Jelena Simic: “il mio tennis libero tra più mondi”. La 25enne di Sarajevo si racconta ai lettori di livetennis
“Non ci permettete di guardare al passato! E noi non lo guardiamo, ma è lui a guardarci! Voi dite: guardate al futuro! Ma noi, nessun futuro in nessun luogo riusciamo a vedere né vediamo che lui con un sol occhio guardi noi e neppure che ci veda e che di noi si preoccupi”
Aveva 3 anni Jelena Simic, quando Abdulah Sidran scriveva questi versi per descrivere l’orrendo massacro di Srebrenica che consegnò la nascente Bosnia ed Herzegovina ad una pagina nera della storia contemporanea. 5 anni dopo, Jelena non imbracciava un fucile, come era capitato a tante piccole bambine nella guerra dei Balcani, e come tuttora accade in tante zone segnate da conflitti, ma una racchetta da tennis. Il passato la guardava però e la piccola Jelena, maturava lentamente il proposito di andar via dal suo paese, non prima di aver appreso l’arte del tennis dal suo primo maestro Checco.
Capitano circostanze strane nella vita: a volte un nome ci suggerisce suggestioni, fantasie, che vanno poi fatte coincidere con la realtà. Tutte le volte che avevamo visto i risultati di un torneo ITF o che guardavamo un live score, il nome Jelena Simic ci ha sempre trasmesso una sensazione di serietà, fierezza, determinazione. Anche il rapporto che abbiamo avuto nello scambiarci l’intervista è stato molto serio: Jelena mi ha rassicurato di parlare bene italiano, cosa dimostratasi reale, mi ha dato dei tempi e li ha rispettati perfettamente. Ma non sono riuscito a chiederle tutto quello che avevo in mente. Il viaggio da Sarajevo fino in Italia, per arrivare alla famiglia che la ha accolta, ho lasciato che fosse un suo segreto. Aveva 15 anni Jelena in quel viaggio: non so quant’è durato, cosa pensasse, con chi abbia viaggiato. Forse ogni volta che gioca, se chiudiamo gli occhi su un suo colpo, qualcosa ci appare…
Allora Jelena presentati ai lettori di livetennis:
Mi chiamo Jelena Simic, sono nata in Bosnia ed Herzegovina il 19.02.1992, durante la guerra nella ex Yugoslavia. Ho cominciato a giocare a tennis quando avevo 8 anni, per pura passione, vedendo giocare delle grandi in TV, come le sorelle Williams. Il mio primo allenatore è stato un vecchio allenatore del luogo, Checco, i cui insegnamenti spiegano facilmente i miei colpi abbastanza piatti e lineari. Mi sono trasferita in Italia per allenarmi quando avevo 15 anni: da quando sono arrivata ho sempre vissuto con la famiglia Tomanic che mi ha preso sotto la propria custodia e mi ha accolto con affetto come se fossi una loro figlia. Mio “papà” e allenatore attuale si chiama Igor Tomanic. È decisamente anche per merito di mio “fratello” Filip che gioco con lo stile che ho perché ci alleniamo insieme da quando eravamo quindicenni. Mio fratello ha la classifica 2.3 in Italia ed è della mia stessa età. Viviamo tutti a Forte dei Marmi, ci siamo spostati qui dopo che abbiamo vissuto a Firenze per 2 anni, prima ancora 3 anni a Cividino. Mio fratello gioca la serie B con il TC Italia qui al Forte, io invece faccio parte dello Sporting Club Sassuolo,siamo state promosse in serie A2 quest’anno, un grande successo.
Jelena, partiamo dall’ultimo torneo giocata a Sassuolo, dove sei stata fermata dalla Torelli nei quarti. Che cosa è successo e come vedi Beatrice Torelli?
L’ultimo torneo a Sassuolo non è andato proprio come speravo, visto che ci tenevo a portare il titolo giocando praticamente in casa, però bisogna prendere in considerazione che ho avuto un tabellone abbastanza difficile. Nel primo turno ho incontrato la Piludu che sicuramente è una avversaria fastidiosa, dopodiché ho giocato contro la Guidetti, mia compagna di squadra, e poi come ultima sfida c’è stata quella contro la Torelli, un altro derby, che è decisamente una giocatrice con tanti margini di miglioramento. Diciamo che non sono riuscita ad approfittare della esperienza che ho per portare la partita a casa.
Tu sei un esempio di tennista potremmo dire multiculturale: da un lato sei perfettamente inserita in Italia, dall’altro non rinunci alla tua identità Bosniaca. Io credo che questo rappresenti una ricchezza, tu come vivi questo aspetto?
Mi piace molto vivere e giocare in Italia,ormai fa parte di me questo paese, però come passaporto possiedo tutt’ora quello bosniaco, anche perché non dimenticherò mai da dove sono partita e quanta strada ho fatto fin qui. Da non dimenticare che di origini sono Serba, sono soltanto nata in Bosnia quindi è una identità del tutto multiculturale.
Spesso nei commenti di livetennis sei definita “l’ammazzaitaliane”, con stima e rispetto, perché è frequente che elimini tenniste italiane. E’ possibile che scatti inconsciamente una motivazione maggiore dentro di te a dimostrare il tuo valore?
Sinceramente non ho mai sentito nominarmi con questo soprannome che mi hanno dato, è la prima volta che me lo dicono…ma ti credo! Però ti assicuro che non guardo mai la nazionalità delle mie avversarie, sono molto più interessata al loro stile di gioco ed alla mentalità che hanno in campo.
5 titoli in singolare e 5 in doppio vinti in carriera: non capita frequentemente di trovare tra le tenniste un così preciso equilibrio nel rendimento. Anche il tuo ranking è molto simile, pure questo un dato raro. Vuol dire che il tuo gioco si adatta bene a entrambe le discipline del tennis?
Si è vero che le posizioni tra singolo e doppio non variano più di così tanto, però diciamo che da piccola sono sempre stata singolarista. Il doppio mi piace come gioco, ma preferisco la libertà che ho durante il singolo. Però non mi dispiace questa regolarità di rendimento.
Molte tenniste invece non riescono a esprimersi allo stesso modo: cosa cambia tra singolare e doppio nell’approccio mentale soprattutto?
La maggior parte delle tenniste non fanno tutte e due le discipline perché, per alcune, fisicamente e mentalmente diventa molto difficile da gestire il doppio impegno, specialmente se una tende ad andare avanti in tabellone. Bisogna saper gestire le proprie energie.
Tu sei un’osservatrice sul campo del tennis italiano: credi che la Paolini riuscirà ad entrare nella top 100 ed ancora di più? E chi vedi come altre ragazze di buone potenzialità?
Jasmine Paolini ha un ottimo potenziale tecnico per fare un ulteriore salto di qualità; oltre a lei ci sono anche delle altre ragazze che potrebbero dare tante soddisfazioni al tennis italiano: Pieri, Trevisan, Rosatello, Torelli, Rubini ecc. Vedremo chi riuscirà ad esprimersi al meglio delle proprie capacità.
Qual è la situazione del tennis in Bosnia? Attualmente chi sono i migliori giocatori/ci?
La Bosnia essendo un piccolo paese che è stato creato 20 anni fa, non ha tantissimi giocatori attualmente tra i primi 100. Abbiamo soltanto David Dzumhur (n. 83 del ranking nda), però il paese deve essere fiero anche degli altri giocatori che sono cmq tra le prime 300-400 posizioni mondiali come per esempio: Basic, Setkic, Brkic, Herdzelas, Husaric e poi anche me ovviamente. Siamo tutti partiti da una situazione sfavorevole nei nostri confronti, abbiamo cominciato a giocare subito dopo la guerra, non era proprio facile…
Tu giochi in Fed Cup. Che esperienza è per te giocare questa competizione con la maglia del tuo paese?
Ho giocato in Fed Cup per la prima volta nel 2013 dove ho avuto la possibilità di affrontare avversarie come Babos, De Brito, Robson, Konta, Donna Vekic. È sempre una bellissima esperienza: quest’anno a febbraio ho giocato di nuovo e devo dire che sono stata molto contenta di poter rappresentare il mio paese.
Sei una giocatrice che non si risparmia, giochi tanti tornei, ma quest’anno a febbraio hai giocato solo in Fed Cup ed a marzo un unico torneo ad Antalya. Come mai questo, hai fatto un richiamo della preparazione o hai avuto un problema fisico?
Purtroppo alcune volte bisogna anche sapere scegliere quando fare un passo indietro. Diciamo che dopo la Fed Cup non ho avuto la possibilità di giocare tanti tornei, ho preferito tenermi fresca per un altro periodo.
Quando hai iniziato a giocare a tennis credevi di raggiungere il livello attuale o speravi di più?
Da quando ero piccola ho sempre avuto un altro obbiettivo, più alto, nella mia testa. Sono contenta comunque dei risultati ottenuti finora, però non mi accontenterò mai finché riuscirò a giocare. Cercherò sempre di migliorare non soltanto il ranking, ma anche me stessa.
In ogni caso tu hai ancora 25 anni ed il tennis, anche ad alto livello, ci mostra la tenuta delle 30enni e delle over 30: Vesnina, Kuz, Schiavone. In Itf la rumena Buzarnescu, ha appena vinto due 60.000K a 29 anni. Insomma c’è ancora molto tempo per migliorare Jelena, non trovi?
Appunto, il tennis di oggi è molto cambiato rispetto qualche anno fa. In un anno si possono fare tantissime cose, per me il percorso fino al raggiungimento del mio obiettivo è ancora lungo. Grazie dell’incoraggiamento, io ce la metto tutta.
Voi tenniste siete perennemente in viaggio: ogni settimana un paese diverso. Quanto condiziona questo continuo viaggiare la possibilità di coltivare relazioni stabili con amici ed anche una relazione affettiva?
Il tennis è uno sport che non ti permette di rimanere fisso in un posto, quasi ogni settimana siamo in un luogo diverso. Da un lato è molto bello, conosciamo tantissima gente, vediamo dei posti e paesi nuovi, miglioriamo tanto anche personalmente. Bisogna saperlo vedere come un vantaggio e non lamentarsi per le cose che il tennis magari ti toglie.
Tu credi che, ad oggi, il tennis ti abbia dato più di quanto hai dato tu? Insomma, cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto una vita in questo sport?
Il tennis ti dà sempre. Ripeto, bisogna vedere le cose dal lato giusto. Io mi ritengo fortunata di potermi trovare in questo posto dove sono adesso, tante cose belle nella mia vita sono successe anche grazie al tennis., ricordati da dove sono partita.
Nel circuito ITF a livello di scuole tennistiche, qual è quella che preferisci?
Potrebbe sembrare palese, ma a me piace moltissimo la scuola serba. Hanno la grinta, sono molto completi come giocatori, talentuosi ma umili anche. Tutte caratteristiche che apprezzo molto.
E chi, tra le giovanissime che ti è capitato di vedere, potrebbe ambire ad una carriera da top player?
C’è ne sono veramente tante di ragazze che giocano bene. Mi è piaciuta moltissimo Olga Danilovic per esempio, potrebbe avere un futuro interessante.
Chi sono le tue migliori amiche nel tennis e quanto la competizione tra voi può condizionare i rapporti?
Ho parecchie ragazze con chi cui vado d’accordo fuori e dentro il campo, amiche poche ma buone. Forse potrebbero essere di più ma non avviene. Il motivo è molto semplice: il tennis è un gioco di competizione, non ti permette di legarti troppo alle persone che frequenti.
La tua famiglia segue la tua carriera e, in generale, preferisci che ai tuoi match assistano familiari e amici o ti condiziona la loro presenza?
Ovviamente a questi livelli non puoi nascondere niente, ne le partite che fai, ne i risultati che ottieni. Quando gioco in zona allora è possibile che qualcuno venga anche a vedermi, altrimenti mi seguono tutti sul live score.
A quali tipi di stress va incontro secondo te una giocatrice, sia fisicamente che psicologicamente.
Ci sono tantissimi tipi di stress che una giocatrice deve saper gestire, stress della partita, stress del viaggio stesso, stress dei risultati e delle aspettative, stress della situazione economica, stress per dover affrontare i familiari non contenti, stress di non avere le relazioni stabili con delle persone accanto..tante cose. Il tennis non è un gioco stressante, ma le cose intorno ad esso sì, lo sono eccome.
Lino Sorrentino, il coach della 15enne Federica Sacco, ci ha detto in un’intervista che i match si decidono su 3 o 4 punti su cui predomina l’aspetto mentale. Sei d’accordo e come gestisci la tensione tu sui punti importanti?
Non saprei di preciso se si tratta di 3-4 punti importanti. Per me tutti i punti vanno giocati nel modo giusto con la giusta concentrazione. Alla fine quello ti porta l’esito positivo. Almeno per me.
In cosa la tua vita di tennista somiglia a quella di una tua coetanea e in cosa è profondamente diversa.
La vita di una tennista rappresenta la vita di una ragazza normalissima con il livello di stress più elevato e molto più movimento tra un giorno e l’altro. Usciamo di meno ma viaggiamo di più, mangiamo di più, ma stiamo anche più attente a che cosa mangiamo, abbiamo più persone intorno a noi ma abbiamo meno amici, abbiamo più tempo libero ma non riusciamo ad usarlo per via degli allenamenti ecc.
Come trascorri il tuo tempo libero?
Leggo dei libri, sto con i miei familiari, studio le lingue, disegno.…
Quali sono il tuo film ed il tuo libro preferiti e perché?
Film preferito: Il ponte delle spiem (2015, di Steven Spielberg); ed il libro Anna Karenina di Tolstoj. Mi piacciono molto i classici.
Ed il tuo genere musicale?
Dipende molto dall’umore: di solito ascolto una musica lenta che mi permette di rilassare la mente, ma ovviamente se esco per ballare vado pazza per il reggaeton, per esempio, e la musica serba di alto ritmo.
Quanto è importante per te la femminilità in campo, ossia la cura dell’outfit?
L’outfit non è mai stato la mia priorità. Adesso ho i completi della Higher e li indosso molto volentieri.
Hai una gesto scaramantico che ripeti prima o durante un match?
Non ho tantissimi gesti scaramantici, anzi non mi viene in mente niente di preciso. Forse il modo in cui metto delle bottiglie, ma non sono molto attenta a queste cose. Ho delle mie routine quello è vero.
In Italia non sempre il rapporto tra culture diverse è facile. Spesso pregiudizi e stereotipi condizionano il rapporto con gli stranieri. Tu che esperienza hai in proposito?
Non ho quasi mai avuto dei problemi al riguardo, forse perché comunque nell’ambito tennistico non c’è proprio così tanta discriminazione.
Tu sei nata in piena crisi balcanica. Quanto è stata condizionata la tua infanzia da quelle tristi vicende e qual è ora la situazione in Bosnia sul piano della sicurezza e delle condizioni di vita?
Sicuramente il fatto di essere nata in un paese subito dopo che è scoppiata la guerra non mi ha aiutato più di tanto all’inizio della infanzia, però sono sicura che questa cosa mi ha fatto crescere e maturare più in fretta.
Goran Bregovic è un musicista bosniaco che, personalmente adoro. Lui ha scritto: “Non ho mai avuto un’educazione musicale, bensì una sorta di conoscenza inconscia, che mi fornisce una percezione di qualcosa che, pur non conoscendo, capisco.
Dietro ogni genio c’è dietro una visione sua prodotta dal subconscio. Bregovic lo è e sapeva già prima di cominciare a farlo quanto potesse essere un grande musicista.
Qual è il tuo desiderio più grande da realizzare nel tennis, i limiti massimi che desidereresti raggiungere:
Non mi piace parlare dei numeri, per esempio su queste cose sono scaramantica, prima di ottenere risultati non rivelo mai nulla dei miei programmi. Mi piacerebbe raggiungere il massimo che posso dare in qualsiasi cosa io faccia.
Ed i tuoi 3 desideri fondamentali da realizzare nella vita?
Tranquillità, amore salute…tutto il resto viene da solo. Successo, soldi, fama sono delle cose che vengono e vanno. L’unica cosa che rimane è l’amore per i propri familiari, le persone a noi care. Quello è per sempre!
Nessuna tennista aveva scelto Anna Karenina come libro preferito, ma dopo ciò che Jelena ha affermato sull’amore abbiamo capito il perché e ci immergiamo nella lettura di Tolstoj:
“Non c’era nulla di particolare, almeno così sembrava, nell’abito suo e nella sua posa; ma per Levin era così facile riconoscere lei tra tanta gente, così come una pianta di rose fra le ortiche. Tutto prendeva luce da lei: era lei il sorriso che illuminava tutto d’ogni intorno”
Antonio De Filippo
TAG: Interviste, Jelena Simic
Come sempre bella intervista.
Lei l’ho vista giocare…per me fa parte di quelle tante che giocano bene, ma a cui manca il quid in più.
ma che sconosciute..io ho avuto la fortuna di vederla giocare da 50 cm e me ne sono innamorato ..giocatrice fantastica, con tantissime variazioni..peccato non abbia un colpo di chiusura..talentuossima…ha il solo difetto di essere fortemarmina (e lo dico da viareggino)..speriamo sia al faruk stasera xd
Intervista molto interessante che mette in evidenza la classe, il coraggio e la determinazione di questa giovane tennista di talento. Antonio De Filippo ci permette di intravedere le sue difficoltà, le paure, i sentimenti legati alla vita passata, con grande rispetto e delicatezza e ci induce ad augurarle un futuro radioso!
bellissima intervista! Personalmente ho visto jelena molte volte dal vivo anche se ormai 3 o 4 anni fa e da quel momento ne ha fatta di strada! ricordo bene qyel signore biondo sempre con la sedia al suo angoli parlare pico prima durante e dopo il match. l unica cisa che dico è che parlare di bosnuaca è dire solonjna mezza verità. la bosnua è un crocevia di culture, divstorie, sarajevo di per se potrebbe anche non esistere, forse è stata la prima città al mondo a non avere yna identità inica. senza dubbio jelena raporesenta per cultura, ideali e privenienza sanguigna il popolo serbo. che poi sivsia trivata a nadcere e crescere li è un caso o meglio è la storia che aveva creato sotto legida di Tito un paese non paese. brkic o basic che ho qui vicino a me a recanati sino serbi anchecse hanno la bandiera bisnuaca vicino. basta leggere un po di storia con occhi liberi
Ragazza con la testa sulle spalle, non c’è che dire. Nonostante provenga da un contesto difficile, è capace di vedere e apprezzare anche le fortune che la vita le ha offerto. Inoltre tiene anche ad avere una cultura, non solo ad essere una brava tennista. In entrambi gli ambiti cerca di migliorarsi sempre perché vuole continuare a evolversi in modo completo.
Mi è piaciuto anche il fatto di aver ammesso di non aver mai avuto problemi legati alla xenofobia. In effetti non sono questi i limiti del popolo italiano, almeno in generale.
Quanto all’essere “un’ammazza-italiane”, trovo che noi italiani abbiamo una sorta di “tendenza karmica” a perdere con atleti dell’ex-Jugoslavia.
Bellissima la citazione finale, splendida ragazza a cui vanno i miei migliori auguri per il tennis e soprattutto per la vita, non mi soffermo sulla guerra, ha parlato lei della sua infanzia, adoro Bregovic e qiest’anno dovevo andare in Bosnia, andrò l’anno prossimo. Grande intervista come sempre.
Un grosso in bocca al lupo a questa ragazza semplice, modesta e seria
Queste sono le storie che ci piacciono!grande amore e passione per il tennis!
Buongiorno redazione..sono sicuramente curiose queste interviste a Delle sconosciute..ma secondo me, dato che siete il miglior sito italiano riguardante il tennis, potete fare Delle lunghe interviste ai campioni o a dei giovani italiani( berrettini sonego Donati Napolitano quinzi ecc). Sarebbe molto bello e interessante..grazie!
Grazie….