Open Court: Andrey Rublev, quando il “talento” ancora non basta (di Marco Mazzoni)
Cosa è il talento? Mica facile dare una definizione. Secondo l’autorevole dizionario Treccani, per talento si intende “predisposizione, capacità e doti intellettuali rilevanti, spec. in quanto naturali e intese a particolari attività”. Nel mondo dello sport non è un concetto univoco. Spesso si toccano letteralmente gli antipodi parlando di talento. Troppi gli elementi e meccanismi, assai diversi tra disciplina e disciplina, per riuscire a trovare un’equazione esatta, attraverso cui poter affermare senza ombra di dubbio che “sì, questo ragazzo/a ha talento…”. La faccenda è ancor più complicata nel tennis, sport complesso se c’è uno, in cui per arrivare ad eccellere serve un mix di qualità fisiche, tecniche, mentali e via dicendo davvero intricato. Da sempre nel mondo della racchetta si tende a definire “di talento” colui che gioca “facile”, che a vederlo sembra non durare fatica, i cui colpi sono belli, veloci, precisi. Vincenti. Il tennista di talento resta il più affascinante, quello ti ruba gli occhi per i suoi gesti e per le sue esecuzioni, che ti stupisce tirando un’accelerazione impossibile nel momento più critico dello scambio, o del match. Accettando questa definizione, allora si deve certamente inserire in questa categoria il giovane russo Andrey Rublev. Il (quasi) 19enne moscovita si è rivelato al grande pubblico già da qualche tempo, strappando applausi convinti per colpi incredibili, come diversi rimproveri per un atteggiamento in campo (e pure fuori…) un tantino sopra le righe. Bad boy, uno con così tanta qualità “che si farà”, dopo aver sbattuto la testa ed aver fatto esperienza sulla propria pelle. Rublev è ancora assai giovane, assai acerbo – parola esatta ad incorniciarne il fisico tutt’altro che strutturato – però dopo diversi mesi di tennis Pro sulle gambe, in molti si aspettavano qualcosa di più, come risultati e come posizione di classifica. Nel 2016 non è stato sempre al meglio fisicamente, ma ha giocato con discreta continuità tra Challenger e diverse apparizioni in tornei maggiori, ottenendo risultati molto altalenanti. Grandi fiammate, alcuni match o fasi di match di assoluta qualità, intristiti da pause e cali vistosi. Troppo vistosi per portarlo a vittorie, e quindi avvicinarsi al grande tennis. Approfitto del match giocato ieri a San Pietroburgo contro Sousa per fare un piccolo punto sulla sua crescita, su dove è indietro e sia necessario lavorare per far fruttare quel talento tecnico straordinario.
L’emblema di cosa sia Rublev oggi è la parte finale del primo set: indietro di un break, ha improvvisamente acceso la luce e rimontato un tennista “rognoso” come Sousa quasi scherzandolo con accelerazioni fulminanti. Arrivato al tiebreak, tutto sprecato per fretta, troppo rischio, nessuna presenza fisica e mentale in campo. Un vero peccato, perché guardandolo nei momenti top di quella rimonta, non potevi non chiederti “ma dove è stato questo qua finora?”. Però alla fine, vedi come finisce il set e capisci non solo le sterminate qualità e potenziale, ma anche i tanti limiti che non gli hanno fatto vivere un 2016 di vera crescita. Il suo tennis, di grande qualità, non ha ancora trovato una direzione, una consistenza, una base solida. Fiammate pazzesche per qualità ma totalmente instabili, tanto che l’esperto Sousa ha avuto buon gioco a restare calmo, lasciar passare la sfuriata del ragazzo ed alzare la fisicità dello scambio. Con palle molto cariche e pesanti al centro, a zero rischio e tanta tattica, il russo è andato in immediatamente difficoltà, e in preda alla fretta di scatenare il braccio è andato in tilt, regalando e perdendo. Il film di tanti talenti purissimi, ma senza controllo.
Eppure di qualità Rublev ne ha davvero tanta, da entusiasmare chi ama un tennis veloce, fatto di gesti puliti, poca rotazione e tanto rischio. Quello che personalmente mi rapisce quando lo vedo giocare è la sua velocità di esecuzione abbinata ad un tempo sulla palla mostruoso. Vedere quel “fascio di nervi” avventarsi sulla palla in totale anticipo e scaricare uno swing tanto rapido quanto ordinato è una meraviglia tecnica, qualcosa di raro e diverso in un mondo dominato da tanti muscoli ed energia. Con coraggio al limite della follia, Andrey cerca l’angolo, punta la riga, fiuta lo spazio per dominarlo a furia di cambi di ritmo improvvisi. Le fasi di scambio sono poche, appena sente il momento, da qualsiasi posizione di campo, cambia ritmo, accelera, entra nella palla con una velocità e coordinazione rare, quelle di chi ha quel famoso talento e non ha alcun timore nel provarci.
Non è facile individuare la fase di gioco in cui dà il meglio di sé, perché nessuna soluzione gli è preclusa, tutto scorre facile. Forse …fin troppo facile, diventando così un’arma a doppio taglio perché quando è in controllo quella onnipotenza tecnica lo porta a sovrastimare le proprie capacità, provocando troppi errori. Quando prende il centro del campo e comanda in spinta diventa ingestibile, perché ogni angolo diventa bersaglio, ogni palla una sfida per stupire e strappare applausi. In anticipo è letale: quando arriva bene con i piedi e trova appoggi sicuri lascia partire delle accelerazioni tecnicamente perfette.
Sembra il ritratto di un giocatore sublime, bellissimo. Superiore. Potrebbe esserlo. Potrebbe… perché purtroppo questo è “solo” il Rublev della fiammata d’autore, quei 20 minuti in cui tutto gli riesce bene, e non ce n’è per nessuno o per pochi. Normale per un giovane procedere così, con l’obiettivo di lavorare duro su tutti gli aspetti per aumentare il minutaggio in cui si riesce a produrre e mantenere il picco di prestazione. Purtroppo per il russo i problemi sono ancora molti, e per poter crescere nell’intensità e nella durata dell’intensità servono tanti scatti in avanti, in così tanti settori da rendere la crescita difficile.
Andrey è assolutamente indietro nel lato atletico. Ok la velocità di esecuzione, il tempo sulla palla, il talento, il senso geometrico del campo… ma per reggere ad alto livello col suo tennis serve un’altra fisicità, altra potenza, altra resistenza. Servono più muscoli, a sostenere la sua naturale esplosività. La cosa preoccupante è di non averlo visto migliorato dal recente passato, come se avesse perso del tempo. Tempo difficile da recuperare. Possibile che il suo fisico non sia ancora del tutto pronto ad affrontare un lavoro più intenso, a creare una struttura adeguata a sostenere quel tennis così spregiudicato. Un limite strutturale di questo tipo potrebbe essere l’handicap più grave, insieme all’aspetto mentale, altro tallone d’Achille di Andrey. E’ evidente come il russo sia ancora molto “giovane” in campo. Alle difficoltà poste dal rivale tende ad aumentare ancor più spinta ed angolo, prendendosi rischi superiori alle sue reali capacità difensive. E’ un classico di chi ha talento nel braccio quello di non eccellere in difesa; ma la capacità di saper soffrire, di imparare a contenere e di non sciogliere nelle fasi del match in cui vieni messo sotto sono qualità indispensabili per crescere, ed in cui Rublev è assai carente. In risposta ad esempio sparacchia troppo, cercando vincenti improbabili invece di provare a bloccare il colpo e riguadagnare una posizione neutra; oppure nei momenti in cui va sotto diventa remissivo, con quelle occhiate supponenti che non lo portano da nessuna parte ed al contrario stimolano l’avversario a spingere, intuendo la difficoltà. La testa è l’altro settore in cui Rublev deve lavorare moltissimo, inteso come atteggiamento, come capacità di leggere il match, di saper soffrire restando attaccato alla partita. Troppo spesso ha un atteggiamento confuso, che passa da fasi di totale passività ad altre in cui dimostra il piglio chi è già mentalmente un giocatore pronto, fatto, un campione… quando invece deve ancora dimostrare tutto, e trovare un equilibrio.
Tecnicamente non ha molto da imparare, è un giocatore già formato, e formato molto bene. Il servizio se prende ritmo è buono, i due fondamentali eccellenti. Deve migliorare, in difesa, la fase a sinistra, quando è costretto a staccare la mano; e col dritto deve trovare maggior controllo nei momenti in cui vuol sporcare la traiettoria, alzando la parabola: qua tende a perdere controllo e sicurezza, è evidente che non ama affatto questa situazione, che però diventa necessaria in tante fasi dei match, soprattutto quelli più impegnativi, in cui non può pensare di essere sempre in controllo.
Inoltre, sempre sul rovescio, quando in difesa termina lo swing cross ha la tendenza a finire il colpo con le gambe in troppo divaricate al termine della rotazione; qua impiega troppo tempo a ripartire, ad uscire dalla chiusura del colpo, scoprendo così il campo sulla destra. Il tutto rientra nella necessità di migliorare la sua qualità in difesa.
Insomma, un bel rebus, tra qualità indiscusse ma anche tanti nodi da sciogliere. Il ragazzo ci crede, chi lo conosce dice che abbia un senso naturale per il tennis, ma anche un caratterino di quelli tosti, poco malleabile. Forse “la sconfitta” potrebbe aiutarlo, far capire errori e la direzione giusta; e come per tutti i giovani, è indispensabile che intorno sia circondato da persone valide, un ambiente sano, critico e costruttivo. Chi ama il bel tennis segue con attenzione Rublev, sperando che il suo percorso verso il vertice subisca un’accelerata, e che non si perda per strada come tanti altri talenti, sprecati.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: analisi tecnica, Andrey Rublev, Giovani talenti, Marco Mazzoni, Open Court, Rublev
Ribadisco la sensazione dopo averlo visto le primissime volte: giocatore che sembra piu’ forte di quello che in realta’ non e’.
A parer mio lo stesso Quinzi, come facilita’ di esecuzione specialmente col rovescio, gli e’ superiore
Zverev Rublev due fenomeni assurdi
Uno che è sparito sommerso dagli infortuni è Safiullin.Se sta sano è da primi 30.
Sempre il migliore Marco!
Condivido anche le virgole!
non dimentichiamo khachanov (20y) che ha già’ visto i top 100….
Molto interessante! 😉
Ho visto Rublev dal vivo più volte,l’articolo è ben scritto e descrive perfettamente la situazione. Rublev ha grandi qualità,e sono convinto che con un potenziamento fisico e atletico, un pò di testa e lettura della partita in più (quella può farsi anche con il tempo) certamente lo vedremo tra i top 10-20 nei prossimi anni.
Non dobbiamo essere frettolosi…è giovanissimo e credetemi non solo dal fisico ma anche dagli atteggiamenti si vede (dico sempre che quando lo vedi dal vivo dimostra a differenza di altri,la sua età).
Penso ci vorrà più tempo rispetto ad altri giovani (in effetti nel tennis contemporaneo notiamo come l’età media per una serie di motivi si è alzata notevolmente) ma si farà. Grandi potenzialità,diamogli tempo!
PS E’ vero che ci sono giovani e giovani,ed è vero che nell’ultimo anno non ha fatto grandi progressi,ma ci sono giovani a mio avviso che sono già vicini a sfruttare buona parte delle loro potenzialità (penso a Coric o Chung)altri come lui che sono distanti come Rublev.
@ Alessandromonky (#1700289)
Medvedev l’ho visto dal vivo a Portorose prendere una bastonata galattica da Florian Mayer un mese fa..
Hai presente Kuznetsov? uguale!
Gli si prospetta un futuro senza troppi sprazzi di grandezza, per me sarà un onesto giocatore che al massimo potrà farsi una carriera da Gilles Muller o Dustin Brown (che comunque non è poco) ma per la top 10 ci vuol altro.
Rublev è molto forte ma secondo me non farà molta strada.
Io azzardo e dico che secondo me il suo connazionale Medvedev farà una carriera migliore di lui.
Sempre a proposito di Russia, molti ora stanno puntando sul ’97 Bublik,l’ho visto l’altro giorno e non mi ispira molto.
Forse a Sondrio, come uso gergale/dialettale si dice “Gigi mi scherza”… ma in italiano il verbo scherzare è di norma intransitivo, salvo usi dialettali/gergali. Di seguito, l’Accademia della Crusca spiega il perché:
“L’uso transitivo del verbo scherzare trova le sue origini nei dialetti di area nord-occidentale e risulta prevalente nei registri familiare e nell’uso giovanile” – “Pressoché tutti i principali vocabolari dell’uso contemporanei contemplano la forma transitiva del verbo, alcuni (come Devoto-Oli e Sabatini-Coletti) marcandolo come dialettale, altri (come il GRADIT e lo ZINGARELLI) segnalandone il basso uso”.
“Fatti salvi questi particolari contesti, il verbo in italiano è normalmente intransitivo”.
ma no, il tanto generale concetto di “valore” lo terrei fuori dalla definizione di un giocatore (gareggiatore, e anche meglio “sportivo agonista”).
ma con tutti i nik che ci sono proprio il mio dovevi copiare si fa per ridere ovvio ma se non credi in fritz perche hai il suo nik …… 😉
ma no, talento come “braccio” è corretto ma è parziale, limitativo.
Ci sono per esempio anche le doti intellettuali (come da definizione) e anche queste incidono, sia nella crescita che nelle singole prestazioni del gareggiatore.
Poi, a integrare le qualità generali, ci sono gli aspetti coordinativi, che riguardano tutto il corpo e non solo gli arti superiori (qua si capisce meglio quando si parla di doti “naturali” nella definizione di talento, anche perchè certe doti come l’EQUILIBRIO non possono più essere ulteriormente sviluppate oltre i 10-12 anni)
Il footwork di Djokovic é pessimo, sono anni luce avanti Federer, Nadal, Nishikori, Murray e anche Baghdatis.
Queste ultime citate sono le diverse doti (capacità della persona) su cui un giocatore (un gareggiatore, più in generale) può contare, in una certa misura piuttosto che in un’altra.
E’ già difficile definire con precisione queste doti (al di là di queste parole sintetiche utilizzate per menzionarle), perchè perdere tempo a cercare di mettersi d’accordo sul significato della parola “talento”?
E’ tempo perso..
A proposito di talento: a me piacerebbe vedere, con un diritto e una testa “normale” la coppia paire -gulbis dove potrebbe spingersi
@ non_sono_un_pallettaro (#1700134)
Il verbo “scherzare” è, nella lingua italiana, sia transitivo che intransitivo. Nell’accezione di “deridere, prendere in giro” è transitivo. Non ti è mai capitato, da bambino, di dire “Gigi mi scherza sempre”?
Si ma paragonando nadal e federer evidenzi tu stesso, e mi fa piacere, “chi ha piu talento” e nn “uno si e l’altro niente” cm spesso si fa qnd si parla di nadal o ferrer. Io mi limitavo a rimarcare qst aspetto
Talento è il rovescio di gasquet,il dritto di Roger,il servizio di karlovic,il gioco di gambe di djokovic e la forza mentale di nadal
Coetanei di Rublev più avanti di lui nel ranking si contano sulle dita di una mano. Anche ieri ha giocato alla pari con un top 50 e, io credo che arriverà tra i top players. Con i suoi tempi, e magari con picchi di rendimento, che nel tennis moderno caratterizzano la maggior parte dei giocatori, soprattutto se giovani. Ad ogni caso, io me lo auguro.
@Mazzoni, mi unisco a Sauron per i complimenti sugli articoli, sempre ben scritti e ricchi di spunti interessanti. Un piacere leggerli.
(PS se posso, deve essermi sfuggito il giorno in cui scherzare è passato alla forma transitiva nella grammatica italiana)
non so….a me mi da l’idea che a volte certi giovani servono per provare a rilanciare questo sport in paesi tennisticamente in crisi …..ymer in svezia,rublev in russia,zverev in germania,lo stesso fritz negli usa….vengono aiutati in tutti i modi anche oltre i confini dei loro stati…ma non mi sembrano poi all’altezza delle aspettative…..il caso di rublev che a me non piace è poi abbastanza emblematico : tanti giovani suoi connazionali lo hanno ormai superato come risultati e hanno avuto molti meno aiuti di lui!….succedesse qua in italia una cosa simile staremmo qua a leggere tutti i giorni migliaia di post inferociti contro la federazione per i troppi aiuti dati immeritatamente ad un tennista raccomandato da chissachi’…..
@ marco mazzoni (#1700093)
Io continuo a non vedere nessun cambio ai top ten attuali. Nessuno mi convince. Ne rublev ne coric ne fritz o zverev e nemmeno Kirgios. Ognuno ha lampi in cui si attira elogi e previsioni di futuro no. 1. Ognuno ha per me lacune evidente che non glielo permetteranno.
@ Gabriele da Ragusa (#1700085)
ecco non mi veniva la parola giusta: VALORE
il VALORE di un giocatore è la somma di tutte le caratteristiche di cui il talento è una componente.
(ogg mi lancio in definizioni creative, poi magari faccio anche una formula matematica 😆 😆 😆 )
Ma ci mancherebbe, i bravi giornalisti devono esporre i fatti e suggerire la propria interpretazione (possibilmente distinguendo le due cose), i fatti devono essere oggettivi, l’interpretazione deve creare discussione e dibattito altrimenti è inevitabilmente banale.
Mettere d’accordo e dar ragione a tutti è sia impossibile sia inutile.
Te stai facendo un ottimo lavoro e il fatto che i tuoi post sono letti e commentati ne è la chiara dimostrazione. 😉
Buon proseguimento.
@ Gabriele da Ragusa (#1700085)
ma no direi che per talento dobbiamo riferirci alla definizione che ha riportato da dizionario Mazzoni.. fondamentalmente le due parole chiave sono “predisposizione e capacità” penso che nell’accezione comune si intende: naturalezza nel fare cose che per gli altri sono difficili.
Bisogna fare ‘sto distinguo altrimenti la definizione di talento perde di connotazione e sono tutti talenti.
Per intenderci Maradona è Talento, Gattuso no. Poi sono stati campioni del mondo e fortissimi tutt’e due.
Non è che se uno è fortissimo con meno talento di un altro allora è come se fosse un campione di serie B.. Nadal gliele ha suonate a Federer per anni eppure sappiamo tutti quale dei due ha più talento.
Non confondiamo la parola TALENTO con FORZA, PERFORMANCE.. in gergo si dice “braccio” te prova a tradurre mentalmente la parola talento con braccio ogni volta che la leggi e magari diventa più semplice ragionarci su.
@ l Occhio di Sauron (#1700081)
Grazie 🙂 non pretendo di aver la verità in tasca, provo a far riflettere. MI affascina il tennis di Rublev, ho tanti dubbi sulla sua capacità di arrivare in alto. Sarebbe un peccato se non ce la facesse.
Vedevo proprio ieri su youtube la sintesi del match con Sousa e alcune cose sn emerse. Sembra a tratti una giorgi al maschile, uno sparatutto cn una potenza, timing sulla palla e senso di anticipo clamorosi uniti ad una velocita di braccio, lato destro soprattutto, che definirei clamorosa. Tecnicamente secondo me nn ha un vero e proprio difetto ma concordo su quelli atletici e forse mentali evidenziati nell’articolo. Anche se sui “mentali” farei un distinguo. Nn ha dei crolli dovuti alla tensione o emotivita’. Almeno nn e’ qst l’idea che da. Anzi pare molto deciso, sguardo da fighter e molto sfrontato. Ma difficolta’ magari nel leggere la partita e nel tirare il colpo giusto al momento giusto. E qst e’ una qualita’ che puoi migliorare ma devi averla innata.
Cio detto ne approfitto per fare una riflessione sul tema del “talento”. Qnt di noi qui ed in generale (nn io) hanno messo in dicussione o evidenziato il “nn eccelso talento” di Ferrer meravigliandosi che fosse arrivato al n.3 del mondo? Direi moltissimi.Spesso paragondandolo a Fognini e lamentando il fatto che il nostro chissa cosa avrebbe potuto fare cn un’altra testa.
Mi chiedo e vi chiedo…ma una regolarita pazzesca da fondo campo (unita a colpi tecnicamente piu che dignitosi nn dimentichiamolo eh!), la capacita’ e disponibilita a soffrire in campo e in allenamento, l’intelligenza tattica ma dico io nn forse talenti?
O ormai nel tennis moderno per talento si intendo lo spara tutto soltanto? Uno cm Rublev, che oltre a spara tutto ha cm dicevo altre qualita di antcipo e pulizia dei colpi, senza qst ultime avrebbe sto grandissimo talento solo perche picchia a mille tutto? allora la giorgi ha talento da top5 solo perche spara tutto? io nn credo. Ci vuole un mix di tutto. Santoro nn aveva talento solo perche nn e’ stato un tennista di punta? Nn credo davvero.
Talento e’ fisico, atletismo, tecnica, acume tattito e mentale, tutto!
Il suo limite attualmente è mentale, inteso come sopportazione della sofferenza. Se fa quello scatto saprà allenarsi e comportarsi e sarà uno dei grandi sennò rimarrà un Paire…un magnifico comprimario
Tra gli altri vediamo cosa fa Fritz, che dovrà difendere una marea di punti e rischia d fare il passo del gambero, ma se innesta la marcia superiore ha negli occhi una luce sinistra…la stessa d Zverev.
Molto bravo Mazzoni, i tuoi articoli li leggo sempre con piacere.
Molte volte sento come se mi sono state levate le parole fuori dai miei pensieri, altre volte non sono d’accordo per nulla ma le riflessioni non sono mai banali.
@ Luca da Sondrio (#1700075)
Penso che la quadra di tutti gli elementi giusti per fare il campione a vedere il 2016 ora come ora l’abbia in mano Zverev.. però c’è quel cagnaccio di Thiem che lotta e si spacca in 4 che sembra voler recitare il ruolo del nuovo Nadal.
L’anno scorso avrei puntato tutto su Coric che mi sembrava veramente quello giusto, quest’anno purtroppo s’è perso malamente.
Speriamo che possa fare il balzo in avanti molto presto. Lo seguo ormai da un anno e mezzo e purtroppo oggi è ancora allo stesso livello di quando l ho visto per la prima volta. Estremamente forte, estremamente inconsistente.
Proprio il match con Sousa mi ha fatto riflettere su Rublev e mi ha fatto pensare che forse non è un “predestinato” come avevamo pensato quasi tutti fino a poco tempo fa. Grandissimo talento, ma ha anche alcuni limiti e difetti (ben evidenziati da Mazzoni) che secondo me non sono per niente facili da eliminare. Staremo a vedere, ma su Rublev sono molto meno fiducioso di qualche tempo fa.
Purtroppo oggi quello basato sul solo talento tecnico è un tennis che non paga.
Vedere Dimitrov, Gulbis per citare esempi più illustri e prossimi di come col solo talento non si sia riusciti a valorizzare appieno i loro percorsi.
Forse tra tecnica, fisico e testa il braccio purtroppo è quello che fa meno la differenza: Paolo Lorenzi è l’esempio opposto a Rublev, però forse Rublev a fine carriera riuscirà a contare nel suo palmares più di un ATP 250 e un ranking di 35 oppure no chissà staremo a vedere.