Il caso Giorgi: chi vince?
In questi giorni sul caso Giorgi e sulla spaccatura con la Federazione italiana tennis per l’intenzione di non rispondere alla convocazione contro la Spagna da parte della giocatrice ne abbiamo sentite veramente di tutti i colori e ogni giorno saltano fuori nuovi particolari e scenari che rendono il tutto sempre più complesso, o sarebbe meglio dire più complicato.
La giocatrice mal consigliata dal suo entourage e in particolare dal padre, le tensioni dell’eccentrico genitore un po’ con tutti, dal capitano Barazzutti fino alla veterana Francesca Schiavone, il prestito d’onore che poi d’onore non è, il desiderio della giocatrice di concentrarsi sul circuito lasciando da parte l’impegno con la nazionale, cifre importanti in ballo, una stagione già iniziata male che rischia di diventare difficilissima e perfino lo spettro di un’assenza olimpica se la spaccatura dovesse diventare totale. E a tale spaccatura probabilmente si arriverà.
Nota è l’intenzione di Camila di giocare le qualificazioni al torneo di Stoccarda, rinunciando all’impegno contro la nazionale iberica di Garbine Muguruza e Carla Suarez Navarro: se però contro la Francia a Roberta Vinci era stato concesso questo discutibile permesso e la tarantina non aveva preso parte alla disfatta francese, nel caso della Giorgi la Federazione sembra aver puntato i piedi cercando lo scontro a tutti i costi.
Sinceramente non capisco l’operato della Federtennis: esistono altri modi per punire a mio avviso decisioni di tal fatta, se proprio queste vanno punite non riscontrando a dire il vero alcuna problematica se un giocatore o una giocatrice per una volta decide di concentrarsi sui propri obiettivi personali. La Federazione mi sembra in alcuni frangenti agire in modo impulsivo, a tratti infantile, non rappresentando di certo quella guida che un’istituzione del genere deve incarnare al meglio. E poi se non si può, non si dovrebbe potere mai: perché esiste la regola dell’eccezione che questa volta non può essere applicata?
Più volte la Federtennis è arrivata a scontri brutti e complessi da gestire: Simone Bolelli nel recente passato arrivò a una situazione simile e sanare una frattura del genere non fu di certo semplice. Premesso che una rottura così non farebbe del bene a nessuna delle parti in causa, io mi chiedo ma in Federazione hanno gli occhi bendati che cercano la spaccatura con l’attuale unica punta di diamante, relativamente giovane e con un potenziale ancora inespresso come Camila, che di certo andrebbe aiutata a colmare le sue lacune piuttosto che pungolata e messa alle corde? Se la Giorgi ha realmente comunicato già da due settimane la sua intenzione ai vertice federali, non sembra anche a voi che qualcuno, seduto su qualche importante e vellutata poltrona, abbia deciso di farne un’infruttuosa questione di principio? Misteri del tennis italiano.
Alessandro Orecchio
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La cosa più ridicola di questa storia è che le servono i punti delle qualificazioni di Stoccarda per avanzare nel ranking. Ma come una con il suo talento (come più di qualcuno lo asserisce), beh lo dimostri. ha quattro tornei (pardon cinque) su terra dove deve difendere pochi punti.
Non che potrà fare quello che vuole ma sarà una richiesta più genuina e comprensibile se fatta a 32 anni, a fine carriera, dopo una carriera intera.
Farla ora significa solo voler troncare con la Fed Cup ed infatti così è. E dal loro punto di vista è anche un bene, visto come la pensano.
Schiavone o Pennetta e le altre a 24 pensavano solo a giocarla la Fed Cup, con un certo spirito e senza mal di pancia.
Se queste si fossero rifiutate all’inizio dell’avventura, le avremmo stigmatizzate e ne avremmo parlato diversamente e male.
Ma così non è stato, evidentemente.
Lo penso anche io, nutro dei dubbi sul doppio insieme però…
E vogliamo parlare di quella capricciosa della Pennetta, che dopo il ritiro pensa al matrimonio e non difende i colori italiani?
La sconfitta a Marsiglia é ESSENZIALMENTE colpa sua.
Che con la presenza della Vinci a Marsiglia con buone probabilità avremmo anche potuto vincere è ragionevole pensarlo.
Però l’assenza di Roberta non è una sua colpa, per quello che sappiamo non si è rifiutata, ma ha chiesto, autorevolmente, di essere esentata.
Se accordare il permesso sia stato un errore da parte FIT o meno non si può dire, forse anche alla FIT una Vinci in Top 10, anzi una italiana in Top 10 faceva più gola, dava più “lustro” che una Italia sopravvissuta in Fed Cup, ed hanno deciso così.
Così come oggi, messo in cassaforte il prestigioso traguardo, le logiche possono cambiare.
Questa è bella! Non è che perchè la Giorgi non gioca il doppio allora questo non esiste, suvvia. Se si vogliono fare delle statistiche vanno fatte bene. Il doppio vale un punto come un singolare. Tra l’altro spesso è stato anche decisivo.
Era inevitabile, da una guerra, condivisibile, contro la FIT si è trasformata per alcuni in una guerra contro la Vinci.
Non ho detto “costretto” riferito a Roberta, ho detto che è la FIT che è stata “costretta” quantomeno a fare una proposta che forse erano esitanti a fare.
Non avevano nessuna arma per “costringere” Roberta, al massimo l’hanno blandita e pregata, se ha accettato lo ha fatto sicuramente di sua volontà e contenta di farlo.