Diario da Roehampton – Day 2
Un’intensa e, fortunatamente, soleggiata giornata di tennis, che purtroppo non è andata come speravo: dei nostri 5 portacolori in campo nella giornata di oggi solo 1 è approdato al secondo turno, ovvero Thomas Fabbiano.
A causa di un mio fraintendimento all’orario di gioco, che avevo visto proprio qui su livetennis (credevo che fosse riportata l’ora locale e non quella italiana) sono arrivato in colpevole ritardo a tutti gli incontri, con Fabbiano che era già un set pari e Caruso sotto 7-6 4-0. Sono andato a vedere Salvo, poiché ero curioso di vedere come si stesse comportando sul verde e siccome ero colpito dal fatto che nel primo set fosse riuscito a portare un erbivoro esperto come Falla al TB, avendo anche un set point a disposizione: Salvo si muove molto bene e ha un rovescio piatto adattolla superficie, però il servizio, soprattutto la seconda, è eccessivamente una rimessa in gioco, e questo sull’erba lo paghi ancora di più. Nei tre games che ho visto non ha giocato male, anzi, ed infatti è uscito dal campo abbastanza soddisfatto ed ha abbracciato il suo coach, Cannova, che comunque gli ha fatto i complimenti. Alla fine dell’incontro mi sono catapultato da Fabbiano che era in piena lotta, sotto 3-2 al 3°, e con Vanni e l’allenatore, Gorietti, ad incoraggiarlo: Thomas sul veloce è a suo agio, ha anche confermato dopo la partita di trovarsi bene su questi campi, nonostante una piccola lamentela sulla differenza di tenuta tra i campi di allenamento e quelli dove si gioca, perchè a suo avviso i rimbalzi soprattutto sui back sono diversi. Si vedeva la sua superiorità rispetto a Kavcic, impattava molto bene la palla con anticipo, sfruttava la potenza del suo avversario e costruiva delle belle trame di gioco, venendo anche a rete a prendersi il punto. A bordocampo l’angolo di Kavcic faceva molta confusione, anche sui non forzati di Fabbiano e credo che questo abbia un po’ innervosito Thomas che però è stato bravo a non scomporsi e, dopo aver avuto due palle break sul 3-3, ha strappato il servizio all’avversario sul 4-4, grazie ad una risposta profonda e centrale di dritto sulla quale Kavcic ha sbagliato, e nel game successivo ha chiuso a 30 con un servizio vincente.
Intanto sul campo1 era iniziato il match di Arnaboldi contro Soeda, mentre sul 13 c’era Giannessi contro Salisbury: ho fatto su e giù tra i due campi, siccome entrambi i match mi interessavano molto, per motivi differenti. Il canturino nel secondo set è stato molto bravo a mantenere alta la concentrazione nonostante alcune chiamate dei giudici di linea che l’avevan fatto innervosire, su un punto, con la palla che sembrava effettivamente fuori di 4-5 centimetri, ha detto anche “capirai, pure lui si era fermato”. Ha mostrato un tennis più vario rispetto a quello del giapponese che aveva dalla sua una maggiore potenza, e, mentre nel secondo set la battuta l’ha aiutato nei momenti decisivi, come sul 5-5 quando da 30-40 ha messo tre prime e vinto un importante game, nel terzo è stato abbandonato da quest’arma. Il TB del secondo è stato giocato in modo praticamente perfetto, e la chisura con uno splendido rovescio in diagonale è stata la ciliegina sulla torta, per un match che sembrava finalmente essersi incanalato sui suoi binari; break nel 3° game del set decisivo, da 40-0 del giapponese, ma subito reazione di Soeda, con controbreak immediato, mentre ero andato nell’altro campo a vedere Giannessi. Continuando a parlare del match di Arna, dal 3-3 in poi ha fatto praticamente tutto lui, con il giapponese che si limitava a mandare la palla in campo ad un discreto ritmo e il canturino che ha alzato in maniera esponenziale gli errori, come nell’ottavo gioco, quando ha concesso il break con un dritto in rete, un rovescio lungo e una voleè per lui facile sbagliata: tanti, tanti rimpianti, perchè Arna su questi campi ci sa giocare.
Passiamo al match tra Giannessi e Salisbury: sin dall’inizio si notava come l’inglese fosse nato e cresciuto su questi campi, un bel tennis, offensivo, ma ricco, almeno nel primo set, di tanti gratuiti. Alessandro sull’erba se la cavava meglio del previsto, di rovescio riusciva a tenere lungo il back e a fare anche degli ottimi passanti bimani, mentre col dritto spingeva e veniva addirittura con buona frequenza a rete. Nel primo set break in apertura, che non ho visto, di Giannessi, e poi scambio di break nell’ottavo e nel nono gioco, entrambi con un doppio fallo sulle palle break: nel decimo gioco, invece, 4 prime in campo e primo set vinto, non senza soffrire. Avanti di un break anche nel secondo parziale la partita sembrava totalmente nelle sue mani, ma sul 6-4 5-3 in favore del nativo di La Spezia, Salisbury ha iniziato a tirare fuori del cilindro una magia dopo l’altra e, complici due errori di Giannessi nel decimo gioco, l’inglese è tornato in carreggiata ed ha iniziato ad acquistare fiducia: dal 5-5 del 2° ha giocato sotto rete in maniera impressionante, al tie break ha piazzato 4 attacchi in back di rovescio a pochi centimetri dalla riga, Giannessi infatti era allibito, non sapeva che fare, e, quando ha perso il servizio anche nel 3° set, si è girato verso l’angolo dicendo “altro che sorteggio buono, altro che uno da prendere, questo è proprio uno da non prendere, vorrei vedervi voi a giocarci contro”. Non c’è stato veramente nulla da fare nel 3° set, inutile la reazione recuperando il primo dei due break sotto 5-2, Joe supportato dal pubblico di casa, oggi abbastanza numeroso, era totalmente in fiducia, gli riusciva qualunque cosa, su 15 demivoleè in mezzo ai piedi non ne ha sbagliata una: impressionante.
In attesa del match di Lucone mi sono fatto un giro tra i campi e, dopo che avevo commentato stupito insieme ad un altro ragazzo italiano incontrato sul luogo l’assenza di partite andate ad oltranza nel terzo parziale, son stato subito accontentato: ho seguito gli ultimi game, dal 7-7 al 3° in poi, di uno spettacolare Krajicek-Smith, con entrambi i giocatori che facevano un piacevole serve and volley sistematico, e la vittoria dell’americano 11-9 al terzo per il dispiacere di Hewitt, che era lì a seguire l’incontro e ad incitare l’aussie. Dopo, sul campo dove doveva iniziare Lucone, che era lì fuori col suo coach a riscaldarsi, King e Chen andavano anche loro a oltranza con Gorietti che scherzava col preparatore atletico (credo) “a furia di guardare sti due mi sto facendo i polpacci”, siccome era sulle punte dei piedi dietro il campo: alla fine a spuntarla tra i due è stato il più grintoso, King, che ha chiuso 10-8 al terzo strappando il servizio a 0 e chiudendo con uno splendido passante di rovescio, dopo aver anche avuto un match point una ventina di minuti prima. Finalmente entravano in campo Vanni e Zemlja, quindi, ma intanto che loro si riscaldavano mi son spostato di pochi metri per seguire Barton e Trungelliti, anche loro 5-5 al 3°: sul punteggio di 40-30 per Trungelliti, con l’argentino al servizio, Barton è andato a sbattere nel tentativo di recupero di uno smash contro la ringhiera, sembrava essersi fatto male ma poi niente di grave, tant’è che, vincendo i successivi 3 game, ha poi vinto il match.
L’inizio dell’incontro di Lucone è stato molto deludente, troppo remissivo, senza una prima di servizio in campo neanche per sbaglio e praticamente sempre costretto a difendersi, in pochissimi minuti il punteggio recitava 4-0 Zemlja, quindi ho deciso che, alle 15.45, era ora di prendermi una velocissima pausa pranzo, dopo aver fatto tutta una tirata, per poi godermi il secondo set, che mi auguravo sarebbe stato meglio. Dopo un breve scambio di break in apertura di secondo, infatti, Vanni ha cominciato ad impattare il rovescio con maggior convinzione, a prendere in mano le redini del gioco spostandosi sul dritto ma venendo quasi mai a rete, ed è davvero un peccato che un giocatore con quel fisico e quel servizio, neanche su erba, non provi spesso a prendere la rete. Per fortuna nel secondo set il servizio è funzionato molto meglio e, nonostante una folle non chiamata del giudice di linea a fondo su una palla palesemente out, con Vanni che, con la sua solita pacatezza e gentilezza accennava una protesta, quando qualcun’altro avrebbe piantato una lagna di 4 minuti. Nel game successivo altra palla dubbia, molto dubbia, sul 5-5 15-15, con Lucone che aveva fermato la pallina con la mano essendo convinto che la chiamata sarebbe arrivata, ma anche qui niente: per fortuna poi quel game è riuscito a rimontarlo, grazie a due bei vincenti di dritto da 15-30. Arrivati al TB Zemlja è calato in maniera esponenziale al servizio e Lucone è riuscito a manovrare bene col back di rovescio, e, nonostante fosse un po’ troppo poco propositivo, lo sloveno ha sbagliato tanto e con un netto 7-0 al TB il match è andato al terzo. Dopo tre games tenuti facilmente da entrambi, nel quarto gioco Vanni ha prima sbagliato un rovescio, poi ha subito un paio di bei rovesci lungolinea di Zemlja ed infine, sotto 30-40, ha mandato largo un dritto che non aveva neanche la pretesa di essere un colpo vincente. Nei games successivi gli scambi sono stati spesso ancora più lunghi con l’aretino troppo poco spesso a rete, anche dopo ottimi colpi lungolinea che potevano essere tranquillamente seguiti: niente da fare, Zemlja tiene in modo solido i suoi turni di servizio e vince una partita che si era complicata non poco.
Quello di Vanni era l’ultimo match di giornata in campo a livello maschile, quindi ho fatto un breve giro per i campi a vedere qualche incontro femminile ma nessuno attirava particolarmente la mia attenzione, e ho deciso dunque di tornare a casa, poichè il primo match femminile che avrei voluto veramente seguire era quello tra Krajicek e Razzano, che però sarebbe iniziato dopo oltre due ore, ed ho fatto bene a non aspettarle. Per oggi è tutto, ho omesso tanti match visti nel resoconto ma non avevo le forze di scrivere ulteriormente, tra poche ore son di nuovo sui campi per seguire tanti altri incontri: a domani!
AndryREAX (Andrea Pellegrini)
TAG: Wimbledon, Wimbledon 2016
Sono convinto che ti leggano con piacere in tanti Andry e devo dire che questi resoconti meriterebbero piu’ commenti e interazione e nel girone dei “colpevoli” mi ci metto anche io 😉
La cosa che mi piace di piu’ è che scrivi sempre meglio,oltre alla tua competenza e chiara passione.
Fantastici questi resoconti Andry, scritti davvero bene, per cui grazie grazie! 🙂
Grazie Andry 😉 Secondo te Salisbury come lo vedi ? sarà una bella partita vs Austin Krajicek, credo. La seguirai questa partita ?
Grazie in anticipo per la risposta. 🙂
Bravo. Ti si legge con facilità ed hai competenza ( cosa purtroppo non scontata da parte di chi scrive in questo benemerito sito).
Una curiosità: quanti anni hai?
grande articolo, andrea, continua cosi’ sei una risorsa importante di questo sito, sempre molto preciso e informatissimo nonche’ competente…
Leggo con piacere i tuoi resoconti, dettagliati, puntuali e per nulla autocelebrativi.
I miei complimenti
E di che! 😉
Dal 5-5 del 2º in poi Giannessi ha veramente poche colpe, Salisbury con quel back di rovescio in approccio a rete trovava sempre gli ultimi centimetri di campo e riusciva a tenerla bassa, e poi sotto rete era impressionante.
Prego! 😉
Distesa infinita di prati, gente molto accogliente, non molto pubblico, bel tennis (spesso offensivo), accesso gratuito: unica nota dolente l’assenza di sedie, infatti la gente se le porta da casa 🙂 Esperienza consigliatissima.
Grazie Andry , proprio un bel resoconto anche se negativo purtroppo.
Molto divertente l’aneddoto su Gorietti, e ribadisco che vedere le partite sui campi fa vivere dettagli che nessun video riesce a fornire.
Mi viene sempre più voglia di andarci anche io il prossimo anno. Per come vedo io il tennis, Roehampton E’ il Tennis.
Grazie! 😉
@ Insalatiera 76 (#1628108)
Sempre interessante.
Soprattutto perché seguendo solo il punteggio pensavo Giannessi avesse ceduto clamorosamente e invece dal tuo racconto si capisce che è stato soprattutto merito del suo avversario.
E anche oggi (come ieri) grazie veramente Andry