Intervista dall’Asia a Thomas Fabbiano: “Nei prossimi anni credo di avere delle possibilitá di raggiungere la top 50. La strada é più che complicata e le insidie durante il percorso sono tante, ma non mi resta che tornare in campo e fare del mio meglio
Abbiamo contattato Thomas Fabbiano, attuale n°160 del ranking Atp, ma con un recente passato nella top 100, attualmente impegnato in una serie di tornei in Asia. Il 27enne tennista pugliese ha analizzato i primi tornei svolti in terra asiatica, raccontandosi ai nostri microfoni. “Ho terminato da poco i primi due tornei della trasferta asiatica che sto affrontando in questo momento” – ha affermato Thomas – “Entrambi sulla terra, il primo al livello del mare con campi lenti e morbidissimi, il secondo a 2000 metri di altura, con campi migliori, terra rossa italiana e condizioni decisamente veloci. Esco da questi tornei con due secondi turni. Giusti, lottati, dove in entrambe le sconfitte gli avversari hanno giocato meglio nei momenti importanti e meritato la vittoria. Andrej Martin, contro il quale ho perso al primo torneo, ha vinto il torneo a San Luis Potosí la settimana precedente e, nonostante 38 ore di viaggio dal Messico e 13 ore di differenza oraria, ha giocato in un modo incredibile. Jordan Thompson invece, numero 1 del torneo di Anning, e vincitore dello stesso torneo l’anno precedente, é più adatto a queste condizioni veloci in altura e non ho avuto chance nei suoi game di servizio, bravo lui a non concedermi neanche una palla break.”
Come mai hai deciso di preparare le quali Roland Garros con tornei Challenger in Asia anziché cimentarti nei tornei in Europa?
Quest’anno ho deciso di cambiare qualcosa nella programmazione tenendo conto dei risultati ottenuti l’anno scorso in questo periodo e perché volevo giocare sul cemento. Mi dispiace non giocare in Italia ma a volte prendo queste scelte perché le ritengo più giuste per le mie caratteristiche di gioco.
Sei stato indirizzato verso questo sport grazie a tuo padre Stefano. Chi è stata la persona più importante per la tua crescita sportiva?
Ho iniziato a giocare a tennis verso i 3 anni, ma la prima vera lezione di tennis l’ho fatta quando ne avevo 6. Mio padre, tennista amatore e sindaco del paese 20 anni fa, inaugurò il circolo tennis San Giorgio Jonico dove ho cominciato e mi sono allenato col maestro Mario Pierri fino all’etá dei 18. Poi mi sono trasferito a Roma sotto la guida di Cristian Brandi e Vittorio Magnelli per poi giungere a Foligno a fine 2012.
Sei allenato da Fabio Gorietti presso la Tennis Training School di Foligno. Com’è il rapporto con lui e da chi è composto il tuo staff?
Da 4 anni mi alleno alla TTS di Foligno. I miei allenatori sono Fabio Gorietti e Federico Torresi. La parte fisica è nelle mani di Diego Silva e Gianfranco Palini, mentre Marco Formica mi segue per quanto riguarda la parte mentale. Il TTS Foligno è un team composto da diversi altri maestri e preparatori fisici che hanno permesso di conquistare il titolo di miglior scuola tennis d’Italia nel 2016. Per la parte della comunicazione sono seguito dalla Sport Communication con cui di recente ho lanciato il mio sito ufficiale thomasfabbiano.it
Ti alleni e condividi molto tempo con Luca Vanni, Stefano Travaglia e altri tennisti professionisti, qual è il tuo rapporto con loro? Pensi che condividere lo staff con altri tennisti sia un pregio o un difetto?
A Foligno siamo tanti in questo momento. Tante le opportunità per confrontarsi, tanto il desiderio di migliorarsi. Una sana competizione che ci permette di guardare sempre avanti per stare al passo con il tennis moderno. Siamo una decina di ragazzi con punti ATP e non, che trascorriamo del tempo libero insieme anche fuori dal campo, con i quali rendiamo più piacevoli e divertenti gli allenamenti e i sacrifici che facciamo durante l’anno.
Da poco si è unito al gruppo Gianluigi Quinzi, uno dei talenti migliori a livello juniores degli ultimi anni. Che impressione ti ha fatto allenandoti insieme e conoscendolo da vicino? Può ancora ambire a grandi traguardi?
Da qualche settimana si é aggiunto al gruppo anche Gianluigi Quinzi. Io ho sempre ammirato il suo potenziale e la sua voglia di lottare all’interno del campo. Ora però bisogna lasciarlo lavorare con continuitá in un posto per 2/3 anni e poi amici e sostenitori potranno vedere a che punto sará arrivato.
Tra i giovani chi più ti ha impressionato?
Tra i giovani stranieri il più maturo sembra essere Alexander Zverev, il più talentuoso Nick Kyrgios e dalle retrovie stanno arrivando Ruud e Santillan che mi piacciono molto per il loro stile di gioco.
Quali sono le tue caratteristiche in campo e i colpi che vorresti migliorare e su cui stai lavorando?
Il mio gioco ruota molto intorno al diritto e alla ricerca del vincente con questo colpo. Per questo, tutte le soluzioni sono proiettate per ottenere la palla giusta per affondare con il diritto. La velocitá media della prima palla di servizio é qualcosa su cui vorrei puntare, così come giocare più volée all’interno di una partita. Nelle soluzioni in difesa sono abbastanza preparato e mi sto attrezzando per diventare più aggressivo e cercare più la rete.
Qual è la tua superficie preferita e perché?
Fino ad oggi i miei migliori risultati li ho ottenuti sul cemento all’aperto. Una superficie medio-lenta che mi permette di stare sempre dietro la palla e muovere l’avversario a mio piacimento. Queste sono le condizioni che consentono di esprimere al meglio le mie caratteristiche.
Come trascorri i momenti liberi dalla tua attività professionista? Hobby, interessi?
Durante i tornei mi piace leggere un libro o guardare serie televisive sull’ iPad. Mi piacciono le biografie o autobiografie dei grandi campioni. Quelli che ho apprezzato di più sono la storia di Micheal Jordan, Agassi, Javier Zanetti, Ibrahimovic e Tyson. Leggo molto volentieri i thriller di Dan Brown e le storie di Nicholas Sparks e il libro che cominceró a leggere nei prossimi giorni è il romanzo “La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola”. Per quanto riguarda le serie televisive, le migliori in assoluto sono state “Prison Break”, “Narcos” e “Gomorra”. Quando sono a casa invece mi piace stare con gli amici e trascorrere serate tranquille in compagnia.
Qual è il giocatore a cui ti ispiri?
Federer e Nadal sono l’essenza del tennis. I loro stili, la loro rivalitá ha dato tantissimo valore e prestigio al tennis di oggi e continuano a rendere questo sport sempre elettrizzante. Nel mio piccolo invece cerco di prendere spunti dall’intensitá di gioco di Lu e Tipsarevic.
Quali sono gli obiettivi stagionali e quelli a lungo termine?
Per quest’anno sto seguendo delle tappe per essere nel tabellone principale degli Australian Open il prossimo gennaio, poi entro quest’anno sogno di giocare un match contro Roger Federer. Nei prossimi anni credo di avere delle possibilitá di raggiungere la top 50. La strada é più che complicata e le insidie durante il percorso sono tante, ma non mi resta che tornare in campo e fare del mio meglio. Ti ringrazio per l’intervista e approfitto per un saluto ai lettori di Livetennis e a tutti i miei sostenitori.
Antonio Galizia
TAG: Italiani, Thomas Fabbiano
@ grandepaci (#1830387)
Cosa dico? Che non è giocatore da primi 50 secondo me!
lorenzi docet ma che dici
@ laver (#1830294)
Niente ragazzi! Da anni siamo amici di Thomas e del suo team.
Un abbraccio
cos’era successo?
@ Luca96 (#1830106)
A 27 anni, dovresti essere già formato, non credo farà questo salto di qualità!
La stoffa si vede già da prima, non puoi cambiarla con il tempo, ma solo perfezionarla!
Forza Thomas! Acquistando sempre più esperienza ce la farai sicuramente 😉
Nei prossimi anni non avremo fenomeni assoluti alla Federer,Nadal e Djokovic,ma mediamente credo che la top 50 sara` di altissimo livello.Solo Berrettini e Quinzi possono ambire a questo obiettivo
Un sincero In bocca al lupo Thomas, anche se la vedo molto dura…
avete fatto pace con Fabbiano, bravi e complimenti
Ma se dà una svolta decisa alla carriera nei 50 ci può stare eccome… non rende bene secondo me su terra… lo ha dimostrato a Barletta… mentre in questi tornei cinesi è stato scalognato come pochi… ma Marterer su terra lo devi battere poche storie!
se uno fa sport a questi livelli deve puntare in alto ….poi la realtà’ è ovviamente diversa anche perché il fisico non è molto dalla sua parte per realizzare certi sogni : secondo me se riesce a stare con stabilita’ nei 100 sarebbe gia’ un ottimo risultato!
servizio troppo scadente per entrare nei top 50.
Bella intervista e bel personaggio. Mi sembra che abbia le idee chiare per ottenere il suo massimo. Speriamo ci riesca. Se poi sarà top70, va bene lo stesso…
io invece credo che possa ambire ad entrare, almeno per una settimana, nei top50. Sta mostrando intelligenza nella programmazione e potrebbe centrare bei risultati..
Bella intervista ad uno dei migliori giocatori italiani attualmente nel circuito.
@ Gabriele da Ragusa (#1829841)
Ma infatti sarebbe più fattibile, comunque bisogna almeno ammirare la sua determinazione…magari puntando in alto arriva almeno nei top 100; glielo auguriamo…
Puntare in alto e’ sempre sinomimo di palle, personalita’e senso di abnegazione x raggiungere i propri risultati. Tuttavia nel suo caso, tenendo conto che ormai da parecchi mesi e’fuori e di un bel po dai top100, sarei un pelo piu realista per qnt riguarda i suoi obiettivi e punterei ai top100 piu che ai top50…