Yaroslava Shvedova si lamenta del programma antidoping della WADA
La tennista kazaka,Yaroslava Shvedova,numero 67 del mondo, ha utilizzato il suo profilo instagram per esprimere la sua idea sul programma antidoping della WADA, per il quale ogni giocatore deve dire in che parte del mondo si trova ogni giorno dell’anno.
La Shvedova considera esagerato dire l’esatto posizionamento giorno per giorno senza potersi spostare per non ricorrere in sanzioni.
Davide Tarallo
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8 commenti
Mi correggo, l’anno prossimo lei sarà inserita nel programma dei controlli, perchè è tra le prime 10 nel doppio.
Ecco che si spiega la sua lamentela a priori, che conferma vieppiù la sua ipocrisia.
Dichiarazione totalmente fuori luogo da parte della Shedova, in quanto lei NON è inclusa nel programma di test antidoping fuori dalle competizioni, che prevede appunto la conoscenza puntuale della locazione dell’atleta.
Il programma, ufficialmente noto e facilmente consultabile sul sito ITF, include solo i primi 50 atleti del ranking, per il Kazakistan solo la Diyas.
Ed essendo la Shedova a fine anno 67ma, neanche l’anno prossimo lei sarà soggetta a questi controlli.
Pertanto la dichiarazione è assolutamente ingiustificata, e, come dicevano i romani, “excusatio non petita, accusatio manifesta”.
A parte l’inesattezza della dichiarazione, come riportatata, in quanto ci si può spostare liberamente, basta sempre comunicare tempestivamente l’indirizzo (basta un SMS) e l’orario di disponibilità, un’ora al giorno a scelta dall’atleta.
Non mi sembra un gran problema per un atleta di vertice, quale lei NON è.
Personale simpatia per la Shvedova e “caso Russia” a parte, trovo che la questione meriti senz’altro riflessioni approfondite e dibattito aperto, perlomeno nelle sedi opportune:il professionismo sportivo in generale, e tennistico in particolare, non può e non deve implicare un qualcosa che sia anche vagamente riconducibile ad una “reperibilità” quotidiana h24 dal giorno dell’ingresso nei pro fino al ritiro dall’attività nei vari circuiti. Il doping é, a dir poco, sleale… l’antidoping una censura molto più che lecita, ma stanti le pratiche sia dell’un segno che dell’altro, le discipline sportive professionistiche, e con esse le professionalità che le animano, devono esser tutelate tanto quanto la “vita della persona”.
…mi sembra che la WADA abbia ben dimostrato come la Russia (…e la Shvedova e’ russa sebbene naturalizzata kazaka) non abbia avuto un comportamento cosi’ trasparente per cio’ che riguarda le pratiche dopanti…
n.67 ATP proprio no
Torno subito
Qualcuno sa cosa deve comunicare un tennista, l’ indirizzo esatto o solamente la città ed eventuali spostamenti nella giornata devono essere comunicati?
Ahi ahi ahi brutto segno…