Diario da Roehampton – Day 3
Terza giornata a Roehampton, probabilmente quella più rilassante, con un solo italiano impegnato, e tanto tempo per gustarmi i bei match appassionanti che ci sono stati oggi. Sono arrivato al circolo alle 11.15, l’inizio dei match era previsto per le 11 ma, come mi han successivamente riferito due giudici di linea italiani quando sono arrivato lì, quella zona è stata colpita in mattinata dalla pioggia per un’oretta, così che l’inizio degli incontri è stato rinviato alle 12.
Ho utilizzato quei 30 minuti per farmi un giro tra i campi, sbirciare l’allenamento dei giocatori in palestra e sedermi tra il campo 4 e il campo 5, dove andavano in scena due dei match che, per motivi differenti, più mi interessavano: Skugor – De La Nava e Lamasine – Zemlja. Per quanto riguarda il primo incontro, ero curioso di vedere all’opera un fighter come Munoz su una superficie a lui per nulla congeniale, contro un bombardiere come il croato, e devo dire che il confronto di stili nel primo set è stato molto avvincente: Franko teneva, fino al game del 3-4, tutti i turni di servizio piuttosto agevolmente, mentre Daniel soffriva in ogni turno di battuta e si salvava solo grazie alla sua grinta. Sul 3-4, poi, tre palle break tutte consecutive improvvise per l’iberico, che però riusciva solo in un’occasione a far partire lo scambio (oltre a 2 servizi vincenti), ma il croato al terzo colpo chiudeva con un bel dritto. Game infinito, altre 2 palle break che fan salire a 5 il computo totale, ma sempre niente da fare, dato che a Franko il servizio sulle palle break ha sempre funzionato alla grande. Si arrivava così al tie break, dove a far la differenza è stato l’inizio, con Skugor che partiva subito con un minibreak che veniva ben consolidato da due ottime prime palle di servizio, 3-0 in pochi secondi. Ottenendo un altro mini break sul 5-3, il croato aveva due servizi per chiudere il set e al secondo dei due, grazie ad un’ottima stop volley di dritto su un bel passante dell’iberico, riusciva a far suo il primo parziale, molto lottato.
Nel frattempo sul campo vicino Tristan Lamasine tirava fuori il meglio dal suo repertorio: già la vittoria di ieri su Myneni mi aveva sorpreso (pur non avendo visto la partita), ma quella di oggi, avendola potuta vedere, mi ha dato tante conferme sul francese, che su questi campi si trova molto a suo agio. Dopo un set dominato dai servizi, nel quale avevano avuto una palla break per parte ma il francese era stato comunque il più pericoloso in risposta, si è giunti al tie break: mini break iniziale dello sloveno, che si issa sul 3-1, poi reazione del francese con una spettacolare risposta anticipata di dritto e un ottimo servizio al centro, 3-3 al cambio campo. Infine, sul 6-5 in suo favore, dopo che aveva già avuto un set point col servizio a disposizione, ben annullato da Zemlja con un back insidiosissimo a pochi centimetri dalla riga, ha pescato un rovescio vincente incrociato stretto davvero molto buono, e, dopo che si era sentita solo la voce di Zemlja per tutto il primo set, ha gridato un “Allez” verso il proprio angolo per liberare la sua gioia.
Finito anche questo primo set sono andato al campo 14 a vedere uno dei match che più mi interessavano quest’oggi, quello tra Salisbury e Krajicek: sono arrivato sul punteggio di 6-4 2-2 e palla break per Salisbury, ben annullata da uno slice esterno da sinistra di Krajicek, sempre abile nel sfruttare la sua chela mancina. Salisbury però era in fiducia, lo si vedeva, si incitava e c’erano tante persone a sostenerlo, i suoi turni di battuta scorrevano via lisci e sotto rete gli riusciva di tutto, come già ampiamente dimostrato contro Giannessi. Il break è stato solo rimandato, all’ottavo gioco, quando ha infilato un bel vincente col dritto, approfittato di un paio di errori non forzati di Krajicek (tra cui un dritto affossato in rete sulla palla break) e giocato una splendida voleè per garantirsi l’occasione di servire per portare il match al terzo; questa chance non se l’è fatta sfuggire e ha chiuso, al secondo set point, per la gioia del pubblico di casa.
Purtroppo ho dovuto abbandonare il campo perchè, nel frattempo, Lamasine aveva chiuso in due set (grande!) e allora era arrivato il momento del nostro Thomas Fabbiano. Rispetto agli altri incontri visti in questi giorni, mi sento di poter affermare con sicurezza che l’intensità di gioco, il ritmo con cui scambiavano da fondo campo questi due era veramente notevole: Thomas si muoveva spesso per giocare il dritto dal lato del rovescio e muovere, alternando inside in e inside out, l’iberico, che cercava di tenere un ritmo molto alto, ma finiva per accorciare, e Thomas senza farselo dire due volte ne approfittava per chiudere. Di discese a rete ce ne sono state poche, pochissime, me ne vengono in mente solo un paio di Fabs, ma il match è stato comunque godibile: break iniziale per lo spagnolo che fino a quel momento aveva servito molto bene, ma reazione immediata del nativo di Grottaglie che riusciva ad essere più incisivo con la risposta e alla prima occasione utile strappava il servizio, ai vantaggi, a Ruben. Dopo tre games interlocutori, tutti tenuti a 0 dal giocatore al servizio, Fabbiano strappava il servizio allo spagnolo rimontando da 30-0, grazie a un buon rovescio lungolinea, due scambi lunghi vinti e, per chiudere, un inside out vincente, con l’esultanza di Fabs ed il pugnetto verso l’angolo. Nel secondo set, grazie al servizio, Thomas riusciva a rimontare in un game complicato da 15-40 grazie al servizio, e nel game successivo lo spagnolo regalava come non aveva mai fatto fino ad allora, permettendo a Fabbiano di fuggire. Ottenuto il break ha tenuto senza patemi i successivi game di servizio mantenendo alta la concentrazione e nell’ottavo game, dopo che Ramirez gli aveva annullato con una prima di servizio molto al limite il match point, chiudeva al secondo, grazie ad una buona risposta di dritto su una seconda, sulla quale lo spagnolo affossava in rete il rovescio.
Ho visto anche, a tratti, il match di Copil che era impegnato nel campo affianco contro De Schepper: se Fabbiano la mette sul punto di vista dell’intensità da fondo, può benissimo far partita pari, come ha detto anche lui oggi quando lo scambio parte può avere dei vantaggi, il problema saranno gli scambi che non partiranno, per servizi vincenti o risposte del rumeno su seconde troppo comode. Ho visto tanti altri match, praticamente tutte le battaglie, come Bemelmans che vinceva 11-9 al 3° contro Menendez in un match molto equilibrato, dove lo spagnolo aveva servito per il match sul 5-3 ed avuto un match point sul 5-4, annullato da una voleè alta non troppo difficile di Ruben. Un altro paio di incontri interessanti son quelli andati in scena contemporaneamente sul campo 8 e 9, uno tra Townsend e Duan, con l’americana che nel secondo set rimontava da 2-5 a 7-5 e portava la partita al parziale decisivo (dove perderà) facendo vedere accelerazioni fulminanti, e quella tra Novikov e Ignatik, con la vittoria dell’americano dopo oltre 3 ore, 10-8 al 3° rimontando un set ed un break e facendo vedere un tennis offensivo davvero niente male. Da citare è sicuramente l’impresa di Marcus Willis ai danni di Andrey Rublev: il britannico ha fatto impazzire il russo con il suo serve and volley, e con un back mancino micidiale, giocato staccando la mano destra praticamente durante l’impatto, dando una rotazione imprevedibile su questi campi alla palla, oltre a tante belle accelerazioni col dritto. Marcus ha avuto 5 match point avanti 7-5 5-3 col russo al servizio, in un game infinito da 26 punti, ma poi ha chiuso solo nel game seguente, con la combo servizio e rovescio, e Rublev che steccava la palla rimbalzata negli ultimi millimetri: braccia al cielo per un tennista tanto atipico (anche come fisico) quanto divertente da veder giocare. Il premio “suicidio di giornata” va assegnato alla giovane WC locale Katie Boulter: avanti 6-4 5-0 contro Rebecca Peterson, col match totalmente in suo controllo, è riuscita a perdere 6-4 6-7 3-6, rallentando il braccio in una maniera assurda e dando tempo e modo alla svedese di comandare, dopo che per 15 game aveva mandato in confusione la sua avversaria con accelerazioni micidiali. Katie ha avuto un solo match point, sul 6-4 5-4 A-40, ma per la svedese non c’è stato bisogno di annullarlo: doppio fallo e via. Dopo che aveva perso il tie break del secondo ho deciso che era giunta l’ora di andare a casa, mentre sui campi 19 e 20 andava in scena un doppio di esibizione con McEnroe e Ward da una parte e Murray insieme ad un ex tennista britannico non troppo famoso che non ho riconosciuto dall’altra: tante risate, sempre assicurate con John in campo, e persino Murray preso in quel contesto risultava simpatico.
Per oggi è tutto, domani il meteo non prevede nulla di buono, ma speriamo bene: io sarò lì, in ogni caso, a supportare Fabs, dal primo all’ultimo 15, per un sogno chiamato qualificazione a Wimbledon! A domani.
AndryREAX (Andrea Pellegrini)
TAG: Wimbledon, Wimbledon 2016
Ciao Andry. Cosa studi? Giornalismo?
ok, pensavo fosse basso di statura 😉
Novikov serve meglio ed è piú a suo agio su questi campi, e gli americani nella lotta non si tirano indietro.
Ormai di diari ne ho scritti un bel po’: Napoli 2015, Roma 2015, Todi 2015, San Benedetto 2015, Montreal 2015, Roma 2016..saró ad una cinquantina “Il nativo di grottaglie” mi è venuto in mente pensando a Tranquillo e Pessina che nelle nottate passate a vedere l’NBA chiamavano Manu Ginobili “Il nativo di Bahia Blanca” 😉
Andry ma Ignatik come ha fatto a perdere?? È sempre abituato a grandi battaglie, tipo come Seppi che va spesso al terzo
Grazie ancora. Vedo anche che stai prendendo fiducia, e cominci a scrivere da inviato della Gazzetta (“il nativo di Grottaglie”” ): bene, bisogna sempre avere un secondo mestiere pronto di questi tempi!!!
Beh, fino a 3 mesi fa era molto in sovrappeso, adesso é leggermente in sovrappeso ma si muove molto meglio.
cos’ha di atipico il fisico di marcus willis?
Grazie mille a tutti! 🙂
Che bravoo !!!!!!
Grande!!
Bravo, come sempre!
é un piacere leggerti…
Complimenti!
grazie ,bel report come sempre
grande