Internazionali d’Italia 2016: la nuova Caporetto italiana
Incredibile fare un bilancio in casa azzurra a pochi giorni dall’inizio dell’edizione 2016 degli Internazionali d’Italia, eppure al secondo turno i nostri rappresentanti sono già tutti fuori dai giochi. Impietosa edizione, un ricambio generazionale che non arriva, crisi di risultati e di gioco che in alcuni casi sembra assumere i contorni di un viaggio senza ritorno: eppure c’è stata qualche piccola nota positiva. Ricordo che valuterò i singoli match, con i voti che saranno lo specchio di quanto fatto vedere in campo. Cominciamo dai maschietti.
Fabio Fognini: voto 3. Non si può giocare a mezzo servizio regalando un set all’avversario solo perché in Federazione non hanno accolto le tue richieste, ammesso che questo sia il motivo principale della sua disastrosa partita. Perdere all’esordio contro Garcia Lopez dopo le splendide performances di Barcelona e Madrid era francamente impronosticabile eppure a Roma Fognini è sembrato tornare il giocatore fumantino e perennemente arrabbiato dei tempi peggiori, con una forma fisica che è apparsa addirittura appesantita. Se riflettiamo sul fatto che stiamo parlando del nostro numero 1…il cielo sopra casa Italia è decisamente buio.
Andreas Seppi: voto 6. L’altoatesino il suo l’ha fatto, regolando all’esordio il canadese Pospisil, per poi cedere però in maniera troppo netta al francese dal braccio d’oro Richard Gasquet. Seppi sembra essere lontano anni luce dalla sua miglior versione, speriamo che il continuo della stagione sul rosso e sulla sua amata erba ce lo restituisca in modalità DELUXE, altrimenti i passi indietro in classifica diventeranno davvero preoccupanti.
Marco Cecchinato (wc): voto 5,5. Perdere in 3 set lottando contro un top10 come Milos Raonic non è di certo un pessimo risultato, ma ci fosse una volta che uno dei nostri questo tipo di battaglie lo porti a casa concretizzando la chance dell’impresa! Il Ceck sembra comunque in crescita, dopo i primi match vinti a Bucarest nel circuito dei grandi sembra essersi sbloccato: il Roland Garros e il prosieguo dell’anno rosso ci dirà il suo reale valore, sperando non si torni solo a gareggiare a livello challenger.
Paolo Lorenzi (wc): voto 4. Dov’è finito il funambolo toscano che non mollava mai un punto nella campagna sul rosso sudamericano che lo aveva portato al best ranking? 6/3 – 6/1 contro un Bautista Agut abile “solo” a rimandarla dall’altro lato della rete è decisamente una disfatta sportiva. Preoccupante come per l’ennesima volta vicino ai grandi appuntamenti Paolino si sciolga e vada completamente in bambola: cagnaccio challenger e paura da circuito maggiore possono quindi convivere?
Filippo Volandri: voto 7. Chapeau! Il campion bistrattato dai tifosi, il giocatore tacciato di troppi ritiri, un giocatore per molti solo da terra battuta, dimenticando il suo best ranking in singolare (25 ATP) e i suoi ottimi risultati raggiunti in carriera. Da veterano supera le qualificazioni con un osso duro come Stepanek e va vicinissimo all’exploit contro David Ferrer: 3 set e un crollo netto solo quando la benzina è finita. Laddove il suo rovescio incantò contro Federer, Filo è ancora una delle note più liete del tennis italiano.
Salvatore Caruso (wc): voto 4,5. Lo scotto dell’esordio è stato grande e il suo caro prezzo pagato per intero. C’è da dire che Salvo incontrava uno dei giocatori più in forma del momento, l’australiano Kyrgios oramai passato dal ruolo di baby fenomeno a quello di solida realtà. L’impresa della vita era impossibile da realizzarsi, troppo netta la differenza, ben più grande delle 200 posizioni circa che ci presenta al momento il ranking.
Lorenzo Sonego (wc): voto 7,5. Il sorriso più bello di questi Internazionali, soprattutto perché rivolto al futuro: il giovane Sonego stupisce ancora una volta e continua il suo percorso di crescita in questo 2016. Contro il portoghese Sousa, giocatore già fatto, Sonego va vicino al grande risultato impegnando il ben più quotato avversario in una vera e propria maratona. Proprio mentre Donati arranca, Mager e Napolitano non spiccano il volo e Quinzi fa perdere le sue tracce, Sonego rappresenta tutto ciò a cui aggrapparci da tifosi.
Passando alle donne la situazione se possibile si fa più triste e i risultati ancora più negativi: nessuna partita vinta e un crollo al femminile che fa tanta paura.
Roberta Vinci: voto 4. La pressione di giocare al Foro è stata ancora una volta troppo grande ma contro la Konta al secondo turno (dopo un bye) doveva essere un’altra storia, in una partita in cui la tarantina è apparsa svuotata, stanca, poco aggressiva e demoralizzata. Così invece di celebrare il best ranking di numero 7 al mondo si torna a parlare di ritiro, il modo peggiore per gioire dei traguardi raggiunti.
Sara Errani: voto 3,5. Mezzo punto in meno della sua ex compagna di doppio perché sulla terra lei dovrebbe ritrovare il suo tennis migliore e invece continua il suo personale incubo 2016. Dove è finita la battagliera Sarita? Dove è finita quella incredibile giocatrice che sul rosso si accendeva come il più irrefrenabile dei tori? Di certo non la possiamo rintracciare nel 6/0 subito dalla Watson nel terzo set del suo primo turno: Sara, stacca la spina se lo ritieni necessario, fai tutto ciò che è giusto per ritrovarti, perché continuando così non si va da nessuna parte.
Claudia Giovine (wc): voto 6. Quasi 26 anni e un esordio a grandi livelli da brividi. Non si può certo definire una speranza del tennis italiano ma a Roma Claudia non avverte troppo la pressione e va vicino a battere la statunitense McHale: sarebbe stata una grande vittoria, solo sfiorata e accarezzata. L’augurio è rivederla altre volte in simili contesti, ma prima di tutto si deve migliorare la classifica.
Francesca Schiavone (wc): voto 5. Contro la Safarova non è stata la partita più bella di Francesca sulla terra battuta ma cosa pretendere di più da una giocatrice che ha dato tutto a questo sport, che ci ha regalato imprese incredibili e che gode ancora della sua splendida passione? La Safarova è una giocatrice di altro livello, la Schiavo è più vicina all’appendere la racchetta al chiodo: quale risultato poteva mai generarsi?
Karin Knapp (wc): voto 4.5. Madrid ci aveva illuso, con una vittoria contro la Gasparyan che sembrava ridarci una KK sulla via del recupero fisico. Roma e la Strycova con un duplice 6/2 ci dicono invece che la strada è ancora lunga: la sfortuna si è accanita contro la giocatrice italiana ma lei deve essere brava a fare quello che le riesce meglio, ovvero non mollare la presa e ritornare per l’ennesima volta.
Alessandro Orecchio
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Fognini 5, Seppi 6, Lorenzi 5, Volandri 7, Caruso 6, Sonego 7,5, Cecchinato 6,5, questo per il maschile, premiando di alcuni l’essere rimasti fino alla fine in partita contro avversari sulla carta decisamente superiori.
Speriamo di ottenere qualcosa dalla Davis , Argentina alla nostra portata ed eventualmente un Djioko stanco dalla trasferta nord americana rendono la finale non un miraggio a distanza di 18 anni, e di raccattare qualche buon risultato qua e là, magari alle Olimpiadi. Fino a ora il bilancio è davvero modestissimo, anche se condizionato da una sequela di infortuni incredibile.
Nishikori, come tipo di gioco, con Fognini non c’entra proprio nulla. Ridurlo ad un Fognini intelligente è da miopi. Nishikori gioca bene soprattutto sul cemento e ha colpi dall’ottimo anticipo. Altro che Fognini!
Vabbè, il mio è un discorso semiserio, però mi limiterei, escluderei curling, bocce ed altro, parliamo di quelli di massa, donnarumma se po’ ffà, anche se è un po’ presto, Andonio Conde sta messo peggio di Barazzutti… Comunque ormai lo sport è da popolazioni che vivono ancora all’aria aperta, i polli da allevamento che “fanno calcio” e poi si stravaccano sul divano rendono poco.