Open Court - 36 ATP, Copertina, Generica

Open Court: le prospettive di Hyeon Chung (di Marco Mazzoni)

04/12/2015 09:04 9 commenti
Hyeon Chung classe 1996, n.51 ATP
Hyeon Chung classe 1996, n.51 ATP

Fine stagione, inizia il tempo tempo dei bilanci. In molti si aspettavano nel 2015 uno sprint del ricambio generazionale, una vittoria a sorpresa da parte di un giovane. Magari Nick Kyrgios, quello che sembrava più pronto e spregiudicato per sfidare i big e che già qualche scalpo top l’aveva collezionato; oppure Coric, assai giovane ma in netta crescita e “perfetto” per il tennis consistente che domina ai vertici. L’attesa è andata delusa. Nel 2015 nessuna delle “New Balls” è riuscito in un’impresa memorabile, in uno Slam o in un Masters 1000. Tuttavia i numeri dicono che la crescita dei vari Coric, Kyrgios, Zverev, Kokkinakis, Thiem e via dicendo c’è stata. Crescita lenta, a piccoli passi. L’austriaco Thiem si è distinto per vittorie in tornei ATP (è anche il più grande anagraficamente nel gruppo), successi che gli sono valsi l’ingresso nella top20 di fine stagione. Eppure se guardiamo bene l’annata nel dettaglio, c’è un altro nome che non può esser assolutamente trascurato: Hyeon Chung. Un nome particolare, evocativo, che ti resta in testa perché rimanda la mente agli eroi bizzarri dei Man-ga nipponici più che a gesta tennistiche. Coreano, molto schivo come vuole la “buona tradizione” asiatica, non è particolarmente appariscente, tanto da esser passato sotto traccia a molti appassionati. Non “buca lo schermo” per personalità, e nemmeno fa parlare di sé per dichiarazioni fuori dai denti, tweet o foto piccanti condivise come molti dei suoi coetanei, già testimonial in campagne pubblicitarie o seguitissimi dai teenagers sui socials. In campo Chung è assolutamente tranquillo, mai un momento di furore o atteggiamento scomposto. Eppure nonostante quella faccia un po’ così, disegnata da occhiali vistosi ed un’espressione fin troppo seria per la giovane età, Hyeon ha qualcosa di speciale, che non può passare inosservato. Basta vederlo in azione, anche per pochi minuti, per accorgersi che lui è uno vero, che ha un tennis troppo interessante per restare nascosto nel gruppo come uno dei tanti in gara.

Il suo 2015 è stato importante. Partiva dalla posizione n.173 in classifica, ne ha scalate oltre 120 attestandosi al 51 di fine stagione. Ha vinto ben 4 Challenger (Burnie, Savannah, Busan, Kaohsiung), ma soprattutto ha dato la netta impressione di aver raggiunto un livello di gioco così buono da esser competitivo anche nei tornei ATP e contro i giocatori forti. Due match su tutti: il 2t di Miami, perso vs. Berdych; il 2t allo US Open, perso vs. Wawrinka in tre tiebreak. In entrambe le partite ha giocato alla pari sul piano tecnico, riuscendo a mettere spesso alle corde i due top ten con i suoi colpi, peccando solo di qualche calo nell’intensità e, ovviamente, nell’esperienza. Contro Stan è stato impressionante vederlo controbattere le bordate del rivale con assoluta scioltezza. Trovava appoggi notevoli, grazie a cui anticipava benissimo la palla sempre in grande equilibrio, lasciando mulinare la sua racchetta a grande velocità, in tutte le direttrici di gioco. E’ stato molto complicato per Wawrinka sfondarlo, tanto che più volte nel corso del match la telecamera indugiava sul volto del campione di Roland Garros, sorpreso dalla tenuta del ragazzo. La crescita del 19enne coreano è stata certificata dall’importante premio “Most Improved Player Of The Year 2015”, assegnatogli dai suoi stessi colleghi. La miglior investitura possibile, da confermare nel 2016.

Proprio la prossima stagione sarà cruciale nel suo percorso di maturazione e crescita agonistica. Infatti sarà chiamato a dare conferme importanti giocando solo (o quasi) tornei ATP, contro avversari più esperti, molto tosti sul piano fisico ed estremamente agguerriti su quello agonistico. Chung sarà chiamato ad una crescita ulteriore nel suo livello di gioco, soprattutto nella intensità generale e nella capacità di produrre il picco massimo di prestazione più a lungo possibile, per creare una differenza e volare via.

Quello che mi intriga di Chung va oltre alla novità ed alla freschezza di un personaggio diverso, è il suo tennis che mi interessa, che osservo con attenzione e curiosità. Infatti il coreano rispetto agli altri giovanissimi propone un gioco meno basato sulla potenza pura e sulla continuità della spinta dal fondo in ritmo. Lo si potrebbe definire un attaccante moderno, un tennista non così proiettato verso la rete (dovrebbe esserlo maggiormente) ma che cerca appena possibile di aprirsi il campo ed entrare cambiando ritmo, non disdegnando affatto di correre avanti e chiudere di volo all’occorrenza. Il tutto senza una potenza devastante ma usando al meglio la combinazione appoggi più tempo di impatto.

Con le debite proporzioni e differenze tecniche (notevoli), per il suo modo di stare in campo lo avvicino un po’ a Radek Stepanek. Non tanto per il gesto (anche se in qualcosa me lo ricorda, alcuni momenti delle aperture e dell’impatto) ma per come lavora con i piedi, e per come lavora la palla con più effetti, uscendo appena possibile dalla schermaglia di ritmo, spin e potenza, pur non scendendo a rete tanto quanto il ceko. Chung ama variare ritmi, spin ed angoli. Gli piace esplorare tutto il campo, cambiare ritmo e cercare le righe con improvvise accelerazioni, spesso anche da posizioni difficili. Un piano tattico offensivo e molto vario, con cui prova a destabilizzare con colpi estemporanei chi predilige impostare lo scambio sulla spinta in progressione. E’ un modo di giocare assai rischioso, soprattutto in questo preciso momento storico dominato nei piani alti da formidabili picchiatori di ritmo ed acerrimi difensori, molto difficili da sfondare.

Nei fondamentali lo preferisco sul rovescio. Pur essendo bimane sul lato sinistro è bravissimo a staccare la mano, tagliare sotto per un back ficcante e nascondere improvvisi attacchi verso la rete o solo cambiare il ritmo allo scambio. Grazie a gambe davvero elastiche e potenti, scende molto bene a raccogliere anche le palle più basse, ed in genere imposta il colpo di rovescio in modo molto personale, con un’apertura bassa e laterale, con cui poi risale cercando la palla con discreto anticipo ed una chiusura secca, precisa, dopo un impatto molto pulito e con buonissimo timing. E’ un colpo personale ma naturale, che governa con molto agio. E’ pazzesco come riesca ad imprimere potenza e precisione a palle davvero basse, e come il suo swing così personale sorprenda spesso l’avversario, anche perché ama prendersi il rischio anche da posizioni non facili.

Lavora di più il dritto, con un’apertura non molto usuale, piuttosto ampia, che parte con la racchetta ben davanti al corpo; quindi il gomito ed il braccio la portano indietro nel caricamento, con il polso che si apre assecondando l’arrivo della palla. Segue una frustata velocissima in avanti, quando ancora l’ovale della racchetta non è arrivato molto dietro, il tutto con una posizione frontale e con una rotazione non così accentuata. Riesce ad imprimere velocità al colpo perché l’intera azione è molto rapida e grazie al timing con cui entra nella palla. L’azione è più breve alla risposta, ed è clamoroso vederlo impattare in avanzamento, quasi solo di braccio, con gesto felino a trovare dei cross totalmente imprendibili, così stretti che cadono ben dentro al rettangolo del servizio. Una vera zampata, che si può permettere grazie alla posizione molto aggressiva che tiene, e grazie alla reattività di piedi di caviglie, davvero una sorta di molla che lo catapulta verso la palla. E’ così rapido nell’esecuzione, negli appoggi e nell’intera azione che per me dovrebbe evolvere il suo gioco ancor più verso la rete, “alla Stepanek” appunto, perché riesce a coprire il campo molto bene e non è facile intuire le sue traiettorie. Inoltre gli piace prendersi il rischio, tentare la giocata, ha mano e velocità di pensiero per riuscirci. A volte sembra che cerchi di domare l’animo dell’attaccante tirando un colpo di troppo da fondo. Questa è una evoluzione che potrebbe essere fondamentale per affrontare e superare i più forti.

Il servizio ha un movimento piuttosto classico, inarca abbastanza la schiena quando cerca un colpo più lavorato, oppure lancia la palla piuttosto alta con un salto vigoroso cercando la botta al centro. Raggiunge buone velocità con altrettanta precisione, ma è un’esecuzione fondata prevalentemente sullo slancio di braccio e spalla, quindi anche “pericolosa” a livello di infortuni perché lo strappo al momento di esplodere la massima velocità è notevole. Potrebbe migliorarlo aggiungendo più peso del corpo nella spinta, invece della sola frustata. E’ giovane, ci lavorerà, come su tanti altri aspetti da migliorare, in tutti i settori di gioco. Del resto la sua esperienza ad alto livello è ancora molto limitata, quindi è possibile che il suo tennis debba ancora evolvere, anche se sembra già piuttosto strutturato.

Come evolvere per cercare di arrivare tra i migliori? Più che su aspetti tecnici, visto che già possiede un gioco molto completo, deve migliorare l’intensità e la funzionalità della sua tattica in relazione alla tecnica. E’ un giocatore offensivo, ma tende a cercare fin troppo la giocata; quando deve contenere gli piace pizzicare l’angolo invece di tentare una soluzione meno rischiosa che faccia giocare al rivale una palla scomoda. Conosce poco un drive carico per riguadagnare campo e ritrovare posizione, è un momento di gioco su cui deve lavorare molto. E’ naturalmente veloce negli appoggi, scappa via con disinvoltura dopo aver colpito, ma spesso è poco aderente al campo, a tratti disordinato, tanto che disperde molte energie. Inoltre sul lato destro tende ad inclinarsi lateralmente e dietro, perdendo il miglior equilibrio. E’ da verificare la sua tenuta quando sarà costretto ad affrontare avversari con palla molto potente e toppata (e sul rosso…), perché a volte esagera nella fiducia del suo anticipo; oppure al contrario perde il tempo giusto per anticipare la palla e rischia di cadere troppo dietro, finendo in una posizione difficile da difendere ed aprendo molto il campo. Deve trovare una posizione più equilibrata in difesa e più aggressiva quando comanda, riuscendo ad assecondare i colpi più profondi in avanti, per raccogliere con comode soluzioni di volo le accelerazioni strette che gli aprono il campo. Vista la sua velocità e reattività di base, non può non evolvere in questa direzione se vuole distinguersi e crescere ancora.

Nel 2015 è cresciuto molto, anche se questo salto in avanti non sembra avergli fatto perdere l’umiltà e serenità che lo contraddistingue. “In Corea il tennis è amato, ma non è uno degli sport principali. Non sono ancora molto conosciuto, e non ho alcuna pressione. Non voglio pormi obiettivi particolari, sono appena all’inizio e so di dover crescere tanto, devo fare esperienza. Certamente vincere aiuta a vincere, ed a me piace vincere…”, questo il succo delle sue parole rilasciate pochi mesi fa al magazine dell’ATP, segno di un ragazzo serio, consapevole e con voglia di emergere. Dicono che sia un gran lavoratore, uno che ascolta ed apprende in fretta. Gli ingredienti per far molto bene sembrano esserci proprio tutti. Difficile ipotizzare cosa possa fare nel 2016. Potrebbe in parte pagare la prima stagione da top50, come invece continuare la sua crescita. Vista la serenità che lo contraddistingue, penso che potrebbe anche sorprendere e magari entrare a ridosso dei top20, con grandi prestazioni sul cemento estivo. Hyeon sarà uno degli osservati speciali nella prossima stagione. Personalmente consiglio di tenerlo d’occhio, e per chi ha la fortuna di girare per i tornei, di andarlo a vedere dal vivo, troverete un giocatore diverso, divertente.

 

Marco Mazzoni

@marcomazz


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9 commenti. Lasciane uno!

morenomcrae 05-12-2015 06:53

Perse da Quinzi la finale di Junior Wimbledon,adesso l’italiano farebbe fatica a vincerci qualche game.

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PingPong 04-12-2015 23:40

“proprio scarso questo chung” cit.

🙄

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slambrot (Guest) 04-12-2015 23:27

@ potoandavi (#1495929)

Tra 6-7 anni quando gli attuali top 10 saranno sul dondolo con la copertina questo ragazzotto potrebbe essere tra i top 5. E vincere anche uno slam perché no? I giovani non vanno valutati solo per il presente. Migliorano continuamente (alcuni) mentre altri che da junior vincevano purtroppo vanno peggiorando 🙁

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somaro de somaris (Guest) 04-12-2015 21:41

Bravo Mazzoni

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Gerry (Guest) 04-12-2015 17:15

Mazzoni sempre puntuale e precisissimo nelle sue analisi tecniche

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potoandavi (Guest) 04-12-2015 16:33

Grande articolo come sempre e importante perche’ nonostante Chung sia gia’ praticamente nei 50,e’ un giocatore ancora sottotraccia;non so dove possa arrivare,i suoi anticipi e la capacita’ di rimandare come una fionda i colpi dell’avversario gli fanno riempire il gap della mancanza di potenza ad esempio di un Kyrgios,non lo vedo come un vincitore Slam ma e’ un giocatore da tenere piu’in considerazione.

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Mario (Guest) 04-12-2015 15:10

Ancora una volta mi trovo in pieno accordo con Mazzoni. Anch’io seguo, dalla finale persa con Quinzi, questo giovane. Anche allora mi aveva impressionato e, nonostante la sconfitta, ne avevo intravisto le potenzialità. Poi ne ho visto la crescita tennistica (rammaricandomi ogni volta per quella mancata di Quinzi) e i grandi progressi. Secondo me è uno (se non il) dei giocatori più interessanti possibili top ten. Comunque, in ogni caso, concordo con Mazzoni che è molto divertente da vedere

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RF1900 04-12-2015 12:33

…e poco più di 2 anni fa Chung perdeva da Quinzi in finale a Wimbledon…ennesima dimostrazione di quanto contano relativamente i risultati ottenuti a livello juniores…

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Francesco (Guest) 04-12-2015 12:16

Complimenti a Marco Mazzoni. Condivido in toto l’articolo.
Il sud-coreano mi ha colpito fin dalla prima volta in cui l’ho visto.
Rispetto ai coetanei più famosi (Kyrgios, Coric, Zverev) ha meno riflettori puntati addosso, il che può essere un bene perché gli permette di migliorare il suo gioco senza eccessive pressioni.
Ciò che più mi ha colpito è la fluidità di esecuzione, sia di diritto che di rovescio. In più ha una mobilità davvero notevole per la sua età.
Mi aspetto una crescita lenta, graduale e costante.
Ha tutti i mezzi per diventare un giocatore di spicco negli anni a venire. Staremo a vedere, io incrocio le dita.

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