Australian Open: le pagelle delle italiane
Bella la sbornia newyorchese dell’ultimo Slam del 2015 per il tennis femminile: dimentichiamoci però quei fasti difficilmente ripetibili e “accontentiamoci” di una realtà che, a partire dagli Australian Open 2016, sarà ben più avara di soddisfazioni.
Non ci deve essere per forza l’exploit incredibile stile Pennetta ma la pochezza vista a Melbourne, a partire dalla scarsa presenza di tennisti e tenniste, è stata davvero tanta. Andiamo con ordine di classifica e cominciamo per l’analisi femminile con Roberta Vinci.
La finalista degli ultimi Us Open qui testa di serie numero 13, aveva un tabellone facile facile fino agli ottavi di finale, dove lo scoglio polacco Aga Radwanska sarebbe stato probabilmente insormontabile. Difficile criticare la tennista che più in là si è spinta nel main draw ma le due vittorie nette contro Paszek all’esordio e Falconi al turno successivo, svaniscono di fronte a un terzo turno perso malamente contro la tedesca Friedsam (un primo set vinto per 6/0 non è bastato…), per una vittoria che doveva arrivare ma non è arrivata. In doppio ha provato a trovare le sensazioni perse con la Kuznetsova ma il suo primo Slam dell’anno non può che essere valutato con un 6+, soprattutto alla luce dell’occasione mancata e decisamente accessibile in singolare. Un consiglio: basta pensare alla finale di New York e all’impresa realizzata (evidente tutto ciò anche da alcune dichiarazioni post gara o post vittoria della Kerber…), per tornare a quel livello bisogna mettere New York in un dolce cassetto dei ricordi. Altrimenti addio sogni di gloria da top10.
Sara Errani ha deluso e non poco: sconfitta al primo turno contro la russa Gasparyan (bissata poi anche in doppio), per una battuta d’arresto che preoccupa soprattutto per la modalità in cui è maturata. Sara è solitamente tennista che non molla un 15 e dopo il primo set dell’incontro portato a casa per 6/1 la strada sembrava in discesa: la Errani però ha giocato un secondo e un terzo set anonimi, senza mordente, dando adito alle solite illazioni che la vorrebbero non divertirsi con il tennis negli ultimi mesi. La sensazione del tutto personale e quindi tacciabile di errori è che dopo la rottura con la Vinci l’animo di Sara sia abbastanza inquieto e meno concentrato sulla lotta tennistica: l’augurio è che una grande guerriera come Sara si ritrovi e che l’Australia sia solo una parentesi negativa, per ritrovare quello spirito battagliero che nei primi incontri dell’anno avevamo intravisto. Il suo Australian Open però, fra doppio e singolare, è decisamente negativo: 4
Chiudiamo con Camila Giorgi, davvero sfortunata nel pescare al primo turno la campionessa dei record Serena Williams: la tennista italo argentina ha ben figurato, tenuto testa alla statunitense, mettendola in difficoltà con il suo power tennis stranamente (o fortunatamente!) a corto di errori non forzati. Due set tirati e la speranza che da Melbourne parta un 2016 ricchissimo di soddisfazioni. Una sola partita ma buone indicazioni: un 6 quindi d’incoraggiamento.
Alessandro Orecchio
TAG: Australian Open, Australian Open 2016, Camila Giorgi, Errani, Giorgi, Roberta Vinci, Sara Errani, Vinci
Ma se uno ha un genitore nato a Citta’ Studi e l’altro a Lambrate come deve definirsi?
E’ terribile non avere un’identita’!
Caro Orecchio io,che non amo particolarmente la Vinci e trovo che il suo rovescio slice avvantaggi le avversarie,non concordo con il tuo giudizio.La Friedsam è una signora tennista e lo ha dimostrato nell’incontro con Aga che ha perso causa crampi,e ,la tedesca ,ha strappato un set a Serena al R. G. dello scorso anno.Con servizio a oltre 180 Km/h.Vedi un pò Tu.
OK! (e no, non sono americano perché scrivo ok anziché va bene.. e neppure -OMG- italoamericano).
@ tommaso (#1520311)
Il problema non è quando vincerà ma se vincerà qualcosa d’importante. Io lo spero, considerando soprattutto l’imprevedibilità del tennis femminile ma non ci metterei la mano sul fuoco. Attualmente nei tornei più importanti, a parte qualche quarto turno, non è andata granché bene.
Fantumazz,
Io non mi sento affatto pronto per lo ‘Ius soli’. Mi dispiace.
Per ciò che concerne Camila, si sta facendo una gran confusione. Camila non ha origini né madre argentina.
Ha genitori nati in Argentina, da emigrati italiani.
Questo giustifica la sua cittadinanza che, ricordo, ce ne fosse ancora bisogno, ha per ‘Ius sanguinis’, cioè per cittadinanza italiana di almeno un genitore.
Povero paese quello che come metro di giudizio utilizza le “bandierine” sui social. Povero, povero, povero…
Vedrete quando Camila vincerà qualcosa di importante, come ci penseranno i nostri vertici federali a sottolinearne l’italianità italica italianissima grazie ai centri FIT!
vacci giù più duro, 4 a tutte!
Quoto al 100%. Non deve essere un problema, semmai una corretta peculiarità che arricchisce.
@ biglebowsky (#1520212)
@ Fantumazz (#1520208)
Si, io ho voluto estendere un po’ il ragionamento ma non ce l’ho con voi, questo è sicuro, anche i vostri appunti erano giusti, in un certo senso.
Certamente non c’è bisogno di ribadire il “italo-argentina” o “franco-x” ecc ecc ecc (e ce ne sono tanti di esempi, anche nel tennis).
Però è anche vero che può essere un peccato veniale, diciamo, soprattutto se scritto (non solo in questo caso) senza “malizia” o per sottintendere chissà cosa.
Alle fine molta gente nel mondo è metà così e metà colì o ha discendenti di diversa origine rispetto alla nazione dove opera e questi oggi è ormai normale, anche se in Italia un po’ meno rispetto ad altre grandi nazioni con molti immigrati o “oriundi”, dalla Francia al Canada all’Australia, all’Inghilterra e Stati Uniti ecc ecc 😉
Una cosa è certa… Alessandro Orecchio ha avuto oggi una bella… tirata d’orecchie!
A mio avviso darei:
6 a Roberta Vinci
2 a Sara Errani
5.5 a Camila Giorgi
Quando si parla di lei siete semplicemente non obiettivi.Fosse stata un’altra la avreste gia’ massacrata alla prima comparsa della bandiera argentina.Ti piu’….che…
ci sono obiezioni intelligenti e altre meno; questa fa parte della seconda categoria.
pink, noi ci siam capiti credo, non è necessario aggiungere altro.
e, in questo caso, il razzismo o la malizia, per fortuna, non c’entrano nulla.
non colgo l’opportunità, ripeto, e lo ritengo sbagliato di chiamare ad esempio balotelli il calciatore italo-ghanese; chi lo fa sbaglia anche se non offende nessuno e nemmeno lui, a maggior ragione, in ambito sportivo.
bene ha fatto fantu a farlo notare.
Sono d’accordo con questo tuo post.
Infatti, è un problema sostanzialmente culturale. Io credo che in Italia dobbiamo percorre ancora molta strada; per questo è un bene discutere (civilmente) di queste cose.
Al di là della polemica di etichettare Camila italo-argentina (inutile nel contesto dell’articolo ma di una sua giusta valenza in generale) credo che lo Slam delle nostre sia totalmente da dimenticare. Inqualificabile la Errani, bravina la Vinci a passare due turni ma pessima nel perdere nel terzo, dignitosa la Giorgi ad aver perso ‘bene’ dalla n. 1 del mondo.
Nel complesso, ripeto, uno Slam da dimenticare (e tralasciando totalmente i risultati ottenuti nel doppio…).
@ pinkfloyd (#1520177)
Pink, le derive xenofobe e neonaziste si nutrono anche di queste cose che, come ho detto in precedenza, possono sembrare dettagli insignificanti ma non lo sono per nulla. Siamo, infatti, nel campo dell’esclusione, mentre lo sport dovrebbe includere ed unire il più possibile.
E’ proprio partendo da cose anche minime (ma pericolose) che si rischia di arrivare ad aberrazioni come – per citare la più tristemente celebre – la “purezza della razza ariana”. Il meccanismo è il medesimo, con la differenza sostanziale che nel secondo caso si è arrivati ad un parossismo criminogeno.
SIA CHIARO che non sto assolutamente dicendo che l’articolo di Orecchio sia assimilabile a quelle sciagurate teorie. Semplicemente, da un giornalista mi aspetterei maggiore rigore e sensibilità nella scelta e nell’utilizzo delle parole.
Probabilmente si poteva evitare.Ma come si dice aiutati che Dio ti aiuta.E’ lei la prima a mettere le bandierine sul suo social.Prima metteva anche davanti quella argentina..
@ biglebowsky (#1520183)
Magari in Inghilterra scrivono della Konta: tennista britannica di origine x o gli australiani (terra di immigrati da tutto il mondo) scrivono, per la Gavrilova, di origine russa.
Penso che anche a loro possa capitare.
In tutti i modi non è dispregiativo (almeno per la loro cultura, in generale).
Se il sindaco di New York è italo-americano per loro è normale.
Il cognome stesso lo dice, che problema c’è?
Se Obama è di origine africana, anche quello viene ribadito, ma senza pregiudizi (tranne quelli di cui scrivevo prima ma quello è dappertutto, purtroppo).
Si possono fare infiniti esempi, il punto è che forse noi non siamo abituati, noi italiani, e allora magari, sottolineandolo può sembrare dispregiativo.
Ma lo è solo se qualcuno di noi è “malizioso”.
Io penso che, in sé, alla Giorgi o alla Muguruza, alla Konta e migliaia di esempi, farebbe addirittura piacere essere chiamata “italo-x”, pur giocando tranquillamente – e tenendoci – per la Nazione scelta.
complimenti magilla, la questione è proprio questa: quando non serve nel contesto è inopportuno usarla.
tra l’altro, siamo in un contesto sportivo dove gli atleti sono identificati da una sola nazionalità e camila ha scelto quella italiana, il fatto che abbia eventualmente altri passaporti (non ne ho un’idea) non c’entra nulla.
rappresentando l’italia va definita “la tennista italiana”.
se giocasse per l’argentina sarebbe “la tennista argentina”, anche se avesse passaporto italiano.
ripeto nessuno scriverebbe mai “la tennista ungaro-australio- britannica” se parlasse di konta, semplicemente perchè è inopportuno e, a differenza di camila che è nata a macerata, è nata a sidney da padre ungherese.
@ Fantumazz (#1520169)
Però adesso si sta discutendo di cose inutili, secondo me, Fantu.
Ma non inutili in sé, anzi, ma riferite ad un articolo sugli AO.
Forse, perché, discutere su questo Slam deludente non servirebbe.
E su questo sono d’accordo.
La Giorgi “gioca” per l’Italia, come la Muguruza gioca per la Spagna ecc ecc
Ma le loro origini restano.
Anche Eder gioca per l’Italia e io tifo per lui quando gioca.
Sono dettagli.
Molto più gravi le derive xenofobe e razziste e fasciste che ci sono ormai dappertutto (non solo in Italia purtroppo).
Etichettare chicchessia come italo-x secondo me non è grave, non fosse altro perché è reale, è vero.
Se poi apostrofiamo uno “albanese” o “zingaro” ecc allora è dispregiativo.
Non penso che dare della venezuelana alla Muguruza significa offenderla.
Io credo che lo sport dovrebbe servire ad unire, non a dividere. Tutte queste distinzioni, precisazioni, cavilli vanno in direzione opposta.
Comunque – se proprio si deve – basta mettersi d’accordo. Stabiliamo, una volta per tutte, quali sono i criteri per essere considerati italiani.
Nome e cognome? Allora Knapp, Grymalska, Hofer, Samsonova, etc. non sono da considerare italiane. Jasmine Paolini è al limite.
Colore della pelle? Ahia! Nel tennis dovremmo essere a posto, però siamo messi maluccio negli altri sport. Mi sa che Balotelli salta: ha un cognome italiano, però non ha non la pelle bianca. Andrew Howe, poi, è messo malissimo: nome, cognome e colore della pelle lo condannano inesorabilmente.
Padronanza e utilizzo della lingua? Le tenniste che esultano con “Vamos!” non sono da considerare italiane.
Nazionalità dei genitori? Via anche la Giorgi.
E via discorrendo…
La questione potrebbe sembrare di lana caprina, ma non lo è affatto.
Il dottor Alessandro Orecchio, che di mestiere fa il giornalista (non so se pubblicista o professionista) dovrebbe saperlo bene, se non altro per motivi deontologici. In un recente passato, infatti, si leggevano articoli così composti: Titolo – “Efferato delitto nel torinese”; Corpo dell’articolo – L’assassino, DI ORIGINI MERIDIONALI, ha ucciso a coltellate etc.
Il diavolo si nasconde nei dettagli.
Concordo con i voti…
Argentino è il padre, giusto per precisare.
Non sono d’accordo, la Giorgi ovviamente é italiana, nata in italia, con passaporto italiano ma, non so se lo possiede, ma avrebbe tutto il diritto di avere anche passaporto argentino dunque la definizione di italo-argentina non é errata e non sta ad indicare che sia meno italiana.
E peraltro non capisco perchè essere definita italo-argentina sia vista quasi come un’offesa, non mi risulta che lo sia.
Quanto ai voti, giusto quello della Errani, inevitabile quello della Giorgi (non puoi darle più di 6 perchè ha perso 2-0 al primo turno e non puoi darle meno di sei perchè ha perso con Serena) ma eccessivo quello alla Vinci, conta poco che sia stata la migliore delle italiane i voti non vanno in relazione alle altre ma alle proprie possibilità, ha fatto meno delle sue possibilità quindi non va oltre il 5 e mezzo.
Giorgi non è stata fortunata in assoluto nel 2016 ove si consideri
che anche a Brisbane ha “pescato” al primo turno la vincitrice degli
A.O.
A proposito di quest’ultima, non avendo avuto occasione di
valutarla ad di fuori dei campi, avevo l’idea che dovesse trattarsi
di una specie di virago. Sbagliatissimo : in effetti è una ragazza
gradevolissima per atteggiamenti e con un sorriso disarmante.
Non è stato sicuramente il miglior Slam disputato dalle nostre.
Ce ne sono stati di migliori.
Tralasciano i voti in sé (che tante volte sono solo numerini insignificanti, in qualunque sport) direi che la Vinci poteva fare di più, intanto. Regalandosi almeno una bella partita contro Radwanska.
Non so cosa sia successo di preciso in quella partita contro Friedsam (soprattutto dopo quel primo set da asfalto) ma di sicuro questa sua rincorsa alla top 10 condizionerà, in un certo senso, questa sua stagione.
Io spero di no, la stagione è appena iniziata, ma secondo me non è la vittoria di New York a condizionare ora il suo cammino, ma proprio questa rincorsa alla top 10 che la metterebbe al pari (come risultato raggiunto) con le altre suo colleghe.
Errani non so sinceramente, lei stessa dice di non stare bene e sentirsi svuotata.
E per una come lei, combattente soprattutto e sopra di tutto, non dev’essere facile sentirsi vulnerabile proprio da questo punto di vista, nella sua caratteristica principale.
Giorgi (voto 9? come i game vinti contro Serena? :smile:) resta l’unica ora, secondo me, che potrebbe dare un senso a questa nostra stagione. Non fosse altro per la sua giovane età rispetto ad altre.
Da lei ci si aspetta sempre un exploit (non so se sia positivo o negativo, questo) probabilmente potrebbe farlo, molti se lo aspettano.
E’ nelle sue corde, potrebbe esserlo perlomeno.
Poi dipende dall’exploit: se sia entrare in top 20, fare un Quarto Slam o di più.
Resta un “patrimonio” del nostro sport, potrebbe davvero esplodere da un momento all’altro, quindi lasciamola lavorare.
Magari stando positivi e anche realisti quando ci vuole: alla fine il tennis (come qualsiasi sport) è uno sport di risultati e ancora di più oggi, nel 2016.
Vabbè ragazzi, avendo una madre argentina, ha scritto italo-argentina mica………
Troppo caffè fa male la mattina.
con tutti gli inglesismi e francesismi che ormai contaminano la lingua italiana…..non vedo perche il vamos deve far nascere dubbi sulla nazionalita’ di alcune nostre tenniste….che sciocchezza!
a me non sembra cosi’ grave il termine italo-argentina…..in fondo tutti qua conosciamo le origini di camila quindi non è piu’ ormai una informazione per nessuno…..
la domanda è : perche’ usare tal definizione quando non serve a nulla nel contesto!….forse proprio per far si che qualcuno abbia da ridire?…….
Mah… Se è per questo, allora si potrebbe forse discutere se vada considerata meno italiana una perché ha la mamma argentina o altre che sono a tutti gli effetti italiane ma, quando fanno un punto o si incitano, usano lo spagnolo…
Mi sembra francamente fuori luogo quello che hai scritto. Anche Al Pacino e Robert De Niro sono sempre stati definiti “italo-americani” e loro non lo hanno mai preso come un’offesa o una sminuzione. Al contrario mi risulta che sono sempre andati fieri delle proprie origini “italiche”. E badiamo bene, questo non li ha mai fatti sentire meno americani.
Definire Camila “italo-argentina” significa solo che ha origini argentine perché i genitori o i nonni sono argentini, ma questo non la rende certo meno italiana di noi.
Analogamente la Kerber ha genitori polacchi ma questo non la rende certo meno tedesca della Goerges o della Barthel.
Quanto alla Samsonova, lei è semplicemente “naturalizzata”, in quanto, nata in Russia ha ottenuto la nazionalità italiana. Ma nessuno si è permesso di considerarla meno italiana degli altri. Soprattutto considerando che è arrivata in Italia che era piccolissima ed è cresciuta, ha fatto le scuole e ha imparato a giocare a tennis proprio in Italia. Tanti figli di immigrati, arrivati in Italia in età scolare, sono a tutti gli effetti italiani perché la loro madre-lingua e la loro cultura è italiana. Semplicemente sono di origine straniera. E allora? Dove sta la negatività in queste parole?
non ti avvelenare, fantu, conosciamo il soggetto.
pensa che in spagna il senior oreja definisce la muguruza, spagno-venezuelana, in uk il famoso mr ear, se parla di konta, unghero-australio-britannica, poi c’è la franco serba mladenovic di monsieur oreille, di gavrilovic hai detto, di lisicki sappiamo tutti, c’è la polacco-danese, l’elvetica ceca che fa anche un po’ ridere etc etc.
e samsonova sarà italo-russa tutta la vita, è proprio un problema culturale!
saluti
Mi sia consentita un’ amichevole tirata d’orecchio all’estensore di questo articolo. A mio parere i voti assegnati sono tutti estremamente striminziti.
Complessivamente d’accordo sui voti, forse avrei dato un 5 a Sara, più che altro perché la Gasparyan comunque è arrivata fino a Serena, dimostrando di non essere l’ultima arrivata (se non erro dovrebbe essere a ridosso delle 40), e ricordiamoci comunque che questa non è la superficie prediletta della Errani.
Caro Orecchio,
noto con dispiacere che anche tu insisti nel definire Camila Giorgi come tennista “italo argentina”. Mi chiedo quante altre volte ancora dovremo sorbirci questa bubbola.
Utenti più informati di me, hanno spiegato migliaia di volte perché Camila Giorgi è italiana.
Io mi limito a dire che il mondo – piaccia o no – è ormai globalizzato: credo che siano maturi i tempi per far valere il principio dello “ius soli”. E’ davvero così difficile accettare che una persona nata a Macerata è italiana?
Un’ulteriore domanda sorge spontanea: dopo che Ludmilla Samsonova si sarà guadagnata la ribalta internazionale (quella che conta, intendo), fino a quando verremo tediati dalla definizione “la tennista di origini russe”, prima di giungere – alfine – alla naturale definizione di “tennista italiana”?
A puro titolo di esempio, faccio notare che, nei recenti Australian Open, gli australiani hanno fatto un tifo accesissimo e ricoperto di applausi una tennista australiana che non conosce nemmeno la lingua inglese, tanto da incorrere in una clamorosa (oltre che simpatica) gaffe.
Per finire, vorrei condividere un piccolo dubbio: in Germania, la Kerber viene definita “tennista tedesca” o “tennista polacco-alemanna”?
Povera Italia! C’è ancora tanto da fare: rimbocchiamoci le maniche…
giusti i voti. giorgi un 6.un qualcosa in più a vinci perché arrivata al terzo turno. errani,ovviamente giusto un voto sotto il 5. forse il 4 è troppo severo,però ,appunto se non fosse 4 ,sarebbe 4 e mezzo,non di più.
Perdonatemi ma non condivido la definizione di A. Orecchio “la giocatrice italo-argentina”. Se il tema è “Le pagelle delle italiane”, mi sembra fuori luogo questa affermazione (anche se di nascita è così). Consideriamo la Giorgi italiana, oppure scriviamo “di mamma argentina”!