E se la Davis 2018 si giocasse 2 set su 3?
Il tennis dall’alba dei tempi ha spesso rivisto le proprie regole, modificando anche la sua essenza più profonda per poter restare al passo coi tempi: dai completini in campo che hanno bandito l’eleganza della forma passando per i ranking, lo svolgersi dei tornei, i calendari, l’introduzione delle esibizioni, tutte rivoluzioni più o meno grandi che hanno finito per influenzare direttamente anche ciò che succedeva in campo. Restare al passo con i tempi per non perdere spettatori e appassionati, cercando di non smarrire però la parte più intrinseca del gioco stesso.
C’è una competizione tennistica però che nel tempo è rimasta sempre fedele alle origini, incurante degli anni che scorrevano via rapidi e che non ha avuto mai bisogno di un restyling importante per ravvivare l’interesse nutrito nei suoi confronti: la Coppa Davis in effetti ha vissuto diverse epoche del tennis, senza perdere la purezza della bellezza che rappresenta da decine di anni.
Ci sono stati i quattro moschettieri, ci sono stati i cambi delle superfici Slam, ha vissuto l’epopea del tennis made in Australia e la potenza degli statunitensi, attraversato i racconti di un’Europa sempre forte ma anche l’avanzare di nuove realtà geografiche che andavano rafforzandosi e che volevano dire la propria opinione.
Adesso però potremmo andare di fronte a un qualcosa di sensazionale riguardante proprio questa adorata manifestazione: è forte infatti la possibilità che dall’edizione del 2018 la Coppa possa disputarsi sulla distanza dei 2 set su 3. Sacrilegio per il sottoscritto: addio battaglie epiche sui campi di tutto il mondo, addio maratone sulla terra battuta, addio giochi senza frontiere con imprese sempre a portata di mano.
La Davis, almeno per me, deve continuare con la formula attuale, perché di cambiamenti non ce ne sono mai abbastanza ma è pur vero che il troppo stroppia: è così sbagliato desiderare che oltre i tornei del Grande Slam rimanga anche la possibilità di giocarsi la Coppa più importante del tennis a squadre sulla distanza lunga e non su quella breve? Questa voglia di ravvivare che va a braccetto con questa paura ancestrale di venire superati e perdere aficionados strada facendo, non rischia di produrre un vero e proprio autogol? Per il sottoscritto non esiste il minimo dubbio: la Davis così com’è è sacra. Guai a toccarla. Sarei curioso però di sapere come la pensate al riguardo…
Alessandro Orecchio
TAG: Coppa Davis
Amo questa frase di Galeazzi e la condivido in pieno: il tennis 2 su 3 è un gioco, quello 3 su 5 uno sport. Detto questo il tennis ha subito negli anni molti cambiamenti: negli anni 70 il tie break aggiunto negli anni 80 anche in Davis,negli anni 2000 stop alle finali 3 su 5 nei masters mille,da quest’anno tie break nel 5° set in Davis. Il problema è che in coppa Davis i migliori giocano poco e dopo averla conquistata la lasciano (vedi Federer e Djokovic) per qualche anno. E poi qualsiasi sport è da sempre soggetto all’audience TV. Peraltro le discipline che non sono soggette a tempo hanno da sempre annosi problemi con la programmazione televisiva (pallavolo e tennis in primis). Il prodotto coppa Davis 2 su 3 è sicuramente più commerciale. In definitiva: la Davis 2 su 3 (magari senza tie Break al terzo) non stravolge il nostro amato sport, anzi lo potrà rendere più televisivo, e pur capendo chi è contrario penso sia una soluzione giusta e praticabile.
Io invece lascerei il tre su cinque ma finirei come i cavalli azzoppati il tennista più stanco invece che giocare il set devisivo
Semplice.
Non la seguirei più.
@ Reax (#1706459)
Porta pazienza, la critica che ho mosso inizialmente all’articolo si poteva sintetizzare con “non mi pare proprio che il tennis abbia apportato nel tempo modifiche rivoluzionarie alle proprie regole, come sostenuto nell’articolo”. Tu hai puntualizzato che le modifiche citate nell’articolo non erano solo le 2 riportate nel mio commento (e lasciamo perdere il fatto che una delle 2 che ho riportato l’hai “scordata”). Io ribadisco che ne ho citate due solo per semplicità e per sintesi (tra l’altro le due che ritenevo più importanti). Quindi la tua non l’ho presa come una critica, ma come una pignoleria. Se vuoi criticarmi, bene, esponi pure la tua opinione contraria, secondo cui le modifiche sono state sostanziali e importanti, e io accetterò tranquillamente un parere contrario. Se invece attacchi il mio commento senza argomentare, e per di più travisandolo, ecco, allora magari ti risponderò di nuovo a tono, senza per questo cercare un catfight che proprio non mi interessa.
@ Ktulu (#1706469)
No, ma il mio discorso riguardava solo l’aspetto televisivo/pubblicitario della cosa, che del resto è il motivo principale per cui, che si parli di Davis, Fed Cup, WTA o ATP, periodicamente vengono fuori queste proposte da parte dei vari testoni.
E’ ovvio che normalmente è preferibile veder giocare i grandi piuttosto che una partita anche tra sconosciuti (ovviamente non mi riferisco a Ramos o Chiudinelli, è tanto per estremizzare il concetto).
Ma questo, per capovolgere la cosa, se vale tantissimo in un torneo ATP, non è NECESSARIAMENTE valido per la Davis, di certo non credo lo sia per tutti.
Qui conta anche l’aspetto Nazionale, e sinceramente, tanto per citare un doppio da Davis a me caro, piuttosto che un incontro con Federer, Nadal, Sampras, Edberg, McEnroe, Borg e chi più ne ha più ne metta, io sceglierei ad occhi chiusi un bel Camporese-Nargiso in 5 set ad oltranza 😎
o la sagra della salsiccia a squadre che fanno in India..
o i che 2 Kooyongs..
per far partecipare i giocatori serve lstessa molla che fa correi i giocatori a fare gli altri tornei:
$$$$ oppure punti ranking che comunque poi gli valgono $$$$
cambiare le regole della competizione sono dei tentativi maldestri per cercare di correre dietro alle lamentele dei big quando invece è evidente che si lamentano non per l’impegno come dicono ma in realtà non vogliono patecipare perché non guadagnano soldi.
Il discorso wta è diverso, qua si discute del format della Davis. Tu preferisci vedere Federer-Nadal 2 su 3 o Chiudinelli-Ramos 3 su 5?
Ovvio, ho fatto un esempio che estremizza la questione, ma è indubbio che la Davis attualmente non attira i grandi giocatori, quindi se qualche cambiamento porterebbe tutti i big in campo, ben vengano!
Il problema non si pone invece di certo per gli Slam, perchè quelli ovviamente non li salta nessuno…
io preferisco vedere la Davis dove vince una squadra non un solo top player per cui a me sta bene che il Delpo o il Murray di turno scoppi..
e che per una volta sia il nr 194 del mondo a portare il punto della vittoria
Ma oltretutto, ricollegando anche al discorso WTA di ieri, non so quanto questa compressione dei tempi di gioco possa giovare alle emittenti televisive vere. Non credo assolutamente che, per esempio, Livetennis ne trarrebbe giovamento. Acquisterebbe costosi diritti di trasmissione per coprire, tanto per fare un esempio senza pretese, la metà del tempo di oggi, e poi per completare il palinsensto si troverebbe a dove mandar repliche di incontri del passato di 5 ore cadauno?
Chissà poi che non riesca ad avere più ascolti da queste! Sarebbe il colmo!!!
@ Miiiii (#1706387)
Cercherò di spiegarmi senza essere mediocre: quando viene mossa una critica la si può accettare o meno, io esprimevo solo l’opinione che l’articolo tirava in ballo diverse cose in merito. Non c’è bisogno di scendere nel catfight: anche perché alla fine il mediocre non è chi muove la critica.
Il 3 su 5 ha maggior fascino ma è anche indubbio che la Davis così com’è NON va bene.
Bisogna guardare in faccia la realtà e questa dice che ormai quasi tutti i top players la disertano costantemente, quindi il problema è oggettivo.
Lo stesso Del Potro, pur partecipando, ha dovuto rinunciare al secondo singolo perchè troppo logorato dalle prime due giornate.
Io personalmente preferisco vedere match 2 su 3 con tutti i big piuttosto che 3 su 5 giocati dai rincalzi.
È sacra ma non se la fila nessuno..qualcosa devono provarre a cambiare
solo per soldi poi..
perché tutti noi che siam qua a seguirlo fondamentalmente amiamo il tennis e se lo amiamo è perché il tennis è questo.
ma da dove arriva veramente questa spinta che va contro il tennis a voler giocare complessivamente di meno?
cioè vogliono fare più tornei più partite più manifestazioni più giro di soldi..
ma per poter sostenere sta cosa e non uccidere i giocatori e non annoiare gli spettatori bisogna al contempo far giocare per meno tempo e meno punti le partite.
Questo non è solo snaturare le tradizioni questo è anche cambiare gli equilibri di forza tra gli stili di gioco e i giocatori.
Quante volte ci capita di vedere quelle partite dove ci sono certi giocatori che partono forte e poi magari con quelli più rognosi alla lunga perdono perché non hanno la tenuta mentale oppure ci sono quei giocatori che fanno del logorio dell’avversario la loro arma per prevalere anche con minori mezzi tecnici ma puntando sulle doti atletiche..
Un cambiamento delle regole rovinerebbero questi equilibri.
Cambierebbe il tennis in un altra cosa di cui non siamo in grado di prevederne il risultato.
@ Reax (#1706351)
Ho fatto riferimento a più cose non solo ai completini (fare il precisino essendo impreciso è proprio mediocre).. Ho lasciato fuori – perché mi sembravano secondari – i calendari (sic), lo “svolgersi dei tornei” (?), le esibizioni(!): ora sì mi sento di poter parlare di “Rivoluzioni”!
@ Miiiii (#1706277)
Si fa riferimento a più cose non solo ai completini…
Magari col supertiebreak e i sets ai 4 come nei tornei rodeo di IV … :'(
Che bello il tennis ai 5 set….con recuperi, battaglie etc.
Però chi lo guarda per intero???
Due singolari che facilmente possono sforare le 7 ore???
Se in una nazionale, caso molto frequente, un top player è chiamato a giocare due singoli e un doppio in tre giornate potrebbe stare in campo con tutta probabilità tra le 10 fino a 14/15 ore. Tutto questo molto spesso porta i giocatori con programmazioni intense o con problemi di affaticamento a rinunciare.
E poi quanti possono o vogliono stare 15 ore a guardare un match di tennis in tre giorni?
Io sono molto favorevole al gioco su tre set.
Sono anni che non riesco a vedere per intero un match di Davis e ne seguo l’esito su livetennis.
Dire che il tennis ha “spesso rivisto le proprie regole” e poi parlare di completini e ranking come rivoluzioni fa un po’ sorridere. Le regole in realtà sono rimaste quasi immutate, a partire dal let/net, e con l’eccezione del tie break. E va bene così.
Il tennis vero è quello 3 su 5 , il resto è poco più che esibizione, serve per il fatturato, 3 su 5 si presta poco a colpi di scena poichè i margine di recupero favorisce sempre il migliore. E lo sport, la sana competizione, postula che a vincere sia il migliore. Naturalmente tutto ciò è del tutto indifferente ai dirigenti (digerenti?) attuali. Purtroppo il globalismo, il liberismo sfrenato, ovvero il mercato che detta legge invece di subirla per esserne correttamente regolamentato, ha ormai impregnato schifosamente ogni attività umana, ogni capacità di riflessione collettiva. Ed anche lo sport si sottomette. Deregolandosi (pensate agli MTO ad minchiam, all’antidoping ad personam, etc) e trasformandosi cotemporaneamente in un surrogato appetibile per il ‘mercato’ (non gli spettatori, non gli appassionati, non i giocatori, bensì sponsor, tv, manager milionari) Esattamente come nel resto del sistema attuale ove gli interessi reali e diretti delle persone non contano più a favore degli interessi dei grandi gruppi di potere economico.
Ci rimetterebbe pure Fognini… Meno margine x le sue pause
Non seguiro’ piu’ il tennis
Sono completamente d’accordo
Non sarebbe più cosi emozionante