Taylor Fritz: l’ATP può aspettare, meglio i challenger
Taylor Fritz è sicuramente un personaggio positivo per il circuito ATP e il mondo del tennis: il miglior giovane della nuova generazione di tennisti made in USA trova sempre il modo di far parlare di sé, catturando consensi e simpatie in modo più o meno generalizzato. Il 2016 è stato l’anno della sua rivelazione per un giocatore forte e che ha impressionato per la solidità non solo del suo gioco ma anche del suo fisico, un 2016 in cui però il diciannovenne Taylor ha trovato il modo di catalizzare l’attenzione anche per la sua decisione di sposarsi giovanissimo a i rumours sulla sua presunta prossima paternità.
Notizia recentissima riguarda invece il suo inizio 2017: nella programmazione era previsto il selettivo ATP250 di Brisbane, da molti giocatori considerato il torneo ideale per preparare al meglio il Major australiano. Ecco, Fritz, al momento fuori di un posto dal tabellone principale ha ben deciso di cancellarsi dall’evento ATP preferendo giocare il challenger di Happy Valley, che affronterà da testa di serie numero 1 e che lo vedrà confrontarsi con buoni giocatori del calibro di Young, Kudla, Rosol e Giraldo. Scelta curiosa ma a mio modo di vedere le cose, assolutamente condivisibile.
Giocoforza il 2016 ha presentato dazio al tennista statunitense: per quanto forte possa essere, Fritz ha sofferto il contraccolpo psicologico di arrivare in top100 ed essere descritto dai più come possibile futuro numero 1 del ranking, avversario ideale per lottare con Nick Kyrgios e Alexander Zverev. Lui, modello buono di un tennista uomo mai sopra le righe, competitor perfetto della new bad generation.
Dopo l’exploit targato 2016 Taylor ha infatti patito un po’ di stanchezza psico fisica, non mettendo a segno per diversi tornei dell’anno alcun risultato degno di nota: meglio riprendere fiducia quindi, mettere in fila partite vinte e in riga avversari sconfitti. Poco importa se si debba scendere di categoria: sarebbe meglio arrivare a Brisbane, avere la sorte di entrare nel main draw per un forfait altrui e poi giocare un ottimo primo turno ma uscirne sconfitti? Giocare, giocare, giocare: questo deve essere il mantra ripetuto da Fritz e nessuna scelta in tal senso sembra essere migliore di Happy Valley.
Alessandro Orecchio
TAG: Taylor Fritz
4 commenti
grande scelta!! Vuole allenare la parte psicologica.. perché partendo da testa di serie n. 1 o 2 hai sempre i favori del pronostico, ed è in questi casi che il tennista forte dimostra di essere davvero forte dal punto di vista mentale, non solo tennistico!!!
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Uno come Fritz può fare quello che gli pare, in un modo o nell’altro arriva.
Quando si è forti e si ha voglia di allenarsi è combattere, all’obiettivo si arriva, quale che sia la strada.
Pienamente d’accordo con l’analisi di Orecchio.