Roberto Marcora: “sono felice di poter tornare alle competizioni, che mi sono molto mancate in questi nove mesi di infortunio”
Roberto Marcora è finalmente pronto a rientrare nel circuito dopo uno stop di nove mesi per un intervento chirurgico alla spalla destra, a causa della rottura del tendine del sovraspinoso e della lesione del cercine glenoideo. Il 27enne di Busto Arsizio si trascinava questo problema da quasi due anni, ma ora è finalmente guarito e la prossima settimana disputerà il Futures a Madrid, dove giocherà grazie al ranking protetto.
“Sicuramente sarò un pochino emozionato, ma più che altro sono felice di poter tornare a competere” – ha affermato il tennista lombardo ex n°178 del mondo ai nostri microfoni – “la competizione è sicuramente la cosa che più mi è mancata in questi nove mesi. Non mi sarei mai aspettato di sentire così tanto la mancanza di giocare un torneo. Sono inoltre curioso di vedere come il mio fisico reagirà alle prime partite, se sarò subito competitivo o avrò ancora bisogno di tempo dopo uno stop così lungo. Sono carico di aspettative e c’è molta curiosità.”
Quanto è stato difficile stare fuori dal circuito per così tanto tempo?
È stato molto difficile per me stare lontano dalle gare, soprattutto nei mesi centrali perché subito dopo l’operazione sei motivato a recuperare nel minor tempo possibile e a tornare più forte di prima e i miglioramenti sono rapidi, togli il tutore dopo un mese e dopo qualche settimana inizi già a scambiare con la pallina sgonfia. Quando invece arrivi al quarto, quinto mese di inattività il rientro è ancora lontanissimo e i miglioramenti sono molto più lenti ed è facile scoraggiarsi. Dunque i mesi di novembre, dicembre e la prima parte di gennaio sono stati indubbiamente i momenti più brutti. Ho ripreso ad allenarmi a pieno regime solo nella seconda metà del mese di gennaio ed ora sono finalmente pronto al rientro in campo.
Hai lavorato duramente durante la preparazione invernale, al fianco del coach storico Uros Vico e di Tideman. Su quali aspetti vi siete maggiormente concentrati?
Quest’inverno ho deciso di cambiare un pochino il mio team per provare a variare qualcosa nel mio tennis. Il rapporto con Uros dopo sette anni è andato al di là del rapporto normale tra allenatore e giocatore. Lui c’è sempre e ci sarà sempre anche nel futuro. Ho deciso però di affiancargli una figura di spessore internazionale che mi possa aiutare e tramite Riccardo Piatti abbiamo contattato Tideman e con lui abbiamo iniziato a lavorare da metà gennaio. È venuto una settimana qui a Milano, poi siamo andati noi un paio di settimane ad allenarci nel sud della Francia e mi raggiungerà la prossima settimana a Madrid. Oltre a Tideman si è inserito nello staff anche Umberto Ferrara, il preparatore atletico di Cecchinato, e anche con lui mi sono trovato subito in sintonia e abbiamo lavorato molto bene in questa fase di preparazione, assieme al preparatore storico Buson del Tennis Milano. Mi sono concentrato soprattutto sulla parte fisica dovendo recuperare la condizione atletica dopo il lungo stop, poi abbiamo focalizzato l’attenzione su alcuni aspetti del mio tennis, come prendere maggiormente la rete, giocare con i piedi in campo comandando lo scambio e variare maggiormente il mio gioco. Sono contento del lavoro fatto e dell’inserimento dei nuovi all’interno dello staff e sono sicuro che possano lavorare benissimo insieme anche in futuro.
Negli ultimi anni si è alzata notevolmente l’età media dei tennisti in top 100. Speri ancora che il meglio della tua carriera debba arrivare o pensi che sia difficile ritornare ai livelli del 2014/2015?
Io sono assolutamente convinto di poter migliorare la mia classifica e il mio best ranking, altrimenti non avrei fatto sostenere a mio padre tutti questi sacrifici economici e non mi sarei impegnato così duramente per recuperare dall’infortunio. Prima di operarmi avevo due scelte, o smettere di giocare e non operarmi oppure guarire completamente dal problema alla spalla e provare ad entrare nei primi cento al mondo. Non nascondo che l’obiettivo è quello, non sono per nulla spaventato dall’età, è vero che ho 27 anni ma non sono tanti nel tennis di oggi, anzi possono essere un’arma in più perché oggi l’esperienza conta tanto. Fisicamente non mi sento logoro anche perché, rispetto a quasi tutti i miei colleghi, ho iniziato tardi l’attività da professionista. Sono determinato a giocarmi bene tutte le carte a mia disposizione.
Sei un attaccante da fondo campo che ama scambiare e dotato di un buon servizio. Quale aspetto del tuo gioco vorresti migliorare?
Hai detto bene, sono un attaccante da fondo e mi piace scambiare e questo lo devo, purtroppo o per fortuna dipende dai casi, al fatto che sono cresciuto in Italia sulla terra battuta. Ero dotato di un ottimo servizio che ancora non è ai livelli di prima perché, nonostante non ho più dolore alla spalla, mi manca ancora la forza che avevo prima, ma i medici mi hanno assicurato che la ritroverò con il tempo. Per ora servo al 60/70 % delle mie possibilità. In futuro spero di prendere più punti direttamente dal servizio, essere meno falloso e passivo in campo, variare di più il gioco e leggere meglio alcune situazioni in campo. Sto lavorando tanto e continuerò sempre a lavorare, perché sono dell’idea che non bisogna mai smettere di lavorare per migliorarsi.
Lo dimostra anche Federer che, nonostante sia un extraterrestre, continua ad evolvere e a migliorare nonostante abbia 36 anni e credo che questa sia la sua forza. Se lo fa Roger a maggior ragione lo dobbiamo fare tutti noi.
Hai partecipato a tutti e quattro i grandi slam. Qual è lo slam che più ti è rimasto impresso nella memoria e quale vorresti tornare a giocare?
Sicuramente lo slam a cui sono più legato come ricordo è il primo che ho giocato, ovvero gli Us Open, perché venivo da un periodo stupendo e non mi aspettavo assolutamente di giocarlo. Se mi avessero detto ad aprile del 2014 che avrei giocato le quali a New York ad agosto dello stesso anno, avrei pensato che fossero pazzi, invece ho disputato un’estate perfetta dove ho vinto 17 partite consecutive, tre Futures e ho disputato due semifinali Challenger, centrando le qualificazioni allo slam americano. Sono partito verso gli Stati Uniti con Uros e tutta la mia famiglia ed è stata una settimana fantastica. Ho anche superato un turno battendo Krstin e ho perso al terzo set da Facundo Bagnis giocando una bella partita. Mi piacerebbe tanto tornarci. Ho giocato tutte le qualificazioni ai quattro slam, ma vorrei giocare nel tabellone principale di Wimbledon, le quali a Londra si disputano a Roehampron, e tutti i miei colleghi che hanno giocato dicono che l’emozione di giocare sull’erba di Wimbledon è unica.
Chi è Roberto Marcora lontano dai campi da tennis?
Lontano dai campi da tennis sono un ragazzo normalissimo, seguo il calcio e tifo Milan da quando sono nato, mi piace ascoltare la musica e mi piace rimanere aggiornato sulle notizie di attualità e mi informo sui temi che riguardano il mondo d’oggi. Sono iscritto alla facoltà di Scienze Giuridiche e ho approfittato dei nove mesi di inattività per dare qualche esame in più del solito.
Qual è la tua opinione su doping e scommesse nel tennis?
È assolutamente un problema grave, personalmente sono della filosofia della tolleranza zero. Purtroppo mi rendo conto che ci sono troppi interessi in questo sport, soprattutto riguardo al giro delle scommesse e sono consapevole che non è un problema di facile soluzione, anche se è una vergogna che ci sia tanta gente, nel mondo del tennis, coinvolta sia nel doping che nelle scommesse.
Qual è la programmazione per questa stagione, oltre al Futures a Madrid che disputerai da lunedì?
La settimana successiva al torneo di Madrid che disputerò grazie al ranking protetto, giocherò in tabellone ad Hammamet con la mia attuale classifica che è attorno alla 700esima posizione mondiale. Poi settimana di pausa e successivamente disputerò altri due Futures che non abbiamo ancora deciso. L’idea è quindi quella di giocare due settimane di Futures e riposare una settimana fino a maggio, da giugno in avanti vorrei iniziare già a giocare qualche qualificazione Challenger e giocare ad un livello un po’ più alto appena sarò rientrato in condizione. So che non sarà facile recuperare subito il ritmo partita ma il mio scopo è non rimanere impantanato per troppo tempo nei Futures come mi è già capitato in passato. So che mi aspetteranno partite difficili e sonore sconfitte, ma se serviranno per tornare quello di prima ben vengano.
Come ti vedi tra dieci anni? Ancora in campo, ancora nel mondo del tennis o completamente fuori da questo mondo?
Tra dieci anni onestamente non mi vedo nel tennis, anzi mi vedo completamente fuori da questo mondo. Ho tanti interessi al di fuori del tennis e mi piacerebbe rivolgere la mia attenzione e le mie qualità, che non sono solo tennistiche, in altri ambiti. Poi nella vita comunque mai dire mai. Per prima cosa mi piacerebbe concludere il mio percorso universitario e laurearmi, ora sono più o meno a metà strada. Sono fiero di ciò che faccio ed è un obiettivo che attualmente passa in secondo piano perché il tennis ha la priorità, ma che sicuramente raggiungerò per me e per i miei genitori.
Antonio Galizia
TAG: Italiani, Roberto Marcora
Ho visto la semifinale del Challenger di recanati , hai dimostrato che il tennis non è uno sport di forza e tecnica ma dosare la tua forza e la tua tecnica sotto 53 e zero quaranta al terzo dimostra la tua wta de intelligenza tennistica e il tuo grande potere di concentrazione con una pressione incredibile contro un avversario disumano ..bravo è dire poco
Nando papà di greta
Forza Roberto… c’è tempo per tornare a livelli che meriti…crediamoci
Marcora 2.0
Missione trionfo…In bocca al lupo per il tuo ritorno.
In bocca al lupo, Roberto!
Meriti sicuramente di vivere una vita fortunata!
Non lo sapevo! Ecco perchè rientra! 😈 (sischerza)
bella intervista del mio compaesano Antonio Galizia!!! Forza Roberto e forza Antonio..
Credo che si sia lasciato con Corinna!!!
Forza pupone!!!
@ lallo (#1798537)
Sei rimasto indietro
vai Roby non mollare
Grande Bobby !! Tornerai più forte di prima !! Noi siamo con te
Roby. ..gran rovescio classico a una mano..
Francamente pensavo avesse smesso. .era desaparecido..
Una buona notizia il suo ritorno;cosa possa fare è tutt’ altea storia. .
Vabbè con Corinna comunque ci si consola in fretta
In bocca al lupo Roberto!
In bocca al lupo!
Gran coraggio questo ragazzo a ri cominciare da capo a 27 anni!
Mi sembra che abbia le idee abbastanza chiare e sia ben seguito…
in bocca al lupo Roberto ti aspettiamo in top 200..
Gran coraggio questo ragazzo a ri cominciare da capo a 27 anni!
Mi sembra che abbia le idee abbastanza chiare e sia ben seguito…
in bocca al lupo Roberto ti aspettiamo in top 200..
il tempo per recuperare c’è tutto, se la spalla tiene. Lorenzi più che federer è l’esempio da prendere
Bentornato Roby, credimi che si è sentita la tua mancanza!
in bocca al lupo Roberto !
ben tornato ROBY!!! Chissà come sarà contento anche Pierre dalla Cina!