Lesia Tsurenko: keep calm and win! La tennista ucraina, recente vincitrice del torneo di Acapulco, si racconta in esclusiva ai lettori di livetennis
Acapulco, sono quasi le 3 di notte ora italiana della prima domenica di marzo. Kiki Mladenovic ha appena mandato in rete una risposta di dritto e Lesia Tsurenko può quindi alzare le braccia al cielo per gioire della sua terza vittoria in un torneo WTA, su tre finali disputate. La pallina lanciata in regalo al pubblico mentre si avvia a rete sorridendo alla francese; un abbraccio, qualche parola di stima e poi lo sguardo verso gli spalti, a cercare qualcuno, forse il suo coach Dmitriy Brichek. Di nuovo la mano alzata per salutare il pubblico e poi eccola sistemare le racchette nella borsa, come avesse vinto una qualsiasi altra partita. Si torna alla normalità. Lesia è così: non la vedremo mai gettarsi in terra, inventare per poi ballare la Tsurenko dance, correre lungo il perimetro del campo. Fu così anche ad Instanbul così come a Guangzhou, dopo le altre finali vinte. La sua riservatezza la rende così contenuta nelle esternazioni emotive: non che non le piaccia divertirsi, gioire di un successo o che giudichi negativamente le tenniste più estroverse, ma lei è naturalmente fatta in questo modo. Ci sembra di vederla ai primi tornei da bambina, lei di Volodymyrets, un piccolo comune ucraino di neanche 9000 anime, mentre si cimenta un po’ timida con avversarie magari più sfrontate. Le avrà guardate forse con la stessa aria imbarazzata con cui, ad Acapulco, ha accolto uno degli organizzatori mentre le calava un enorme sombrero, troppo largo, sulla sua testa. Sorrideva Lesia, cercava conforto in Kiki, che forse se la rideva nell’assistere alla scena, forse avrebbe voluto scappare: sta di fatto che, ad un certo punto, con un gesto liberatorio di coraggio, sombrero e premio ritornano nelle mani di un addetto ai lavori e Lesia può parlare finalmente al microfono per i saluti di rito.
Avevamo raggiunto un paio di settimane prima Dmitriy Brichek (che ringraziamo con grande stima e simpatia nda) per richiedergli l’intervista, trovandolo molto disponibile. Ma poi, iniziato il torneo di Acapulco, era calato il silenzio e delle risposte di Lesia nessuna traccia….fino a quando, la premiazione era appena finita ed il sombrero riposto, è proprio il giovane coach a farsi vivo con un messaggio, giustificando, ma non ce n’era bisogno, questo ritardo…”sai ci siamo concentrati sul torneo…prima di Indian Wells ti invio le risposte”. Ed infatti, ieri pomeriggio, il telefono annunciava l’arrivo di un lungo messaggio che portava Lesia fino a noi.
Allora Lesia, come sei arrivata al tennis e qual è stato il tuo modello di tennista?
Sono stati i miei genitori ad introdurmi nel mondo del tennis. Avevo sei anni, e nel giro di pochi mesi ho cominciato ad allenarmi sempre più intensamente con il mio coach, che mi faceva fare anche molta attività fisica in palestra. Dopo tutta la trafila giovanile, ho giocato il mio primo torneo da professionista a 18 anni, ma già quando ero piccola avevo il mio modello di tennista: era Martina Hingis, che infatti giocava all’epoca in cui ho incominciato da bambina. Lei ha esercitato una grande influenza su di me sia come giocatrice che come persona.
Come vive la tua famiglia il tuo essere una tennista professionista?
La mia famiglia mi appoggia moltissimo, mi sostiene, anche a distanza. Riescono ad assistere ai miei match online, quando sono dall’altra parte del mondo, mentre quando gioco in Ucraina è più semplice, vengono tutti a vedere i match di Fed Cup. Per me è molto importante sentire il loro appoggio. E, tutto sommato, nonostante sacrifici e lontananza da casa, penso proprio che siano molto contenti del fatto che io giochi a tennis.
C’è un match per te memorabile?
Guarda io penso che ciò che rende una partita memorabile è il raggiungimento di un traguardo, quindi le partite migliori che ho giocato sono senz’altro le finali dei tornei che poi ho vinto, Instanbul, Guangzhou, Acapulco. E’ abbastanza naturale che sia così. Ed è altrettanto normale, almeno per me, che i match più deludenti, quelli che mi lasciano un grande disappunto, siano quelli in cui manco obiettivi che mi sembravano tutto sommato raggiungibili, le sconfitte impreviste.
Spesso hai patito infortuni fisici e non è un caso che ti applichi molto seriamente nella preparazione:
Curo moltissimo la preparazione. C’è sempre modo di migliorare il proprio gioco, di partita in partita. Dobbiamo sempre creare lo spazio mentale, tecnico e fisico per un ulteriore miglioramento, non bisogna arrendersi mai su un livello, accontentarsi. La mia speranza per il futuro prossimo, ovviamente, è di riuscire a vincere un buon numero di tornei. Cerco sempre di pensare il meno possibile agli infortuni in cui sono incorsa in passato, non serve a niente, focalizzandomi e impegnandomi invece sul miglioramento delle mie condizioni fisiche.
In tutte le finali vinte la tua esultanza è stata sempre molto contenuta:
Sono proprio così di carattere: calma, tranquilla, senza grossi sbalzi emozionali. Sono sempre stata così fin da piccola, riesco a mantenere il controllo naturalmente, perché non sono una persona emotiva. Quindi non devo sforzarmi, mi viene spontaneamente.
Hai dovuto affrontare molte rinunce? E si riesce ad avere amici nel tuo ambiente?
Certo, a me è successo di rinunciare a tante cose, ma amo moltissimo il tennis e sono felice che la mia vita ora sia questa. Mi sento appagata per quello che faccio, non ho rimorsi né rimpianti. Ho parecchi amici ed amiche quando viaggio per i tornei, e penso che sia una bellissima cosa assolutamente possibile. Mi sento libera di parlare con le altre tenniste, di rilassarmi, di svagarmi, mentre quando è il momento di concentrarsi sul gioco e sull’allenamento mi focalizzo solo su quello, come hai visto anche tu…(si riferisce all’intervista nda)
Che hobby coltivi nel tempo libero?
Mi piace moltissimo leggere e lo faccio spesso, ma quando ho del tempo libero, la cosa che preferisco è stare con gli amici e passare del tempo con la mia famiglia.
Non ti si vede mai giocare in doppio:
In passato ho giocato il doppio e mi piaceva, ma attualmente il mio ranking WTA in questa specialità non mi consente di dedicarmi anche a questo, però mi piacerebbe moltissimo farlo e credo di ricominciare prossimamente.
Che situazione sociale vive l’Ucraina ora?
Ho una grande speranza per il mio Paese: che vi sia pace e felicità in tempi brevi. Però al momento le cose non stanno così, purtroppo, come credo sappiate. Spero che lo sport possa svolgere un ruolo positivo a questo riguardo, può essere un elemento molto importante di pacificazione e ripresa.
Qual è la situazione del movimento tennistico ucraino, cosa si muove dietro te, Svitolina, Kozlova e come investe le risorse la tua federazione?
Penso che il tennis ucraino, attualmente, stia vivendo un ottimo momento. Per i giovanissimi, il successo degli altri tennisti costituisce una spinta eccezionale, una grande motivazione a fare sempre meglio, per emulare i più grandi e riuscire anch’essi. Ci sono molte giovanissime tenniste promettenti. Per quanto riguarda la Federazione e i suoi investimenti, l’unica cosa che posso dirti è che io viaggio sempre a mie spese, non so cosa facciano gli altri.
Non è facile per te rispondere, ma che idea ti sei fatta della situazione attuale del tennis italiano?
L’Italia è un grandissimo Paese per quanto riguarda il tennis. Ha avuto ed ha tuttora grandi campionesse, Roberta, Sara, Flavia, Francesca e mi è sempre piaciuto incontrarle, le stimo davvero molto. Con loro ci sono stati anche match molto emozionanti. Sono certa che presto tornerà ad essere in primo piano, a volte possono esserci degli anni intermedi.
Si deve sempre rispondere affermativamente ad una convocazione in Fed Cup o, talvolta, esigenze di programmazione possono giustificare un’assenza? E che differenza c’è per te tra Fed Cup e tornei in termini emotivi?
Mi piace moltissimo giocare la Fed Cup e voglio sempre vincere per il mio Paese. L’unica ragione che mi spinge a decidere di non giocarla può essere un motivo di salute o quando sento che il mio livello di preparazione atletica o di benessere fisico non è all’altezza ed allora mi faccio da parte. In questi casi preferisco rinunciare, anche se a malincuore. Poi sai, questa è la mia esperienza, mi piace giocare la Fed Cup, mi piacciono tutti i riti che abbiamo, ma certamente il comportamento di una persona è frutto di una scelta individuale, quindi anche la rinuncia ad una convocazione. La differenza rispetto ai tornei individuali sta nel sostegno dell’intera squadra che si riceve in Fed Cup, in quei giorni si crea un clima particolare, una grande solidarietà. E’ un elemento fondamentale. Quando sei in giro per i tornei non ce l’hai, senti maggiormente sulle spalle il peso della responsabilità.
Non sempre le condizioni ambientali in un incontro di tennis sono ideali. Talvolta il pubblico non rispetta molto le regole, tende a disturbare una tennista durante il servizio, applaude i suoi errori:
Sì, accade che a volte il pubblico disturbi e che faccia perdere la concentrazione. In questi casi bisogna sforzarsi di isolarsi e di focalizzare l’attenzione esclusivamente sul proprio gioco. Tutto il resto non è importante, va messo sullo sfondo, come filtrato.
Tu pensi che nel circuito WTA gli interessi delle tenniste siano sufficientemente tutelati? Mi riferisco a tornei che si giocano in città inquinatissime, orari degli incontri talvolta impossibili, partite che durano due o tre giorni a causa della pioggia:
Fa parte del gioco e difficoltà ambientali ci sono anche in altri sport. Penso che i tornei di tennis siano tutti diversi, tutti caratterizzati da elementi specifici di quella città: dal clima ai campi da gioco, al pubblico. Questo rende il gioco molto più interessante e affascinante. Ovviamente, se si presentano dei problemi, si ha sempre la possibilità di parlare con il rappresentante del Consiglio dei giocatori e cercare di cambiare le cose votando.
Senti che è cambiato il tua approccio al tennis?
Negli ultimi anni sono cambiata moltissimo, per quanto riguarda il gioco, sia dal punto di vista tecnico che da quello della quantità di allenamento, dell’attività fisica in palestra e persino della mia alimentazione. Tutto questo apporta miglioramenti, e c’è sempre spazio per rendere di più, anche perché i risultati rafforzano la motivazione.
Meglio diventare la numero 1 del ranking o vincere uno Slam?
E’ senz’altro meglio vincere uno Slam! Non c’è da discutere..
Il tuo rapporto con i social:
Non sono una grande appassionata dei social, li uso ma non sono una patita, quindi non intervengo molto frequentemente. Ma certo, cerco di coinvolgermi nella vita dei social, è una dimensione che va coltivata, fa parte della modernità e sarebbe sbagliato ignorarla. Però, per il momento, non ho ancora molti followers, vedremo in futuro.
Il coaching serve davvero e tu quando ne fai ricorso miri ad un supporto tecnico o psicologico?
Il coaching per me è di grandissimo aiuto; è importante avere i consigli del mio coach sia dal punto di vista tecnico sia da quello psicologico, in alcuni momenti chiave del match. Anche ad Acapulco, in finale, ad inizio del secondo set, è stato molto importante confrontarmi con Dmitriy.
La tua città nativa, Volodymyrets, anche se molto piccola con circa 9000 abitanti, ha due cittadini illustri: oltre a te lo scrittore Max Kidruk famoso per i suoi reportage di viaggio. Fa pensare la coincidenza che i due personaggi famosi di questa piccola cittadina lavorino viaggiando. Che sensazioni provi viaggiando?
Non conoscevo questo scrittore. Ora che lo so correrò a leggere qualche suo libro! Comunque mi piace moltissimo viaggiare, è una parte importante della mia vita tennistica, quindi mi sento in sintonia con lui. Purtroppo non è sempre possibile né agevole esplorare le città, ci sono i match da giocare o i tempi di riposo da osservare, ma non appena è possibile, cerco di farlo. Apprezzo in particolare i luoghi che hanno una storia o quelli con una tradizione culinaria particolare: amo molto provare nuovi cibi, credo che siano un elemento culturale che aiuti a capire le caratteristiche di un popolo.
Ci hai detto che sei calma naturalmente. Oltre a questo, pratichi tecniche di rilassamento?
Qualche volta pratico lo yoga o anche solo un po’ di stretching, al mattino. Mi aiuta a rilassare i muscoli e anche la psiche perché mente e corpo non sono separabili, sono una dimensione unitaria.
Obiettivi per quest’anno e per la tua carriera:
Il mio obiettivo per quest’anno è di entrare tra le top 20. Per la mia carriera in generale, quello cui miro è di vincere quanti più tornei possibile, ovviamente sogno di vincere uno Slam.
Ti auguriamo di avere una carriera lunghissima…ma dopo?
Quando smetterò di giocare, spero di poter continuare all’interno dell’ambiente tennistico in Ucraina. Mi piacerebbe molto aiutare i giovani tennisti talentuosi ad arrivare ad una carriera professionale. E’ una cosa che mi rende felice, mi piacerebbe molto per il mio futuro portare la mia esperienza al servizio del mio paese.
Grazie Lesia!
Grazie a Voi di livetennis e…seguitemi!
Riflettendo sulle risposte di Lesia, si sente forte questa dimensione del viaggiare lanciando sempre lo sguardo verso l’Ucraina, la propria terra. Quello sguardo furtivo che Lesia volge verso gli spalti ad Acapulco, l’accompagna forse ogni giorno, e non è un caso che, come Ulisse ad Itaca, un giorno vorrà tornare tra la sua gente e mettere il suo talento al servizio delle giovani promesse. E chissà mai che quel giorno, non la vedremo sciogliersi e lanciarsi, con in bambini intorno, in una sorprendente Tsurenko dance.
Intanto, visto che Lesia ci ha promesso di andare in libreria per conoscere le opere dello scrittore suo concittadino, le consigliamo di leggere una poesia. Si chiama Itaca ed è di uno scrittore greco Konstantinos Kavafis. Parla di un lungo viaggio cui fa seguito un ritorno a casa e siamo sicuri che a Lesia piacerà.
Eccone uno stralcio suggestivo:
Sempre devi avere in mente Itaca/raggiungerla sia il pensiero costante./Soprattutto, non affrettare il viaggio; /fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio /metta piede sull’isola, tu, ricco /dei tesori accumulati per strada /senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio, /senza di lei mai ti saresti messo /sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
Antonio De Filippo
traduzione di Ludovica Eugenio
TAG: Lesia Tsurenko
@ ci provo (#1787193)
C’era fin dall’inizio poi è anche vero che non capiamo il motivo ma si è cancellata la prima parte del titolo (Mistero).
Nessuna polemica amici. Vi abbracciamo.
Veramente il titolo è stato cambiato e allungato in un secondo tempo rispetto a quando ho scritto il mio commento. Sicuramente non per merito mio, comunque questo è ciò che è avvenuto. In ogni caso, non volevo far polemica. Quanto alle virgole, su quello sono d’accordo con te: non mi sembra un argomento sul quale discutere più di tanto.
L’intervista è bellissima, lei a me piace tantissimo, sia come persona che come giocatrice, che come donna.
@ Roberto91 (#1787126)
Fantastico questo tuo intervento, complimenti!
Stai scherzando vero? Il titolo inizia proprio con Lesia Tsurenko keep calm and win. La tennista ucraina sarà stato scritto per evitare una ripetizione. Trovo davvero surreale che la redazione ci metta a disposizione, probabilmente con uno sforzo non da poco, un’intervista esclusiva con una top 40 e metà degli interventi siano su virgola e titolo. Grazie Redazione.
Lesia mi piace!
Tennista che sa di avere e che usa la testa, bagaglio tecnico vario e completo.
Dall’intervista traspare tutta la sua indole, tutta la sua intelligenza, tutta la sua determinazione.
Sì, la top20 è obiettivo realistico e perseguibile: le auguro di centrarla presto e di rimanerci, stazionando in zone consone al suo valore.
Queste interviste ti lasciano sempre un sapore dolce in bocca: grazie a esse conosciamo meglio le nostre beniamine e i loro risvolti caratteriali portando a galla un’umanità e una semplicità che ti riconciliano col mondo.
Sono terapeutiche per antonomasia! 🙂
Virgola o non virgola.. sinceramente non ne capisco il senso!
L’intervista infatti è completa, rivela tutti gli aspetti di questa giovane tennista, i suoi obiettivi, la sua personalità..
I versi finali sono semplicemente meravigliosi..risultano in perfetta linea con lo spirito della tennista, con il suo pensiero alla sua terra ed agli atleti che essa regala. In bocca al lupo Lesia!
Davvero complimenti per l’intervista! 🙂
Se proprio vogliamo disquisire sul titolo, io più che sulle virgole mi soffermerei sul fatto che non viene nemmeno evidenziato il cognome della giocatrice, definita in modo sorprendentemente generico “la tennista ucraina recente vincitrice del torneo di Acapulco”. La considerate forse troppo sconosciuta per essere identificabile solo con il cognome? In fin dei conti, con questo di Acapulco, sono 3 i tornei che ha vinto nel circuito maggiore: lo stesso numero di Seppi in campo maschile e 2 in più della Giorgi, tanto per fare esempi a noi vicini!
Premetto che non sono bravo in grammatica, quindi non dovrei nemmeno commentare sulla vostra discussione, ma vorrei aggiungere solo una cosa: avete alzato un polverone inutile, mi riferisco in particolare al sign. Insalatiera, che ha voluto evidenziare un errore, come se volesse far vedere a tutti che lui è molto preparato in materia!
Io così ho interpretato questa azione di protagonismo, perchè se così non fosse, il nostro amico avrebbe dovuto fare la segnalazione in privato!
Questo è quello che ho pensato leggendo la discussione, mi scuso per le virgole e per gli errori grammaticali, buona serata!
“non sono emotiva”… cos’è un robot?
Bellissime queste interviste, molto complete, mai banali e suggestive e complimenti alla Tsurenko, bellissima ragazza, in tutti i sensi 😎
Esatto, è andata proprio come hai scritto!
Considerando i miei post non posso criticare le virgole!
Bella intervista! La Tsurenko è molto pacata,riservata e inoltre è una che lavora sodo…credo che,se continua così,in top30 ci arriva 😉
Sulla questione virgola hanno ragione tutti: credo di capire che la redazione abbia corretto subito il refuso segnalato da Insalatiera e agli altri è sembrato corretto il titolo con la proposizione incidentale. Chiarito questo, la Tsurenko dell’intervista appare esattamente coerente con l’immagine che mostra nei tornei. Seria, concentrata, senza ricami eccessivi sia nel tennis che nel modo di parlare. Ad Acapulco è sembrata davvero ben centrata anche fisicamente. Vediamo ad Indian Wells, le tocca la Peng ed è un bel test. Comunque complimenti per l’intervista molto interessante nell’ andare oltre l’aspetto tecnico e bellissima la citazione di Kavafis.
Come lo scrivereste voi quel titolo? Per me va bene, non ho ancora capito il problema.
Per quanto riguarda la Tsurenko è una tennista che non ho ancora inquadrato bene, vedo che è molto seria e composta in campo, mi colpisce sempre questo suo aspetto (anche se io, in genere, preferisco chi esterna, almeno quando ce n’è bisogno, senza esagerare).
Mi sembra una buona tennista con buoni fondamentali, penso che in top 20 ci possa arrivare tranquillamente, visto che ve ne sono arrivate molte anche peggiori, diciamo così.
Dopo questa bellissima intervista (complimenti alla Redazione, grandissimo lavoro) penso di poter affermare che la Tsurenko sia una donna molto interessante, affascinante ed intelligente. E’ molto pacata, ma spesso è l’acqua cheta che rompe i ponti. Ed è anche molto bella, una bellezza fine, riservata, non ostentata!
Sentire Questa ragazza è una boccata d’ossigeno
Fortunatamente niente a che vedere con esaltate tipo Sharapova,Williams
Per carità…
In bocca al lupo
@ aralgallo (#1786878)
Veramente ha ragione Insalatiera76: la virgola tra “vincitrice” e “del torneo di Acapulco” proprio non ci va.
E comunque è un inciso, non c’è verbo, nemmeno con ellissi. 🙂
Come al solito intervista interessante, spesso sono proprio questi/e giocatori/giocatrici apparentemente quieti e pacifici ad avere aneddoti più curiosi da raccontare sul proprio carattere, in bocca al lupo alla Tsurenko
Eh no ragazzi, l’incidentale è “recente vincitrice del torneo di Acapulco”, e proprio perché è un’incidentale unica non si può spezzare in due con un ulteriore segno di punteggiatura. Quindi la virgola tra “vincitrice” e “del torneo” non ci va.
Buona la citazione del greco, anche se io le avrei fatto apprezzare A Zacinto di Foscolo… piccolo errore nel titolo… Tsurenko, recente vincitrice del torneo di Acapulco, si racconta… ottima intervista molto molto completa
Nelle frasi incidentali, la virgola va messa. Se no si rischia una insalata di parole senza senso. Come sempre una bellissima intervista per una grande campionessa!
Bellissima intervista e la citazione di Kavafis alla fine coglie appieno lo spirito dell’intervista e la personalità della Tsurenko. Che bella persona! Equilibrata riflessiva calma, una bella donna non c’è che dire. Il suo interesse per la cucina dei popoli, il piacere di visitare luoghi e scoprirne la storia, che bello. Una donna che vive il presente della sua vita come nei tornei, che ringrazia per un’intervista, umile, e per cui la dimensione tra corpo e psiche è unica. Molto bella la partecipazione emotiva ai tornei con la nazionale in FED cup, molto bello lo spirito di solidarietà tipicamente ucraino di cui parla che la porta a considerare chi intraprende la sua stessa strada come i bambini, i più giovani, al cui servizio auspica e desidere mettere la sua esperienza. Davvero una bella tennista oltre che molto brava e un’intervista che ha saputo tirar fuori delle bellissime considerazioni, dolci.
No. È una proposizione incidentale, va messa tra due virgole.
???direi di no 🙂
Redazione, qualche virgola di troppo nel titolo?