Roberta Vinci: “Il tennis è tutta la mia vita. Non so se sarà l’ultimo anno, il penultimo, l’ultimo mese… non ho idea, quindi io continuo”
Roberta Vinci ha parlato in conferenza stampa del suo problema al tendine.
“Cerco di tamponare un po’ la situazione con terapie e infiltrazioni. È difficile anche allenarsi tanto e bene perché comunque devi stare bene fisicamente e riuscire a trovare il giusto equilibrio tra allenamento e riposo e certe volte vado in campo e mi dico “ma non sai muoverti!”.
È difficile tutto questo, però nonostante questo ho sempre cercato di gestirmi bene e sono venuta qui già da qualche giorno ed ho cercato sempre di andarci piano, non allenandomi mattina e pomeriggio, poi giorno dopo giorno aumentavo un po’ il ritmo per avere situazioni simili alla partita”.
“Il tennis è tutta la mia vita. Soprattutto in questo momento dove tutte tirano forte ed io col back non riesco a gestire e mi vengono dei cattivi pensieri.
Però nonostante questo io ci voglio provare. Non so se sarà l’ultimo anno, il penultimo, l’ultimo mese… non ho idea, quindi io continuo, continuo cercando di vincere più partite possibili”.
TAG: Italiane, Roberta Vinci
@ fabious (#1789155)
Io continuo a pensare che faccia male a non fermarsi e curarsi per bene. Ciò a maggior ragione alla luce di queste parole che lasciano aperta la porta ad ancora qualche anno di carriera e rendono speciose tutte quelle ipotesi che l’avrebbero voluta in giro per il mondo per l’ultima stagione a raccattare quanti più denari possibile. Però purtroppo si è capito che lei non vuole prendersi una pausa curativa e che continuerà a giocare menomata. A che pro? Boh!
@ fabious (#1789155)
Le ho equiparate solo nella loro volontà di continuare perché “il tennis è tutta la mia vita”.
Pensavo fosse chiaro quello che ho scritto 😉
@ pinkfloyd (#1789131)
Non è la stessa cosa equiparare Vinci e Skiavo. La Skiavo gia’ da 6 anni non combina + nulla, invece Roby ha dato il meglio negli ultimi 2 anni ed ha anke 3 anni in meno e molta classe in +
Ognuno si ritira quando vuole ma, francamente, anche stare lì a fare sempre la stessa domanda è noioso.
C’è chi si ritira perché è rotto o logoro, c’è chi si ritira perché vuol metter su famiglia e a 34 anni e passa è ancora possibile, c’è chi si ritira perché gli viene la nausea del suo sport, chi perché non è più competitivo e mille altre cose.
Per la Vinci e la Schiavone evidentemente non c’è nulla di tutto ciò, c’è solo il tennis, il tennis è la loro vita, lo dichiarano loro stesse, quindi cosa gli vuoi dire…
Per il tifoso è una cosa buona, però poi, sinceramente, dipende anche da come si va avanti.
Ma il tifoso non comanda e non conta nulla, le decisioni le prendono le giocatrici e i giocatori, di qualunque sport.
Io, per esempio, ho rispettato Flavia e la sua decisione, ci mancherebbe avessi voce in capitolo e stessi lì a blaterare come fa la maggior parte della gente che non ha nulla da fare nella vita.
E questo vale anche in questo caso e in tutti gli altri.
Io ci vedo anche una componente fisica:
Il corridore basa molto sulla condizione fisica che, con gli anni, è destinata a peggiorare
Roberta io continuerò a seguirti sempre perché è un piacere per gli occhi il tuo gioco,quindi continua finché ti diverti…forza grande campionessa!
Tra l’altro secondo questo ragionamento avrebbe potuto ritirarsi dopo la vittoria ad indian Wells, visto che tra quella vittoria e la più prestigiosa agli US open, non mi pare avesse ottenuto risultati da top player..
Brava Roberta, continua finché ne hai voglia: nell´epoca dei bombardieri, i tuoi vincenti che vanno 20 km/h sono poetiche diversioni.
Nel match con la Brengle avevo notato che era sempre un po´in ritardo: purtroppo sembra che questo problema al tendine si sia cronicizzato, ormai é più di un anno che ci va dietro.
Ma invece evviva la Vinci, la Schiavone ma anche Haas, Estrella Burgos, Lorenzi, la Date ecc ecc. che giocano per passione, 99 volte perdono ed una volta fanno l´impresa.
Flavia si é giustamente ritirata quando ha voluto. Avesse perso al primo turno del USO15 si sarebbe ritirata lo stesso.
Ma chi se ne frega se ad un certo punto un giocatore/trice di qualsiasi sport non riesce più a vincere una partita o cominci a risultare patetico/a. Se si diverte ancora ed è la sua passione perche dovrebbe smettere? A 50 anni sicuramente non smetterò di fare sesso solo perché non sarò più prestante come ora.. Smettetela di scrivere queste idiozie.
Non capisco perché secondo te non è il caso di continuare. E se fosse solo passione per ciò che fa? Per amore del proprio sport e di questa vita (per cui, non so te, io la invidio tantissimo)? Se ogni giocatore dovesse proseguire la propria carriera in base alle possibilità di ottenere grandi vittorie si ritirerebbero 50 top 100 ogni anno! E poi viva la Pennetta per cosa? Perché si è ritirata dicendo che non ce la faceva più con questa vita e non poteva andare in vacanza? No grazie!!!
@ giuliano da viareggio (#1789030)
Da questo punto di vista, sarebbe addirittura controproducente: rischiano di fare come la Roma che con Totti ha coperto tutte le magagne per 25 anni, ora è arrivato a 41 e non ha ancora/mai pensato a sostituirlo degnamente: se lui, di sua iniziativa si fosse ritirato 6 anni fa, approfittando del cambio di gestione, all’apice, all’improvviso, non avrebbe costretto la società a darsi da fare per sostituirlo?
Poi non ci lamentiamo se la FIT (Binaghi) pensa solo ad autoalimentarsi e può permettersi di pensare e dire “tanto noi abbiamo Errani e Vinci”: all’improvviso non ce le avrà più e resterà col classico pugno di mosche in mano.
@ Il Violinista del Titanic (#1789023)
Il problema è che nel frattempo le avversarie cambiano e quelle nuove picchiano ancora di più, tu invecchi e ricami sempre meno, non è che puoi migliorare come il vino, e di conseguenza anche le vittorie diminuiscono.
@ Il Violinista del Titanic (#1789023)
Condivido molto di ciò che hai scritto non credo comunque che sia per guadagnare qualcosa penso non ne abbia proprio bisogno a meno di problemi caratteriali. Credo lei non ci stia a perdere come nessun altra che rappresenta un’immagine e fornisce tante aspettative ai fans perciò continui se è in forma e se si sente o meglio è in grado di offrire almeno prestazioni onorevoli anche perdendo e comunque deve prendere atto che il meglio lo ha avuto e lei stessa sa che non potrà più averlo e se non ne è convinta bisogna che lo faccia soprattutto per lei stessa
E pensare che nel 2006 voleva smettere
Probabilmente hai ragione tu, però da tifoso italiano del tennis ad alto livello preferisco che continuino tutte e tre in quanto dietro di loro il vuoto assoluto e l’ital-tennis femminile non avrebbe rappresentanti nei tornei importanti, tra l’altro loro sono contente e quindi….. durassero altri 10 anni!!!!!
La butto lì: i ‘corridori monocorde’ (quelli/e che basano il gioco sul fisico) in genere si ritirano prima dei ‘ricamatori'(quelli/e che basano il gioco sulla tecnica e sulle variazioni): forse i corridori monocorde sono annoiati dal loro stesso gioco (questione di testa). Il ricamatore si diverte sul campo da tennis (questione di testa) pertanto, perché deve ritirarsi fintanto che si diverte e magari guadagna ‘qualche’ soldo tra inviti, prize money e sponsorizzazioni? (ogni riferimento a giocatori/trici del presente, del passato prossimo e del passato remoto è puramente casuale). È il tennista ricamatore intrinsecamente più longevo del corridore? Per me non ci sono dubbi…
Grande Roby!!!!!!!!!! Con la classe ke si ritrova può giocare fino a 50 anni, speriamo di vedere ancora x un po’ le sue magie, solo la Radwanska è al suo livello come tecnica e classe.
Le dichiarazioni di Roberta sono molto sintetiche e quindi è difficile esprimere una valutazione precisa. Dalla parte di chi è appassionato di tennis, ed in particolare di una tennista, ovviamente la soluzione preferibile è vederla sempre giocare. Ma “mettendoci nei panni” di chi gioca il discorso è più complicato. Scene come quella in cui Roberta porge le orecchie al pubblico come a dire “voglio sentirvi”, durante l’incontro con Serena, o Francesca bacia la terra rossa del Roland Garros dopo la vittoria, sono indelebili nella mente di ognuno di noi, trasformandosi in un archetipo collettivo, come le vittorie olimpiche di Berruti e Mennea o, fatte le debite proporzioni, il “se sbaglio mi corriggerete” di Giovanni Paolo II. Diventano patrimonio culturale noto a tutti. Sono immagini fortissime per tutti noi estranei all’evento. Pensiamo un attimo a quanto lo siano per loro? Quanto ci siamo emozionati noi e quanto loro? Credo che il rapporto sia di 1:1.000.000.Il priblema è che la loro autopercezione di sportive ha raggiunto un acme di successo tale da rendere problematica la discesa. Questo vale ovviamente per ogni campione: la possibilità di continuare e direttamente proporzionale alla capacità di smontare la rappresentazione di Sé vincente e lasciare posto alla possibilità ed all’accettazione della sconfitta. Se questo processo si compie in modo lineare, la vita sportiva di un campione può allungarsi a dismisura. Se, viceversa, non riesci a dimenticare il podio e continui perché dentro di te vuoi tornare a rivivere quella stessa emozione, allora continuare diventa fonte di malessere ed anche il fisico si ribella. L’antidoto a tutto questo è continuare per puro divertimento: mettendo in conto di poter perdere da chiunque forse si può ancora vincere contro chiunque.
@ Carl (#1788985)
Una volta smesso di fare la professionista può continuare a dedicarsi al tennis ci sono altri modi per restare in quel mondo. Certo fare tornei ad alti livelli è però un’altra cosa…
Quando è in forma è un piacere vederla giocare ma ormai le volte che accade sono sempre più rare meglio non arrivare ad eccessi come la Schiavone anche lei con un passato onorevole ma ormai un pò patetica nel rimanere ancorata ad un mondo nel quale poteva comunque rimanere ma in maniera diversa vorrei che Roberta non cadesse nello stesso errore. Le possibilità di successi sia Roberta che Sara che Francesca le hanno avute e hanno sfruttato quelle meno importanti vedi i tornei vinti hanno comunque guadagnato tantissimo perchè affannarsi e continuare quando non è più il caso? Viva la Pennetta.
Roberta non ha ancora voglia di andare in vacanza e di abbandonare questa vita di privazioni! Brava!
il rovescio in back è una poesia. L’ha costretta a conquistare i punti con la testa, rendendo il suo tennis una goduria. Forse è la giocatrice con la migliore intelligenza tattica delc ircuito
“Il tennis è tutta la mia vita” è una affermazione splendida e drammatica allo stesso tempo.
Drammatica perché, contrariamente ad altre passioni totalmente coinvolgenti, come ad esempio la musica ed il teatro, è inevitabilmente limitata nel tempo.
Viva la faccia della sincerità.Oltre che simpatica e brava (nei suoi limiti) è anche intelligente. Peccato che il rovescio in back ne abbia notevolmente limitato ben altri risultati.