Davis Cup: Controllo antidoping a sorpresa per la squadra argentina
Controllo antidoping a sorpresa per la squadra argentina dopo aver vinto la Coppa Davis poche ore prima. Dopo i festeggiamenti e il rientro in hotel, si sono visti nell’albergo due funzionari del controllo antidoping.
I tennisti con sintomi evidenti di stanchezza si sono risentiti della cosa ma hanno alla fine effettuato il prelievo.
Da segnalare che 48 ore prima parte della squadra aveva avuto un controllo antidoping.
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@ Carl (#1737202)
Thomas Eliot a Thomas More semmai..! 😉
Così come l’hai espresso ora il tuo concetto é corretto, però é anche vero che hai scritto “esatto!” relativamente al commento di lallo…. ed allora o eri d’accordo con quel commento, e quindi é corretto che Carl (di cui condivido il commento) si sia rivolto anche a te, oppure semplicemente non hai capito che i concetti che esprimeva lallo erano del tutto diversi.
@ Carl (#1737202)
Non so perchè nella tua replica ti sei riferito anche a me, forse hai letto male o interpretato male.
Comunque io rispondo per me, e ti riscrivo la frase, visto che forse la fretta tua di rispondere può essere stata sorella della pigrizia nel leggere bene con attenzione 😉 :
“se fra 5 anni nuovi metodi permettessero di appurare che un atleta ha fatto uso, ieri, di sostanze dopanti, risulterebbe un dopato. Punto.”
E’ ovvio che per sostanze dopanti si intende quelle che oggi (anzi ieri) sono ritenute sostanze dopanti.
@ LuchinoVisconti (#1737157)
@ lallo (#1737148)
Non sapete di cosa parlate, vi inventate le cose ed esprimete pareri senza nessuna base.
Il doping non è una opinione soggettiva, è doping quanto definito nei punti da 2.1 a 2.10 del codice Wada, che vi invito a leggere.
In nessun punto ci sono le sciocchezze che avete scritto.
Anzi no, siccome so che presunzione ed ignoranza sono sempre sorelle della pigrizia, i suddetti 10 punti ve li riassumo qui (andate poi a vedere il dettaglio), prima ancora la definizione:
ARTICLE 1 DEFINITION OF DOPING
Doping is defined as the occurrence of one or more of the
anti-doping rule violations set forth in Article 2.1 through
Article 2.10 of the Code.
Chiaro, no?
2.1 Presence of a Prohibited Substance or its
Metabolites or Markers in an Athlete’s Sample
2.2 Use or Attempted Use by an Athlete of a
Prohibited Substance or a Prohibited Method
2.3 Evading, Refusing or Failing to Submit to
Sample Collection
2.4 Whereabouts Failures
2.5 Tampering or Attempted Tampering with any
part of Doping Control
2.6 Possession of a Prohibited Substance or a
Prohibited Method
2.7 Trafficking or Attempted Trafficking in any
Prohibited Substance or Prohibited Method
2.8 Administration or Attempted Administration to any
Athlete In-Competition of any Prohibited Substance
or Prohibited Method, or Administration or Attempted
Administration to any Athlete Out-of-Competition of any
Prohibited Substance or any Prohibited Method that is
prohibited Out-of-Competition
2.9 Complicity
2.10 Prohibited Association
Invito quindi il sig. lallo a chiarire da dove ha estratto le sue assurde esternazioni.
Attenzione, non c’è niente che mini di più e renda meno efficace la lotta al doping che una applicazione o una interpretazione approssimativa delle norme.
Se si vuole, e si deve, essere rigorosi, occorre essere assolutamente rigorosi e precisi nell’applicare le norme ed i principi pubblicamente approvati.
Come il grande Thomas Beckett fa dire a Thomas More in “Assassinio nella cattedrale”:
“Se per cacciare il diavolo abbatterai tutti gli alberi della foresta, dove ti riparerai quando ti si rivolgerà contro?”
Fuor di metafora, se per combattere il doping (il diavolo), anche con buone intenzioni, non rispetti tutti i “paletti” della scienza e della legge (gli alberi), i “furbi” troveranno sempre il modo per smontare le tue accuse e farla franca, ed avrei ottenuto il contrario di quanto volevi.
Esatto!
Quindi se fra 5 anni nuovi metodi permettessero di appurare che un atleta ha fatto uso, ieri, di sostanze dopanti, risulterebbe un dopato. Punto.
L’effetto retroattivo non valido per principio (ma non per legge,e amenità varie dei soliti avvocatucoli) non c’entra per nulla.
No, mi dispiace. La sostanza dell’antidoping, che non si rimarca mai abbastanza è che: ciò che NON fa parte delle sostanze vietate NON è comunque permesso se appartenente alla categoria delle sostanze sconosciute e dunque non ancora testate e vietate (o permesse). Naturalmente si può denunciarne anticipatamente l’utilizzo alle autorità (WADA etc) e ottenere il permesso di utilizzo. Ma se non lo si fa (per avere un vantaggio sugli altri) rendendolo non disponibile alla conoscenza di tutti allora è Doping. E’ un vantaggio scorretto che ci si prende sugli altri. E’ quella deriva che porterebbe\porta a fare dei medici all’avanguardia nelle conoscenze di nuove tecnologie (medicinali) i protagonisti della competizione sportiva e non più gli atleti (rammentiamo che EPO a 60% di ematocrito da 15% in più di rendimento anaerobico.. un abisso che trasforma un atleta normale in un campione)
Che simpaticoni!
Per fortuna l’alcool non rientra tra le sostanze vietate.
La conservazione per una nuova analisi a distanza di anni usando nuove tecniche e nuova strumentazione è un assurdo tecnico e giuridico.
Quando si stabilisce una norma, in qualunque campo, dall’agroalimentare al medicinale, dall’elettronica alle costruzioni, e si fissano dei limiti per una qualche caratteristica, di definisce contestualmente il metodo e la procedura di misura, che ne viene a far parte.
Cambiare la metodologia e la procedura di prova equivale a modificare la norma stessa, se ci sono progressi scientifici o nuove esigenze (come nel caso ad esempio dell’inquinamento ambientale, oltre che nel doping) si emette una nuova norma che sfrutta le migliori tecniche, magari cambia i limiti rendendoli più restrittivi, e dal momento della sua emissione vale come nuova norma, ma non ha mai, per principio, effetto retroattivo.
L’antidoping (serio) va fatto così. E i campioni vanno conservati per un decennio e rianalizzati.