Intervista a Matteo Trevisan: “Il mio ritorno al tennis professionistico è pieno di felicità e sensazioni positive. Ho voglia di provarci ancora”
I diciassette chilometri che dividono Santa Croce sull’Arno da Pontedera disegnano per Matteo Trevisan un cerchio lunghissimo, durato nove anni, pieno di successi, aspettative non sempre mantenute, sogni raggiunti e infranti, difficoltà da affrontare.
A Santa Croce tutto è iniziato nel 2007, quando la vittoria nel prestigiosissimo Torneo Internazionale Juniores, seguita da quella del Bonfiglio, gli regalò la posizione numero 1 al mondo tra gli Under 18. Al Torneo Future ITF “Città di Pontedera” – Trofeo Devitalia si chiude una parabola ideale, già accarezzata due anni fa quando Trevisan trionfò nella prima edizione degli Internazionali di Pontedera. La speranza di tutti gli appassionati, che da queste parti affollano le tribune ogni volta in cui il beniamino torna a casa, è che questa non sia solo una tappa di passaggio, ma la ripartenza della carriera di un ragazzo, prima che un atleta, dall’illimitato talento. Trevisan si racconta a bordo campo nel club di Via Montevisi, il cui legame con lui e la sorella Martina è indissolubile, dopo l’esordio vincente contro Jacopo Stefanini.
Matteo, quali sono le tue sensazioni dopo il debutto a Pontedera?
Molto buone. Sto bene e sono motivato, ma soprattutto sono contento di aver lasciato alle spalle i problemi fisici che hanno condizionato la prima parte di questa stagione. La partita non è stata facile perché mi alleno spesso con Jacopo e ci conosciamo molto bene, ma alla fine sono felice di come sono riuscito a gestire i momenti delicati del match.
Il torneo Future che stai disputando è un nuovo inizio, oppure è una tappa episodica nel circuito professionistico?
In questo momento non so risponderti esattamente a questa domanda. Il 2016 è stato un anno piuttosto traumatico, quindi preferisco non fare troppi programmi, ma prendere positivamente ciò che arriva. Di sicuro mi diverto e sono motivato a giocare, quindi se ci saranno le condizioni sarei felice di ritornare più stabilmente tra i professionisti.
Prima di Pontedera hai sfiorato la qualificazione nel Torneo ATP di Gstaad la settimana del tuo ritorno: è un segnale da non sottovalutare questo…
Senza dubbio, giocar bene e vincere dà la motivazione per andare avanti. Poi a Pontedera ho molti amici e persone che mi vogliono bene, pertanto per me è un piacere giocare qui e sarebbe bello bissare il successo di due anni fa.
Dove ti alleni e chi ti segue in questo momento?
Mi sto allenando con Gianluca Rossi e Antonio Cotugno al Tc Prato, dove gioco anche il campionato di Serie A.
Tornando a casa, il ricordo va inevitabilmente a dove tutto è iniziato: dopo nove anni hai rimpianti per quello che è successo? Rifaresti le stesse scelte?
E’ una domanda da un milione di dollari a cui dare una risposta è sempre riduttivo. Che cosa sarebbe successo se…fa parte degli “sliding doors” dell’esistenza e nessuno può saperlo. Non ho rimpianti, anche se ho commesso degli errori nella fase di crescita che adesso a distanza di tempo vedo con più chiarezza. Come tutte le cose che ti accadono nella vita, possono avere molteplici chiavi di lettura, anche le più disparate. Io cerco di pormi sempre in maniera positiva, sottolineando il buono anche dove secondo altri non ce n’è. Su di me c’erano molte aspettative, ne sono consapevole, ma è vero anche che sto continuando a fare la cosa che mi piace e mi diverte. Ci sono ragazzi della mia età molto più sfortunati di me, lamentarmi o piangermi addosso non avrebbe alcun senso. Sono grato e felice di essere qui, le motivazioni e la voglia di continuare a lottare non mi mancano…
TAG: Italiani, Matteo Trevisan
chi si ricorda che a genova arrivo a due punti da battere Troiski?
@ Luca Martin (#1655650)
Condivisibile o no hai ben spiegato le tue ragioni. Appunto sul perché un tennista o uno sportivo non sfonda o non rispetta la attese.
Diversamente chi parla di potenziali top 100, 50 o 20 non spiega mai le ragioni opposte limitandosi al “ha battuto questo o quell’altro”.
Borroni ha battuto Kafelnikov. E che vuol dire?
Servizio e dritto di Trevisan sono a tratti devastanti, potenti e belli da vedere. Ma il resto? Purtroppo si gioca anche con il resto, altrimenti Younes El Aynaoui sarebbe stato il primo giocatore al mondo. O Roddick sarebbe stato meglio di Federer. Sarebbe, forse, potenziale, se avesse, se fosse più alto, se fossi Brad Pitt andrei con Angelina.
Tamberi non deve certo dimostrare di essere un campione, paragone per niente azzeccato mi spiace.
Detto questo, forza Matteo!!!
Forza Matteo!
Non è finita finché non è finita… 😉
@ Luca Martin (#1655650)
Condivido in toto il tuo ragionamento…
@ mac (#1655468)
Le scempiaggini le dici tu, sicuramente, la classifica lo dice, non io (da sempre).
Anche Gianluca Naso allora era un talento e chissà quanti altri. Tra il 2007/2008 ha stracciato e preso a pallate gente come Gaston Gaudio, Carlos Berlocq, Nicolas Massu.
E con ciò? Vogliamo dire che sarebbe potuto diventare un top player?
Ma per favore…E’ andata esattamente come doveva andare, cioè in relazione armonica alle sue possibilità.
267mo uno, 175mo l’altro.
Questo gioco del ‘se avesse fatto’, è il classico giochino di chi vuol pararsi il di dietro dalle responsabilità, illudendosi di essere speciale, mentre invece non lo è assolutamente.
Per essere un grande giocatore non basta avere ‘delle’ qualità, bisogna averle TUTTE e a 360° e soprattutto tirarle fuori al momento richiesto.
Fai 2,39 metri nel salto in alto in una gara a 20 giorni dell’Olimpiadi e poi (casualmente) ti strappi (ti infortuni)?
Credetemi, non è stato casuale. E’ uno che non avrebbe MAI tenuto quella pressione e sarebbe comunque scoppiato trovandosi qualche altra brillantissima soluzione…
I campioni sono LI’ nel momento GIUSTO e azzeccano la prestazione PERFETTA nel momento PRECISO in cui DEVONO.
Senza scuse! Senza spiegazioni!
Ragazzi io stravedo per Matteo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo ed ho un amico in commune, ex giocatore, che mi dice che aldilà degli infortuni il problema di Trevisan è sempre stato di approccio alla professione. Matteo, si è sempre allenato in modo discontinuo (periodi di grande intensità alternati a periodi di deconcentrazione ed inconstanza) e non ha mai avuto la cura maniacale dei particolari (alimentazione, concentrazione etc.) che fanno la differenza a questi livelli. A fronte di ciò mi si riferisce che Matteo ha una spontanea e genuina passione per questo sport. Ed ‘ ingenuamente (aggiungo io) di poter ancora arrivare in alto. In sintesi a livello di talento sarebbe stato certamente un top 100, purtroppo la testa (attenzione mi si dice che è una pasta di ragazzo, generoso e compagnone) non lo hanno di certo favorito nella sua carriera. Se leggete l’intervista avrete modo di cogliere alcune contraddizioni del suo carattere. Inoltre negli ultimi tempi è subentrato anche il problema economico che traspare anche dall’intervista “se ci saranno le condizioni sarei felice di tornare più stabilmente tra i professionisti” che a mio avviso va interpretata con un “se riuscissi a trovare un budget minimo potrei finanziare una seconda parte di stagione in Italia”; all’estero non se ne parla perchè i costi di trasferta sono elevati.
@ le coq (#1655510)
Ne ha scherzati tanti a partire da martin a cordenons, per un set Lorenzi a umago (era anche 42 e 2 palle break al terzo), jankovic senza praticamente allenamento a gstaad una settimana fa, potrei andare avanti una settimana. Il problema è la continuità e la poca voglia/paura di girare il mondo e senza quella si va da poche parti.
io l’ho visto dare una stesa a Gaio l’anno scorso a Bergamo e vincere il torneo.
Se avessero chiesto a chiunque assisteva all’incontro chi dei 2 era avanti all’altro di 400 posizioni la risposta era scontata…
Ha un enorme potenziale.. chissa’ se riuscira’ mai a sfruttarlo
@ Luca Martin (#1655418)
Visto anche noi… Abbiamo un parere diverso. Gran talento ma purtroppo ha avuto tanti infortuni che ne hanno condizionato il rendimento.
Un abbraccio.
l’abbiamo visto giocare in tanti. non penserai ti si possa credere. scempiaggini come quella che affermi andrebbero censurate.
L’ho visto giocare. Niente di che, la sua carriera rispecchia il suo valore.
Mi é capitato di vederlo molto da vicino al ch di Trani credo 3 anni fá. Giocò e vinse da sfavorito contro un allora non ancora esploso Del Bonis.. Nella combinazione servizio e diritto fù ingiocabile a scapito di un rovescio bimane forse mai stato curato tecnicamente. Mentalmente direi un tipo abbastanza inquieto e istintivo
In bocca al lupo Matteo !!