Tommy Robredo è ancora troppo per Tsitsipas
L’ex top-5 ATP gioca un match all’altezza del suo palmares e lascia appena tre game alla stellina greca. Al San Filippo di Brescia è finita 6-2 6-1: Robredo è stato implacabile al servizio e perfetto in ogni zona del campo. Tsitsipas da rivedere: si è disunito troppo in fretta. Nessun italiano emerge dalle qualificazioni, cinque azzurri impegnati martedì.
Quando Tommy Robredo è diventato professionista, la signora Julia Salnikova era incinta. Correva l’anno 1998 e il 12 agosto la ex top-200 russa, moglie di Apostolos Tsitsipas, avrebbe messo al mondo Stefanos, oggi numero 1 junior e grande promessa del tennis mondiale. Un curioso incrocio di destini e situazioni li ha messi uno contro l’altro al primo turno degli Internazionali Città di Brescia (42.500€, Play-It). L’atteso scontro generazionale tra il Vecchio Leone Tommy e la Grande Speranza Stefanos è durato appena 52 minuti. Il 6-2 6-1 finale, forse, ha un po’ deluso le attese. La colpa non è certo di Robredo, enorme professionista che gioca con la stessa intensità il primo turno di un Challenger o la finale di un Masters 1000. All’appello è mancato Tsitsipas. Al di là dei grandi meriti dello spagnolo, che ha impiegato pochi game a individuarne i punti deboli, il 18enne ateniese non ha trovato le giuste contromisure, perdendosi in un atteggiamento tattico un po’ confusionario e un linguaggio del corpo troppo passivo. Il match si è sviluppato rapidamente, con un break già al terzo game, sigillato da una volèe fuori misura di Tsitsipas. Il catalano è stato perfetto nei turni di battuta: zero palle break concesse e una clamorosa percentuale di prime palle (82%) hanno disintegrato i piani di Tsitsipas. Il greco aveva pensato a una partita offensiva, fatta di pochi scambi e frequenti discese a rete per impedire a Robredo di tessere la sua ragnatela. Ma non si vincono 527 partite nel tour, comprensive di 12 titoli ATP, se non si possiede una profonda classe. Robredo ce l’ha tutta, e l’ha mostrata ai circa 500 spettatori che hanno affollato il Centro Sportivo San Filippo.
STEFANOS, C’E’ ANCORA MOLTA STRADA
Robredo gioca ogni punto con attenzione e intelligenza, a prescindere dal punteggio. Ad esempio, nel settimo game ha voluto a tutti costi intascare un break dopo che Tsitsipas gli aveva cancellato tre opportunità, peraltro con alcune soluzioni spettacolari. Robredo si è intestardito, come a voler mostrare “chi comanda”. E’ riuscito nell’intento, poi ha preso rapidamente il largo anche nel secondo set (anche in questo caso, break al terzo game sancito da una disordinata discesa a rete di Tsitsipas). Nonostante sia nato sulla terra battuta, lo spagnolo ha saputo adattarsi più che bene ai campi rapidi. Non a caso, un paio d’anni fa stava per battere Andy Murray nella finale dell’ATP 500 di Marsiglia, sul cemento indoor. Rapidissimo di gambe nonostante i 34 anni, risponde benissimo e ha capito che Tsitsipas è ancora piuttosto lento negli spostamenti. Questo mix, unito all’enorme esperienza, ha sigillato il risultato finale e propone Robredo come uno dei possibili favoriti per la vittoria. Si trova nella parte alta del tabellone e, sulla carta, gli avversari più difficili nella strada per la finale sarebbero Evgeny Donskoy e Lukas Lacko, decisamente alla portata di un buon Robredo. C’è un pizzico di delusione per la performance di Tsitsipas, ma è stato troppo brutto per essere vero: i risultati del 2016, anche tra i professionisti, raccontano di un giocatore ben più competitivo e già pronto per giocare a certi livelli. Ma non aveva mai giocato contro un tennista così forte. Robredo gli ha fatto capire che di strada ce n’è ancora. E molta.
QUALIFICAZIONI SFORTUNATE PER MAGER E BONADIO
La giornata era iniziata con l’ultimo turno delle qualificazioni, poco fortunato per i giocatori italiani. C’è un po’ di amaro in bocca per Gianluca Mager, battuto in tre set dal tedesco Lukas Ruepke. La sensazione è che il Mager attuale sia un “work in progress”. Sta cercando di essere più propositivo, il che lo espone a zone del campo dove è ancora vulnerabile. Il tedesco, fuori dai top-1000, ha mostrato un livello ben superiore al suo ranking e ha meritato di vincere, anche se Mager avrebbe potuto rimettere in piedi la sfida: sotto 5-1 nel terzo set, ha recuperato uno dei due break e ha avuto una preziosa palla break sul 5-3 e 30-40. Lì il tedesco ha tirato un servizio vincente e ha evitato complicazioni. Dopo il match, Mager è stato a lungo “catechizzato” da Umberto Rianna, che lo ha seguito da bordocampo insieme a Lorenzo Sonego Quest’ultimo ha fatto un gran tifo per il connazionale e lo ha consolato dopo la sconfitta. Mager è stato doppiamente sfortunato, perché il ritiro di Lukas Rosol (testa di serie numero 2, problemi al gomito destro) ha aperto le porte del main draw a un lucky loser, ma il “perdente fortunato” è stato il lituano Laurynas Grigelis. Sfortuna anche per Riccardo Bonadio, autore di un buon match contro il ceco Marek Jaloviec, ma si è arreso col punteggio di 6-3 7-6. C’è qualche recriminazione per il tie-break del secondo set, dove Bonadio si è trovato avanti 5-2 e con due servizi a disposizione.
SUPER MARTEDI’ CON CINQUE ITALIANI E LEO MAYER
Programma straordinario per la giornata di martedì, con ben 10 incontri di singolare e cinque italiani in gara. Il match più affascinante è quello di Lorenzo Giustino, opposto a Marco Chiudinelli, testa di serie numero 3 e in cerca di punti preziosi per entrare tra i top-100 ATP. A seguire, Salvatore Caruso sfida Milan Zekic prima dell’interessante derby tra Stefano Travaglia e Luca Vanni. Nel secondo campo, la wild card Andrea Vavassori tenta l’impresa contro Frank Dancevic. Come se non bastasse, la sessione serale offrirà l’esordio di Leonardo Mayer. L’argentino, che appena un anno fa era numero 21 ATP, sfida il bombardiere Franko Skugor e avrà addosso gli occhi del suo capitano di Coppa Davis, il quale deve ancora scegliere il nome del secondo singolarista da affiancare a Juan Martin Del Potro nella finale contro la Croazia. A chiudere, scenderà il campo la prima testa di serie Lukas Lacko, opposto al qualificato Lukas Ruepke.
TAG: Challenger Brescia, Challenger Brescia 2016
Che onore per Brescia avere Robredo nel torneo.
@ GIALAPPA SBANDY REMIX (#1730538)
Trevisan, Ignatik, De Bakker, Quinzi, Fucsovics, Pless, Saville, Peliwo, Gilles Müller, Nicklas Kulti, Nicolás Pereira sono stati tutti numeri uno. Lamine Ouahab fece finale a Wimbledon junior nel 2002, battendo in semifinale Rafael Nadal. Tanto per dire.
@ fedder (#1730549)
tornei under 16 solo nazionali. e poi basta. nessuna testa di serie e stupidaggini del genere, che dire a un ragazzino che è il n. 1 è un danno enorme e basta.
Tsitsipas sarà sicuramente un giocatore e anche bravo, però ha una lentezza di movimento soprattutto verso destra veramente notevole.
Credo che migliorerà col tempo, ma oggi se non hai piedi veloci è dura.
Il greco sarà anche un buon giocatore, di sicuro l’Italia non gli porta bene . Resteranno nella storia una netta sconfitta con Adelchi Virgili a Cortina nel 2015 e qualche settimana più tardi con il maestro di tennis Giulio Di Meo…….chi vivrà vedrà.
e come definiresti le teste di serie nei tornei under?
La finale dove Robredo rischio’ di battere Murray sul cemento indoor fu a Valencia mica a Marsiglia
Sono d’accordo sulla filosofia del discorso, anche se però meglio non esagerare : la classifica junior come in tutti gli sport non è un problema.
Però un classe ’98 nel 2016, grande promessa mondiale, dovrebbe essere già nei top 100, o almeno a ridosso salendo sparato nel ranking.
Anche se sono cambiati i tempi, ovvio.
Non glielo auguriamo, ma n.1 al mondo juniores, fa anche in tempo a perdersi.
Tradotto : non è automatico che diventi n.1 al mondo, insomma. Anzi … è più probabile il contrario, semai.
Bisognerebbe andare a vedere quali dei 26 n.1 al mondo nella storia, lo erano anche da juniores, ma soprattutto, che percentuale, tra i n.1 del mondo juniores è diventata n.1 al mondo in assoluto, e quanti almeno top 10. Secondo me le percentuali risulteranno bassissime, se andiamo a verificare.
Valencia 500 non Marsiglia.
Per molti “soloni” Robredo era una wild card sprecata. Senza l’infortunio che l’ha tenuto fermo per mesi, Robredo sarebbe ancora nei primi 60/70 giocatori del mondo, forse anche più su. E presto ci tornerà. Ha bisogno, ovviamente, di giocare.
V. commento N. 90 all’ articolo sulle odierne quali.
c’è da abolire la classifica junior, che fa più danni della grandine