Da Bergamo Challenger, Copertina

Resoconto da Bergamo: Il bielorusso che non si arrende

07/02/2016 20:04 4 commenti
Dzmitry Zhyrmont (foto di Antonio Milesi)
Dzmitry Zhyrmont (foto di Antonio Milesi)

Tra le varie storie “sommerse” emerge quella di Dzmitry Zhyrmont, nome impronunciabile e un ranking che non migliora da cinque anni. Ma lui ci crede ancora: “Quest’inverno ho lavorato come si deve a Minsk, spero di fare il salto di qualità”. KO tutti gli italiani, inizia il main draw: subito in campo Mager e Gaio.

Il circuito minore è pieno di giocatori che non mollano. Anno dopo anno, torneo dopo torneo, vivono in attesa della settimana della svolta. Qualcuno ce la fa, tanti sono destinati a rimanere nel limbo e costretti a reinventarsi una carriera dopo il ritiro. Chi ci spera ancora è Dzmitry Zhyrmont, 26enne bielorusso che da cinque anni veleggia la 200esima e la 300esima posizione del ranking ATP. E’ sempre lì, alterna Futures e Challenger, ma non riesce a effettuare il salto di qualità. Ci riprova al Trofeo Perrel-FAIP di Bergamo (42.500€, Play-It), dove è giunto all’ultimo turno delle qualificazioni battendo Roberto Marcora. Zhyrmont avrebbe potuto chiuderla in due set, ma ha sciupato un buon numero di palle break e un vantaggio di 4-1 nel tie-break del secondo set. Perso quello, gli è bastato un break per portare a casa il 6-4 6-7 6-3 che lo proietta a un passo dal main draw. Per centrare l’obiettivo dovrà battere il ceco Jan Satral, che con un doppio 6-2 ha smorzato i sogni di Lorenzo Sonego. “Il campo di Bergamo è piuttosto veloce, ma per me è normale – dice Zhyrmont – sono cresciuto in Bielorussia giocando su campi di questo tipo. Adesso da noi sono molto più lenti, ma mi trovo ancora bene. Sono quelli su cui ho iniziato”. Zhyrmont gioca davvero bene: non concede nulla al servizio, il rovescio è molto preciso e anche il dritto sembra incisivo. Volendo fare un paragone, ricorda vagamente Bernard Tomic. Che fare per ottenere il tanto atteso salto di qualità? “In inverno ho lavorato come non mai, in un’accademia di Minsk insieme al mio coach Vladimir Voltchkov. Lo ricordate? E’ stato semifinalista a Wimbledon. Abbiamo lavorato molto sul dritto e il mio tennis è diventato sempre più aggressivo, adesso riesco a chiudere lo scambio in 2-3 colpi”.

BIELORUSSIA A DUE FACCE
Zhyrmont si è presentato a Bergamo da solo, con tutto quel che consegue: deve organizzarsi da solo, dagli spostamenti alle sedute di massaggio, passando per la prenotazione dei campi di allenamento. Però nutre grande fiducia nel lavoro svolto in Bielorussia dal suo staff. “Abbiamo lavorato parecchio anche sulla parte atletica e adesso ho una grande condizione, la migliore di sempre. Posso giocare più ore senza stancarmi, sono più potente e gioco con agio anche per tre set”. A Bergamo ci sarà anche un connazionale, Egor Gerasimov, con cui condivide coach Voltchkov. “Mi alleno e viaggio spesso insieme a lui, però nel 2015 Egor ha fatto un grande salto di qualità vincendo il challenger di Bratislava. Adesso il suo ranking gli consentirà di giocare tante qualificazioni ATP. Spero di migliorare anch’io e raggiungerlo il prima possibile”. Più in generale, la Bielorussia sta vivendo un momento a due facce. In campo femminile le cose vanno alla grande: non c’è soltanto Vika Azarenka, ma anche due buone giocatrici come Olga Govortsova e Aliaksandra Sasnovich. “Ma non vi dimenticate Vera Lapko, una ragazzina che ha vinto l’Australian Open junior”. In campo maschile, tuttavia, non va così bene. “Soprattutto in singolare, a dire il vero – dice Zhyrmont – a parte me e Gerasimov non c’è molto, anche se c’è un giovane interessate, si chiama Ilya Ivashka. So che è venuto spesso a giocare in Italia Uladzimir Ignatik, ma lui si è trasferito a Bratislava e non lo conosco così bene. Curiosamente, siamo molto forti in doppio. Oltre a Max Mirnyi, tra i top-100 abbiamo Aliaksandr Bury e Sergey Betov, tutti stabilmente tra i top-100. Insomma, i giocatori non mancano”. Magari il buon Zdmitry non potrà permettersi una vita da nababbo, ma vedendolo giocare è possibile che una chance arrivi anche per lui.

AZZURRI KO, INIZIA IL MAIN DRAW
La seconda giornata delle qualificazioni è stata decisamente negativa per gli azzurri. Detto delle sconfitte di Marcora e Sonego, il rimpianto maggiore riguarda Salvatore Caruso, sconfitto dall’austriaco Maximilian Neuchrist con un eloquente 4-6 6-4 6-1. Un break al primo game gli era sufficiente per vincere il primo set, poi si è disunito quando ha servito sul 4-5 nel secondo. La partita è andata a male nel primo game del terzo, quando “Salvo” ha avuto ben quattro palle break, di cui una grida vendetta. Dopo uno scambio giocato benissimo gli bastava picchiare con il dritto, invece ha scelto una difficile palla corta, morta in mezzo alla rete. Nel game successivo Neuchrist prendeva il sopravvento e Caruso non aveva più energie, né fisiche né psicologiche, per portare a casa il match. Tra l’altro, ha anche avvertito un piccolo fastidio alla schiena. Matteo Trevisan ha sciupato un break di vantaggio nel primo set contro il francese Gregoire Barrere prima di perdere 7-6 6-4, mentre Flavio Cipolla ha giocato un match più che dignitoso contro il quotato Nils Langer, ma gli è stato fatale l’eterno tie-break del primo set, perso 12-10 dopo aver avuto un paio di setpoint. Il problema del romano risiede in una palla troppo leggera rispetto agli avversari, ma la prestazione è stata discreta e non è detto che “Cipo” non possa risalire dopo essere uscito dai top-300 ATP. Lunedì si parte con il tabellone principale: dopo la mattina interamente dedicata all’ultimo turno delle qualificazioni (da cui emergerà anche un lucky loser, poiché Aleksandr Nedovyesov ha dato forfait per un problema alla spalla, rinunciando così a difendere i 55 punti conquistati lo scorso anno), il clou è al PalaNorda con l’esordio delle due wild card azzurre. Compito difficile per entrambi: Gianluca Mager sfida Igor Sijsling, mentre Federico Gaio proverà a centrare l’impresa contro Pierre Hugues Herbert, reduce da uno strepitoso torneo a Melbourne. Il programma si chiuderà, non prima delle 20, con l’esordio della prima testa di serie Yuki Bhambri, opposto al tedesco Peter Gojowczyk.


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4 commenti

Radames 08-02-2016 08:26

l’impronuciabilità deriva dall’adozione acritica della traslitterazione anglosassone del cirillico. Questo ZH iniziale non è altro che la “j” francese, che in italiano purtroppo non c’è (anche se basta far dire ad un toscano “coppa gelato” per avere questo suono anche in Italia).
Per quanto riguarda il nome, non è altro che la versione bielorussa del nome russo Dmitry (spesso pronunciato dagli italiani “Dimitri”), con palatalizzazione della D iniziale, per avere il suono “Z” di Zanzara. Quindi diventa nella pronuncia Zmitry (con la Z sonora). Tutto semplice.

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soio 07-02-2016 22:34

Ricordi voltchkov? Ha fatto semifinali a Wimbledon no lo ricordo perché nel 2006 prima di un incontro dei quarti di finale di davis contro Hewitt ha detto che Hewitt non ha le armi per farmi male e dopo rusty vinse 6-2 6-1 6-2 in 91 minuti sto presuntuoso

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Panuccio (Guest) 07-02-2016 20:31

Prevedo una finale tutta francese

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Timeo 07-02-2016 20:13

Stesso discorso andrebbe fatto per tanti nostri “fenomeni” che si magari migliorano un anno e poi fanno come il gamberetto….

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