Camilla Scala: “una manciata di terra rossa per il mio tennis a colori”. La giovane tennista di Imola si racconta ai lettori di livetennis
Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota/ e corro veloce per la mia strada/anche se non è più la stessa strada/anche se non è più la stessa cosa/anche se qui non ci sono piloti/anche se qui non ci sono bandiere/anche se qui non ci sono sigarette e birra/che pagano per continuare/per continuare poi che cosa/per sponsorizzare in realtà che cosa.
E come uomo io ci ho messo degli anni/a capire che la colpa era anche mia/a capire che ero stato un poco anch’io/e ho capito che era tutto finto/ho capito che un vincitore vale quanto un vinto/ho capito che la gente amava me/potevo fare qualcosa/dovevo cambiare qualche cosa.
E ho deciso una notte di maggio/in una terra di sognatori/ho deciso che toccava forse a me/e ho capito che Dio mi aveva dato/il potere di far tornare indietro il mondo/rimbalzando nella curva insieme a me/mi ha detto “chiudi gli occhi e riposa”/e io ho chiuso gli occhi. (Lucio Dalla)
Su Imola, terra di sognatori, il 1° maggio di 23 anni fa il sogno di uno, il più grande, divenne l’incubo di tutti. Erano le 14,17 quando la Williams di Ayrton Senna andò dritta alla curva Tamburello, piombando su un muro di cemento, durante il Gran Premio di San Marino. Calò la notte da Imola a San Paolo, in quell’istante, ma fu solo un attimo. Lo spirito della vittoria, il mito greco di Nike, si sparse nell’aria ed ancora oggi lo si respira nelle lettere, nei fiori, nei pensieri, che i suoi fans raccolgono intorno al monumento, innalzato proprio di fronte al punto dell’incidente. E tutti immaginano un altro Gran Premio, un’altra vittoria, un altro sorriso del “Beco”.
Era sempre il 1994 quando, due mesi dopo, ad Imola, nasceva Camilla Scala: lo spirito sacro di Ayrton Senna lo ha respirato dalla nascita raccogliendolo nei discorsi della gente, nelle foto, nelle visite al monumento. E’ una tennista professionista Camilla, ha deciso di diventarlo dopo un percorso tortuoso; ma la sua curva pericolosa è ormai lontana, mentre vicini sono i suoi traguardi su altri circuiti, quelli dei tornei, certo più sicuri ma non meno entusiasmanti di una bandiera a scacchi.
Camilla il 2017 è iniziato in modo molto positivo per te: dopo un inizio diciamo nella norma sei cresciuta tanto, con due belle vittorie ed una semifinale ad Hammamet, ed anche una semifinale a Roma. Tutto questo ti ha portato al n. 413 del ranking, ad inizio maggio. Te lo aspettavi?
Francamente no. Non mi aspettavo un risultato del genere perché venivo da un lungo periodo in cui non ero in ottima forma sia tecnica che fisica. Dopo una notevole quantità di lavoro durante la preparazione invernale sono partita per la Tunisia allo scopo di ritrovare le buone sensazioni che avevo un po’ perso… E ce l’ho fatta! Ovviamente, spero che sia solo l’inizio di una crescita costante.
Tra le avversarie che hai sconfitto ci sono anche nomi di giocatrici con un best ranking molto più alto del tuo e con varie incursioni in WTA: penso alla bulgara Shinikova ed alla giapponese Hibi.
In queste due partite non mi sono piaciuta moltissimo tecnicamente, perché potevo esprimermi meglio ma sono molto contenta di averle portate a casa. Invece, il match che ricordo come la mia vittoria più bella coincide con la prima finale vinta ad Hammamet contro la slovena Kaja Juvan (2-6/7-5/6-2 nda), ho giocato davvero bene.
Sempre ad Hammamet hai giocato la finale contro Tessah Andrianjafitrimo, la francesina di cui si è parlato molto in questi giorni perché ha ricevuto una delle Wild Card per il prossimo Roland Garros. Tu come l’hai vista, può diventare davvero una giocatrice di alto livello?
È un ottima giocatrice sa fare un po’ tutto e ha una buona solidità mentale..penso possa diventare molto forte! Ha avuto qualche pausa nel secondo set, ma poi ha ritrovato subito gioco e concentrazione.
Su livetennis abbiamo parlato molto di te, nel corso dei tornei che hai vinto e non solo. Ma per chi non ti conoscesse bene raccontaci un po’ la tua storia ed il tuo tennis.
Sono nata ad Imola ed ho preso per la prima volta la racchetta in mano a 4 anni, perché andavo al circolo a vedere mio fratello. Il primo circolo è stato il Tennis Campanella, nella mia città, e mi sono formata con il maestro Marco Poggi che mi ha seguita fino ai 17 anni. Lui mi ha cresciuta ed è stato un riferimento continuo anche al di là degli insegnamenti tecnici. Ancora oggi lo sento e ci vediamo spesso: è come un fratello grande per me. A 14 anni mi stancai un po’ di giocare soltanto a tennis e decisi di praticare anche altri sport come il calcio, la pallavolo e il beach tennis. In effetti dai 14 ai 17 anni, non avevo molta voglia di giocare e non sapevo bene cosa fare della mia vita. . .Tu sai l’adolescenza com’è no? Praticamente non ho giocato da junior, solo pochi tornei da under 12. Di fatto ho cominciato a gareggiare tardi e sto cercando di recuperare ora. Credo che la particolarità del mio tennis sia quella di riuscire ad adattarmi a diverse tipologie di giocatrici. Il mio colpo migliore era il rovescio poi ho avuto un infortunio in conseguenza del quale ho perso un po’ la mano rispetto al passato ma ci stiamo lavorando. Il mio tennis comunque non si basa su un colpo particolare: credo di dover migliorare tutti i colpi. La mia superficie preferita è la terra rossa. Da due anni lavoro con Matteo Galli, sono veramente fortunata è un ottimo maestro ma soprattutto una grande persona.
Che tipo di infortunio hai avuto?
E’ una cosa un po’ strana. Un infezione all’occhio che ha interessato il nervo ottico. Non riuscivo più a trovare la giusta distanza con la pallina, il tempo giusto dei colpi. Giocavo e lisciavo, giocavo e lisciavo… Sono stata ferma da agosto a novembre dell’anno scorso. Ora, dopo visite e terapie specifiche, va bene anche se ancora prendo degli anti-infiammatori.
Qual è stato il tuo punto di svolta? Quando hai capito cioè che il tennis non sarebbe uscito per molti anni dalla tua vita?
Ho sempre amato il tennis ma quando ero più piccola era diventato un po’ un peso…lo giocavo senza voglia…mi è servito provare altri sport, fare altre esperienze fino ai 17 anni: da lì ho capito che il tennis era la mia vita e ho voluto provarci davvero. Mi è scattato qualcosa dentro, non so spiegartelo a parole.
A chi ti sei ispirata e ti ispiri per il tuo modo di giocare?
Mi piaceva tanto come giocava la Pennetta! E adoro la Schiavone.
Camilla Scala ama il tennis perché:
Perché mi fa vivere delle emozioni incredibili e irripetibili. Dal sorteggio del tabellone, alla stretta di mano dopo ogni match, è un turbinio di sensazioni, un’adrenalina continua. Chi gioca o ha giocato a tennis può capirlo fino in fondo.
Camilla Scala odia il tennis perché:
Domanda semplice: odio il tennis ogni volta che perdo! Ahahaha!
Che rapporto hai avuto da junior con il centro Federale di Tirrenia? Sei mai stata seguita o convocata per raduni?
Ho giocato poco da junior quindi non ho mai avuto grandi rapporti. Non ci ho mai messo piede, mi hanno dato una wild card per il torneo da 25 mila dollari di Roma.
Essere convocata in Fed Cup è un tuo obiettivo prioritario?
Indossare la maglia dell’Italia per me sarebbe un sogno… per ora sono contenta per tutte le ragazze che Tathiana Garbin ha convocato. Ma un giorno spero di esserci anch’io. Sentire l’inno, il mio nome…basta così…che poi ci credo troppo!
Pensando al rapporto tra paesi e movimenti tennistici, a livello ITF qual è la scuola di tenniste che ti colpisce di più e perché?
Secondo me la Francia ha ottime giocatrici, giocano quasi tutte bene a tennis, colpiscono bene la palla, hanno una strategia di gioco, non si limitano soltanto a colpire con forza.
Di recente un commentatore tecnico televisivo, durante gli Internazionali BNL, a proposito della possibilità di introdurlo in ATP, ha affermato che il coaching serve più alle donne che agli uomini. Tu cosa ne pensi?
La penso anche io così..secondo me le donne sono più fragili, hanno più bisogno di qualcuno che scenda in campo e le aiuti… poi magari anche i maschi scopriranno che è utile.
In generale pensi che anche al tuo livello il tennis maschile sia privilegiato? Se confronti i Challenger con gli ITF che differenze noti?
No io non noto così tante differenze … al nostro livello. La differenza sta tra noi e i circuiti maggiori, ossia ATP e WTA questo sì. Ma queste polemiche di genere non mi appassionano.
Spesso in WTA si ha la sensazione che alcuni MTO siano pretestuosi e diretti a spezzare il ritmo all’avversaria. Capita anche in ITF?
Non conosco benissimo il nostro regolamento…so che si hanno tre minuti per un trattamento..ma non so quanti se ne possono chiamare! A me è capitato in tre partite, tre ragazze non avevano assolutamente niente, hanno chiamato il fisioterapista perché erano sotto con il punteggio così che siamo state ferme 10 minuti: perché tra una cosa e l’altra passano più di 3 minuti… Alla fine, in una di queste tre partite mi sono deconcentrata e ho finito per perdere…errore mio però non è molto corretto! Ma purtroppo non ci si può fare niente.
Come si contrasta la solitudine nel tennis, un elemento che viene fuori in varie interviste?
Io cerco sempre di allenarmi con un maestro, un’amica, un amico, di non essere mai sola. Ed anche prima di un match sto in compagnia, ma senza parlare dell’incontro, parlando d’altro. Allo stesso modo non mi piace viaggiare da sola.
Tu sei di Imola, ti alleni a Cividino e giochi per la squadra di Faenza. Dove ti senti di più a casa?
Per me tutti e tre i posti sono casa… ti spiego perché! A Imola c’è la mia famiglia, a Faenza praticamente ci sono cresciuta, ci sono i maestri che mi hanno seguita fino a quando mi sono trasferita e giocare per la squadra di lì per me è bellissimo…e a Cividino ormai c’è la mia seconda famiglia. Mi sento a casa in tutti e tre i posti. A proposito: con Faenza quest’anno siamo andati in A1, scrivilo! E’ un gruppo molto forte dove mi trovo benissimo.
Chi era Ayrton Senna?
Un mito che nella mia città sentiamo molto anche perché ha perso la vita proprio nel circuito di Imola. Io ne ho sentito parlare da sempre. I bar, i circoli sportivi, sono pieni di sue foto, sono cresciuta con il suo mito ed ho visto tanti filmati.
In questi giorni è stato approvato dal Parlamento il disegno di legge su bullismo e cyber bullismo. Ti è mai capitato di assistere a scuola ad un episodio di bullismo? E nei circoli tennistici a livello under 12 possono accadere episodi del genere?
Si quando andavo a scuola, mi è capitato di assistere a degli episodi di bullismo, purtroppo. E’ giusto intervenire soprattutto per prevenire e dovrebbero farlo soprattutto gli insegnanti. Nel mondo del tennis non mi è mai capitato…però non mi sorprenderei e non posso escluderlo. Sta ai maestri vigilare.
Il cyberbullismo fa pensare ai social. Tu che uso ne fai? E ti è capitato di dover fronteggiare persone moleste, magari scommettitori,come hanno denunciato le americane Gibbs e Keys?
Io uso spesso i social soprattutto Instagram..mi piace, posto foto o anche storie…sai quelle con i filmati? Sì, mi è capitato più volte di ricevere insulti per aver perso una partita che secondo loro non dovevo perdere…ahahah…come se la prima ad essere dispiaciuta non fossi prima di tutto io! Comunque non do loro alcun peso.
“Felicità? È una parola che, di tanto in tanto, nella mia vita, ho raccolto, ho osservato – ma mai l’ho scoperta sotto le stesse sembianze” E’ una citazione di una scrittrice britannica, Doris Lessing. Tu quando “hai raccolto” la felicità?
Ogni giorno che entro in un campo da tennis io mi sento felice… se ho dei pensieri li cancello. Non ci sono paragoni con altre situazioni. Sì, la mia felicità la “raccolgo”, come dice questa scrittrice, quando sono su un campo da tennis. Una manciata di terra rossa mi basta!
Senza fare nomi ci sono tenniste ITF che si comportano da dive? Tu le prendi in giro?
È pieno di ragazze che fanno le dive: vieni a vedere anche tu, dai! Sinceramente più che prenderle in giro mi fanno ridere…mi mettono di buon umore!
La città che hai visitato e che ti è rimasta di più nel cuore:
Parigi in assoluto. Ha un atmosfera, una magia irripetibili! Ogni volta che ci torno scopro qualcosa di nuovo.
La tua migliore amica nel tennis e quanto pensi sia possibile tessere amicizie in questo campo?
Per fortuna questo sport mi ha regalato anche delle amicizie vere..non ho tante amiche nel circuito ma quelle che ho sono sincere e sperimentate. In particolare sono amica della Balducci, della Spigarelli e della Cucca (la ragazza ritratta nella foto con Camilla nda), con cui ho anche giocato in doppio arrivando in finale a Pula, un anno fa.
Il tuo film preferito e il/la cantante:
Come film mi ha colpito molto “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese: l’ho trovato intelligente, originale nella trama e molto ben interpretato. Come cantante io impazzisco per Alessandra Amoroso, sono stata anche ad un suo concerto: è fantastica, mi piacciono sia i testi che le melodie. “Vivere a colori” è la canzone che preferisco: bellissima!
A chi vuoi dire grazie nella vita e nel tennis?
Sicuramente ai miei genitori che mi permettono di fare questa vita, al mio maestro Matteo Galli, molto di quello che ho fatto e merito suo ed anche a Edoardo Pacifico, l’altro maestro che mi allena e mi aiuta tanto (ritratto in foto con Camilla nda)
E chi dovrebbe ringraziare te?
Credo nessuno…ahahah!
Il tuo sogno più grande nel tennis?
Un giorno vorrei vincere il torneo di Roma, pensa…anche più di uno Slam!
E nella vita?
Essere il più possibile in buona salute insieme alle persone a cui voglio bene; creare una mia famiglia e, finché posso, continuare a stare sui campi da tennis. Più avanti, magari, mi piacerebbe rimanere nell’ambiente e diventare maestra di tennis. Ma per ora pensiamo ai tornei!
Una vita a colori quella di Camilla, “sguardi volti ad orologi appesi, alla stazione, un’emozione,
alla vita che si fa sognare” proprio come nella canzone della Amoroso. Orologi e stazioni, icone dei tanti viaggi fatti e da fare, da un campo da tennis all’altro, ma sempre cercando di lasciare spazio ai sogni. Una ragazza sincera Camilla. Ad una sola risposta non crediamo. Quella che nessuno debba ringraziarla…Intanto cominciamo noi e tutti i lettori di livetennis: grazie Camilla per la tua simpatia e per le emozioni che ci regalerai!
Antonio De Filippo
TAG: Camilla Scala, Interviste, Italiane
Che dire, ha epresso esattamente quello che penso io, sia dal punto di vista estetica, sia delle risposte e di come vive il tennis.
Una ragazza davvero positiva e salutare per lo sport!
Il primo commento serio da parte tua, pensavo che non avrei mai letto uno 😯
Complimenti come sempre per l’intervista, questa ragazza è davvero simpatica. Mi piacciono il suo sorriso e la sua ironia. Al di là del tennis, spero che la vita le riservi tante belle soddisfazioni
Mitica! Le piace la Pennetta 🙂
Se adora la Amoroso andrà molto d’accordo con Roberta Vinci 😆
Simpatica e solare questa ragazza! Complimenti per l’intervista!
Concordo.
Bravo l’intervistatore, come sempre… Questo sito di tennis sa avvalersi di validissimi collaboratori e proprio per questo è un piacere frequentarlo!
Ma, soprattutto, complimenti alla Scala. In primis per l’escalation di risultati che le stanno consentendo di diventare una vera speranza per livelli superiori a quelli attuali. Dove potrà arrivare non lo sa nessuno, ma apprezzo molto la dedizione da self-made girl! Dovunque arriverà potrà vantarsi di averlo fatto unicamente con le proprie forze, dato che non rientra nel gruppo “federale”…
Complimenti anche per la maturità di molte risposte: è evidente che il tennis porti ad una maturazione più rapida: molte nostre ragazze hanno dimostrato di essere, in primis, degli interessanti esseri (ben)pensanti.
Infine, complimenti anche per il lato estetico: Camilla è davvero una bella ragazza, con un bel viso pulito e stilosa!
Invece il valore di queste interviste di De Filippo è proprio il modo in cui sono scritte!
Belle considerazioni e belle domande.
Complimenti alla Scala per la simpatia e le auguro una bella carriera.
Correttore automatico maledetto:
Tampieri e sangiorgi e non i nomi che si è inventato la mia tastiera, sorry
Io sono di Imola e conoscevo bene il padre Riccardo,, con cui facevamo la D4.
Spero che Camilla possa aiutare il tennis imolese a crescere: abbiamo un sacco di gente tesserato, ma nessuno ha mai sfondato per davvero, la Zampieri, la Sanguineti e la Barbieri hanno tutte smesso molto presto.
La Errani è solo quasi imolese (e cresciuta a massa lombarda).
Insomma,aspettiamo con ansia di poter tifare x qualcuno o qualcuna capace di stare a lungo nella top 100
A parte la poesia dell’inviato,sorvoliamo, speriamo che si infili tra le nuove leve e che ci creda, é solo un ’94
io ho avuto il piacere di vederla nel 25000 di Roma citato nell’intervista e a Camilla piace veramente stare in campo….in bocca al lupo per tutto!
Il collegamento a Senna è una forzatura,come paragonare Nicky Hayden al Cesena calcio,per intenderci
Non ti preoccupare Antonio, io l’ho capito che ti riferivi a me. Apprezzo la tua spiegazione. Un intro un po’troppo lunga secondo il mio parere, ma probabilmente ad altri è piaciuta. Comunque sicuramente molto originale e coraggiosa, per questo apprezzabile.
Mi riferivo a yuja’s smile 🙂
Ciao e innanzitutto grazie per I complimenti che giro a Camilla. La tua osservazione è assolutamente legittima e ha un fondamento. In realtà l’introduzione scritta prima di arrivare a nominare Camilla Scala, tolta la citazione della canzone di Lucio Dalla (che pure ho tagliato per i motivi sostenuti da te), è mi pare di 6 righe nella versione desktop che diventano 20 in quella per smartphone. Questa è la tredicesima intervista che realizzo per livetennis e, se ti è capitato di leggerne altre, è un po’ nello stile dei miei pezzi ricercare una suggestione iniziale. Ad alcuni piace, per altri legittimamente può essere un orpello inutile. Per esempio con Rebecca Sramkova sono partito da Bratislava e dai suoi monumenti, con Deborah Chiesa dal suo nome e dalla canzone omonima di Fausto Leali…Con Anastasia dalle citazioni dei suoi scrittori e film preferiti… Non cerco un rapporto causale tra lo spunto e la tennista: è evidente che Camilla e Ayrton non hanno nulla in comune se non lo snodo narrativo di Imola. Poi dopo questo spunto, il palcoscenico è per la tennista che risponde generalmente ad almeno 25/30 domande. A volte si spaventano…ma questo accade perché a me piace, più che intervistare, raccontare una storia creando un’emozione. Magari a volte ci riesco altre volte meno e mi scuso per questo.
Un caro saluto.
Collegare questa ragazza a Senna… non ha senso
Daje Camilla!
Bella intervista! Non sono sicuro di avere capito del tutto l’inizio dell’articolo tutto improntato su Senna … Io leggevo e mi dicevo, ma quando è che parlano di questa ragazza, cos’é questa poesia? Hanno confuso un articolo di tennis con uno di automobilismo? Alla fine, quando non ci speravo più, hanno iniziato a parlare di Camilla! Ho capito che lei è di Imola e Ayrton a Imola è morto, ma forse avete esagerato con lui, no?
Bellissima intervista! Ragazza solare, serena, gioiosa. E poi conosce bene fin dove arriva il suo amore per il tennis, lo sa per averlo abbandonato e poi ripreso. Secondo me ha il carattere giusto per fare qualcosa di buono e spero che la Garbin si accorga di lei e le dia una chance
Bellissima intervista, Complimenti.
Quanto mi piace la serietà e la voglia di fare di questa splendida ragazza..e sono convinto che questo è solo l’inizio e la top 300 a fine anno potrà essere già raggiunta! In bocca al lupo