore con doti e talenti di natura tecnica assolutamente al di sopra della media capaci di giocate estemporanee spettacolari, ma spesso privo di continuità. per tornare all’esempio dell’articolo, certamente definirei Gulbis un giocatore estroso, e certamente non potrei non definire Thiem un giocatore talentuoso. E questo proprio perché la abnegazione e la continuità sono anche frutto del talento mentale. non diciamo che forse il mitico Roger è uno dei pochi tennisti della storia del tennis ad incarnare estro continuità di risultati e forza mentale?
il paragone calza
E pensare che solo alcuni giorni fa un utente (piuttosto noto per la sua predilezione di under tredici ucraine e canadesi…) rispondendo a un mio post, a proposito di Georgia Brescia affermava con assoluta certezza che il suo non è talento, ma solo abnegazione e forza di volontà. Come fa capire Bresnik, che forse di tennis ne ha visto un po’ più di noi, solidità significa assimilare un colpo e riuscire a riprodurlo con una certa facilità quando lo si vuole, continuità è giocare un match e un torneo più o meno sempre mantenendo lo stesso livello. Due simboli di talento. Se torno sull’argomento è solo per esprimere il seguente pensiero: ammantarsi dell’aura degli esperti (quando non lo si è), in un blog di tennis come questo, e spesso solo e unicamente per contraddire altri utenti, alla fine mette a nudo la nostra “ignoranza”…
E’ come nascere ricco e diventare ricco.
Non e’ la stessa cosa.
I primi spesso diventano mollaccioni; i secondi, se se la sono sudata, capiscono meglio e apprezzano di piu’ quello che hanno.