Wimbledon: Marcus Willis e nessun rancore per la mancata wild card per il tabellone principale
E’ oramai passato quasi un anno, da quando all’edizione numero 130 di Wimbledon un eroe “per caso” conquistava le luci della ribalta. Trattasi di Marcus Willis, riuscito a superare le di pre-qualificazioni, le qualificazioni ed infine il primo turno del tabellone principale per arrivare ad affrontare Roger Federer sul campo centrale.
Willis non ha tuttavia ricevuto una wild card per giocare quest’anno la fase finale del torneo. Una decisione che il diretto interessato ha comunque accolto con filosofia e senza alcun rancore verso gli organizzatori del terzo major dell’anno. “Deluso non è la parola giusta”, ha osservato. “Un invito è un invito. Nessuno aveva l’obbligo di fornirmene uno. Ma i miei occhi saranno fissi sul tabellone principale, anche se cercherò di ragionare un passo alla volta”, ha aggiunto.
Per l’attuale numero 387 del mondo, forte comunque della sicurezza di poter partire dalle qualificazioni, aver compiuto un’impresa nel passato dà vita alla possibilità che quella sia ripetuta in futuro. “L’anno scorso ho avuto la prova che io possa farcela. Dovrò solo concentrarmi e tentare di ripetermi con il massimo dell’impegno”, ha concluso Willis.
Edoardo Gamacchio
TAG: Marcus Willis, Wimbledon, Wimbledon 2017
7 commenti
intanto cosa? invidi il fatto che gli inglesi abbiano Willis? 🙄
Il torneo non ha bisogno di clamori mediatici e, quindi, niente invito per il tabellone principale.
L’invito è stato giustamente dato per la qualificazioni e spero che acceda al tabellone principale. L’accesso sarebbe già una favola.
Wimbledon non ha senso di esistere senza Willis
avendo avuto la fortuna di vedere la sua partita, vorrei soffermarmi un attimo sulle sue “maniglie dell’amore” che fanno molto orsetto di peluche ma su un giocatore di tennis… 😛
intanto ha battuto martin superando un turno…cosa che tanti dei nostri non sono riusciti a fare
Ma basta con questo qui, non ha più giocato in pratica da Wimbledon scorso, ma wild card per che cosa? Una partita vinta in carriera?
Dopo tanto parlare di wc, finalmente ecco chi, secondo me ha capito l’essenza della questione: “un invito è un invito…”