Lendl-Murray capitolo secondo
Insieme avevano scritto pagine importanti del tennis dei nostri giorni, pagine che avevano raccontato i picchi più alti delle rispettive carriere: Andy Murray affidandosi nel 2012 all’ex numero 1 del mondo Ivan Lendl nelle vesti di allenatore, si era scrollato di dosso l’etichetta dorata di magnifico perdente, era riuscito a sfatare il tabù Slam, riportato la corona di Wimbledon in patria dopo un’eternità e colto un significativo oro olimpico.
Le loro strade si erano separate dopo poco più di due anni, in quel di Miami nel 2014, quando Murray aveva annunciato la separazione dal suo mentore e si era affidato temporaneamente al coach Dani Vallverdu: sarebbero venuti infortuni, crolli in classifica, la risalita accanto ad Amelié Mauresmo e nuovamente l’etichetta di magnifico perdente. Nell’ultimo anno e mezzo infatti lo scozzese si è piazzato stabilmente alle spalle del numero 1 Novak Djokovic, a volte alle spalle dello svizzero Roger Federer, fino a diventare negli ultimi Slam il più credibile avversario del serbo, che lo ha però sempre regolarmente battuto nelle occasioni che contano. Cosa fare per riuscire a invertire la rotta e giocarsi le residue chances Slam? Facile, risposta immediata: tornare insieme a chi quello scoglio te lo ha fatto superare.
Scelta giusta, azzeccata: insieme al coach ceco il tennista di Dunblane potrà ritrovare gli schemi aggressivi che lo avevano portato in cima alla vetta (Slam), avanzando il raggio d’azione e abbandonando magari quella linea di fondo in cui troppo spesso contro i più forti (vedi la finale contro Novak all’ultimo Roland Garros) si pianta, subendo il gioco altrui senza riuscire a comandare gli scambi fin dal primo colpo.
Nel tennis l’aspetto psicologico ha un peso specifico enorme, in una bilancia ideale in cui la mente equilibra il talento tennistico: è innegabile che insieme a Lendl, Murray abbia raggiunto il livello massimo di sicurezza nella sua carriera, sfruttando a pieno il suo potenziale ed è normale che per questa fase della sua vita sportiva abbia scelto di riprovare a ricreare quell’alchimia vincente. Con un Djokovic possibilmente appagato dall’aver raggiunto finalmente la vittoria a Parigi e con gli altri avversari acciaccati o in fase calante, Andy Murray sotto l’egida di Ivan Lendl potrà tornare a fare la voce grossa e portare a casa altre vittorie Major?
Alessandro Orecchio
TAG: Andy Murray, Ivan Lendl, Lendl, Murray
7 commenti
Scelta giusta ma non paragoniamo le due carriere per piacere.
Il grande Ivan ha iniziato a vincere slam a 23-24 anni (scrivo senza verificare.. a memoria..) dopo aver perso un po’ di finali poi però è stato un vincente di prima categoria basta vedere, oltre ai titoli, le settimane da nr 1. Non oso immaginare con racchette e superfici odierne cosa avrebbe combinato e di sicuro Wimbledon lo avrebbe vinto!
Murray ha 29 anni e per colmare il gap con Nole non basterebbe nemmeno trapiantargli “la testa” di Lendl!!
Molto curioso. 😈
Io grande tifoso di Ivan il terribile e mai di Bum Bum Boris il rosso e di Nole e mai di Murray debbo accettare mio malgardo le coppie Nole/Boris, Andy/Ivan. 🙄
Ma non poteva essere Nole/Ivan e Andy/Boris???.
@ TheDude (#1623773)
Infatti si sottovaluta Murray ingiustamente, basterebbe considerare che ha dovuto combattere con tre leggende e con altri giocatori di altissimo livello.
Inoltre è rimasto ai vertici per un decennio, raggiungendo ben 10 finali slam.
Comunque in un tennis così fisico, dove devi curare tutto nei minimi dettagli: Djokovic e Murray possono ancora dettare legge nei prossimi anni, perché ci si può mantenere ad alti livelli anche ben oltre i 30 anni, lo ha dimostrato Ferrer, ma anche perché è difficile per i più giovani, raggiungere questi picchi di gioco, non essendo nessuno di questi un fenomeno assoluto; si devono costruire fisicamente e devono essere molto preparati atleticamente,completarsi tecnicamente, oltre ad essere molto solidi mentalmente.
Insomma ci vuole tempo.
Sarei contento se riuscisse a tornare a vincere uno slam, per diversi motivi. Così poi magari verrebbe anche rivalutato dai tanti che lo sottovalutano o che lo considerano quasi un giocatoretto qualunque, che ha vinto “solo” due slam e che magari non avrebbe dovuto vincere neanche quelli.
Murray non è (e non è stato) così inferiore come sembra rispetto a Federer, Djokovic e Nadal, assolutamente non così tanto quanto sembrerebbe guardando solo il numero di titoli slam (che non a caso è quasi l’unica cosa che molti considerano).
Per me scelta giusta visti i risultati della precedente collaborazione. Inoltre vedo una certa similitudine nella carriera del ceco, che prima di vincere slam passava come un perfetto perdente alla Murray.Un grande spirito di rivalsa dovrebbe motivare entrambi per colmare il gap attuale con il serbo…..
Anche Murray comincia a diventare vecchio… I Major, presto, saranno un affare tra i vari Kyrgios, Thiem, Zverev, Coric, Fritz…
Ma anche no….