Wimbledon: Andy Murray troppo solido per Milos Raonic, vince in tre set conquistando il secondo titolo ai Championships
Vince e piange Andy Murray. Un pianto liberatorio, crollato sulla sedia appena dopo aver stretto la mano a Milos Raonic. Non nasconde lacrime copiose, le lascia sgorgare liberamente, mostrando la sua fragile umanità, a bagnare quel volto troppo spesso carico di rabbia, tensione e paure, segnato più da dure sconfitte che vittorie. Resterà l’immagine più forte dei Championships 2016. Lacrime che raccontano tanto di lui, della sua frustrazione per essersi scrollato di dosso per un giorno la scomodissima etichetta di eterno secondo, mai abbastanza forte e duro per superare Djokovic, Nadal e Federer. Oggi il palcoscenico è tutto per lui, proprio sul campo più bello e importante del mondo, che saluta il suo terzo grande successo su quell’erba che ha visto nascere il mito ed il nostro bellissimo sport. Ha vinto in tre set superando abbastanza nettamente Raonic, in una partita non bellissima ma abbastanza tirata, condita da diversi bei colpi e della sensazione che Andy avrebbe potuto chiuderla anche prima, senza arrivare a due tiebreak. Del resto, se Murray non è mai riuscito a restare a stretto contatto con gli altri “big 3” come numero di vittorie è proprio per l’esser generalmente meno duro, incapace di tirare fuori la giocata giusta al momento giusto, e di tenere al massimo la spinta e l’aggressività per tutta la durata delle grandi finali. Oggi c’è riuscito, piuttosto bene, anche se onestamente un buon Raonic non l’ha quasi mai messo davvero alle corde (ha ottenuto le prime palle break solo nella parte centrale del terzo set). Merito comunque di un Murray in eccezionale forma psico fisica, anche superiore a quella mostrata nell’arco di un 2016 eccellente, in crescendo. Lo scozzese ha concesso molto poco, tanto che la parola migliore per definire il suo successo è “solidità”. E’ stato sostenuto da un eccellente percentuale di prime, tatticamente ideale per non cadere in difesa all’uscita dal servizio, visto che Raonic c’ha provato appena possibile già alla risposta; inoltre ha governato molto bene ritmi e direttrici della battuta, non dando mai punti di riferimento e preferendo le soluzioni esterne, per aprirsi il campo e far correre Milos lateralmente, dove non eccelle. Altra chiave del successo è stata l’ottimo rendimento del diritto, sia carico per non dare ritmo che la pallata a chiudere. Mai dritti “molli”, difensivi, centrali, quasi sempre palle pesanti e insidiose. Tutto questo sostenuto da una condotta mentale piuttosto buona, almeno fino alla metà del terzo set, con rari momenti di furore o pause. Bravo Murray, ma non me la sento di criticare troppo la prestazione di Raonic, alla prima grandissima finale. Ha retto piuttosto bene l’impatto con l’evento e non ha giocato affatto male, restando focalizzato sul match, molto determinato sino alla fine. Ha spinto con coraggio, producendo grandi attacchi, tante volee pregevoli, spesso in cattive condizioni di equilibrio e contro uno dei migliori “passatori” del tour. Però per sperare di superare la solidità di Murray aveva bisogno di un super match alla battuta, ed invece col suo colpo migliore ha ricavato una miseria, solo manciata di Ace e pochi servizi vincenti. Questa è stata la chiave in negativo. Come si spiega? La risposta di Murray è seconda solo a quella di Djokovic (e di pochissimo), però forse Raonic ha impostato tatticamente il match sul tenere alta la percentuale di prime per non offrire il fianco sulle seconde, invece di rischiare a tutta per ottenere molti punti diretti. Era una tattica fondata, ma così facendo ha di fatto “spuntato” la sua arma migliore, dando troppe chance di scambiare a Murray. Questa tattica non ha funzionato come sperava, ed a mio avviso avrebbe dovuto svoltare dopo aver perso il primo set, prendendosi a quel punto il massimo del rischio con la prima, come ben aveva funzionato vs. Federer. Raonic ha “rotto il ghiaccio” con le grandi finali, ed è molto probabile che lo rivedremo presto a lottare di nuovo per alzare la coppa di un major. Ecco la cronaca della finale.
Ore 14.11, Raonic alza in cielo la prima palla della finale di Wimbledon 2016. Servizio out, sulla seconda Murray entra con una grande risposta lungo linea e chiude in avanzamento. Andy non nasconde la sua tattica: prendere immediatamente l’iniziativa sulle seconde di servizio. Milos non si scompone, trova un paio di botte esterne, muove il punteggio a 15. Murray alla battuta. Non cerca sistematicamente il rovescio del canadese, ma varia angoli ed altezze, pizzicando il “T” centrale ed entrando col dritto sulle risposte corte. In un attimo, 1 pari. Raonic lavora la prima col kick, non solo botte a tutta velocità, ma Andy trova subito un discreto ritmo alla risposta, tiene basse e molto lunghe le sue soluzioni, che mettono in difficoltà il gigante canadese. Con un paio di risposte davvero notevoli, ottiene la prima palla break sul 30-40. Si salva Milos, rischiando un dritto cross dal centro, bravo a “toglierselo” dalla pancia e sorprendere lo scozzese. 2-1 Raonic. Murray lavora molto la palla, variando angoli ed altezza, e non cerca quasi mai la pallata diretta-piatta, per non dare velocità e ritmo al rivale, su cui potrebbe appoggiarsi e tentare il colpo improvviso a chiudere. Lavora molto col back, palle basse e curve, su cui Milos deve abbassarsi e lavorare, ancor più in contropiede. Raonic entra comunque sulle seconde, ma Andy è attento, non concede niente. 2 pari. Raonic scappa dalla riga di fondo con qualche serve and volley, oppure entra col dritto appena possibile, trovando buone volee (anche un paio di demi-volee molto delicate). 3-2 Raonic e quindi 3 pari. Settimo game, arriva la prima scossa del match. Milos non ottiene punti diretti col servizio, Andy vince 3punti di fila con risposte insidiose, aprendo al massimo il campo.15-40 e due palle break. Cancella la prima con un attacco rischioso ma capitola sulla seconda, invischiato nella ragnatela dello scozzese e terminato con una volee in rete. Break Murray, 4-3. Raonic aggredisce immediatamente per scuotersi, ma Andy sembra estremamente sereno e focalizzato. Trova il primo Ace del match (nessun Ace per Milos in quattro turni) e buone prime, lavora molto ben col dritto, cercando il contropiede e palle mai centrali. 5-3 per il campione 2013, che alla risposta “sgonfia” le palle al rivale, lo fa correre e quasi irride di tocco. 15-30, a due punti dal set Murray. Qua Raonic ingrana finalmente la marcia alla battuta trovando il suo primo Ace del match. Con tre punti di fila, resta in scia sul 5-4. Lo scozzese serve per chiudere il primo set, e forte del 78% di prime (84% di punti con la prima fin qua) non trema, scegliendo l’angolo aperto ed entrando in lungo linea col colpo successivo. 6-4 Murray, con numeri molto positivi, specchio di un tennis molto solido, positivo, pratico e razionale. Tennis percentuale di grande sostanza.
Secondo set, Milos alla battuta ma non riesce a fare la differenza, tanto che Andy vola 15-30. Si va ai vantaggi, e la prima non va. Addirittura doppio fallo, forse per la pressione di un Murray con i piedi in campo ad attendere. Palla break Murray, ma se la gioca male, affossando un dritto banale in rete, il primo vero errore importante del match per lui. Si salva l’allievo di Piatti, ma continua a fare troppa fatica al servizio. 1-0 Raonic. Il match in questa fase avanza seguendo i servizi con qualche buon vincente ma senza particolari sussulti; pochissimi scambi nei turni del canadese, chiusi da discese a rete o passanti; qualche palleggio in più in quelli di Andy, da lui governati come ritmo e direttrici, con tanti back di rovescio per tenere la palla molto bassa e lenta, difficile da spingere. Raonic trova qualche punto diretto col servizio, e tenta di uscire dalla ragnatela rischiando alcuni rovesci bimane a tutta, ma con poca sicurezza (ed errori); Murray insiste col suo tennis estremamente pratico, concedendo poco allo spettacolo ma portando a casa tanti punti. 3-2 Raonic e 3 pari. Settimo game, come nel primo set si alza la tensione. Milos concede qualcosa, come un errore banale di volo, e si va ai vantaggi. Trova una bordata centro ad oltre130 miglia, ma Murray corre, è aderente al terreno e trova un passante cross fantastico, che muore nei piedi del canadese. Segue altro schema difensivo da manuale di Andy, passante per volee difficile ed altro passantino chirurgico. Palla break per Murray, e la prima non arriva più… Raonic è coraggioso, si butta avanti e si salva, anche per colpa di un paio di imprecisioni del britannico. A fatica, 4-3 per il canadese. Imbufalito per la chance sprecata, Murray impreca e perde un po’ di quel focus totale sul match che l’aveva fatto giocare quasi col pilota automatico, ma Milos non ne approfitta, 4 pari. Nono game, 30-0, poi Andy trova alcune di magie difensive che fanno saltare in piedi lo stadio. 30-40, palla break che lo manderebbe a servire per il secondo set. Non entra la prima, rischia il doppio fallo toccando il nastro sulla seconda (cattivo lancio di palla…). Andy però rovina tutto con un back troppo tagliato, che muore in rete. Arriva un’altra risposta che pizzica miracolosamente la riga, altra palla break, ma Murray sbaglia un dritto in corsa tutt’altro che impossibile. Raonic con grande fatica resta avanti, 5-4. Tecnicamente è un momento complesso per il britannico, nella sua testa non così granitica girano quelle chance sprecate, all’improvviso è meno preciso ed offensivo, cerca con insistenza conforto nel suo angolo, dove però trova la maschera severa di Lendl, inespressivo. Non ne approfitta Milos, 5 pari, che però con tre bordate ed un tocco sotto rete notevole sale 6-5. Bravo il canadese a provarci in risposta, attacca, prende rischi, ma Murray regge, è tiebreak. Inizia malissimo Raonic, con un erroraccio di tocco rete, forse indeciso se tagliare corto o approcciare la riga. Ringrazia Andy, che lavora col rovescio e vola 3-0, poi 4-1 con un’altra difesa strepitosa. Il rovescio di Murray è perfetto, tagli maligni ed accelerazione lungo linea fulminante, 5-1. Uno slice esterno regala 5 set point all’idolo di casa. Chiude al terzo, 7 punti a 3, inveendo con una grinta quasi eccessiva verso il suo angolo, forse furibondo per non aver chiuso prima un set in cui è sempre apparso superiore sul piano del gioco e dell’intensità. Due set sopra, adesso per Raonic la montagna da scalare è un vero Everest sportivo.
Terzo set, Murray al servizio. In scioltezza muove lo score, 1-0. Milos non molla, continua a spingere con tutta forza possibile, anche quella della disperazione, tirando tutto anche alla risposta. Andy però sembra in controllo, ora più rilassato, forte dei due set di vantaggio. 2-1 Murray.
Nel quinto gioco arriva un piccolo passaggio a vuoto per il britannico, 0-30 e 15-40, grazie ad una risposta a tutta di dritto. Due palle break per Raonic, le prime dell’intero match. Si aggrappa alla battuta lo scozzese, Ace, quindi scambio con angoli aperti, a mettere a nudo la relativa lentezza del rivale. Non desiste Milos, corre a rete con una risposta tutt’altro che malvagia, ma il passantino di rovescio di Andy è perfetto, letale. 4 punti, 4 ottimi punti di Murray a respingere l’assalto del rivale, 3-2 Murray. Si avanza seguendo i turni di servizio, con il canadese super offensivo ed il britannico meno solido rispetto ad inizio partita ma ancora in discreto controllo. 4-3, e poi 5-4 e 6-5 Murray. Raonic resiste, spinge, è di nuovo tiebreak a decidere il terzo set, forse il match. Andy scappa subito via, 1-0 e passante preciso a castigare un attacco affrettato, anche troppo corto. 2-0 e 3-0 Murray, con una grande risposta che sorprende il canadese. Il pubblico salta in piedi, anche sull’errore di Milos in scambio, per il 4-0. Murray ormai è totalmente decontratto, il dritto fila fluido, preciso, “cattivo”, 5-0 Murray. 6-1 Andy, 5 Championship points. Trasforma il secondo, con un attacco di dritto ingestibile per Milos. Crolla a terra la sua racchetta, finalmente sorride, piange e libera la sua furia agonistica, chinandosi verso quell’erba che gli ha regalato il terzo grande successo in carriera (2 Wimbledon, un Oro olimpico).
Dopo aver perso a Melbourne e Parigi, finalmente Murray alza il suo terzo titolo dello Slam, dopo troppe finali perse. Non c’era Djokovic, uscito troppo presto, ma Andy ha ampiamente meritato questo successo, dimostrando per tutto il torneo un tennis solido, concreto, vincente. Adesso il suo obiettivo deve essere accorciare il gap su Novak, magari sognando un difficile sorpasso. L’estate americana ci dirà di più.
Marco Mazzoni
@marcomazz
Champion #Wimbledon Andy Murray Well done! pic.twitter.com/ebP49vnZBA
— OurNumberOneRF (@Mikno78) 10 luglio 2016
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Championship Point from the hill @Wimbledon #Wimbledon Congratulations @andy_murray #COYG pic.twitter.com/SjwX9IltBy
— Nigel Mitchell (@MrNigelMitchell) 10 luglio 2016
La partita punto per punto
M. Raonic – A. Murray
8 Aces 7
1 Doubles Faults 2
39 Winners 39
29 Unforced Errors 12
46/74 (62%) Net Points Won 17/22 (77%)
64% 1st Serves In 67%
49/73 (67%) 1st Serve Points Won 60/69 (87%)
29/41 (71%) 2nd Serve Points Won 19/34 (56%)
6/7 (86%) Break Points Saved 2/2 (100%)
43/103 (42%) 1st Return Pts Won 65/114 (57%)
15/34 (44%) 2nd Return Pts Won 12/41 (29%)
0/2 (0%) Break Points Won 1/7 (14%)
78/114 (68%) Total Service Pts Won 79/103 (77%)
24/103 (23%) Total Return Pts Won 36/114 (32%)
102/217 (47%) Total Points Won 115/217 (53%)
167 mins Duration 167 mins
203 kph / 126 mph Avg. 1st Serve Speed 187 kph / 116 mph
172 kph / 107 mph Avg. 2nd Serve Speed 144 kph / 90 mph
237 kph / 147 mph Fastest Serve 209 kph / 130 mph
7 Ranking 2
25 Age 29
Podgorica, Montenegro Birthplace Glasgow, Scotland
Monte Carlo, Monaco Residence London, England
6’5″ (195 cm) Height 6’3″ (190 cm)
216 lbs (98 kg) Weight 185 lbs (84 kg)
Right-Handed Plays Right-Handed
2008 Turned Pro 2005
31/8 Year to Date Win/Loss 33/6
1 Year to Date Titles 2
8 Career Titles 37
$10,710,488 Career Prize Money $46,740,897
TAG: Andy Murray, Murray, Wimbledon, Wimbledon 2016
Non sei distante dalla verità: hai capito che Murray ha le potenzialità del Creatore come ho sempre detto (Murray è un Pallettaro tendente a Creatore); inoltre hai capito che in ogni punto un giocatore può essere Creatore, Bombardiere o Pallettaro. È sempre il giocatore a decidere l’atteggiamento con cui giocare un punto. E se tu facessi la sommatoria dei punti che in carriera ha giocato Murray come Creatore, Bombardiere, o Pallettaro, verrebbe fuori il quadro generale che ho espresso: Murray, Pallettaro tendente a Creatore.
Murray + Raonic messi assieme hanno fatto in tre set, (che sono quindi complessicamnete 6 set) solo 2 ace in più di Serena Williams da sola.
Hanno ragione quelli che pensano che non biosgna equiparare il tennis maschile a quello femminile e le donne vadano pagate meno !
Risultato scontato che fotografa il momento di crisi del tannis maschile, se salta Djokovic c’è la mediocrità assoluta, ed ergo il re dei mediocri vince, se non salta Djokovic vince lui, quindi noia…
@ Gattone (#1640604)
L’altezza conta eccome! Non è tutto ma favorisce!
Ha ragione luis! È vero che Murray non è un cuor di leone, che non cerca il vincente al secondo colpo e via dicendo, ma guardati come ha giocato i tie break! Il gioco lo ha comandato lui, spingendo ogni colpo! E le risposte, con cui ha mandato in confusione Raonic? Murray ha creato gioco!
@ alexalex (#1640463)
Secondo me l’altezza da 1.80 in su conta relativamente, prendi sampras, roddick o federer mica sono delle pertiche
Suppongo ti riferisca a me: se togli i passanti (dove sei COSTRETTO a tirare il vincente) e se consideri che Raonic in difesa è praticamente inconsistente, di quei numeri rimane ben poco…
Il Bombardiere e il Creatore i winners se li cercano in prima persona ed entro pochi scambi. Il Pallettaro no. Il Pallettaro è un motore diesel. Il Creatore e il Bombardiere sono dei motori a benzina. Uno va in progressione, gli altri sono no. Se non sono diesel Murray e Djokovic… non a caso vengono spesso definiti come giocatori di pressione da fondocampo. Nomi diversi ma la sostanza non cambia. Pallettari (tendenti a… come ti spiegavo nell’altro post). Effettivamente il tennis non sempre è facile da leggere, per cui sei agevolato se ne conosci la storia e i meccanismi avendolo giocato. Se poi hai giocato a un certo livello, dovrebbe essere ancora meglio perché non focalizzi più l’attenzione sulla forma che può ingannare (la faccenda del Creatore, Bombardiere, Pallettaro) ma sulla sostanza (il rapporto tra fattori tecnici, atletici e mentali).
Più in generale, al di là del tennis, i numeri bisogna saperli leggere, pertanto anche loro vanno interpretati.
A inizio stagione, quando Leconte aveva profetizzato un paio di Siam per Murray quest’anno, erano fioccate le risate “ma cosa si è bevuto il buon Henry?”.
Forse ci aveva visto molto bene, ma lo sapremo a New York.
Essere tornato a vincere Wimbledon dà tanta consapevolezza allo scozzese: Nadal e Federer sono al crepuscolo, Djokovic pare un briciolino appagato.
Potrebbe davvero essere arrivato il tempo di Andy.
@ rip (#1640275)
Guarda che uno US Open lo ha già vinto
@ Gattone (#1640450)
Scusami, anche se condivido la tua disapprovazione verso alcuni commenti, ciò che dici non è del tutto condivisibile. Buona parte dell’efficacia del servizio di raonic, isner, karlovic è dovuta all’altezza. È vero che servire bene richiede bravura, ma la statura che solo mamma ti può dare favorisce e non poco. Dopodiché, essere abbastanza alti da avere un vantaggio al servizio non è una colpa, ma una fortuna, proprio come nascere con la sensibilità di tocco federer! Per fortuna l’altezza e un gran servizio non è tutto, ed oggi lo spilungone bombardiere è stato battuto da un avversario decisamente più tecnico e completo come Murray!
A leggere i commenti sembra che avere un gran servizio sia facile o un dono divino
Chi ha giocato sa che è il colpo forse tecnicamente più difficile insieme alla volée, non è un peccato averlo è un sinonimo di grande bravura fisica, tecnica a mentale esattamente come il diritto di federer
Se era così facile tutti gli italiani potrebbero essere un Raonic o Karlovic, che per dirla tutta sono grandi giocatori indipendentemente dal servizio
Ps. Ho trovato il gioco di Raonic molto più gradevole di quello di Murray
@ bad_player (#1640432)
Dall’anno scorso siamo ridotti al Fab 1…
Scusa alex ma volendo seguire il tuo ragionamento…. i fab erano solo 2 fino al 2010. E’ corretto, ma a questo punto dal 2011 di fab ne vedo al massimo 1,5….
@ nino88 (#1640321)
Grande,grande,grande Murray. Uomo normale campione costruito sul talento naturale!!!! Magari l’Italietta del tennis avesse un Murray …. almeno l’ipotesi di un Murray
Sì certo….. 😯
Fa caldo oggi vero?
Comunque, secondo me, il Federer che abbiamo visto contro Raonic, se fosse andato in finale, non avrebbe potuto nulla contro il Murray di oggi.
Attualmente, Murray è l’unico che può cercare di infastidire Djokovic.
Peccato, se me lo consentite
Un po’ più di competizione non sarebbe male….
Questa parte la considero una simpatica battuta.
@ ale98 (#1640346)
Se metti a confronto Murray con Federer, Nadal e Djokovic, sono pienamente d’accordo sul fatto che sia un gradino sotto. Il fatto che non sia mai stato n. 1 è un dato eloquente. Infatti sono del parere che non siano mai esistiti i Fab 4, ma i Fab 3 (dal 2011). Fino al 2010 c’erano solo i Fab 2.
Dopo l’uscita di Nole,spossato mentalmente più che fisicamente,dopo la vittoria a Parigi,era lui al 75% il nuovo vincitore di Wimbledon.
E va bene così… giustizia è fatta. Raonic è e resterà per sempre inguardabile. Anche Murray non è granché ma sempre meglio… almeno sa fare tutti i colpi. Con il servizio di Raonic chiunque, ripeto chiunque, potrebbe essere tra i primi cento del mondo. Come esempio basti pensare a Karlovic che senza servizio probabilmente sarebbe un n.c.
@ Sylvandor (#1640340)
Non mi ricordavo questo particolare ma mi pare comunque la finale in cui lui ha più meriti..
grande Andy. due finali e una vittoria nei 3 slam di quest’anno.
la classifica parla chiaro: con nadal e Roger mezzi azzoppati è l’unico avversario degno di tal nome di Nole.
è ancora distante, ci ha perso malamente nelle finali di Melbourne e parigi, però ha vinto a Roma.
@ alexalex (#1640331)
Il merito sicuramente ne ha essere stato per tanti anni il primo degli umani e negli anni di calo di Roger e Rafa anche più avanti è sicuramente un merito così come quello di aver vinto 3 Slam e un’Olimpiade, però troppo spesso è stato considerato a livello degli altri 3 e questo non ha senso in quanto quei 3 sono proprio di un altro pianeta..
In effetti, sembra incredibile, ma Lendll si è seduto all’angolo di Murray e, dopo 3 anni esatti, lo scozzese torna a vincere uno slam. Chissà, forse, considerando Djokovic fuori dai giochi, ce l’avrebbe fatta anche senza. Ma il dubbio rimane. 😉
Il Murray targato Lendl è un altro Murray, molto più solido e convinto.
Agli Us Open sarà lui il favorito.
Finale di New York 2012 dove lui ebbe giorno di riposo e Djokovic no…e la spuntò al quinto…
Di fatti, nessun break contro e in più Edberg vinse pure un set breakkando invece l’avversario! E nonostante tutto perse… 4/6 7/6 7/6 7/6 se non erro. Partita memorabile (quella di oggi un po’ meno).
Altro che pallettaro : 39 vincenti e 12 errori.
Non sono sicuro di nulla, tranne del fatto che un po’ di merito Murray ce l’avrà pure messo per vincere 3 slam e un’Olimpiade. Sottolineare tutte queste circostanze favorevoli mi sembra forzato.
Vittoria meritata senza discussioni, anche se Raonic ha giocato bene e ha dimostrato una volta in più di essere migliorato tantissimo.
Mi dispiace per Piatti, con tutto il lavoro che ha fatto avrebbe meritato la gioia della vittoria, spero che sia solo rimandata.
Alla fine cmq il risultato è giusto.
Bravissimo Murray!
Complimenti anche a Raonic per aver raggiunto la finale!
@ bad_player (#1640268)
Sì dai a Sam sono un po’esagerati anche se sappiamo che se Nole avesse vinto quella partita avrebbe innalzato il livello e difficilmente avrebbe perso con un avversario contro cui ha vinto le ultime due finali Slam, sfruttando anche la condizione psicologica, comunque aldilà di tutto bravo Murray che ha sfruttato la chanche ma sinceramente non cambia la mia opinione su di lui: cioè grandissimo giocatore ma rimane comunque molto molto lontano dall’essere considerato un Fab, per me i Fab rimangono 3
@ il luminare (#1640219)
Non credo proprio tutte le finali slam le ha perse in 3 o in 4 set non è mai stato vicino
Se uno dei Fab Four è al 100% o quasi uno come Raonic non lo vince mai un Major.
Veramente Murray vinse gli Us Open come primo Slam in carriera,nel 2012,se non vado errato.Quindi fuori dalla Gran Bretagna,lo Slam lo ha vinto eccome.
Mah, in realtà il suo primo Slam l’ha vinto in America…
@ alexalex (#1640263)
No assolutamente Murray per quanto mi riguarda è un grandissimo giocatore ma non mi pare di aver detto sciocchezze: insomma secondo te Murray con un Federer fresco nel 2012, dopo aver perso appena due settimane prima a Wimbledon avrebbe mai vinto? Oppure nel 2013 con tutta la pressione che aveva addosso con un Djokovic fresco avrebbe mai vinto? E quest’anno se Querrey non avesse fatto l’impresa sei sicuro che avrebbe vinto?.. Poi tu mi dici che ha fatto tantissime finali, verissimo, ma il fatto che ne ha perse 8/11 ti fa capire che si,è uno che spesso arriva in fondo ma che spesso perde e che praticamente sempre si scioglie con i suoi avversari più forti tranne la finale di New York del 2012..
devi essere giovane 🙂
a memoria edberg-stich
Bravo Muzza, gran torneo!
vincere una finale a Wimbledon con un solo break!!!
E’ record?
Ovviamente stiamo parlando del 4 piu’ grande della sua epoca (e ha gia’ vinto piu’ di un Vilas o di un Gerulaitis dei tempi passati), e’ altrettanto ovvio che per una sua definitiva consacrazione e scrollarsi di dosso il senso di “provincialita’” si aspetta una vittoria lontana dalla G.B. (Cioe’ un GS tra AUS, RG e US Open)
certo, e se mia nonna avesse le ruote sarebbe un carretto
Mitico!!
Però in questo torneo era veramente in palla e forse i ringraziamenti a Sam sono un po’ esagerati.
@ ale98 (#1640255)
Insomma, Murray è solo uno baciato dalla dea bendata… Il fatto che abbia partecipato a numerose finali slam, che sia fra i primi 4 al mondo da quasi 10 anni, non dice nulla sul suo valore?
Complimenti per il terzo Slam in carriera
Murray secondo me deve ringraziare tre persone: Lendl, in quanto è indubbio che con lui in panchina lo scozzese è stra-tranquillo anche nei momenti difficili (tipo i quarti con Tsonga), poi Del Potro, che praticamente gli ha consegnato due dei quattro titoli più importanti della sua carriera (Wimbledon 2013 e Olimpiadi 2012), in quanto fece stancare tantissimo Nole nel 2013 e Roger nel 2012, e infine in questo torneo deve ringraziare Sam Querrey, che ha battuto l’unico che poteva non solo infastidirlo ma poteva batterlo cioè Djokovic..
@ gpozzi (#1640245)
Purtroppo Roger deve fare MEA CULPA ! Spesso in carriera ha buttato via occasioni importanti. Col carattere di Rafa sarebbe a 22-23 Slam.
se questo fosse il tennis smetterei di guardarlo, che giocatori tristi
GRAZIE ANDY !!
@ il luminare (#1640219)
Per averne più di 10 in bacheca avrebbe dovuto vincere tutte le finali slam disputate.Almeno un altro paio in più però li avrebbe potuti vincere
@ il luminare (#1640219)
Certo se giocava da solo
Ma che cavolo significa? Allora anche la Juventus se avesse vinto tutte le finali di champions sarebbe a quota 8.
murray con tutte le finali che ha perso poteva essere a più di 10 slam