Open Court: Djokovic, dove sei? (di Marco Mazzoni)
Il celeste intenso del court sulla Rod Laver Arena quasi abbaglia nella notte, squarciando il buio della mia stanza. Seguendo in solitudine il match di Djokovic, anche il silenzio pare più denso, quasi palpabile, come se lo stupore per quel che accade in campo si manifestasse intorno sussurrando “ma è tutto vero?”. Il sei volte campione (e campione in carica) degli Aussieopen lotta ma non ringhia. Colpisce ma non aggredisce. Corre, ma non spinge. Sembra tornato quello della finale del Masters, abulico. Spento. Non scappa dal campo, resta lì, aggrappato alla partita, sperando nelle paure e nei crampi del rivale, Denis Istomin. Uno che poche settimane fa ha strappato una wild card per il primo Slam dell’anno annullando un match point ad un semisconosciuto tennista indiano. Sliding door, visto che stamattina il buon Denis ha strappato la più importante vittoria in carriera. Un tizio che potremo definire “ordinato e ordinario”, con un tennis piuttosto pulito ma non così potente, non uno che ti scalda il cuore quando lo vedi, uno che puoi stimare ma difficilmente “tifare”. Allenato da sempre dalla madre, c’ha creduto, ha tenuto col servizio e nei momenti difficili. Bravo. Bravo soprattutto a piazzare qualche Ace e prime importanti nei momenti caldi. Bravo a lasciar partire l’accelerazione in lungolinea appena possibile, per non aprire il campo e così esaltare gli angoli del serbo. Bravo a muovere sempre i piedi in anticipo ed entrare sui drive insolitamente corti dell’ex n.1. Bravo a farsi trovare pronto nel posto giusto al momento giusto. E Djokovic? Eh… mica facile cercare di capire che sta passando Novak.
In press conference è stato cortese, ha reso merito al rivale prendendosi le colpe di una prestazione modesta, al di sotto dei suoi elevatissimi standard australiani. In questo torneo di solito ha vinto di pura forza, andandosi a prendere i match di petto, lottando come un leone e vincendoli tutti alla distanza. Questo il film delle tante finali strappate vs. Murray, sempre più tosto dello scozzese; per non parlare della clamorosa finale vs. Nadal, quella dei record di durata e di durezza.
Djokovic ha dominato per anni imponendo una maggior fisicità e capacità di soffrire rispetto a tutti i rivali. Ha saputo massimizzare la completezza tecnica del suo gioco a condizioni non così rapide. Tutti dicono che quest’anno i campi sono più rapidi, che la palla spesso schizza via, che prendersi il rischio premia. Di sicuro Istomin oggi è stato premiato, anche per il coraggio di far partire dritti lungolinea vincenti, andando a sorprendere il fortissimo rivale con il suo colpo meno debole. Ma un Djokovic anche solo discreto avrebbe lottato più, o forse – per spiegarlo meglio – avrebbe tenuto una intensità generale di gioco più alta, andando a stritolare alla lunga l’avversario. Questo credo sia il deficit del Novak attuale rispetto a quello dominante: la mancanza di intensità. Tecnicamente oggi non ha giocato “male”. Sì, un po’ di errori in più, ma non un colpo totalmente assente, o deficitario. Meno incisivo al servizio (quasi mai si è cavato dal buco on una grande prima, come era successo ad esempio nelle grandi finali vinte vs. Federer tra 2014 e 2015). Il dritto è stato troppo spesso centrale, corto e privo di quello spin che lo fa saltare alto, difficile da rigiocare; e su questo aspetto si va proprio a sottolineare la scarsa intensità fisica. Istomin ha servito bene, ma le sue prime non sono certo paragonabili a quelle di un Raonic, e Djokovic in risposta non ha mai fatto la differenza. Non parlo di vincenti, quelli li faceva Agassi down under… Djokovic d.o.c. in risposta ti massacra perché te la rigioca sempre lunga, costante, centrale, sui piedi, così ti ruba spazio e tempo di gioco, prendendosi la posizione di vantaggio nel campo. Stamattina Novak ha risposto in modo modesto, soprattutto da destra, dove lo slice del rivale l’ha spesso sorpreso. Troppo spesso, segno di scarsa lucidità, oltre che di bassa reattività.
Insomma, il Super-Djokovic era un atleta superiore, molto completo tecnicamente, ed in grado di tenere un livello di gioco altissimo per ore, con pochissimi cedimenti e capace di dare la zampata al momento giusto. Il Djokovic attuale è un tennista che non riesce a tenere quei ritmi, e stenta anche a fare lo strappo decisivo. Molto passerà anche dalla sua testa, forse un calo di motivazione dopo il career grand slam, proprio quando la fase calante è iniziata. Forse, sulla soglia dei 30 anni, anche il fisico inizia perdere qualche punto, andando a corrente alternata. Boris Becker (uno, si sa, con la lingua aguzza…) ha detto chiaramente che nella seconda parte del 2016 Novak non si è allenato come suo solito. C’è da credergli forse stavolta.
Quanto ci crede ancora Novak? Quello di Doha, sembra crederci molto. Quello di stamani, assai di meno. Ma qual è il vero Djokovic? Forse, oggi, non lo sa nemmeno lui
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Australian Open, Australian Open 2017, Djokovic, Marco Mazzoni, Novak Djokovic, Open Court
Al Nole visto oggi è mancata “la voglia di giocare a tennis”. Qualcosa si è certamente rotto dentro Nole
questa si chiama semplicemente paura,quando perdi sicurezza in te stesso subentra la paura che poi abbiamo tutti dentro,ma c’è chi riesce a tenerla a bada e chi no,e quando sei un top e arrivi al top e poi inizi a scendere di botto all’improvviso ti ritorna in mente quello che eri e che adesso non sei più.
Io ho sempre considerato nadal il più forte tennista di tutti i tempi se stava bene proprio per la sua forza mentale,non il più completo,ne il più talentuoso,ma il più difficile da battere,il più forte di tutti insomma.
E una volta sceso non è più tornato quello che era,djokovic fisicamente sta bene e tornerà,ma nadal in palla era tutta un altra cosa
@ alexalex (#1753144)
Non capisco chi ha vinto uno slam a 30 anni…..
@ fedder (#1752930)
Quindi l’Iperbarica non lo salva più???????
Secondo me nole ha solo perso.
Capita. What s wrong?
Prossima volta altro torneo. Molte vittorie. Poi anche sconfitte a un certo punto le sconfitte saranno più delle vittorie. What s srong ?
Una volta queste crisi di motivazione erano più frequenti tra i grandi dominatori del tennis. Borg si ritirò nel 82 a 26 anni, McEnroe a 27 anni si prese 6 mesi per occuparsi della sua famiglia nel 86, Wilander crollò dopo un 1988 da mattatore e anche Agassi ebbe un lungo periodo di appannamento. Altri dominatori come Lendl, Sampras, Federer e Nadal non li conobbero, ma potrebbe essere che Djokovic segua le orme dei primi.
Motivi? Borg disse che dopo 10 anni di carriera non sentí più quella gioia del gioco e quel desiderio di competere, basterà no?
@ Alberto Bonimba (#1753070)
Djokovic ha 30 anni, e il re ha vinto 1 slam da quando ha quell’età, ed è accaduto quasi 5 anni fa! E comunque, se anche Novak si ritirasse domani, il fatto di non rimanere top five fino a 35 anni non lo trasforma in un brocco!
Djokovic è rimasto a Parigi! Dopo anni di inseguimento ha raggiunto il traguardo che più ambiva da quando è diventato n.1 e plurivincitore di slam. Si riprenderà, ma difficilmente raggiungerà il livello astrale del 2015. Inoltre c’è un aspetto che pochi valutano. Djokovic, come già Nadal, ha un gioco estremamente legato a tenuta fisica e mentale, ed è quindi soggetto a logorio. Io non mi sorprenderei se avesse diminuito l’intensità degli allenamenti negli ultimi mesi.
Cosa gli succede? Becker l’ha detto chiaro e tondo. Negli ultimi sei mesi non si è focalizzato al 100% sul tennis e non si è allenato a dovere a causa di certi “problemi” familiari che ovviamente come tali non si possono spiattellare in pubblica piazza anche se ci hanno già pensato i giornaletti scandalistici 🙄
La macchina perfetta si è rotta……ora sei tornato tra gli esseri umani. Voglio vederti tra 6 anni…..all’età del Re.
Molti parlano del calo di Nole velo paragonano a quello di Rafa e di Roger, diciamo che non è propriamente così.. Rafa negli ultimi due anni, è crollato fisicamente ecco perché il suo tennis ne ha risentito moltissimo, lo stesso Roger nei suoi anni peggiori 2013 e 2016 ha avuto problemi fisici seri e nonostante questo ad esempio l’anno scorso ha fatto due semi slam ed era vicinissimo alla finale di Wimbledon il tutto a 35 anni, con un’operazione alle spalle e con una condizione ancora precaria.. Se parliamo di Djokovic, invece, parliamo di un giocatore che a 30 anni, non ha avuto un problema fisico come gli altri due campioni, ma un problema di natura mentale.. Questa cosa è ben visibile nel match di oggi, il Djokovic dello scorso anno magari oggi arrivava al quinto con la differenza che al quinto la vinceva 6-1. Aveva un’altra cattiveria, un’altra intensità nei punti che contavano e la partita al 100% la portava a casa.. Rivedete la partita con Simon dell’anno scorso, secondo me indipendentemente dal valore dell’avversario che, certamente era superiore a Istomin, ma Nole se possibile in quella partita giocò ancora peggio di oggi commettendo tipo 100 errori gratuiti, però nei punti che davvero contavano cioè nel 5 ha fatto capire a Simon che quella partita non l’avrebbe mai persa; oggi invece nello spezzone di partita che ho visto era poco incisivo, commette va tanti errori in momenti importanti insomma un Djokovic irriconoscibile.. Ovvio la stagione è appena iniziata e Nole può assolutamente riprendersi e penso, che al netto di problemi fisici, di cui per ora non sembra avere, beh il suo ritorno a grandi livelli sarà più semplice di quanto non lo sia stato per Roger e di quanto non lo sia per Nadal..
@ radar (#1752964)
Anche se Murray non era al massimo, vincere una sfida così carica di significati simbolici, voleva dire molto, nella sua personale rimonta verso una forma ottimale.
Doveva trasmettergli una gran fiducia, nuove ambizioni.
Se per Federer e Nadal, il declino è stato palesemente provocato da un logorio fisico (in primo luogo), qui ci troviamo di fronte a delle questioni veramente nebulose, imprecise, direi misteriose.
Calo di motivazione? adesione a filosofie palesemente contro il modello di agonista che deve incarnare? problemi nella sfera privata? livelli di stress vertiginosi e incontenibili?
Comunque poiché sono tutti riconducibili a input emotivi diventati ingestibili, la cosa personalmente mi stupisce e mi intristisce di più che per gli altri declini causati ‘da forze maggiori’.
Umanamente, vedendolo sempre molto sensibile a certe tematiche, mi preoccupa questo suo stato di smarrimento e confusione.
Sono un appassionato anche di MMA e questo suo stato così particolare, mi sembra paragonabile a quello altrettanto ‘disastrato’ di Ronda Rousey.
Non si puo sempre vincere , questo e lo sport .
Ragazzi questo è un fenomeno e sta vivendo un periodo in cui per problemi personali non ha la testa e in questo gioco la testa è fondamentale.Da lui ci si aspetta che vinca 2-3 slam ogni anno ormai o anche che faccia il grande slam in uno stesso anno, quindi con i giovani che emergono, i nuovi numeri uno e gli altri talenti che vogliono scalare posizioni, deve essere un carro armato e ora non c’è probabilmente con la testa e non ha stimoli. Essere un fuoriclasse unico come lui conta poco senza testa e stimoli. Concediamogli del tempo, forse tornerà forse no, ciononostante grande rispetto per quello che ha fatto e dato al tennis fin’ora.
si infatti vedi murray…
Il calo di Nadal è arrivato nel 2014. Nel 2013 ha espresso la sua top-condition all’US-Open.
Credo che per Djokovic sia cominciata la parabola discendente. Per sua fortuna è ancora virtualmente il più forte visto che non è arrivato nessuno a sostituire i suoi vecchi rivali, quindi starà ancora a lottare per il primato a lungo immagino.
Semplicemente sono finite le motivazioni..Borg si ritirò x questo giovanissimo, nn escluderei lo stesso a fine anno x Nole.
Nn c’è allenatore che tenga
a me ciò che sorprende è il repentino cambiamento di stimoli o voglia, dopo i french open ha quasi mollato, non è più invicibile come prima. Io come molti pensavo che avrebbe dominato per 2-3 anni ed invece sembra che la determinazione per vincere a Parigi, una volta vinto il torneo, sia svanita e con essa la sua solidità mentale.Adesso si sente libero dall’ossessione e forse vuol godersi piú la vita extratennistica.
Dove???
Un ottimo Djokovic avrebbe chiuso in 2, invece di rimettere in sesto Murray, che non è, pure lui, al massimo.
Con Verdasco in semi aveva praticamente perso.
In realtà è un Nole balbettante e altalenante, spaesato e insicuro.
E i risultati sul campo, com’è inevitabile, rispecchiano questo suo momento di appannamento.
A forza di mangiare insalata e abbracci di dubbio gusto questi sono i risultati. In ogni caso sposatevi che raggiungerete risultati eccelsi nello sport 😆
Con Murray si era visto un ottimo Djokovic.
Ma cosa sia successo dopo è un mistero, almeno per me.
prima o poi doveva ritornare umano anche lui.
è successo a Federer nel 2008 e a Nadal nel 2013
Oggi tocca a Novak!
ogni vittoria diventa più difficile, le battaglie al quinto set finiscono in sconfitta invace che in vittoria
Vabbe è umano, poi non credo abbia ancora molti stimoli…ha dimostrato di poter essere uno dei migliori di sempre…. Credo che adesso abbia voglia di una vita normale…la famiglia…o no?
Ha fatto pena e rischiato tantissimo anche a Doha se e’ x qst. Diamo tempo e vediamo cm reagira’ al RG. Anche se la sconfitta fa impressione, soprattutto nello slam dv ha vinto 6 delle ultime 9 edizioni, e’ prestino x darlo finito. Nn capisco, in generale, qst esigenza o frustrazione nel lanciarsi su ipotesi cosi drastiche. Lo stesso x Nadal. Cioe, magari sara’ cosi. Ma e’ veramente cosi eccitante o interessante dedicarsi a previsioni di qst tipo? A chi interessano?