Diario da Roehampton – Day 1
Dopo una fantastica serata passata a Wembley, a vedere il concerto dei Coldplay, quando la sveglia è suonata stamattina alle 9, aprendo la finestra, si vedeva il diluvio, con le previsioni che non erano per nulla ottimiste per il proseguo della giornata, temevo che non avrei visto neanche un 15 oggi, ma ho scelto di andare per ambientarmi, non essendo mai stato né a Wimbledon e nè a Roehampton. Due ore e mezza dopo, tra colazione, metro, autobus, camminate, ingressi nel complesso sbagliato e quant’altro, ero lì, in mezzo ad arbitri, giudici di linea e tanti, tantissimi giocatori, alcuni in palestra ad allenarsi, altri a perdere tempo vista la pioggia.
Rinvii su rinvii, match spostati prima alle 14, poi alle 15, poi alle 15.30 ed infine alle 16, dove han iniziato a giocare sui primi 4 campi; sinceramente non ho ben capito questa scelta di giocar così pochi match e su così pochi campi, poiché anche gli altri campi erano assolutamente praticabili, però la gioia per essere lì ha spazzato via ogni mia perplessità sulla scelta degli organizzatori. Non avendo idea di dove fossero i campi 11 e 12, dove Roger-Vasselin e Reister davano lezioni di come giocare su erba a Struvay e Monteiro, la mia scelta è ricaduta sul match tra Gombos e Ferreira Silva, benché non mi aspettassi un livello entusiasmante (e non avrò tutti i torti). Dopo il riscaldamento durato 10 minuti, 5 con palle vecchie e 5 con le palle che si useranno nell’incontro, come si usa fare quando i giocatori non hanno avuto modo di provare i campi a causa della pioggia, i primi games per entrambi son stati di adattamento alla superficie, con il portoghese che cercava di rallentare il più possibile il gioco usando molti back e molti chop, che davano effettivamente fastidio a Gombos, il cui obiettivo era spingere da fondo, non disdegnando qualche discesa a rete. Nonostante i servizi dei due non fossero efficacissimi, poche prime in campo anche probabilmente per colpa di un vento fastidioso, dopo essersi scambiati un break ciascuno sono arrivati al tie-break, e lì Frederico ha mostrato più “garra”, continui incitamenti, pugnetti, gioco solido anche se non spettacolare e primo set in cascina. Intanto nei campi circostanti si iniziava a giocare, ho buttato un occhio su parecchi incontri, con le belle vittorie dei due asiatici, Li e Moriya, rispettivamente su Popko e Dustov, con entrambi i match che hanno avuto un punteggio più severo di quanto non meritassero i due sconfitti. Incontro rocambolesco andava intanto in scena sul campo 9, tra Ignatik e Olivo, con tre break di fila in apertura e tanta discontinuità che caratterizzava entrambi i giocatori, e tante errate chiamate dei giudici di linea che porteranno tutti e due a diverse lamentele, tant’è che alla fine del match l’argentino si rifiuterà di dare la mano all’arbitro. Continuava la lotta tra Gombos e Ferreira Silva con lo slovacco che era palesemente quello dotato di colpi migliori, ma a causa del dritto troppo falloso non riusciva a scrollarsi di dosso il portoghese, che, dopo aver recuperato un break, portava anche il secondo set al tie break. Qui Gombos, riuscendo finalmente a picchiare da fondo come piace a lui, specialmente col rovescio, e nonostante un piccolo passaggio a vuoto da 6-1 e doppio servizio a 6-3, vinceva il secondo set, e la partita sembrava totalmente nelle sue mani, dato che il suo atteggiamento, come si sentiva dai vari “Pome”, ovvero “forza, alè”.
Essendo arrivata l’ora di Gaio, sul campo accanto a quello di Gombos, il terzo set tra lo slovacco e il portoghese l’ho seguito molto poco, però devo dire che il punteggio mi ha sorpreso non poco; passiamo adesso, quindi, al match di giornata che più mi ha interessato, l’unico con un italiano in campo. Sin dal riscaldamento ho notato come Federico cercasse di stare vicino al campo, di abbreviare le sue aperture, specialmente col rovescio, cercando di giocare come si dovrebbe fare su erba, e già questo l’ho apprezzato. L’inizio è stato buono, molte variazioni, qualche discesa a rete, tanti errori da parte del francese e subito vantaggio di un break, conquistato sull’1-1, dopo aver sprecato 4 chances nel primo game. Sul 3-2 in favore del faentino, e palla del controbreak per il francese, l’arbitro correggeva, a mio avviso giustamente, il giudice di linea che aveva chiamato ouet la prima di Gaio, e assegnava dunque l’ace a Federico, con Sidorenko che andava su tutte le furie, siccome l’arbitro ha fatto un overrule essendo seduto dall’altra parte rispetto al rimbalzo della palla, ma il giudice di sedia, inamovibile, continuava a ripetergli “I saw the chalk”, ovvero “ho visto il gesso”, ma Sidorenko rimaneva comunque nervoso. Al servizio per il set, però, sul 5-4, Alexandre infilava un paio di risposte molto profonde e Gaio sbagliava un dritto non impossibile affossandolo a metà rete, concedendo così 3 chances consecutive per il controbreak al suo avversario: dopo aver annullato le prime due, sulla terza c’era ben poco da fare, smash vincente e incitamento per il francese. Tre occasioni di break le avrà anche, ma non consecutive, Gaio nel game successivo, ma qua van riconosciuti i meriti al francese di aver servito molto bene e giocato in modo propositivo in tutte e tre le occasioni.
Si arrivava dunque al tie break, con il faentino che sciorinava alcuni dei colpi più belli dell’intero set, tra cui una risposta bloccata di rovescio lungolinea molto bella e una voleè bassa di dritto molto precisa, issandosi così fino al 6-2; il primo set point veniva annullato dal francese con un bel servizio al centro, però poi Gaio commetteva due deleteri doppi falli consecutivi, facendo rientrare dei due mini break di ritardo il francese, e sbagliava un dritto nel punto successivo, cambiando campo così sul 6-6. Nonostante i tentativi di auto-incitamento dopo il cambio campo, niente da fare per Gaio che era ormai nel pallone e subiva altri due punti consecutivi, perdendo così il tie break per 8 punti a 6. Nel secondo set l’atteggiamento dell’italiano era completamente cambiato, niente più auto-incitamenti e nessuna polemica con l’arbitro o coi raccattapalle, a suo avviso (e anche a mio avviso) un po’ troppo lenti, perché come ha detto durante il primo parziale “We are in Wimbledon, not in a future on grass in Italy, we don’t have grass”, ed in effetti non aveva tutti i torti. Il maggior silenzio dava i suoi frutti e, dopo aver salvato due game che si erano complicati al servizio, sul 2-2 40-40 con una seconda rischiosa e con un bel dritto a chiudere, e sul 3-3 30-30 con una bella discesa a rete in controtempo, sul 4-3 strappava la battuta a Sidorenko, e, nel game successivo, chiudeva il secondo parziale tenendo la battuta senza patemi.
Nel terzo set l’inerzia sembrava completamente a favore di Federico, con Sidorenko nervoso e con un Gaio che sbagliava molto poco, trovando anche dei colpi brillanti, come nel primo game del terzo parziale quando annulla una palla game al francese con un passante in corsa di dritto delizioso e poi otteneva il break, su un non forzato di Alexandre. Dopo aver tenuto facilmente i due turni di battuta, sopra 3-2 Federico concedeva due palle break consecutive, che venivano però annullate con personalità, ma alla terza affossava un altro dritto a metà rete e cedeva il servizio; tutto da rifare, 3-3. Sul punteggio di tre giochi pari però il gioco di Gaio perdeva di brillantezza, di efficacia, e complice anche una voleè alta molto facile non chiusa, con lo smash successivo sbagliato, sul 3-4 0-15, Federico perdeva tutte le sue certezze e veniva ancora breakkato dall’avversario, a 30, con un bel passante di Sidorenko sul quale è stato invano il tentativo di voleè in tuffo, uscita di pochi centimetri. Con il francese al servizio per il match, sul 5-3 al terzo, il faentino non riusciva a rispondere in campo concedendo così 3 palle match consecutive a Sidorenko, il quale, dopo aver sciupato la prima mandando lungo un dritto, chiudeva alla seconda occasione liberando la sua gioia con un piccolo urlo.
L’esperienza di Gaio in queste qualificazioni, comunque, non è stata tutta da buttare, anzi: ha dimostrato di saper giocare anche su erba, di poter accorciare le aperture, di essere bravo al volo e di avere un servizio efficace, ma a condannarlo è stato il braccino, che si è manifestato sia nel primo che nel terzo set nei momenti decisivi. Per oggi è tutto, domani la pioggia dovrebbe essere più clemente e ci dovrebbero essere in campo gli altri cinque italiani, impegnati in match non banali ma non proibitivi (Caruso escluso, probabilmente).
Spero che il report vi sia piaciuto, a domani!
AndryReax (Andrea Pellegrini)
TAG: Wimbledon, Wimbledon 2016
Yes. Devi lasciare il tuo nome e il tuo indirizzo, ma nient’altro.
Andry mi confermi che a Roehampton l’ingresso per le quali è gratuito ? E vero ?
Grazie mille! Che partite entusiasmanti hai visto l’altr’anno?
Ti ringrazio davvero di cuore dei complimenti, molto apprezzati anche perchè ti reputo uno dei più competenti e misurati del sito.
Grazie!
Approvati anche i gusti musicali, ottimo
😉 😆 😀
Molto bello il report Andry, ricco di dettagli e sfumature interessanti.
Ottima scelta il concerto dei coldplay a Wembley.
Complimenti per l’articolo !
Quello che mi piace è che traspare davvero la tua passione.
Non sei uno di coloro, e sono tanti, che scrive quasi solo per lamentarsi e per sfogarsi su giovani tennisti ventenni, ma sei uno dei (pochissimi) veri appassionati, che scrive perché davvero ama il tennis.
E alcuni dettagli sono molto interessanti.
Se posso permettermi, aggiungerei solo anche qualche aneddoto “fuori dal campo”: che so, cosa succede in palestra, al ristorante del circolo, etc…
A me è Piaciuto, complimenti.
Non capisco perché lamentarsi per la lunghezza, se uno non ha tempo o voglia di leggere si guarda il livescore senza critiche a gratis a che na una cosa con passione.
Tra l’altro il bello di queste descrizioni è che permettono di respirare anche un po’ l’aria di un torneo, cosa che dalla TV percepisci meno.
Io l’anno scorso sono stato due volte a Wimbledon facendomi la prima 4 e la seconda 6 ore di queue con i miei figli e vi assicuro che è una esperienza fantastica ed unica… Quindi ben venga chi mi rinfresca dei bei ricordi!!
E’ un termine che ho imparato quando lavoravo nel casertano, scusa..
L’articolo sarebbe troppo lungo per un giornale, ma questo è un forum di appassionati e la sintesi ruberebbe dettagli interessanti
Grazie Andrea!
@ giuliano da viareggio (#1627289)
Pero’ l’espressione, “grasso che cola”, fa un po’ schifo, no ? 💡 😆
Solo ora ho letto l’articolo, complimenti, davvero dettagliato. Piacevoli anche le considerazioni di tipo generale-ambientale. Continua così, per noi è “grasso che cola”.
Esattamente, era avanti 6-2 al TB (6-8) e 3-1 sopra al terzo, perso 6-3. Grazie comunque!
Thankss
Ottimo articolo, come al solito complimenti!
Grazie Andry. Se capisco bene, Fede ha sprecato 4 SP, poteva vincere in 2 set e ha perso in 3 ! Grande occasione sfumata. Che Peccato ! 🙁
Grazie mille molto bello
Ben 4/5 giorni senza i tuoi commenti: mi eri mancato!
Grazie!
Grazie a te di averlo letto!
Thankss!
A te!
Grazie Andry
Piaciuto molto, grazie veramente!
Troppo lungo l’articolo…il dono della síntesi, please.
Veramente bellissimo articolo complimenti!
Merci
mi é piaciuto moltissimo, grande AndryReax!