Joy Vigani chiude la stagione con il botto: “Direi che la sufficienza piena, per questo anno tennistico, l’ho raggiunta
Joy Vigani ha stupito tutti in Egitto. Partendo dalle qualificazioni, il 20enne tennista di Bressanone è giunto sino alla finale arrendendosi solamente all’ucraino Manafov, testa di serie n°1 del Futures egiziano. “Sono molto contento per come si è conclusa questa trasferta, avevamo previsto che probabilmente avrei giocato meglio gli ultimi tornei per il semplice motivo che non ho avuto tanta continuità durante l’anno a causa di un infortunio patito ad Aprile. Avevo già conquistato due punti Atp in questa lunga trasferta a Sharm El Sheikh e quindi le aspettative, per questo torneo, erano almeno il superamento del tabellone di qualificazione. In queste settimane, oltre al torneo, abbiamo lavorato tanto sotto l’aspetto tecnico perchè il mio obiettivo primario è soprattutto quello di migliorare nel gioco. I risultati si sono visti perchè ho servito veramente bene, totalizzando 48 ace in cinque partite di tabellone principale e questo è un dato importante per il mio gioco. Dopo aver superato le qualificazioni ho vissuto ogni match giorno per giorno concentrandomi soprattutto sulle cose positive con l’obiettivo di non uscire mai dal match. Le vittorie sono giunte quasi senza pensarci, giocando punto per punto, raggiungendo un risultato importante che mi rende soddisfatto e ripaga il lavoro fatto.
Ciao Joy, a inizio anno, in una precedente intervista, mi dicesti che il tuo obiettivo era fare esperienza visto che non hai fatto esperienza internazionale da junior. Chiudi la stagione con una finale Futures. Che voto dai al tuo 2016?
Ciao Antonio e grazie per questa intervista. Io penso che ogni giovane debba concentrarsi sul gioco e non tanto sul risultato, con il mio maestro avevamo previsto, per questo 2016, di giocare circa 25 tornei e 70 partite. In termini di classifica ci sarebbe piaciuto finire l’anno sotto i 1000 Atp. I primi due obiettivi li abbiamo raggiunti, il terzo solo alla fine per il rotto della cuffia, ed ora il mio maestro mi deve pagare una cena (sorride, ndr). Direi che la sufficienza piena, per questo anno tennistico l’ho raggiunta.
La passione del tennis è nata grazie a papà Luca. Che rapporto hai con lui e quanto influisce il suo aiuto nella tua carriera?
Mio padre mi ha messo in mano la racchetta da tennis sin da piccolo attorno ai quattro anni di età e da lì è iniziata la mia mini carriera. Ho un bel rapporto con mio padre e ogni tanto, dato che ha giocato a un livello discreto, cerca di darmi dei consigli come penso facciano tutti i genitori, ma senza uscire dal suo ruolo di genitore.
Due settimane fa hai avuto la fortuna e il piacere di disputare una partita di doppio in coppia con tuo padre. Che cosa ha significato per te giocare un match internazionale con tuo papà?
Ho voluto giocare per una volta nella mia vita un doppio professionistico con mio padre perchè penso sia un ricordo speciale, un’emozione unica e una cosa che non capita di fare ogni giorno. Ho la fortuna di avere un papà ancora in forma, per questo ho deciso di fare questa esperienza insieme a lui. Purtroppo è stata solo una partita visto che siamo stati subito eliminati, ma poco importa.
Sei attualmente allenato da Marco Girardini. Su quali aspetti del tuo tennis avete maggiormente lavorato in questi ultimi mesi?
Il suo obiettivo, fin da quando ha iniziato a seguirmi, è che io conosca tutto del tennis e che diventi un professionista prima di tutto nella testa e poi sul campo. Non si può quindi parlare di un singolo aspetto ma di tanti piccoli, grandi particolari che vanno visti nel loro insieme. In ogni caso abbiamo lavorato tanto da un punto di vista fisico e tecnico e ultimamente ci stiamo concentrando di più sul tipo di gioco che devo adottare in campo. Il rapporto che ho con Marco è molto speciale, stiamo insieme tante ore al giorno, parliamo tanto di tennis e anche di altro. Però, nel percorso di ciascun giocatore ogni maestro ha contribuito alla sua crescita e per questo mi sento di ringraziare tutti coloro con cui ho lavorato ma non cito nessuno per non rischiare di dimenticare qualcuno. Colgo inoltre l’occasione di ringraziare la Federazione Italiana Tennis, e in particolare Palumbo, Infantino e Rianna, che ci hanno permesso di svolgere alcune settimane di allenamento presso il Centro Tecnico nazionale di Tirrenia.
Quando non sei impegnato con tornei ed allenamenti, cosa ti piace fare? Quali sono i tuoi interessi?
Sono un amante della musica, specialmente quella elettronica/dance/house e quando non ho da fare niente ascolto ore su ore di musica. Mi piacciono un po’ tutti gli sport ma vorrei imparare a giocare a golf. Quando sono a casa uno dei miei passatempi preferiti sono i videogiochi, ma, per fortuna mia, non passo tanto tempo a casa, e ciò mi salva la vita (ride, ndr).
Sei un tennista molto alto e il servizio è il tuo colpo migliore. Raccontaci altre caratteristiche del tuo gioco e la superficie preferita.
Sono alto 193 cm e il servizio deve assolutamente essere un colpo con cui fare parecchi punti. La mia superficie preferita è sicuramente il duro, amo spingere con il dritto, ma il salto di qualità l’ho fatto migliorando il rovescio e cercando più spesso la rete.
Qual è la programmazione per quest’ultimo mese di 2016?
La finale di domenica contro l’ucraino è stata la mia ultima partita dell’anno. Ora faccio un pò di vacanza, resto altri due giorni qui a Sharm, poi torno in Italia e mi rilasso tra Caorle, paese di mio padre e Bressanone, la mia città. Riprendo gli allenamenti i primi di dicembre puntando l’attenzione sulla prossima stagione.
Cosa vorresti che ti regalasse il 2017?
Per il 2017 vorrei una stagione priva di infortuni. Se poi avrò lavorato bene i risultati arriveranno.
Sei chiamato simpaticamente dai tifosi il Dolgopolov italiano per via della tua somiglianza con l’ucraino. Ti piacerebbe raggiungere i suoi risultati?
Chi non vorrebbe raggiungere i risultati di Dolgopolov? Assolutamente si. Sarebbe simpatico se un giorno riuscissimo a giocare contro, vorrà dire che avrò fatto un deciso passo in avanti.
Antonio Galizia
TAG: Italiani, Joy Vigani, Vigani
4 commenti
Sarebbe l’ora 🙂
Altro giovane italiano con un ottimo servizio. Se si continua così, appena la vecchia generazione va in pensione, avremo più giocatori da veloce che da terra battuta..
È veramente uguale a Dolgopolov. Metto firma ad occhi chiusi ora se ripete la carriera dell’ucraino.
l’ho visto in quali al bonfiglio 2 anni fa’ perdere da tomas papik,molto falloso,ma un match non fa’ testo