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Dall’ITF arriva una sentenza “anti-Gavrilova”

05/02/2016 08:06 9 commenti
Daria Gavrivola classe 1994, n.33 WTA
Daria Gavrivola classe 1994, n.33 WTA

Non arrivano buone notizie per i tennisti che hanno cambiato nazionalità.

Una sentenza dell’ITF limiterà la loro partecipazione a match di Fed Cup, Davis Cup e Giochi Olimpici.

D’ora in poi per poter partecipare occorrerà aver ottenuto la cittadinanza da almeno due anni.
In precedenza bastava aver ottenuto la sola residenza nella nuova nazione da due anni.
Daria Gavrilova, australiana da pochi giorni non potrà quindi giocare in Fed Cup.

La Federazione australiana ha presentato il ricorso che verrà vagliato a Marzo.


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9 commenti. Lasciane uno!

Fantumazz 05-02-2016 15:54

Scritto da gbuttit

Scritto da Fantumazz

Scritto da Carlo
La posizione ITF è il minimo ed anche il massimo che possono prendere.
Il punto fondamentale è che è vergognoso che ci siano eccezioni per gli sportivi sulle norme per acquisire la nazionalità.
Ad esempio in Italia di norma occorre essere residenti ininterrottamente per 10 anni per poter chiedere la nazionalità.
Non vedo nessun motivo valido per avere tempi e condizioni diversi per gli atleti.

Il tuo commento non mi sembra pertinente.
L’Itf, in quanto organismo sportivo, può prendere decisioni solamente inerenti al diritto sportivo, non al diritto ordinario o internazionale. Pertanto, per quanto concerne la cittadinanza, si applicano le norme di ciascuno stato. Nell’articolo, infatti, si dice che la Gavrilova è GIA’ cittadina australiana. Su questo nulla può l’Itf, né nessun altro organismo sportivo.
Diverso è, semmai, il discorso sul diritto di RAPPRESENTANZA: la decisione dell’Itf sembra andare nel senso di apportare una stretta alle “rappresentanze facili”, alla “compravendita” degli atleti, per utilizzare termini da calciomercato.
La materia è complessa e servirebbe il parere di un esperto di diritto sportivo. A lume di naso, io credo che il ricorso dell’Australia sarà accolto. Se, come sembra, la Gavrilova è già cittadina australiana a tutti gli effetti, dovrebbe essere pienamente titolata a rappresentare la sua nazione. Al momento, infatti, il diritto sportivo vieta solo di cambiare “nazionalità sportiva” (da intendere come diritto di rappresentanza) per più di una volta. Non so se la Gavrilova in passato abbia rappresentato la Russia; in ogni caso, il cambio sarebbe uno solo (dalla Russia all’Australia) e quindi Daria dovrebbe poter tranquillamente rappresentare l’Australia.
Faccio notare, infine, come la decisione dell’Itf sia (o possa essere) contraddittoria. La Gavrilova ha appena preso parte agli Australian Open che, come la Fed Cup, ricadono sotto la giurisdizione sportiva dell’Itf. E, accanto al nome della Gavrilova, campeggiava bellamente la sigla “AUS” con relativa bandierina…

Sulla prima parte sono d’accordo, però la itf così come ha non ha voce in capitolo sulle nazionalizzazioni invece la ha sulle sue competizioni, quindi può tranquillamente decidere di non fare participare per due anni chi cambia nazionalità.
Per i tornei, anche organizzati dalla stessa itf, é un discorso diverso, nei tornei l’atleta si iscrive individualmente e non rappresenta la propria nazione, la bandierina indica semplicemente la federazione di provenienza… le uniche competizioni in cui si rappresenta la propria nazione sono davis/fed ed olimpiadi.
Inoltre vietare eventuualmente la partecipazione ai tornei individuali comporterebbe anche problemi riguardanti il diritto al lavoro…

Sì, è giusto quello che dici.
Per non allungare ulteriormente il mio commento precedente, ho omesso quanto già detto da un altro utente: le norme, in linea di massima (non sempre), non sono retroattive. Ecco perché, a mio avviso, la federazione australiana avrà buon gioco sul “caso Gavrilova”.

Per il resto è vero quanto affermi: l’Itf può decidere autonomamente sulla partecipazione e sulla rappresentanza. Però, anche questa norma (come tutte le altre) potrebbe essere impugnata, fino all’ultimo grado di giudizio (che dovrebbe essere il Tas di Losanna).

Le sigle e le bandierine meriterebbero un discorso a parte.
Anche qui è vero quello che dici tu: gli atleti si iscrivono individualmente ai vari tornei e giocano solo per se stessi. Però, è difficilmente negabile che quando uno spettatore vede la sigla “Ita” e il Tricolore accanto al nome di un/una tennista si senta in qualche modo rappresentato. Poco importa se “tecnicamente” non è così.

Un’ultima annotazione: tutti questi ragionamenti riguardo al problema della nazionalità dei tennisti, inducono ad interrogarsi sulla vera natura del tennis. Sport individuale o sport di squadra? Se, come pare ovvio, il tennis è uno sport individuale, che senso hanno le competizione a squadre?

Il misunderstanding è dietro l’angolo…

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marvar (Guest) 05-02-2016 13:40

Troppo antipatica questa ragazza

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gbuttit 05-02-2016 13:28

Scritto da Fantumazz

Scritto da Carlo
La posizione ITF è il minimo ed anche il massimo che possono prendere.
Il punto fondamentale è che è vergognoso che ci siano eccezioni per gli sportivi sulle norme per acquisire la nazionalità.
Ad esempio in Italia di norma occorre essere residenti ininterrottamente per 10 anni per poter chiedere la nazionalità.
Non vedo nessun motivo valido per avere tempi e condizioni diversi per gli atleti.

Il tuo commento non mi sembra pertinente.
L’Itf, in quanto organismo sportivo, può prendere decisioni solamente inerenti al diritto sportivo, non al diritto ordinario o internazionale. Pertanto, per quanto concerne la cittadinanza, si applicano le norme di ciascuno stato. Nell’articolo, infatti, si dice che la Gavrilova è GIA’ cittadina australiana. Su questo nulla può l’Itf, né nessun altro organismo sportivo.
Diverso è, semmai, il discorso sul diritto di RAPPRESENTANZA: la decisione dell’Itf sembra andare nel senso di apportare una stretta alle “rappresentanze facili”, alla “compravendita” degli atleti, per utilizzare termini da calciomercato.
La materia è complessa e servirebbe il parere di un esperto di diritto sportivo. A lume di naso, io credo che il ricorso dell’Australia sarà accolto. Se, come sembra, la Gavrilova è già cittadina australiana a tutti gli effetti, dovrebbe essere pienamente titolata a rappresentare la sua nazione. Al momento, infatti, il diritto sportivo vieta solo di cambiare “nazionalità sportiva” (da intendere come diritto di rappresentanza) per più di una volta. Non so se la Gavrilova in passato abbia rappresentato la Russia; in ogni caso, il cambio sarebbe uno solo (dalla Russia all’Australia) e quindi Daria dovrebbe poter tranquillamente rappresentare l’Australia.
Faccio notare, infine, come la decisione dell’Itf sia (o possa essere) contraddittoria. La Gavrilova ha appena preso parte agli Australian Open che, come la Fed Cup, ricadono sotto la giurisdizione sportiva dell’Itf. E, accanto al nome della Gavrilova, campeggiava bellamente la sigla “AUS” con relativa bandierina…

Sulla prima parte sono d’accordo, però la itf così come ha non ha voce in capitolo sulle nazionalizzazioni invece la ha sulle sue competizioni, quindi può tranquillamente decidere di non fare participare per due anni chi cambia nazionalità.
Per i tornei, anche organizzati dalla stessa itf, é un discorso diverso, nei tornei l’atleta si iscrive individualmente e non rappresenta la propria nazione, la bandierina indica semplicemente la federazione di provenienza… le uniche competizioni in cui si rappresenta la propria nazione sono davis/fed ed olimpiadi.
Inoltre vietare eventuualmente la partecipazione ai tornei individuali comporterebbe anche problemi riguardanti il diritto al lavoro…

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Crapa (Guest) 05-02-2016 12:44

A questi traditori della patria dovrebbero impedire di partecipare alle competizioni per nazioni.

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Fantumazz 05-02-2016 12:33

Scritto da Carlo
La posizione ITF è il minimo ed anche il massimo che possono prendere.
Il punto fondamentale è che è vergognoso che ci siano eccezioni per gli sportivi sulle norme per acquisire la nazionalità.
Ad esempio in Italia di norma occorre essere residenti ininterrottamente per 10 anni per poter chiedere la nazionalità.
Non vedo nessun motivo valido per avere tempi e condizioni diversi per gli atleti.

Il tuo commento non mi sembra pertinente.
L’Itf, in quanto organismo sportivo, può prendere decisioni solamente inerenti al diritto sportivo, non al diritto ordinario o internazionale. Pertanto, per quanto concerne la cittadinanza, si applicano le norme di ciascuno stato. Nell’articolo, infatti, si dice che la Gavrilova è GIA’ cittadina australiana. Su questo nulla può l’Itf, né nessun altro organismo sportivo.

Diverso è, semmai, il discorso sul diritto di RAPPRESENTANZA: la decisione dell’Itf sembra andare nel senso di apportare una stretta alle “rappresentanze facili”, alla “compravendita” degli atleti, per utilizzare termini da calciomercato.

La materia è complessa e servirebbe il parere di un esperto di diritto sportivo. A lume di naso, io credo che il ricorso dell’Australia sarà accolto. Se, come sembra, la Gavrilova è già cittadina australiana a tutti gli effetti, dovrebbe essere pienamente titolata a rappresentare la sua nazione. Al momento, infatti, il diritto sportivo vieta solo di cambiare “nazionalità sportiva” (da intendere come diritto di rappresentanza) per più di una volta. Non so se la Gavrilova in passato abbia rappresentato la Russia; in ogni caso, il cambio sarebbe uno solo (dalla Russia all’Australia) e quindi Daria dovrebbe poter tranquillamente rappresentare l’Australia.

Faccio notare, infine, come la decisione dell’Itf sia (o possa essere) contraddittoria. La Gavrilova ha appena preso parte agli Australian Open che, come la Fed Cup, ricadono sotto la giurisdizione sportiva dell’Itf. E, accanto al nome della Gavrilova, campeggiava bellamente la sigla “AUS” con relativa bandierina…

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Carlo (Guest) 05-02-2016 11:46

La posizione ITF è il minimo ed anche il massimo che possono prendere.
Il punto fondamentale è che è vergognoso che ci siano eccezioni per gli sportivi sulle norme per acquisire la nazionalità.
Ad esempio in Italia di norma occorre essere residenti ininterrottamente per 10 anni per poter chiedere la nazionalità.
Non vedo nessun motivo valido per avere tempi e condizioni diversi per gli atleti.

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Golden Lady (Guest) 05-02-2016 11:15

Scritto da tommaso
Beh, non dovrebbe essere retroattiva. Cioè, a logica chi cambierà nazionalità DOPO la sentenza dovrebbe veder passare due anni per giocare in Fed/Davis/Olimpiadi, non chi l’ha cambiata fino al giorno prima…

Sì infatti l’irretroattività di una legge va per la maggiore, mi stupirei non poco se non venisse applicata in questo caso

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tommaso (Guest) 05-02-2016 10:10

Beh, non dovrebbe essere retroattiva. Cioè, a logica chi cambierà nazionalità DOPO la sentenza dovrebbe veder passare due anni per giocare in Fed/Davis/Olimpiadi, non chi l’ha cambiata fino al giorno prima…

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lallo (Guest) 05-02-2016 09:01

Nello sport in generale dovrebbe valere una sola e chiara regola (che impedirebbe l’acquisto di atleti che nulla ha a che fare con la competizione per nazionali, che deve rappresentare esattamente ed esclusivamente il movimento che ne costituisce la base – per il resto ci son competizioni individuali e competizioni per club): per una nazione possono essere chiamati a competere SOLO gli atleti TESSERATI per la prima volta in tale nazione.

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