Il cyber bullismo sbarca nel tennis: cosa fare?
All’indomani dell’inattesa sconfitta della statunitense Madison Keys subita dalla spagnola Arruabarrena hanno fatto discutere le offese ricevute a mezzo social e diffuse dalla stessa tennista a stelle e strisce, con la sensazione che ancora una volta siano volate parole grosse, frasi che rasentano l’odio (razziale?) e le minacce di morte.
Il caso della Keys è solo l’ultimo, il più recente, in una deriva che porta gli sportivi di tutto il mondo a confrontarsi sempre di più con un nemico tanto vicino quanto oscuro, in quelle reti sociali che idealmente dovrebbero rappresentare un bacino d’utenza di tifosi e supporters e che invece si convertono in nemici: protetti dallo schermo del proprio pc, del proprio tablet o del semplice cellulare, questi “uomini” fanno si che la propria cattiveria prenda fiato, corra e si diffonda a macchia d’olio, per sempre più situazioni annoverabili nel cosiddetto cyber bullismo, quando le intimidazioni e gli spergiuri camminano nell’ombra di internet.
Lasciando stare gli stupidi pareri di chi afferma che uno sportivo che si mette in piazza se la va a cercare (davvero esiste nel 2017 qualcuno che può giustificare tali comportamenti?), il fenomeno comincia a preoccupare, sfociando in alcuni casi addirittura nello stalking che spaventa e condiziona.
Come sempre accade di fronte a fenomeni di tal fatta l’unica strada percorribile è quella dell’inasprirsi delle pene, con i colpevoli da punire non solo con multe salate ma anche con il carcere, qualora sia presente addirittura l’aggravante della reiterazione.
Lo scenario che si presenta di fronte agli occhi del mondo è inquietante, non c’è che dire: prendiamo il caso di uno scommettitore che perde un’ingente di somma di denaro e che è proprietario di un profilo social…indovinate dove potrebbe scaricare la propria rabbiosa e insensata frustrazione? Non va dimenticato che una partita di tennis è solo una partita di tennis, si può perdere da favoriti e si può vincere quando non lo si è.
È pur vero che le reti sociali stanno sempre più intensificando misure che possano arginare il male che corre per la rete, anche se il sistema è ovviamente complesso e simili problemi risultano difficilmente risolvibili: cosa fare allora per provare a frenare tale disagio? Semplice e immediata la risposta: denunciare, denunciare, denunciare.
Ben venga l’azione della Keys che rende pubblico lo schifo ricevuto, ben venga l’azione di qualsiasi altro sportivo che cerca di intimorire proprio chi vorrebbe intimorire, attraverso la rivelazione dell’assenza di paura…non ti temo, puoi dirmi e scrivermi quello che vuoi, offendimi, denigrami, minacciami…non ti temo. Le autorità competenti faranno il resto.
Alessandro Orecchio
TAG: Madison Keys
Gente che scommette gli stipendi secondo me. I fanatici sono una minima parte.
Indubbiamente è una buona notizia quanto riportato da Alessandro Orecchio che i controlli contro chi fa cyberbullismo sulla rete, si stiano sempre più intensificando.
Tuttavia mi chiedo, quando definisce gli autori di cyberbullismo con <>, se intenda esseri umani o se sia veramente convinto che non possano che essere di sesso maschile. Una piccolezza, ma per me degna di nota.
Se la domanda è cosa fare in questi casi, ovvero se ci sono insulti pesanti e personali su internet ( e non c’entrano solo gli sportivi ma tutto e tutti ) è compito dell’amministrazione del social in questione di intervenire!
Troppo facile per Zuckenberg & co. mettere in piedi Facebook e simili e poi lasciare che la gente si lobotomizzi in questo modo generando sempre più degrado. Ci devono essere moderatori o una “security” che banni utenti e account.
Se invece si parla a livello fisico bè lì c’è già la Polizia e il codice penale.
Pure io posso essere insultato pesantemente, mica solo la Keys
Applicare le pene (come suggerito da altri).
Non dovrebbe essere difficile tracciare le persone, ci sono gli strumenti, senza chiedere all’NSA.
Alla fine molte di queste imprecazioni sono legate alle scommesse, quindi si potrebbe/dovrebbe agire alla sorgente.
Mi vengono in mente gli insulti di qualche settimana fa a Napolitano, anche lui pubblicò tutto, o le minaccia di morte alla Giorgi dello scorso Us Open, gente frustrata che meriterebbe pene esemplari! Vediamo poi se continuano.
Concordo
Ne hai appena detto una.
@ Luca Martin (#1801008)
Dici cose vere ma secondo me non valuti un aspetto: su internet siamo invisibili, i rapporti non sono faccia a faccia, ma attraverso uno schermo ed una tastiera. Questo rende difficoltoso la comprensione delle intenzioni di chi scrive una cosa, magari come battuta, rende difficile capire la reazione dell’interlocutore, e ci libera dal complesso di colpa che sentiremmo se guardassimo la persona, e ci libera anche ovviamente dalla reazione della persona. Molto probabilmente se il tizio che ha rivolto quelle frasi offensive ed oscene a Madison la incontrasse di persona proverebbe vergogna per quello che ha scritto, e certo molti non avrebbero il coraggio di offendere come fanno, se no altro per evitare qualche calcio nel c…
La autoanalisi poi non tutti sono in grado di farla. Come scrivi tu alle volte ripensando ci accorgiamo che qualche volta abbiamo anche noi scritto qualcosa di sbagliato, ma sicuramente avremo anche detto qualcosa di sbagliato, come dicevano i latini scripta manent. Però come ci sono persone che non si pentono di quel che hanno detto le stesse non si pentiranno di quel che hanno scritto…non credo in ogni caso che invocare la legge serva a qualcosa…
@ All day censored (#1801034)
ma non diciamo scemenze
ma che bullismo, …questi sono poveri incivili scommettitori inalberati x risultati avversi
bravo. Belle riflessioni
Basta permettere l’accesso al web solo a soggetti con identità digitale verificata da documenti, come in Italia SPID, per chi la conosce. Poi basta applicare le leggi già in vigore.
Quando ero piccolo, vicino a casa nostra viveva un ex-attaccante della Fiorentina. Piuttosto noto, aveva una bella macchina, una bella moglie, conduceva una vita normale ed agiata. Tutte le mattine riceveva lettere con minacce di morte e insulti, e ci rideva su. Altri denunciavano. Solo per dire che i social fanno da cassa di risonanza, ma i deficienti mitomani ci sono sempre stati.
Innanzitutto grazie ai Social, vediamo più in profondità e più chiaramente com’è la mente umana.
E’ un grande esperimento antropologico e sociologico.
Ogni cosa è registrata. Se prima restava tutto a livello potenziale (parlo del mondo ipotetico delle idee) adesso sappiamo cosa gira nelle circonvoluzioni cerebrali. Senza filtri.
Oltre a conoscere meglio gli altri, adesso possiamo osservare anche noi stessi.
A volte mi capita di rileggere miei commenti del passato e mi sorprendono. Addirittura mi chiedo, a volte, se li ho scritti io.
Autoanalisi a go go.
In certe occasioni mi sembra che ci sia anche una giustizia (divina o sommaria non so). Perché questo strumento dei commenti aperti a chiunque, che a volte ha dell’infernale, mette in luce certe pecche giganti di alcuni personaggi famosi. Quindi funziona da grande processo di democratizzazione e come diceva Totò, da Livella.
Vedo tante star della tv, della radio, del cinema, delle istituzioni culturali, politiche, che sono messe in difficoltà. E questo fa riflettere.
Penso ad esempio a un noto personaggio che, forse innocentemente, disse su un social, che aveva pianto più per la morte del suo cane che per la madre. Lì ci stava probabilmente tutto il paradosso umano, però è anche vero che questa cosa poteva essere trattata con più sensibilità.
Insomma c’è ancora molto da imparare su come gestire e interpretare i feedback che ci arrivano e che inviamo a nostra volta.
E il cyberbullismo è solo un aspetto di un nuovo mondo che si è aperto da pochi anni a questa parte.
Sono indignato, ma anche spaventato da questo vilissimo popolo social che, dietro l’anonimato che non deve essere più permesso, si permette di offendere, intimidire e sparlare. Riguardo allo sparlare la colpa è anche nostra che, dopo aver letto e riletto di un qualsiasi accadimento, lo riteniamo vero e ci permettiamo a nostra volta di commentarlo come tale.
La legge è in ritardo in questi campi ed è più facile nascondersi da parte di chi fa violenza dietro account spesso non rintracciabili. Il fenomeno è sempre più diffuso e fanno bene le persone minacciate a renderlo pubblico .. i cyberbulli sono vigliacchi e metterli sotto i riflettori contribuisce a farli desistere.
Una piccola nota .. ho la sensazione che nello sport più che altrove esista anche un collegamento al mondo delle scommesse. Si insulta chi perde contro pronostico perché spesso vengono buttati molti soldi in queste situazioni. Anche le scommesse sono una piaga per me e fanno leva sulle persone deboli che cercano scorciatoie e sono terreno fertile per delinquenti.
Sogno uno sport più pulito e sereno dove ci si può stupire, gioire o rammaricarsi per un risultato .. se inatteso ancora meglio perché il bello dello sport è proprio questo .. nulla è ancora scritto!
Le pene non vanno inasprite, vanno applicate.