Caccia grossa al mini Slam
È ormai evidente e sotto gli occhi di tutti: è partita la corsa al mini Slam, con il 2019 come data limite in una “gara” che vede competere i migliori fra gli attuali Masters1000 per accaparrarsi il prestigioso riconoscimento, per vedere il proprio status e il proprio richiamo internazionale crescere in maniera esponenziale.
Va ricordato che a oggi i tornei cosiddetti Masters1000 sono secondi per importanza e parterre di partecipanti solo a quelli del Grande Slam e che negli anni hanno saputo creare un forte legame con il pubblico, con spettatori in crescendo e ambizioni che sono andate quindi di pari passo. È evidente che la possibilità di salire di livello e categoria faccia gola a tanti e in questo il combined di Indian Wells sembra avere una marcia in più rispetto agli avversari.
Tolto però il torneo americano, i competitors del torneo su terra battuta del Foro Italico, gli Internazionali d’Italia, non sembrano avere credenziali maggiori o poter contare su numeri migliori rispetto a quelli tricolori.
In questa rincorsa al mini Slam Roma può infatti presentare numeri eccezionali, popolarità, eventi correlati e la fama dei più recenti vincitori (è da Felix Mantilla che non assistiamo a un vincitore a sorpresa), con il pubblico che ha generato un segno positivo e costante nelle ultime edizioni: tolte diatribe tutte nazionali e che di certo non favoriscono la candidatura italiana, Roma possiede a mio avviso tutte le carte in regola per ambire a tale riconoscimento, un upgrade che rappresenterebbe un vero e proprio fiore all’occhiello per lo sport italiano.
Madrid, Shanghai, Pechino, le sedi che più di altre fanno sogni in grande e in ottica mini Slam, non sembrano poter avanzare argomenti e tesi tanto convincenti come quelli italiani.
Alessandro Orecchio
TAG: Mini Slam
Sono d’accordissimo. In un post 3 o 4 anni fa (chissà quanto si discuterà ancora di questi “progetti”) dicevo che passando sul lungotevere accanto all’area delle piscine al Foro Italico (alla faccia delle chiacchiere sull’area di valore storico-architettonico) si vede una desolazione ed un semiabbandono sconsolante. In America ci avrebbero fatto sopra un centralone con tetto retrattile e magari ….trasformabile in sottostante piscina. Se penso che gli antichi romani duemila anni fa erano in grado di allagare l’arena del Colosseo per farci le battaglie navali…
Mi sono perso qualcosa:
Ma i mini slam non sono quelli su 10 giorni tipo indian Wells e key biscaigne attuali?
@ Andrea (#1557183)
Non esiste al mondo una location spettacolare come Roma che permetterebbe di giocare in opere di Del Debbio, Nervi, Piano. Continuo a pensare che i vantaggi che comporterebbe aumentare l’area degli internazionali varrebbero un chilometro di strada… Altrimenti preparatevi all’ennesimo esempio di cementificazione selvaggia in stile tor vergata…
Non esistono tornei al mondo in cui il campo centrale è a un chilometro di distanza dal resto del complesso. Il palazzetto di viale Tiziano è bellissimo ma per un torneo sulla terra Outdoor è del tutto inutile. Che fai ci metti la terra dentro per usarlo come campo coperto nel caso piovesse? Sarebbe antieconomico. e poi chi entrerebbe? Il centrale ha una capienza più che doppia (il palazzetto ospita meno di 5000 spettatori) che fai estrai a sorte i biglietti di chi entra?
per me è una grandissima stupidata cosa vuol dire mini slam, gli slam sono slam, questi farebbero bene a rimanere master 1000
Il Flaminio dista 1 km dal foro italico (via Reni, pedonalizzabile). L’area consentirebbe anche l’uso del palazzetto di piazzale Tiziano più la cavea dell’Auditorium. L’Auditorium stesso potrebbe essere utilizzato per eventi in quella settimana. L’area dell’intero evento sarebbe enormemente ampliata permettendo più eventi promozionali collegati al torneo.
Concentrare altri impianti nel foro italico è folle. Si concentrerebbero troppe persone in uno spazio ridotto.
Ma che assurdità. Il Flaminio è troppo lontano dal resto del complesso. L’unico modo per ingrandire l’impianto è quello descritto da Giorgio il mitico. Costruire un grande centrale nella zona delle piscine. Ma non credo che la Federnuoto sarebbe d’accordo.
Non servirebbe nessun nuovo ponte. C’è già’ quello delle arti ampio e pedonale. Basterebbe un sovrappasso per scavalcare lungotevere Flaminio. Lo stadio Flaminio, in disuso da anni, permetterebbe di fare un centrale colossale…
Intatti!! se leggi le prime righe dico appunto questo, parlo di un quinto/sesto slam.
Aggiungo però nella parte finale che, in “un tempo meno prossimo”, ci sarà anche una possibilità, come dici tu “sostitutiva”, nessuno lo sa con certezza ma non mi sento ne di escluderlo ne soprattutto di considerarlo una sorta di lesa maestà. Con quel purtroppo lungo e me ne scuso, intervento, volevo soprattutto metter in chiaro che la definizione di quegli slam è stata sostanzialmente casuale nel 1938 frutto di un articolo di un prestigioso giornalista del tempo e non vi sarebbe nulla di scandaloso nell aggiungerne altri e neppure in un secondo tempo nell eventuale sostituzione di alcuni di essi.
@ Giorgio il mitico (#1557031)
Abbiamo in un post ipotizzato di collegare il foro con il Flaminio in un progetto architettonico mastodontico sopra il Tevere. Il tuo in confronto è economico! 😎
Aggiungo : sotto ed all’interno delle nuove tribune di un nuovo centrale può essere aggiunta una nuova palestra, nuovi spogliatoi e strutture varie di servizio.
Carissimo Orecchio,
per BATTERE Indian Wells purtroppo non basta il fascino, la storia, la fama e chi più ne ha più ne metta di una metropoli come Roma.
Occorre che il nostro beneamato governo compia un atto di CORAGGIO (finora virtù piuttosto rara nei nostri politici), l’atto di coraggio è il seguente :
-Bisognerebbe smantellare la piscina olimpionica e la piscina
dei tuffi (scoperte) e costruirci il nuovo campo centrale di tennis
da almeno 13-14.000 posti ovviamente con tetto scorrevole come a
Wimbledon. Esteticamente si potrebbe considerare il vecchio progetto
dello stadio a conchiglia , mi pare fatto all’epoca della giunta
Veltroni. Però bisogna indicare anche un’area consona e comoda per
un nuovo stadio del nuoto anch’esso con copertura scorrevole.
Visto che Roma ha ambizioni olimpiche forse una proposta del genere potrebbe passare, certo è un operazione da 300 milioni di euro complessivi. Il ritorno per la città di Roma e dello sport in generale sarebbe immenso.
@ jolly (#1556935)
Ci sarebbe anche la strada di aumentare i tornei dello slam da 4 a 6 ad esempio! Non vedo perchè vi debba essere una impostazione puramente sostitutiva! Se poi è più difficile fare il grande slam pazienza!
@ lleyton hewitt (#1556773)
Da un punto di vista “romantico” possiamo esser tutti d’accordo con te, ma sappiamo altrettanto bene che il dio denaro determina tutto e dal momento che da tempo ci si è resi conto che il brand “Grande slam” rende parecchio a tendere ci sarà senza dubbio almeno un quinto slam, se non un quinto ed un sesto slam!
D’altra perte ricordiamoci che non l’ha ordinato il medico che gli slam siano solo quei quattro e soprattutto proprio quei quattro. Ricordiamo a chi non lo sapesse che la terminologia slam assegnata a quei quattro tornei è stata assolutamente casuale, come spiegato benissimo dal mitico rino tommasi, è accaduto che alla viglia della finale degli us open del 1938 un giornalista commentando il fatto che Donald Budge potesse aggiudicarsi l’ennesimo torneo dell anno abbia scritto qualcosa come “Beh, se budbe dovesse vincero oggi a new york dopo aver gia vinto altri tre grandi tornei come melbourne parigi e wimbledon farebbe un impresa paragonabile al grande slam del gioco del bridge”. va da se che se don budge, per fare un esempio avesse quell’anno vinto roma anziche parigi, roma sarebbe uno slam da sempre e parigi un master mille!!!!
E’ chiaro che l’aver avuto l’etichetta slam ha comportato successivamente il crearsi di obiettive differenze a vantaggio di quei quattro tornei, ma all’epoca, e va detto anche per diversi decenni successivi, diciamo fino all’avvento dell era open e soprattutto delle tv e degli sponsor degli ultimi 40 anni quei quattro tornei erano come gli altri tornei storici, tra cui roma.
Il fatto che gli slam siano quattro e proprio quei quattro, sostanzialmente come abbiamo visto sopra, per un caso fortuito, fa ritenere che tutto sommato non ci sarebbe nulla di scandaloso se per le mutate condizioni diciamo così geo politiche, ci fossero delle aggiunte e/o delle sostituzioni.
Gli unici due che sono al di sopra di ogni possibile rivisitazione sono gli Us Open e Wimbledon, tutti gli altri sono come dire sotto esame e in un prossimofuturo a mio parere il numero aumenterà e se il trend resterà questo, in un futuro meno prossimo un torneo come IW non solo affiancherà ma supererà qualche slam balbettante attuale, per es. il RG. Quanto agli australian open sono spesso stati in bilico, ora va meglio per loro, ma la concorrenza della cina potrebbero sentirla non a caso si sono da qualche anno furbescamente autodefiniti lo slam “asia pacifico”
Dove è stabilito l’obbligo di avere campi centrali fissi? Puoi lineare dei documenti ufficiali della Atp? O si tratta di voci di corridoio?
@ andrea (#1556822)
Parlavamo di Campi Centrali “fissi” non quelli mobili. Un abbraccio.
Ma uno Slam su terra deve esserci! In asia farebbero su cemento
io preferirei avere 2 mille magari uno a roma e uno a milano 😉
in america hanno gia uno slam meglio in asia piu equo per i giocatori
Ragazzi, io ho informazioni diverse.
I primi 3 campi di Madrid hanno la seguente capienza:
Centrale: 12.500 spettatori;
Pista 1: 3.500 spettatori;
Pista 2: 2.500 spettatori.
I primi 3 campi di Roma hanno la seguente capienza:
Centrale: 10.500 spettatori;
Grand Stand Arena: 5.000 spettatori;
Pietrangeli: 3.720 spettatori.
Ecco le fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Caja_M%C3%A1gica
http://www.internazionalibnlditalia.com/informazioni-generali/
Riassumendo, il centrale di Roma è più piccolo, ma i due campi minori sono molto più grandi.
Infine, anche il nostro ground (6.000 posti) è più capiente.
Roma semmai è indietro rispetto a Madrid come superficie complessiva e soprattutto come confort garantito ai giocatori (spogliatoi più piccoli, palestra più angusta e meno spazi riservati).
Ma è un fatto che nonostante questo tutti i giocatori preferiscono venire a Roma piuttosto che a Madrid e che nessuno vuole giocare 10 giorni in altitudine, perché a Madrid le condizioni di gioco sono totalmente diverse.
La prova generale del Roland Garros la vogliono disputare al livello del mare.
Andate a vedere i tabelloni dei 2 tornei degli ultimi anni e scoprirete che Roma ha avuto sempre cut off migliori (più bassi) e soprattutto, a partire dai quarti di finale, partite di livello più elevato, con giocatori di classifica migliore.
Un saluto. 🙂
@ andrea (#1556785)
Ciao carissimo!
Non siamo Alessandro ma ti diciamo che in Asia già è stato praticamente assegnato l’evento che si disputerà ad Ottobre come anche ad Indian Wells sembra molto avanti rispetto a Miami.
Tra Roma e Madrid è purtroppo molto avanti il torneo spagnolo per “colpa” delle infrastrutture che al Foro Italico sono carenti totalmente (si dovranno avere almeno tre Campi Centrali con una capienza minima piuttosto alta (il Pietrangeli non sarebbe considerato Centrale).
Appunto per quello, IW… “è di un altro pianeta”… rispetto a tutti gli altri master 1000, il titolo di “minislam” è suo e non può essere altrimenti. Io penso che sia giusto riconoscere una separazione tra i master 1000 e IW, proprio per questa differenza colossale
Orecchio, Orecchio, ti chiami Orecchio ma non ascolti…
Roma non è in competizione con Indian Wells, ma con Madrid…
I mini slam saranno almeno 2: uno fra IW, Miami e Shangai, sul cemento, e uno sulla terra, da scegliere fra Roma e Madrid.
E io credo che Roma, nonostante le limitazioni strutturali dell’impianto, sia parecchio avanti a Madrid, dove fino al venerdì le tribune sono tragicamente vuote.
E considerate anche che nel 2019 non ci saranno più né Nadal, né Ferrer ad attirare il pubblico di casa.
A Roma invece la gente va comunque, perché il torneo è diventato una attrazione in se, basata sulla sua forza scenografica.
E i giocatori lo hanno capito: spinti dal grandissimo coinvolgimento del pubblico, al Foro danno l’anima, mentre a Madrid a volte sembra che non vedano l’ora di perdere e di andarsene.
E infine: Madrid è a quasi 700 metri di altitudine. Le condizioni di gioco sono molto diverse da quelle che i giocatori troveranno poi a Parigi. E questo sicuramente è un ulteriore, enorme svantaggio.
Questa cosa dei mini slam è una cavolata secondo me devono rimanere i soliti 4 slam più i master 1000 se dovessimo poi guardar il confronto tra indian Wells e Roma il primo è di un altro pianeta
Az…ho dimenticato az!! 😳
Manderò anch’io una mail all’Accademia della Crusca!!
zoppano è un po’ petaloso come termine!!!!……cmq quoto il post e il termine! 😆
Oops si parla di 2019 come non detto
Ma ci sono novità in tal senso? È un pezzo che sento parlare della promozione a minislam di alcuni tornei, ma quantomeno si ha una idea di quando partiranno? O stiamo ancora a carissimo amico e in pratica è tutto un pour parler?
IW è di un’altra categoria.
Vedere Miami, coi quasi ridicoli campi 7 e 8, accresce ancor più l’appeal del torneo californiano.
Roma ha senz’altro il blasone necessario, ma le carenze strutturali ne zoppano a monte la corsa.
Piace per l’indiscusso fascino di Roma, ma Con Indian Wells non c’e partita.
A IW ci sono i dollari!!! 😆 ed anche gli spettatori ormai
Anzi aggiungiamoci pure che se va avanti così anche per il Roland Garros presto l’etichetta slam verrà messa in discussione (magari a favore di qualche evento asiatico)