Judy Murray lancia l’allarme per il tennis femminile britannico
Secondo Judy Murray, la differenza tra uomini e donne nel tennis sta acquisendo un’ampiezza mai avuta prima in Gran Bretagna. L’ex-capitano britannico di Fed Cup ha difeso la propria tesi utilizzando dei dati raccolti dalla stessa Federazione Inglese, i quali mostrano tra le altre cose una discrepanza sempre maggiore fra i due sessi nel numero di praticanti.
“Dal 2005, abbiamo perso il 30% delle donne che giocano a tennis. Senza dubbio, una caduta significativa. Noi dovremo fare qualcosa in relazione a questo. E’ un programma semplice, si tratterebbe di un impegno triennale da parte dela LTA (“Lawn Tennis Association, vale a dire la Federazione Inglese di cui copra)“, ha esordito la signora Murray, proseguendo nella sua esposizione con il supporto di altri numeri e statistiche.
“Il numero di ragazzi che si affacciano al tennis è quattro volte più grande di quello delle ragazze. E’ una differenza significativa. Tra gli allenatori, l’80% è formato da uomini ed il 20% da donne. E molte di queste si trovano ad un livello piuttosto base, se saliamo di livello ne troviamo sempre meno”, ha spiegato la signora Murray, la quale ha poi offerto la propria diretta testimonianza, risalente alla sua esperienza in Fed Cup. “Quando ero capitano di Fed Cup, avevo preso coscienza della situazione ed avevo iniziato a cercare di creare opportunità per lo sviluppo della carriera delle donne. Io credo fermamente che, se avessimo più donne allenatrici, sarebbe più facile mantenere le ragazze nel tennis più a lungo”, ha osservato.
Il perché di questa proposta, ha spiegato, è il seguente: “Semplicemente, perché le donne sanno meglio cosa motivi le ragazze, cosa fondamentale perché queste restino nel tennis”. La madre dell’attuale numero-uno del mondo, poi, si è soffermata anche su alcuni fattori chiave nell’allenamento. “Si tratta molto del modo in cui si comunica e del contenuto che viene comunicato. Penso che, quando si sarà capito meglio cosa pensano le donne nel tennis, si percepirà chiaramente quanto diverse loro possano essere in questo contesto rispetto agli uomini”, ha detto*.
Edoardo Gamacchio
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5 commenti
IL bello di questa “estrapolazione” di intervista e che qualcuno si preoccupi di cercare le motivazioni del perchè qualcosa succede.
In Italia nessuno si pone questo interrogativo, hanno dato la Fed Cup in mano alla Garbin, Sicuramente valida e con grande entusiasmo, ma lo sa anche lei serve alla Federazione per traghettare eventuali Errani, Vinci Schiavone alla guida del settore Femminile, ma al momento di “base” non se ne parla, come se il problema non esistesse, però Roma funziona rendiamo Roma il quinto slam, dov’è lo scopo di una Federazione Sportiva? oppure lo scopo di una Federazione e promuovere solo lo sport di alto livello?
Il discorso di “mamma Murray” è corretto. Se le persone di sesso femminile che in Gran Bretagna scelgono di giocare a tennis, sono molto meno numerose di quelle di sesso maschile, è più che legittimo provare a fare qualcosa per cercare di attrarre più persone di sesso femminile. La stesso discorso vale se molte persone di sesso femminile tendono a lasciare la pratica del tennis o a non prendere in considerazione la carriera di allenatrice.
Resta valido anche il discorso che per una donna è più semplice capire la forma mentis di un’altra donna o ragazza o ragazzina. Può darsi che la causa dell’abbandono del tennis da parte di tante ragazze in Gran Bretagna non sia il fatto che non si sentano capite dagli istruttori o allenatori, però non sarebbe male se oltre a stimolare più donne a scegliere la carriera di allenatrice, la preparazione professionistica di un allenatore prevedesse anche uno studio della psicologia dell’allievo in generale e delle allieve in particolare.
Le considerazioni della Murray, per quanto sia discutibile come personaggio, sono più che corrette, guarda la situazione della base, dove la LTA può intervenire, e non la punta dell’iceberg come le giocatrici top, che emergono per luce propria.
Poi Konta è semmai l’esempio che conferma i problemi inglesi, visto che la loro top player è nata in Australia da genitori ungheresi e naturalizzata inglese in età adulta, non esattamente un prodotto “british”.
Se le Inglesi si preoccupano del loro livello attuale, con giocatrici, per intenderci, tipo Konta, le Italiane cosa dovrebbero dire? 😳
Che donna dolce e simpatica